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TITOLI DI STATO USA: NESSUNO LI VUOLE!

Scritto il alle 09:15 da icebergfinanza

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Con le dovute cautele in tema di confronti, sembra davvero di essere tornati alla ormai lontana estate del 2013, quando all’improvviso, mentre banche d’affari e consulenti sprovveduto consigliavano il contrario,  decidemmo di salpare per la conquista dell’America.

In queste difficili settimane, mentre mezzo mondo gridava all’inflazione, la fine del dollaro, noi abbiamo tenuto la barra dritta e insieme al nostro Machiavelli negli ultimi sei manoscritti, oltre 500 pagine di analisi, vi abbiamo descritto la nuova terra promessa.

MACHIAVELLI!

Ieri, nonostante tutte le fesserie scritte in questi mesi, sul rischio relativo al debito sovrano americano, una settimana record per le emissioni di titoli di Stato americani, la più grande della storia degli Stati Uniti è andata ESAURITA!

Non solo in questa settimana, i rendimenti dei titoli decennali e trentennali hanno rotto al ribasso livelli e supporti importanti come alcuni fondamentali differenziali tra diverse scadenze, spread…

Quello che vi abbiamo preannunciato due settimane fa si sta evidenziando in maniera irrevocabile date un’occhiata qui sotto…

Gravissimo errore quello dei nostri “bond vigilantes” non aver portato a termine il loro compito, il quarto tentativo fallito di attacco alla nostra leggendaria “linea maginot” farà collassare nel tempo i rendimenti del trentennale fino a portarli al nostro obiettivo finale come suggerisce da tempo il nostro buon Machiavelli.

Guardate qua cosa sta succedendo al modellino tanto caro al nuovo flop dei bond, Gundlach. Questa era la situazione lo scorso agosto, il nostro genio suggeriva che secondo un modello che combina i prezzi del rame e dell’oro il rendimento del  decennale doveva scoppiare al rialzo arrivando al 4/5/6 % …

Oggi questa è la situazione…

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Concludiamo con una piacevole lettura che ci ha inviato un nostro caro amico dall’Asia, un titolo che è un programma, una lezione per chi, tra gli addetti ai lavori, banchieri, consulenti o revisori, non ha ancora capito nulla di quello che in realtà sta accadendo…

Tradotto in parole semplici…

Perchè chi investe in titoli di Stato americani non si sta lasciando prendere dal panico? 

Why Aren’t US Bond Investors Panicking?

Solo un estratto, una sintesi!

Gli economisti hanno suggerito che la combinazione di politiche protezionistiche di Trump, i grandi tagli alle tasse e il prestito governativo incontrollato, in un momento in cui l’economia americana è già prossima alla piena occupazione, alla fine alimenterà la pressione inflazionistica.

Ma i mercati finanziari semplicemente non credono a questo messaggio.

(…)  gli investitori obbligazionari sono meno preoccupati dell’inflazione e del surriscaldamento economico di quanto non fossero prima dei tagli fiscali di Trump, delle misure protezionistiche e del passaggio dal consolidamento del bilancio all’espansione fiscale aggressiva.

(…) il mercato obbligazionario statunitense è più di un semplice indicatore di opinione finanziaria. I tassi di interesse a lungo termine fissati nei mercati obbligazionari hanno un impatto così forte sulle condizioni del business che i cambiamenti nelle opinioni degli investitori possono influenzare la realtà economica (…) 

Allo stato attuale, le opinioni degli investitori e la realtà economica sono completamente in disaccordo. I tassi di interesse a lungo termine ora intorno al 3% non arrivano da nessuna parte vicino alla determinazione del target di inflazione della Fed, il  2% più la crescita economica reale del 2-3%, livello raggiunto prima dell’ampio stimolo fiscale dell’amministrazione Trump. In effetti, sia l’analisi economica che decenni di esperienza, suggeriscono che i tassi di interesse a lungo termine tendono a fluttuare intorno al tasso di crescita del PIL nominale. Questa regola empirica implica tassi a 30 anni nell’intervallo del 4-5%. E se gli sforzi di Trump per stimolare la crescita economica verso il 4% fossero presi sul serio, i tassi di interesse a lungo termine dovrebbero logicamente salire al 6% o oltre.

Peccato che questa volta è diverso, aggiungo io, nessuno di questi soloni ha fatto ancora i conti con una deflazione da debiti, con le tendenze demografiche, con la tecnologia, con un sistema finanziario fuori controllo che eplodendo darà il via alla più impressionante valanga deflattiva della storia economico/finanziaria.

Prima o poi, il divario tra i rendimenti obbligazionari e la crescita del PIL nominale presumibilmente si chiuderà . O la crescita si indebolirà drammaticamente, come sottinteso dalle aspettative del mercato obbligazionario, o i tassi di interesse aumenteranno drammaticamente, perché le aspettative del mercato obbligazionario si rivelano completamente sbagliate…

Eppure nessuna di queste cose avverrà necessariamente nel prossimo anno o due. È improbabile che la crescita del PIL si indebolisca, dato il grande stimolo fiscale, l’elevata fiducia delle imprese e una forte crescita dei redditi personali derivanti dalla rapida crescita dell’occupazione.

E qui l’autore commette un grosso errore! Lo stimolo fiscale fallirà, la fiducia delle imprese si dissolverà come nebbia al sole e la forte crescita dei redditi personali è solo una pia illusione!

(…) Dato che l’inflazione e i tassi di interesse sono diminuiti costantemente negli ultimi 30 anni, gli investitori obbligazionari sono stati costantemente ricompensati per aver considerato ogni opportunità temporanea di rialzo dei tassi di interesse come un’opportunità di acquisto. Questa esperienza ha creato un riflesso pavloviano per “comprare sui crolli ” che può essere rotto solo da molti mesi o forse anche anni di esperienza negativa. Questo riflesso è stato evidente negli ultimi due mesi. Ogni volta che i mercati azionari sono crollati bruscamente, come hanno fatto all’inizio di febbraio e ancora dopo che Trump ha annunciato le sue sanzioni commerciali alla Cina, l’istinto di acquisto delle obbligazioni è diventato irresistibile, i prezzi delle obbligazioni sono saliti e la conseguente riduzione dei tassi di interesse a lungo termine ha stabilizzato i mercati azionari.

Il lungo viaggio continua, la nostra ultima scommessa sta per giungere alla fine. Buona consapevolezza.

18 commenti Commenta
noldor
Scritto il 30 Marzo 2018 at 11:54

Un riepilogo dell’andamento dei mercati negli ultimi 12 mesi:

– FTSE MIB +10,5%.
– Dow Jones + 16,5% in USD , + 2% in EUR.
– DAX -1%.
– Rendimento T-bond 30 anni invariato.

noldor
Scritto il 30 Marzo 2018 at 11:55

È per finire borsa di Londra -4% in GBP.

reragno
Scritto il 30 Marzo 2018 at 12:15

Posto il penoso articolo del Sole 24 Ore di oggi per spiegare il rally dei titoli di stato. No comment
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-03-30/cosi-titoli-stato-usa-sfidano-leggi-gravita-e-logica-100005.shtml?uuid=AEdUySQE

icebergfinanza
Scritto il 30 Marzo 2018 at 14:03

Gongoliamo insieme … 😉 Abbraccio!

icebergfinanza
Scritto il 30 Marzo 2018 at 14:14

Su questo articolo ci facciamo un post epocale dedicato agli ignoranti che spopolano nel mondo della finanza… intanto negli ultimi giorni treasuries e dollaro su insieme…

alexandersupertramp
Scritto il 30 Marzo 2018 at 14:34

Una cosa non mi è chiara: come può Trump vincere una guerra commerciale se il $ guadagna nei confronti delle altre valute? L’export verso gli USA sarebbe facilitato appesantendo ulteriormente la bilancia commerciale. Non sarebbe più facile per gli Stati Uniti svalutare pesantemente il $ anzichè minacciare dazi a destra e a manca per riequilibrare la bilancia commerciale? Più l’€ scende più i tedeschi gongolano alla faccia di Trumo e delle sue minacce. O no?

kry
Scritto il 30 Marzo 2018 at 14:56

— ” Peccato che questa volta è diverso, aggiungo io, nessuno di questi soloni ha fatto ancora i conti con una deflazione da debiti, con le tendenze demografiche, con la tecnologia, con un sistema finanziario fuori controllo che eplodendo darà il via alla più impressionante valanga deflattiva della storia economico/finanziaria. ” —

Qualcosa in merito si dice anche qui.
https://www.rischiocalcolato.it/2018/03/il-coyote-moment-del-capitalismo-terminale.html

Per gli scettici ricordiammoci che la FED è comunque sempre prestatrice di ultima istanza della prima economia mondiale con la moneta di riferimento per l’economia e riserve valutarie.

madmax
Scritto il 30 Marzo 2018 at 19:31

kry@finanza,

Kry,

Hai ragione a dire che la FED e’ un prestatore di ultima istanza, ha in portafoglio qualcosa come 2200 miliardi di USD.

madmax
Scritto il 30 Marzo 2018 at 19:32

alexandersupertramp@finanza,

Alexander,
Credo che i US si trovino oggi nel pieno del dilemma di Triffin!!! Ovvero se sei un paese con una moneta di riserva DEVI avere un deficit commerciale.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Dilemma_di_Triffin

noldor
Scritto il 31 Marzo 2018 at 12:52

Non credo che il governo americano abbia la forza di svalutare il dollaro a comando, e gli altri paesi (Cina in primis) non starebbero a guardare.

ale­xan­der­su­per­tramp@fi­nan­za:
Una cosa non mi è chia­ra: come può Trump vin­ce­re una guer­ra com­mer­cia­le se il $ gua­da­gna nei con­fron­ti delle altre va­lu­te? L’ex­port verso gli USA sa­reb­be fa­ci­li­ta­to ap­pe­san­ten­do ul­te­rior­men­te la bi­lan­cia com­mer­cia­le. Non sa­reb­be più fa­ci­le per gli Stati Uniti sva­lu­ta­re pe­san­te­men­te il $ an­zi­chè mi­nac­cia­re dazi a de­stra e a manca per rie­qui­li­bra­re la bi­lan­cia com­mer­cia­le? Più l’€ scen­de più i te­de­schi gon­go­la­no alla fac­cia di Trumo e delle sue mi­nac­ce. O no?

giulio0808
Scritto il 1 Aprile 2018 at 13:19

Buona Pasqua a tutti!

misticluke
Scritto il 2 Aprile 2018 at 12:16

sul rafforzamento del USD qualche dubbio sarebbe meglio averlo…

icebergfinanza
Scritto il 2 Aprile 2018 at 19:57

Stay tuned ci sarà da ridere!

puntosella
Scritto il 2 Aprile 2018 at 23:00

EURODOLLARO ….. lateralizzazione

Autostrada ….. Carreggiata …….. Corsie

Corsie calcolate sui massimi Daily: sopra 1,2375 —-> 1,2634
sotto 1,2375 —-> 1,2134/1,2109

Supporti ascendenti = 1,1866 —-> 1,1523




puntosella
Scritto il 3 Aprile 2018 at 06:13

Questa è una strategia sviluppata sulla Velocità Media Accelerata

La struttura ci consente di leggere i valori limite e quelli più
prossimi che rappresentano degli EQUILIBRI DINAMICI.

I valori sono calcolati sull’HighD e provengono dalla DataEvento
del 26 Ottobre 2000

La struttura è costituita da 5 Eventi che la Strategia riconosce
ogni qualvolta questi fenomeni si verificano.

L’EQUILIBRIO di John Nash anziché essere applicato a 5 persone qui
è applicato ad 5 EVENTI predefiniti e poi programmati nelle
loro “scelte”.

puntosella
Scritto il 3 Aprile 2018 at 06:28

Qui un’analisi sul DELTA del decennale italiano (BTP) con il
decennale tedesco(BUND) calcolato sui massimi e minimi
giornalieri.

laforzamotrice
Scritto il 3 Aprile 2018 at 08:06

Buffo, rivalutazione, svalutazione, le logiche cambiano a seconda dei paesi? USA si, Europa no? O viceversa? Ma la logica non è tale proprio perché non fa differenza? Mah.

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