in caricamento ...
ITALIA: COLPO DI STATO!
Alle volte risulta davvero difficile comprendere che la verità è solo figlia del tempo, noi ci limitiamo a raccontarvi la realtà, molti non ci credono, non lo ritengono possibile, ma poi alla fine a distanza di anni, la verità viene partorita, ma ormai non interessa più a nessuno.
Ma tu pensa che quel signore lassù le ha provate tutte per diventare governatore della banca d’Italia, poi alla fine è finito in una banchetta qualunque americana, JPmorgan
La solitudine con la quale abbiamo affrontato la grande crisi italiana del 2011, mentre vi raccontavamo la verità sulle banche tedesche e francesi, maggiori responsabili della crisi di debito privato europea, responsabili dell’attacco al nostro Paese, loro i vostri governanti, Napolitano e Draghi in testa vi suggerivano che avevate vissuto sopra le vostre possibilità, che non poteva andare avanti così, che siete un popolo corrotto, poco produttivo, zero flessibilità, vi raccontavano che i vostri stipendi erano insostenibili, che le vostre aziende non erano competitive, in sintesi avevate bisogno di austerità, di distruggere la domanda interna, di ridurre l’occupazione e il livello dei salari, avevate bisogno di deflazionare l’occupazione.
Nel fine settimana, in un luogo ormai divenuto covo di una banda elitaria, decisamente e solo mainstream, Visco, il governatore della Banca d’Italia, ha accusato le nostre imprese di …
Visco: Disoccupazione alta per colpa delle imprese: non hanno investito e hanno creato precariato
«Non ci siamo adeguati per tempo al cambiamento e la disoccupazione è schizzata dal al 13%, mentre prima della crisi era al 6. Le imprese non hanno fatto investimenti, né hanno avuto capacità di organizzazione, non hanno saputo innovare e hanno solo pensato a ridurre il costo del lavoro. Hanno sostituito le persone che andavano in pensione con giovani precari che quando è arrivata la crisi sono stati i primi a sparire e così la disoccupazione è esplosa. E questa crisi è stata più grave e lunga di quella degli anni ’30»
Ve lo ripeto, io vi ammiro, non so come fate a stare calmi, questi non hanno un minimo di dignità nel riconoscere le loro colpe, banchieri o bankster come meglio volete chiamarli.
Lo vogliamo dire una volta per tutte che il precariato è stato un disegno orchestrato da parte della banca centrale europea e dai suoi governatori , Draghi e Trichet, vogliamo ricordare ai cari cittadini italiani che vivono sulle nuvole che la famigerata letterina che arrivò al governo italiano di allora era la seguente….
Il testo della lettera della Bce al Governo italiano
b) C’é anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione.
Il resto leggetevelo Voi sono molto agitato, soprattutto se rileggo quello che ho scritto recentemente…
DRAGHI: DEFLAZIONE SALARIALE LA GRANDE MENZOGNA
Si lo so, vi piace essere apatici e tolleranti, in fondo Andrea cosa vuoi farci così va il mondo, è tutta colpa delle imprese, della luna e del tempo!
Tronando a noi ve lo ricordate questo articolo di oltre cinque anni fa…
MONTI E LA LEGGENDA DEL PIRATA MORGAN
Bene ieri su Repubblica, si proprio su Repubblica, ma no dai Andrea non vorrai mica che pubblichino queste fake news su Repubblica, no dai non è vero sono tutte balle…
Derivati, l’accusa della Corte dei Conti: “Tesoro negligente”
Eppure, dopo cinque anni, Morgan Stanley continua a far parte dell’elenco degli specialisti che insieme con il Tesoro gestiscono il debito pubblico e il direttore del dipartimento è ancora Maria Cannata. L’elenco delle banche è stato rivisto nel 2016, ne sono uscite Credit Suisse e Commerzbank, mentre Morgan Stanley è rimasta tra gli specialisti. Cannata, invece, nella veste di direttore del debito pubblico, continua, ininterrottamente dal 2000, a trattare emissioni e derivati con le principali banche del mondo. Anche dopo aver fatto sottoscrivere al Tesoro contratti che la Corte dei conti ha definito speculativi, perché lasciavano non allo Stato, ma alle banche, la scelta di attivarli. E li attivavano solo se favorevoli a loro: per una commissione di 47 milioni nel 2004, Morgan Stanley nel 2012 ha incassato un miliardo su un solo derivato.
Secondo la Corte dei conti, la banca sarebbe responsabile del 70% dei danni causati, mentre il restante 30% se lo suddividono Cannata, con un ruolo preponderante (un miliardo di euro), il suo predecessore Vincenzo La Via e gli ex direttori del Tesoro, Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli.(…)
La situazione di deferenza del Tesoro è evidente. Anche nella chiusura dei derivati: accetta di dividere in due l’operazione con un aggravio di oltre 500 milioni. Del resto gestire 2.200 miliardi di debito pubblico senza l’intermediazione delle banche d’affari è impossibile. Chi ha debiti, è da sempre in mano alle banche. Come vadano, poi, le carriere dei direttori del Tesoro è sotto gli occhi di tutti: Draghi approdò in Goldman Sachs, Siniscalco in Morgan Stanley e Grilli in Jp Morgan
No dai bellezza non fare così è la finanza, funziona così, è il loro bene comune, non arrabbiarti! Se penso a quelli che si spellano le mani per applaudire i vari Draghi, Visco, Grilli e compagnia bella, muoio dalle risate.
Negligente in fondo è l’unica parola che si merita un popolo di fessi, che non si è ancora chiesto come hanno fatto a tirare fuori 20 miliardi per provare, ripeto, provare a mettere in sicurezza le banche e non trovano un miliardo per mettere in sicurezza il Paese dal terremoto.
Ma perchè siete qui su Icebergfinanza a rovinarvi il fegato leggendo queste cose, perchè ogni giorno migliaia di persone si rovina la vita leggendo le allucinazioni di un pazzo blogger solitario…suvvia, va tutto bene, ve lo raccontano loro, li stessi che questa crisi l’hanno provocata, con la loro avidità, superficialità, il loro senso di onnipotenza, loro sono loro e voi non siete un…
Il guaio è che non si è avuto il coraggio di affrontare quello che è tuttora il punto: la produttività. Viviamo in un paese dove ci sono situazioni lavorative superprotette, dalla scarsissima produttività e dai costi altissimi alternate a situazioni di reale sfruttamento. Perchè non ci si mette mano? perchè in grandi aziende, o nel parastato, si permettono situazioni di inaccettabile lassismo a tutti i livelli, mentre nella piccola impresa si assiste spesso a situazioni di tragico sfruttamento dividendo la classe lavoratrice in previlegiati e vessati? E’ giusto usare a sproposito, come si è abbondantemente fatto per anni, gli ammortizzatori sociali, cassa integrazioni, sussidi e prepensionamenti, garantendo a centinaia di migliaia di persone un trattamento non giustificato ne meritato, dando anche la possibilità di coprire abbondante lavoro in nero? Esempio ultimo, la 14° per le pensioni basse, Già sono milioni i lavoratori che oggi non prendono neppure la 13 °, ma poi si sa già ( si parla di un controvalore di molti milioni) che una buona parte di queste pensioni andranno a pensionati che non ne hanno assolutamente bisogno, essendo ricchi.
Perchè non si affronta a tutti i livelli la questione dei pagamenti, tempi e garanzie, che strangolano l’industria italiana? Viviamo in un paese dove il pagamento sembra quasi una cosa facoltativa, dove a minacciare il tribunale non è il creditore, ma il debitore… credo dica tutto.
Io capisco benissimo il pericolo della grande finanza, ma se questa trionferà sarà sopratutto per la mancanza di correttezza all’interno della classe media, che la indebolisce e la divide.
Qualcuno disse: “Una società muore quando una persona onesta, guardandosi allo specchio facendosi la barba la mattina, si domanda se non sia un cretino”. Io me lo domando.
Come si fa a restare calmi?
Io ho dovuto chiudere un azienda aperta e solida dal 68!
L’unica soluzione per smaltire la rabbia è scappare via da questo paese.
“Negligente in fondo è l’unica parola che si merita un popolo di fessi, che non si è ancora chiesto come hanno fatto a tirare fuori 20 miliardi per provare, ripeto, provare a mettere in sicurezza le banche e non trovano un miliardo per mettere in sicurezza il Paese dal terremoto.”
caro Andrea,
qui c’è ben poco da commentare, hai detto TUTTO con una chiarezza disarmante;
vorrei che questa tua domanda la potessero leggere simultaneamente 45 milioni di italiani adulti,
al netto dei minorenni (ancora interessati ad argomenti futili come conviene a quella età spensierata).
.. pazzo blogger solitario ? … ah ah ah leggi il comma 22 :
” Comma 22, chi è pazzo può essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo ” …..
La “politica” in fondo è proprio questo: determina il grado di preferenza nell’allocazione delle risorse. Si tratta di scelte: dato un sistema a risorse finite (il risultato della tassazione) si mette un ordine alle priorità da conseguire.
Prima le banche o prima le casette ai terremotati? La risposta la sappiamo. Comunque si possono sempre organizzare delle simpatiche riffe e lotterie per sorteggiare le poche casette che ci stanno nel magro bilancio.
Certo che si poteva anche fare diversamente: dare le casette a tutti i terremotati e organizzare una riffa tra banchieri per quello che rimaneva. Davanti ad un palco, in un piazzale, un anonimo funzionario con un bimbo bendato che estrae dall’urna i nomi… e davanti, perchè no, in canottiera, i vari banchieri…
si potrebbe proseguire a fare domande:
prima i disabili e i senza lavoro italiani oppure i migranti stranieri?
prima l’Expo oppure i buchi nelle strade e i viadotti che vengono giù?
prima i contingenti in Afganistan oppure la sicurezza nelle periferie delle città?
Possiamo continuare l’esercizio…
Ma soprattutto i non addetti ai lavori non sanno che lo Stato ha favorito la crescita della propensione a non assumere in maniera molto semplice:
1) rendendo per anni indeducibili ai fini IRAP i costi del personale. Solo uno schizofrenico con tendenze maniacali poteva pensare di tassare il costo del lavoro…
2) costringendo con gli Studi di Settore ogni impresa (non importa se con 1 o 1.000 dipendenti) a dichiarare un fatturato ipotizzato in linea con il numero di dipendenti. Cioè, se hai un certo numero di dipendenti il tuo fatturato dovrà essere proporzionale (deciso indovinate da chi?) al loro numero. Altrimenti sei un evasore, non sei “coerente” e magari neanche “congruo” e ti tocca pagare autodenunciandoti delle imposte in più, nonostante la crisi abbia ridotto i consumi e gli acquisti a tutti i livelli. L’alternativa è non adeguarsi ed aspettarsi la verifica, magari ad anni di distanza.
In questa nazione le colpe si addossano sempre a qualcun altro, mentre nella realtà sono ben ascrivibili, con tanto di nome e cognome, ad interventi normativi miopi e viziati dal solo scopo di fare cassa (e per quale tipo di sciagurate spese oramai lo sanno anche i sassi).
Ergo, io lavoro al minimo, mi accontento di un piatto di minestra, non assumo più.
Per la beneficenza userò altri canali.
Capitano in buona parte sono qui perché preferisco affrontare la vera e a volte dura realtà, forse anche dovuto al mio lavoro interamente a contatto con a povera economia reale tanto bistrattata.
i conti non mi tornano siccome qua è citato che il reddito medio d’impresa è 19990 euro con le aliquote fiscali in vigore 19990 non può essere tassato con le aliquote che hai citato. fonte. istruzioni delle dichiarazioni dei redditi .
aorlansky60: gni tipo di imprenditori in Italia, dal piccolo al medio, sul quale lo Stato preme con il 64,8% di pressione fiscale (dati CGIA riferiti al 2016),
giusto ricordare la letterina, che la gente la dimentica. la gente, poi, quale?la massa non sa nemmeno dell’esistenza della letterina, la quale no è colpevole solo del precariato, ma anche della riforma Fornero. la “poverina” s’è presa tutta la colpa lei, ed è diventata un’icona nelle pagine facebook sulle pensioni,,,ma c’era scritto lì…come anche era scritto di spostare l’asse sulla tassazione indiretta. cioè di aumentare l’iva, eliminare le province..non so se sto sbagliando, sto andando a memoria
ho dimenticato il link http://www.lastampa.it/2017/02/28/economia/il-reddito-medio-degli-italiani-di-euro-sbpS2xqsKOGjv0snTdqILK/pagina.html
perplessa@finanza,
Devi essere connesso per inviare un commento.
“Ve lo ripeto, io vi ammiro, non so come fate a stare calmi, questi non hanno un minimo di dignità nel riconoscere le loro colpe, banchieri o bankster come meglio volete chiamarli.”
…
Io, pur non essendolo, penso alla inkazzatura di ogni tipo di imprenditori in Italia, dal piccolo al medio, sul quale lo Stato preme con il 64,8% di pressione fiscale (dati CGIA riferiti al 2016),
inkazzatura che non potrà che salire ulteriormente a leggere le parole di visco che addossa loro la responsabilità maggiore della crisi in Italia.
COME RIESCI AD EFFETTUARE INVESTIMENTI CON IL 64,8% DI PRESSIONE FISCALE ??? (il che significa che per 1000€ ricavati ne devi corrispondere 648 allo Stato, una follia; proprio per questo ribadisco che per essere imprenditori oggi in italia occorre essere degli EROI).
E’ chiaro che questi personaggi, come visco e molte altri del vertice politico/economico italiano, sanno bene come stanno realmente le cose, è che non possono dire la Verità altrimenti la gente accorrerebbe nelle piazze reclamando le loro teste,
quindi continuano a spargere menzogne [in ogni occasione in cui ne hanno la possibilità di farlo] per cercare di allontanare da loro ogni colpa ed occultare le vere RESPONSABILITA’ :
quelle dello Stato (in particolare l’alta gerarchia che governa il complesso apparato della pubblica amministrazione senza dimenticare altri farraginosi settori, come quello della GIUSTIZIA),
quelle dei vertici finanziari italiani (non tutti a dir la verità, c’è banca e banca e banchiere e banchiere, in Italia c’è anche chi ha lavorato bene e continua a farlo)
e non ultima, quelle della POLITICA.
Unica attenuante che personalmente mi sento di concedere loro : considerare, senza nasconderlo, il FORTE potere di RICATTO che l’UE esercita sull’Italia e sui suoi rappresentanti politici, dettandone le linee guida della politica economica [almeno] dal 2011.