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TRUMP E IL CANADA AMERICANO!

Scritto il alle 09:28 da icebergfinanza

Trump mostra la cartina del Canada negli Usa. Trudeau: “Pronti a difenderci”. Scholz: “Inviolabilità confini vale per tutti”

E certo, Panama, la Groenlandia, pure l’intero Canada, vorrebbe comprarsi o conquistare Donald Trump e i media mainstream ci mettono del loro per farvelo credere, come se fosse la minaccia del secolo, una cosa possibile.

Poi certo, cambiamo il nome al Golfo del Messico e già che ci siamo, Giappone e Australia, diventano l’American orientale!

Ma possibile che prendete per oro colato tutto quello che si dice o viene riferito.

Per anni vi siete bevuti la storia che il dollaro sparirà o che i cinesi si riscaldano con i titoli di Stato americani, suvvia, siamo seri.

Premesso che solo un ingenuo o un fesso potrebbe credere alle sparate di Trump, lui l’effetto voluto, lo ha già ottenuto.

Con la guerra dei dazi, ha accelerato la scomparsa del peggior primo ministro della storia canadese, le sue dimissioni e ha ottenuto da Panama, la promessa di bloccare qualunque traffico di droghe e migranti che passi dal canale.

Non solo, ha messo una pulce nell’orecchio dei cinesi accusandoli di aver messo le mani su alcune società che gestiscono il canale, particolare confermato anche da un’ inchiesta del New York Times.

Ancora prima dell’insediamento, come scritto ieri ha la fila dei miliardari americani, spesso dell’altra sponda politica che lo supplicano a suon di miliardi.

Non solo, il coniglio Zuckerberg, ha annunciato la fine delle sue criminali politiche di censura e disinformazione.

Dedicato a miliardi di fessi e idioti che pascolano sui suoi social, dove per un decennio ha censurato e disinformato, su pandemie, identità di genere, teorie woke, immigrazione e altre diavolerie.

Lo ammette li stesso, è qualcosa di enorme, e nessuno fa nulla, tutti dormono.

Ieri addirittura, sull’immigrazione, sul rimpatrio immediato per tutti coloro che commettono reati in America, Trump ha trovato l’alleanza di ben 48 deputati democratici alla Camera, per un disegno di legge.

Trump, può piacere o meno come persona, a me non piace, ma ottiene quello che vuole, perché dice quello che pensa e fa quello che dice al contrario della maggio parte dei politici.

L’emergenza economica nazionale che Trump vuole è per fermare la recessione, per dare occupazione, visto che Biden si è inventato 2 milioni di posti di lavoro che non esistono, per far salire il pil che il bar Harris, trucca, altro che dazi.

Loro sanno come è messa male l’America, non come le favole di Biden.

Ieri sono usciti altri dati contraddittori, un calo dei posti di lavoro privati e un calo delle richieste di sussidi.

Non scendiamo nei particolari, tanto arriveranno le revisioni e cancelleranno milioni di posti di lavoro inesistenti.

Vi ricordate alcune settimane fa, quando vi ho fatto notare che le revisioni avevano cancellato oltre 180 miliardi di risparmi inventati dall’amministrazione Biden, tra le famiglie?

Balle, balle e ancora balle, non c’è alcun risparmio possibile in mezzo ad una recessione!

Ieri il collasso, dell’utilizzo delle carte di credito, il crollo più grande in un solo mese, dell’intera storia americana, eccetto Grande Recessione e pandemia, ha confermato che i fallimenti stanno esplodendo.

Gli americani non consumano più, l’eroico consumatore americano è esausto!

Ma quale inflazione ignoranti di media, qui è deflazione da debiti, una terribile deflazione!

Occupiamoci invece dell’Europa, ma soprattutto della Germania, dove AFD, secondo i sondaggi mainstream è ormai vicina al 22 %.

Perché, come è possibile?

Osservate i dati di ieri, gli ordini all’industria collassati!

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E il consenso si aspettava un nulla di fatto, invece sono collassati di oltre il 5 %.

I consumi, si i tedeschi che dovrebbero sostenere l’Europa con i loro consumi?

Anche quelli inesistenti!

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E qualche fesso ha paura dell’inflazione!

Quale Europa?

Quella che non è neanche in grado di gestire la Groenlandia, come spiega Munchau su EuroIntelligence?

 

Con la Groenlandia, l’Europa sta andando incontro a un disastro geopolitico in gran parte causato da lei stessa. Non sarebbe costato quasi nulla all’UE fare alla Groenlandia (e all’Islanda) un’offerta di adesione, in cambio della quale l’UE avrebbe ottenuto un punto d’appoggio in una delle regioni strategicamente più importanti.

È da tempo dimenticato, ma la Groenlandia era un membro dell’UE quando faceva parte della Danimarca. Con l’uscita della Groenlandia e del Regno Unito, l’UE ha perso i suoi due membri più settentrionali dell’Atlantico. Le persone tendono a dimenticare che né la Finlandia né la Svezia hanno accesso alla costa artica.

La Groenlandia si è formalmente ritirata dall’UE nel 1985. Oggi, la Groenlandia fa ancora parte della corona danese, ma gli atti di autonomia del 2009 le danno il diritto alla secessione tramite referendum .

Quindi la dichiarazione di Mette Frederiksen, il primo ministro danese, secondo cui la Groenlandia non è in vendita è una bufala. Questo spetta al venditore. Il venditore non è la Danimarca, ma i 59.000 abitanti della Groenlandia. Né la Danimarca né l’UE possono fermarlo .

Se vuole Trump, la Groenlandia se la compra domani e l’ Europa non può dire nulla, al limite cercare di manipolare il referendum.

Ma fatemi un piacere, questa Europa è finita, nel fine settimana in OUTLOOK 2.025, “Euro Crisis Atto finale” vedremo insieme quale sarà il destino dell’euro.

Quest’anno seguiremo anche l’andamento dei bond tedeschi e francesi, con il loro decennale, oltre alle banche regionali americane e a quelle europee.

A tempo debito, il nostro Puntosella, ci mostrerà dove andrà l’euribor e quale sarà l’evoluzione dei tassi e dello spread.

Oltre alle incredibili opportunità che il mercato obbligazionario americano offre, visto che nel resto del mondo, i tassi sono crollati.

La Cina sta esportando deflazione, la Cina sta urlando deflazione!

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