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ELEZIONI LEGISLATIVE FRANCIA 2024: CHAMBRE INTROUVABLE!

Scritto il alle 08:08 da icebergfinanza

Juin 2002 : une nouvelle Chambre introuvable dans l'histoire parlementaire ? : épisode • 6/8 du podcast Regards sur l'Assemblée nationale | France Culture

Inizia una settimana davvero interessante per le sorti dei mercati, una di quelle settimane da gustarsi seduti sul divano con un sacco di pop-corn.

A forza di fare accordi e desistenze per evitare il caos, il risultato più probabile, quello che preferiamo sarà proprio il caos, un Parlamento francese ingovernabile, nessun governo tecnico possibile, solo il caos e una camera introvabile.

Ieri alle 18.00 in Francia è finita la corsa del terrore, la corsa alla rinuncia delle ambizioni elettorali tra i sostenitori di Macron e quelli dell’altro Macron, si Mélenchon, quel ridicolo personaggio che ha costruito tutta la sua carriera nel far finta di essere l’unica alternativa a Macron e alla LePen,

Ridicolo sino al midollo, sino a ieri pronto a sputare addosso a Macron e oggi, li a leccarli i piedi, ma la sinistra, estrema o meno, in fondo è sempre questo o il nulla oggi.

Come riporta Wikipedia, con l’espressione Chambre introuvable (Camera introvabile)  Luigi XVIII definì così, la Camera eletta circa due mesi dopo la disfatta di Napoleone a Waterloo, nel bel mezzo del Terrore Bianco, periodo che contraddistinse i massacri di estremisti monarchici contro reubblicani e liberali.

Il 14 agosto 1815, era il riusultato di unìelezioni che, come oggi, in pochi si aspettavano,  a cominciare dal sovrano e dal suo primo ministro,uscita da chissà dove (sortie de nulle part).

«C’est une chambre qui paressait introuvable!» (Luigi XVIII)

Secondo il conteggio effettuato da “Echos” alle 18, finora si sono ritirati circa 218 candidati qualificati per il secondo turno. A sinistra si sono ritirati, secondo uno schema triangolare, 130 dei 308 candidati qualificati per il secondo turno.

Nel campo di Macron si sono ritirati 81 candidati su 250 arrivati ​​domenica in formazione triangolare. A cui si aggiungono quattro candidati di destra e tre di estrema destra. In totale, al secondo turno rimangono solo 97 triangolari e quadrangolari. Ce ne sono stati solo 8 durante le elezioni legislative del 2022.

Interessante notare che i republicains che non si sono alleati con la LePen si sono rifiutati di ritirare i loro candidati, rompendo così con il fronte repubblicano “Il pericolo che minaccia oggi il nostro Paese è l’estrema sinistra”, ha spiegato François-Xavier Bellamy, presidente ad interim di LR, lasciando intendere una maggiore propensione per il FN.

Una parte della destra rappresentata da Bruno Le Maire ex ministro delle finanza, Catherine Vautrin, Christophe Béchu e Aurore Bergé, hanno contestato il ritiro a favore dei disperati di Mélenchon.

“Il soggetto non è il presidente, il vero soggetto sono la Francia e i francesi. » La frase cade, laconica. Questo lunedì su France Inter, all’indomani del primo turno delle elezioni legislative, interrogato per sapere se Emmanuel Macron ha mancato il suo scioglimento, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Bruno Le Maire, ignora la questione e colui che appare lì come se, dopo lo scioglimento, gran parte dei pezzi grossi della maggioranza uscente avevano voltato pagina su Emmanuel Macron. E in ogni caso, ha dichiarato la morte del macronismo.

Sarebbe fantastico, vedere spazzato via il partito del banchiere, visto che Attali ha chiesto il ritiro completo, pur di non vedere la LePen al potere.

Non è chiaro oggi se le desistenze possano impedire al RN di vincere la maggioranza.

Nel voto di domenica, la LePen ha ottenuto il sostegno in luoghi che sarebbero stati impensabili fino a poco tempo fa.

Nel 20° collegio elettorale del dipartimento del Nord, cuore industriale, il leader del Partito Comunista, Fabien Roussel, è stato sconfitto al primo turno da un candidato RN senza precedenti esperienze politiche. Il seggio era stato detenuto dai comunisti dal 1962.(Corriere)

Peccato però che in molti hanno fatto i conti senza l’oste, ovvero gli elettori sia di centro che di sinistra, non basta che i candidati si ritirino dalle triangolazioni, servono anche i voti e oggi gli elettori più motivati sono quelli della destra.

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Secondo alcuni sondaggi circa il 60% degli elettori di Macron e del suo raggruppamento cosiddetto repubblicano, non andrebbero a votare al secondo turno.

Solo il 30% sosterrebbe la sinistra e addirittura il 15% potrebbe votare per la Le Pen.

Anche a sinistra intorno al 50% degli elettori non sarebbe disposto a scegliere tra il banchiere e la donna nera, disertando  il secondo turno.

Considerando che i candidati di destra sono praticamente in testa in tutti i collegi, l’affluenza alle urne sarà fondamentale da subito per comprendere l’esito finale del secondo turno.

Ma lasciamo da parte la Francia e occupiamoci di mercati, ieri davvero spaventati.

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Scricchiolano.

Nulla da dire sui discorsi di Lagarde e Powell, due amici al bar che raccontavano barzellette ai giornalisti, gente le cui parole non vale la pena di commentare.

Ma quali progressi, solo disastri.

Inoltre, ha detto che la maggior parte pensa che gli Stati Uniti non torneranno ai tassi ultra bassi del recente passato, ma che nessuno lo sa davvero.

A detto proprio così, roba da ridere per un anno intero, con tanti saluti a quelli che ogni giorno mi scrivono che i tassi non torneranno più a zero.

Domani, altra giornatina interessante con le elezioni inglesi, dove secondo praticamente tutti i sondaggi, la vittoria sarà dei Laburisti che metteranno così fine a ben 14 anni di governi guidati dai Conservatori.

Il vero e proprio terremoto si avrebbe se il terzo incomodo, Farage, l’uomo della Brexit, riuscisse a superare addirittura i conservatori.

Arrivare secondi in Gran Bretagna, non è una cosa secondaria, significa avere maggiore visibilità e peso parlamentare, più finanziamenti pubblici, dettare il governo ombra e poter incalzare direttamente e mediaticamente il governo.

Tornando in America ieri, abbiamo avuto le ennesime conferme di un’economia in continua difficoltà, al di la dei taroccamenti dell’amministrazione Biden.

La Corte Suprema ha dato una gran bella mano alla rielezione di Trump.

Questa banda di disperati ha cercato ancora di stupire ieri sulle assunzioni, salite dopo sensibili revisioni negative in tutti i mesi precedenti.

Addirittura, tutte le nuove assunzioni e opportunità, vengono esclusivamente dal settore pubblico, come se l’amministrazione si fosse messa ad inventare assunzioni, per raccattare qualche voto.

Anche lo schizzofrenico andamento delle previsioni sul pil della Fed di Atlanta è una barzelletta quotidiana…

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Partire dal 4 % per finire a ZERO, questa è la vera crescita economica americana attuale!

Bene così, barra a dritta e avanti tutta, come per il Titanic, mentre l’orchestra continua a suonare.

Appuntamento nel fine settimana, con l’ultima puntata della rivoluzione francese.

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