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INVESTIMENTO ETICO!
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Lentamente ma con una certa progressività si stà diffondendo sempre più una nuova cultura finanziaria che focalizza la sua attenzione nei confronti di società e progetti che fanno della responsabilità sociale ed ambientale uno dei cardini principali della propria mission!
Spesso in questo blog ho ascoltato dei lettori che mi invitavano a scindere l’etica dalla finanza, a non farmi illusioni, a comprendere che in fondo sono come il lupo e l’agnello, nulla hanno in comune e non possono coesistere!
UN’OASI_NEL_DESERTO ne abbiamo già parlato insieme, ma pur sempre un’oasi, un’isola che ora c’è!
Così SCRISSI alcuni mesi fà:
La teoria economica dominante identifica la razionalità del comportamento umano con la massimizzazione dell’interesse personale.
Kahlil Gibran scrisse a proposito del Commercio:
" A Voi la terra dà i suoi frutti, e non vi mancheranno se solo saprete riempirvene le mani. E’ scambiando i doni della terra che troverete l’abbondanza e sarete soddisfatti.
Ma se lo scambio non sarà nell’amore e nel segno di una giustizia benevola, porterà solo alla fame e all’ingordigia."
Poche e semplici parole, che faranno ridere alcuni, che altri considereranno di un’altra epoca, ma mai così attuali, mai così profetiche.
Amartya Sen dice che se si esamina l’equilibrio delle varie accentuazioni nelle pubblicazioni dell’economia moderna è difficile non accorgersi di quanto venga elusa l’analisi normativa a livello profondo, e di quanto sia trascurata l’influenza delle considerazioni di natura etica nella caratterizzazione del comportamento umano effettivo.
Quasi che ogni comportamento economico e finanziario non venga “inquinato” da atteggiamenti quali la buona volontà o i sentimenti morali, che non aiuterebbero affatto alla massimizzazione del profitto.
Oggi è invece dimostrato che la responsabilità sociale d’impresa produce talvolta notevoli risparmi economici:
Citigroup, lo scorso anno ha pubblicato uno studio dal quale emerge che sono già 74 le imprese che dichiarano di aver tratto benefici economici rilevanti dagli investimenti decisi per contrastare i mutamenti climatici.
La Dupont, gigante della chimica dice di essersi accorta che le azioni che le hanno consentito di ridurre del 73 % le emissioni di anidride carbonica hanno anche ridotto di 3 miliardi di dollari la bolletta energetica aziendale!
Non solo responsabilità sociale quindi, ma anche notevoli risparmi economici!
Milton Friedman invece aberrava la responsabilità sociale dell’impresa, sostenendo che i manager devono operare nell’interesse esclusivo degli azionisti e non risolvere problemi sociali con i soldi degli altri! Chissà, forse dal suo veliero l’orizzonte era la nebbia eterna del capitalismo selvaggio!
Quindi investire in maniera etica presuppone una maggiore attenzione alla destinazione dei propri capitali, siano essi destinati all’acquisto di titoli di stato o obbligazioni societarie, fondi d’investimento o azioni, tralasciando strumenti opachi o hedge fund dove la trasparenza è un valore appeso alla parete, come trofeo di guerra!
L’investitore etico è colui che non è unicamente interessato all’aspetto economico del proprio investimento, ma vuole essere consapevole, conoscere i progetti, il contesto socio-ambientale dell’azienda, i beni prodotti e la loro destinazione!
In fondo questo è un rapporto di fiducia che nasce tra l’investitore e l’azienda, tra l’investitore ed eventualmente il fondo che sostiene tale azienda.
Siu può investire nell’economia locale, nel sociale, in progetti che riguardano la nostra comunità, non serve solo e sempre globalizzare un investimento!
Abbiamo già visto insieme come la speculazione sul prezzo del grano o sul valore dell’acqua siano direttamente collegata alla vita di milioni di persone che contano quotidianamente su questi doni di Dio per la propria sopravvivenza, lo abbiamo visto nei post ACQUA_PATRIMONIO_DELL’UMANITA’ e CEREALI_DONO_DI_DIO_PER_L’UMANITA’ e questo non vuol dire non poter investire magari in un’azienda che produce sistemi per la potabilizzazione delle acque o sistemi di irrigazione o distribuzione in grado di evitare sprechi e distruzione di risorse.
Esiste poi anche la via responsabile del CONSUMO CRITICO, che permette di essere protagonisti nella scelta quotidiana di prodotti che vengono imposti dal sistema, attraverso una maggiore consapevolezza del prodotto che si acquista, della provenienza, del sistema di produzione, etc.
Per chi fosse interessato vi sono molti libri e guide che possono aiutare ad essere più consapevoli, strumenti che aiutano ad aprire gli orizzonti!
Le multinazionali non vanno spesso per il sottile per centrare i budget di riferimento ed il loro impatto sociale ed ambientale è spesso assolutamente devastante.
Pazienza diranno alcuni lettori che ci possiamo fare noi, da soli siamo una goccia nell’oceano del qualunquismo, ma insieme abbiamo la forza di sollevare le acque dell’ oceano per farci portare dove vogliamo, le campagne contro le multinazionali dimostrano che il consumatore ha un potere enorme quando è soggetto attivo e non passivo!
Se volete conoscere i profili etici di alcune società del panorama internazionale, vi lascio il link di TRASNATIONALEorg una società auto-finanziata, che non beneficia di alcuna sovvenzione né di nessun finanziamento privato o pubblico, completamente indipendente da qualsiasi Stato, parte politica, sindacato, associazione, istituzione o impresa.
"Lo sfruttamento del povero può essere fermato, non eliminando alcuni milionari, ma rimuovendo l’ignoranza dei poveri ed insegnando loro a non cooperare con gli sfruttatori. Ciò convertirà anche questi sfruttatori."
Mohandas K. Gandhi, Haryan, 28 luglio 1940
Per aver un esempio di criterio di selezione di titoli che corrispondano a criteri etici date un’occhiata ad ETICASGR la sezione investimenti fondi della Banca Etica.
I fondi Valori Responsabili investono esclusivamente in titoli di emittenti (imprese e Stati) selezionati in base a una serie di criteri sociali e ambientali. La selezione socio-ambientale degli emittenti viene effettuata da Etica Sgr sulla base dei dati forniti dalla società di consulenza inglese Eiris (vedi sotto).
Ecco una descrizione sintetica dei criteri utilizzati per la selezione delle imprese e degli Stati.
VALUTAZIONE DELLE IMPRESE (TITOLI AZIONARI)
Criteri di esclusione
Sono escluse dai fondi le imprese che:
– producono armi o parti di armamenti;
– effettuano test sugli animali per la produzione di cosmetici o loro componenti;
– sono coinvolte nel gioco d’azzardo;
– modificano geneticamente animali e vegetali per scopi non medici;
– possiedono o gestiscono centrali nucleari;
– producono tabacco;
– raccolgono, trasformano, commercializzano legname proveniente da foreste protette;
– commercializzano pellicce;
– non rispettano il Codice Internazionale di marketing dei sostituti del latte materno.
Criteri di valutazione
Le imprese che risultano "accettabili" dopo l’applicazione dei criteri di esclusione sono valutate in base a circa 50 indicatori nei seguenti tre ambiti:
– ambientale (qualità della gestione ambientale, produzione o utilizzo di energie da fonti rinnovabili, impatto ambientale dei prodotti e della produzione, ecc..);
– governance (presenza di amministratori indipendenti in Consiglio, trasparenza nella remunerazione dei manager, attenzione ai rischi sociali, ambientali, reputazionali, ecc..);
– sociale (salute e sicurezza sul luogo di lavoro, formazione del personale, rispetto dei diritti dei lavoratori, ecc..).
Attualmente le imprese che hanno passato l’esame di Etica Sgr e possono entrare nella parte azionaria dei fondi Valori Responsabili sono circa 300.
VALUTAZIONE DEGLI STATI (TITOLI DI STATO)
Criteri di esclusione
Sono esclusi dai fondi gli Stati coinvolti in gravi violazioni delle libertà politiche e dei diritti civili.
Criteri di valutazione
Gli Stati sono valutati in base ad oltre 40 indicatori nei seguenti ambiti:
– ambientale (raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, produzione di energia da fonti rinnovabili, percentuale di aree protette, deforestazione, gestione dei rifiuti, ecc..);
– sociale (disoccupazione, lavoro minorile, spesa pubblica per la sanità e l’istruzione, mortalità infantile, accesso all’acqua e alle cure mediche, Indice di sviluppo umano, livello di disuguaglianza economica);
– governance (rispetto dei diritti politici, livello di legalità, efficacia di governo, applicazione della pena di morte, percezione della corruzione, promozione delle pari opportunità).
Attualmente gli Stati che hanno passato l’esame di Etica Sgr e possono entrare nella parte obbligazionaria dei fondi Valori Responsabili sono 11: Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Finlandia, Norvegia, Germania, Austria, Portogallo, Francia, Islanda, Nuova Zelanda.
Ovviamente non tutto è oro, ciò che luccica, anche nei fondi di investimento etico vi sono degli enormi progressi da fare, la strada è ancora lunga, ma almeno qualcosa si è mosso e quando una nuova frontiera è aperta, come un bimbo cresce negli errori e nelle difficoltà, nelle sue debolezze ed insicurezze, ma con l’entusiasmo che un adulto, forse non saprà mai trasmettere! Investire eticamente richiede un maggiore coinvolgimento e uno sforzo in più rispetto a qualsiasi altro investimento, si tratta in fondo di una maggiore responsabilità nei confronti del prossimo!
09.01.2008 – Operazione Bernanke
Grazie ad una rocambolesca operazione della Tela, la Etleboro è venuta in possesso di un’importante documentazione che dimostra l’esistenza di transazioni che hanno ad oggetto US Treasury Checks emessi dalla Federal Reserve Bank.
Dinanzi a noi si apre l’ennesimo canale virtuale finanziario, ma stavolta i soggetti coinvolti ricoprono un ruolo di importanza primaria sulla scena internazionale. Un cittadino di Singapore , Teo Hui Kiat, deposita presso la Federal Reserve dei titoli emessi dal Tesoro Americano dal valore nominale di oltre US$ 500.000.000, presenti sulla piazza finanziaria svizzera. Sulla base della documentazione che vi mostriamo la Federal Reserve prende in custodia i suddetti titoli, per un valore complessivo di 1 miliardo di dollari, emettendo un “custodial safekeeping receipt” ( ricevuta di deposito ) , autenticato dalle firme del Governatore Bernard Bernanke e del Vice-Governatore Roger W. Ferguson. I titoli, oggetto dell’operazione, circolano al momento sulle piazze finanziarie svizzere, e sono utilizzati in programmi di trading.
Come noto, tutti i programmi di rating sono tassativamente vietati dagli organi internazionali, essendo operazioni che, movimentando grandi somme di denaro a fronte dell’emissione di un titolo virtuale – spesso inesigibile e infruttuoso – nascondono tentativi di speculazione e di riciclaggio. Allo stesso tempo, notiamo che la prassi dei controlli da parte delle Istituzioni è rigida e impenetrabile, proteggendo spesso il sistema vizioso Trader-Istituto di credito. La crisi subprime ha appunto dimostrato il fallimento del sistema di supervisione e di controllo delle Istituzioni governative sul sistema bancario e finanziario. Così il mancato intervento da parte dell’Istituto di vigilanza equivale ad una complicità, lasciando il sospetto che sia l’ente emittente stesso ad utilizzare il titolo per scopi estranei a quanto stabilito dai regolamenti del mercato e dalle leggi nazionali e internazionali.
Occorre infatti considerare che tali titoli di debito al portatore, denominati per cifre molto elevate, possono essere utilizzati – nonostante siano le società di Trading a reperirli e certificarne la validità – da parte di Banche, Fondazioni e Multinazionali per creare grandi fondi dal nulla, medianti i quali costituire assets, liquidità e tesorerie. Il tutto viaggiando sul limite della legalità consentita e al di sopra delle normali condizioni stabilite per le transazioni, anche se dall’ammontare irrisorio. Un paradosso che sfiora l’assurdo, considerando che proprio recentemente le misure di contrasto al riciclaggio e al finanziamento illecito sono state inasprite, in relazione alla necessità di controllare ed eliminare le fonti di finanziamento al terrorismo.
A rivelare l’illiceità dell’operazione dovrebbe essere la fonte emittente dei titoli stessi – facendo così ricorso alle liste dei titoli non validi esistenti sul mercato – oppure lo scopo della transazione: rappresentano questi i controlli che la Banca Centrale e o l’Istituto di credito dovrebbe effettuare per garantire sicurezza e trasparenza sul mercato. Qualora tuttavia, i controlli non vengano fatti e si venga a creare una rete tra i diversi attori che va a eliminare e nascondere le tracce, è ovvio che il cerchio si chiude e non esiste entità che può intervenire. È da tali meccanismi, chiusi e inavvicinabili dai Governi stessi, che scaturiscono le speculazioni su scala globale, la creazione del denaro e il finanziamento ai conflitti mondiali. Questo e nient’altro. Al di là della rete bancaria e finanziaria, circondata da una costellazione di società, non esiste altro canale per i cosiddetti terroristi o per i criminali: ogni operazione portata a termine accade perché è il sistema che lo permette, in quanto le regole all’interno cui muoversi sono prestabilite. Per tale motivo, possiamo affermare che la guerra finanziamento del terrorismo è la più grande bufala che i nostri politici abbiano inventato, per dimostrare il loro impegno nella lotta contro il crimine, contro le truffe o la corruzione. Da tempo però queste illusioni sono svanite, perché il sistema ha fallito, ha rivelato delle falle e tutti noi dobbiamo pagare ora per tali errori.
Ci attendiamo invece dalla pubblicazione di tale documentazione che il sistema americano prenda una decisiva posizione su questo tipo di transazioni, e chiarisca il perché dei titoli oggetto di operazioni di trading sono stati ufficialmente accettati dalla Federal Reserve Bank. Come dimostrato nelle fasi iniziali di questa indagine, la Gazprombank, il Tesouro Nacional do Brasil nonché la Petrobras, hanno ringraziato la Tela per il contributo alla lotta contro le frodi finanziarie, prendendo così una posizione chiara sulla natura e la funzione dei collaterali presi in considerazione. Una risposta della Federal Reserve è ora indispensabile e critica allo stesso tempo, perché può arrivare a far luce sul grande paradosso del terrorismo, della crisi dei subprime e del crollo del dollaro.
Tags: • Federal Reserve • Bernard Bernanke • Roger W. Ferguson • Teo Hui Kiat • custodial safekeeping receipt • collaterali • riciclaggio denaro • ricapitalizzazione • crisi credito • crisi liquidità • crisi subprime • terrorismo • Gazprombank • Petrobras • Tesouro Nacional do Brasil •
Benvenuta due volte Cara Neramaragain, questo veliero ormai non ha confini, più di mille siamo, chissà mi viene in mente Garibaldi e la sua Utopia trasformatasi in realtà!
Benvenuta altra metà del Cielo, abbiamo bisogno di tutte le altre metà del Cielo, delle loro opinioni non solo sulla finanza, ma sulla Vita, sull’etica, su qualunque cosa, altre metà del Cielo che salgono a bordo ma forse stanno a guardare in silenzio…..
Ciao Andrea
Chiedo scusa, ma questi “esperti” in che mondo vivono.
Venerdì 1 Febbraio 2008, 11:30
Sfumature di grigio. La Fed limita i danni, il che non è mai poco
Di Alessandro Fugnoli
………..E’ possibile, naturalmente, formulare una prognosi più favorevole. Un paio d’anni di crescita lenta possono fare sfebbrare seriamente l’inflazione e a un certo punto un sistema bancario con meno leva e più capitale potrà riprendere a fare credito su basi più sane. Anche in uno scenario favorevole, comunque, il prossimo periodo sarà impegnativo e non particolarmente gratificante……………
Splendido punto di vista, sono certo che occorra fare di piu’ in questa direzione. Ma come fare ad essere sicuri che sia poi un investimento etico…chi lo controlla chi mette il rating, ricordiamoci delle AAA assegnate ai bond sub-prime. Poi una banca che finanzia una impresa di armi dal decalogo paiono essere Eticamente ok…un saluto a tutti
Massimo
BANCHE CENTRALI PRIVATE PER FORZA SOCCORRONO IL MERCATO !!!!
Caro Andrea, ci hai insegnato a provare l’ebbrezza del ragionamento e te ne siamo grati, ora pero’ mi e’ venuto un TARLO…se ormai sappiano che le BANCHE CENTRALI sono private, es. Banca Italia e Federal Reserve ma allora perche’ le Banche Centrali non dovrebbero venire incontro al mercato ? Se la Banca d’ Italia avesse ancora autonomia con che logica ci potremmo aspettare che le banche azioniste si oppongano a lanciare ciambelle di salvataggio.
Vado oltre, se gran parte del sistema bancario US e’ in difficolta’ ma allora lo sono pure nella loro figura di azionisti delle Federale Reserve Banks dei vari distretti, qundi allora anche la FED se la passa male ????
Non vedo pecche nel ragionamento ma mi sembra mustruoso.
A proposito qualcuno sa chi siano gli azionisti della FED ???? O meglio gli azionisti delle varia FED distrettuali.
Saluti
Massimo
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Bellissimo il tuo blog, Andrea…io sono una marinaia colpita ogni tanto da velleità da piccola imprenditrice, ecologista convinta col sogno di vivere no impact, e col permesso del Capitano vorrei salire a bordo…