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CPI & FED: ASPETTANDO GODOT

Scritto il alle 08:39 da icebergfinanza

Sono invecchiato aspettando Godot. – John Maynard

finalmente venne anche il giorno per i prezzi al consumo in America, CPI per gli amici, uno dei dati che oggi va più di moda, un appuntamento quello delle 14.30 per il quale tutti si mettono il frac o lo smoking, pronti a ballare come forsennati, in qualunque direzione il dato esca.

Previsioni? Solo un pazzo farebbe previsioni a breve in un mondo manipolato, figuriamoci, può uscire qualunque dato, non importa la rotta è segnata.

Infatti venerdì. si sono inventati un incremento dei prezzi alla produzione, mentre numerosi altri indicatori, suggerivano un’altra storia.

Tutti agitati per un rimbalzino, ma la tendenza è chiara!

Certo l’aumento di alcuni prezzi non farà certo piacere ai governatori della Fed che si riuniranno domani, alcuni prezzi degli alimentari continuano a salire, senza giustificazioni fondamentali, ma soprattutto speculative. Infatti c’è stato un rialzo addirittura superiore al 38% nei prezzi della verdura fresca e secca.

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Soprattutto dopo che i costi dei trasporti sono scesi di quasi 1 %.

Pensate che circa due terzi dell’aumento dell’indice dei servizi è dovuto a maggiori costi bancari, si hanno aumentato di oltre il 10 % i costi per l’intermediazione e la consulenza finanziaria, roba da non credere.

Ovviamente sono crollati i costi dei bene energetici, scesi di circa il 3,7%, oltre il 4,5% per benzina e gasolio.

Qui la tendenza per macroaeree…

Tutto può succedere in questo 2023 che sta per arrivare, una guerra che si allarga, un nuovo virus, speculazione ad oltranza con nuova liquidità, ma una cosa è certa la recessione è MATEMATICA, salvo aggiustamento dei dati reali.

Ormai quasi tutta la curva dei tassi è invertita, il resto è magia natalizia.

Ieri il canarino nella miniera della Fed, Timiroas ha suggerito che ci sono crepe sempre più evidenti dentro la fed, alcuni vogliono interrompere i rialzi dei tassi, mentre altri vogliono continuare ad alzarli o tenerli ad alto livello.

Ieri il prezzo del petrolio è rimbalzato proprio sul livello che avevamo suggerito nel fine settimana in DEJAVU’, spettacolare cinematica!

Nel frattempo , l’indagine sui consumatori di novembre della Fed di New York ha mostrato che le aspettative di inflazione a 1 anno sono scese al 5,2% dal 5,9% un calo record a livello mensile. Meno marcate quelle a 3 e 5 anni, comunque in discesa.

Una percentuale maggiore di consumatori, l’11,79% prevede di non essere in grado di pagare il debito minimo nei prossimi tre mesi.

Il recente violento rintracciamento dei tassi a lungo termine che ha portato ad un recupero dei bond, vicino al 18% ha portato ad un piccolo ridimensionamento del costo dei mutui ipotecari…

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…anche se è interessante notare come i tassi di insolvenza sui mutui FHA stiano aumentando così rapidamente senza perdite di posti di lavoro o almeno come ve la raccontano.

A parte il recente episodio della pandemia, non è mai successo nella storia di assistere ad un incremento delle insolvenze dei mutui con un tale livello di piena occupazione presunta.

The Scariest Chart You'll See Today – InsuranceNewsNet

Chart Book: The Legacy of the Great Recession | Center on Budget and Policy Priorities

Chi se ne intende, attraverso i due grafici qui sopra capirà facilmente cosa sta accadendo e quanto tempo manca prima che l’occupazione scenda molto in fretta.

Appuntamento alle 14.30, poi domani la Fed e giovedì, giovedì il nulla, la BCE!

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5 commenti Commenta
mitopoietico
Scritto il 13 Dicembre 2022 at 15:11

Reazione scomposta delle macchinette al dato sull’inflazione.

Visto quindi che Borse e Bond vanno nella stessa direzione, ma con intensità ben diversa, forse converrebbe seguire il “parco buoi” e compare Azioni, almeno fino a quando la recessione non avrà intaccato utili e prezzi dei beni così da ridurre le quotazioni delle aziende e accrescere quelle obbligazionarie.

Che ne pensate?

charliebrown
Scritto il 13 Dicembre 2022 at 18:03

mitopoietico,
Per chi da anni ha puntato sull’obbligazionario è difficile trasferirsi pesantemente sull’azionario proprio quando i rendimenti cominciano a scendere, con una recessione in arrivo e una situazione geopolitica preoccupante. Chi ha puntato sull’obbligazionario USA forse più probabilmente si sta chiedendo quanto estendere la protezione contro l’indebolimento del dollaro. Io appartengo a questa categoria di risparmiatori e con il rapporto euro dollaro che oggi ha superato 1,06 non mi sento così tranquillo.

mitopoietico
Scritto il 13 Dicembre 2022 at 18:53

In effetti, il mio è semplicemente più in rammarico che un proposito. Sul cambio, credo che Usd abbia il potenziale di andare ben sotto la parità quando la recessione emanerà i suoi effetti sui mercati

charliebrown@finanza,

aorlansky60
Scritto il 14 Dicembre 2022 at 07:22

Tutto può succedere in questo 2023 che sta per arrivare…

Qualche giorno fà, un certo Nouriel Roubini (per chi non conoscesse il personaggio, economista e docente americano, si tratta di uno dei pochi che nel 2006 lanciò “l’allarme” su quello che stava incombendo dalle sue parti in USA…) ha affermato quanto segue :

nel 1999 il rapporto mondiale DEBITO/PIL era al 200%… nel 2022 lo stesso rapporto si trova ora al 400%… con gli USA soprattutto esposti criticamente più di qualsiasi altro…

sappiamo dove porta IL DEBITO… ecco perchè come ha osservato il Capitano, nel 2023 può accadere di tutto, ma del tutto privo di risvolti positivi…

aiccor
Scritto il 14 Dicembre 2022 at 11:37

roubini è un discreto paraculo che ha ottenuto successo con la sua predizione. Profezia che hanno fatto in tanti ma lui è diventato “quello che c’azzecca”, non so perchè. Comunque solo per dire che vive ancora molto di rendita. Quindi lo ascolto, ma ne ascolto anche tanti altri.
aorlansky60,

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