FRANCIA: UNO SPREAD CHAMPAGNE!

Scritto il alle 10:18 da icebergfinanza

Borse giù, Francia nei guai: il flop di Parigi colpisce anche lo spread e i Btp

Non importa cosa pensate, ma io adoro questi momenti, quando la storia ama fare la rima, ama ritornare sul luogo del delitto.

Ieri, per la prima volta da tempo, volavano insieme agli asini, i prezzi dei bond americani e il dollaro, insieme, come non si vedeva da tempo.

Ci hanno provato con la scusa del crollo dell’inflazione a far risuscitare l’euro, ma è andata male, non hanno fatto in conti con gli hedge fund che stanno scaricando euro come se non ci fosse un domani, in Francia e Germania.

L’asta dei titoli di Stato a 30 anni di ieri è stata semplicemente spettacolare, facendo crollare il rendimento del decennale sul minimo da tre mesi, con tanti saluti alla curva.

Ovviamente i nostri bond soffriranno un po di più in queste prossime settimane, non certo come quelli francesi e tedeschi, occasione di acquisto o trading.

Che botta Ragazzi, ieri, volano i sussidi di disoccupazione e crollano i prezzi alla produzione.

Nuovi minimi da 2 mesi, con tanti saluti alle chiacchiere da bar di Powell & Co.

Non chiedetemi perchè solo ora iniziano a raccontare la verità.

Ma di questo parleremo tra poco, intanto occupiamoci dei francesi, le cui banche sono già molto instabili, figurarsi ora che lo spread balla.

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Uno spettacolo che non si vedeva dal lontano 2017, altro round presidenziale francese, l’anno in cui, come ben sanno i lettori di Machiavelli, ebbi l’onore di essere chiamato come consulente esterno da una importante istituzione a livello mondiale.

Davvero ridicolo ieri Macron, in gravissima difficoltà in Francia con sondaggi sotto il 20 %, punta i piedi come un bambino su un argomento come l’aborto che poco centra oggi con le dinamiche internazionali.

Bene fa Meloni a ricordargli che non è in campagna elettorale.

Ridicola sino al midollo, la Schlein che parla di vergogna nazionale, il nulla che ha vissuto un po di gloria per il ritorno a casa di qualche voto sfuggito alla debacle del Movimento 5 Stelle.

Qualcuno rideva quando alcuni anni fa suggerivamo che prima o poi sarebbe toccato alla Francia e alla Germania, non certo per quello che è successo alle elezioni europee, ma perchè i bilanci francesi fanno paura…

Ha perso quasi il 4 % oggi il principale indice francese, non male anche quello tedesco che ha raggiunto quasi due punti e mezzo di perdita, come non si vedeva da mesi.

Il Germania, come detto, arriverà anche l’ora di Scholz e del bund.

Ci ha provato il povero Scholz a fermare la donna dei vaccini, ma per il momento gli è andata male, la Germania è terrorizzata dall’avvio di una nuova guerra commerciale con la Cina.

Per non parlare poi del bagno di sangue di questi mesi per la produzione industriale, mentre la von der Leyen e la Lagarde, vanno in giro a raccontare favole su mirabolanti riprese europee.

Nel frattempo i prezzi alla produzione in America sono diventati addirittura negativi.

L’indice dei prezzi alla produzione (PPI) a maggio è uscito in negativo su tutta la linea, addirittura ben 0,3 punti percentuali al di sotto delle aspettative dei soliti analisti da strapazzo di regime.

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Gran bella botta, non c’è che dire!

Addirittura i settore servizi in negativo, come non si vedeva da tempo, i beni crollati a -0,8%

Lo senti il profumo della deflazione, Bellezza?

I dati mese su mese sono pari a zero o negativi su tutta la linea.

Senza il trucco degli affitti, che la Fed e il BLS usano per tenere alta l’inflazione, la percentuale sarebbe da tempo vicino al 2 % e i tassi la metà di dove sono ora.

Come dice Jay, è assurdo pensare che un sondaggio mensile tra gli affittuari – la maggior parte dei quali probabilmente non ha firmato un nuovo contratto di locazione di rinnovo per più di 6 mesi – sia l’unica cosa che mantiene l’inflazione al di fuori dell’intervallo target della Fed; e quindi, indirettamente, mantenere i tassi elevati.

No, non è assurdo, lo fanno apposta, voglio tenere i tassi alti per salvare i loro azionisti, le banche e far crollare l’economia, e piano, piano, ci stanno riuscendo.

Siamo sulla buona strada per vedere un crollo spettacolare del dato CORE PCE, quello preferito dalla Fed che potrebbe crollare al 2,5 % con variazione negativa a fine mese.

E pensare che nell’ultima riunione, dotti, medici e sapienti della Fed prevedevano una forchetta dal 2,9 al 3 %, addirittura qualcuno ipotizza il 3,2 %.

Francamente non sappiamo di cosa si nutrono o cosa bevono, scusate se esagero con l’ironia, ma questi sono completamente fuori dalla realtà.

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Questa è la vera inflazione, il resto sono barzellette istituzionali.

Intanto esplodono anche le richieste di sussidi di disoccupazione.

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Non ci soffermiamo troppo su questo particolare, la realtà è molto peggiore di quello che vi raccontano.

Edward Snowden, uno con quasi seì milioni di follower…

Non sono sicuro di aver mai visto il presidente della Federal Reserve accusare pubblicamente la Casa Bianca di falsificare i libri contabili sui numeri sull’occupazione, ma eccoci qui.

Noi non abbiamo alcuna fretta, anche Michael Burry non ha avuto fretta.

Poi all’improvviso, la Grande Recessione è arrivata.

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