Si lo so, l’euro è stato dato per morto da tempo, nonostante questo e sulle macerie della classe media europea, soprattutto della Grecia che oggi rinnega chi ha dimostrato solidarietà e chiede la carità ai suoi aguzzini tedeschi.
A noi interessa solo quello che suggerisce la storia, ad oggi esiste solo una unità monetaria al mondo, l’euro, il più grande fallimento della storia moderna…
Non sto qui oggi a farvi una sintesi della storia delle unioni monetarie del passato partendo dagli albori della storia, basta comprendere che una moneta non basta per fare la storia, Argentina e Brasile ne sanno qualcosa, il loro tentativo di dollarizzazione delle proprie economie ha disintegrato le loro illusioni.
Tutte le altre si sono disintegrate, per crisi economiche o finanziarie, geopolitiche, guerre, accordi politici, politiche monetarie o economiche poco importa nessuna è sopravvissuta alla storia.
A noi non importa se tra 1 mese, un anno o dieci anni, la Storia dice che accadrà e a noi è quanto basta.
Se ne parla poco in questi giorni, tutti intenti a celebrare le meraviglie del nuovo recovery fund, il momento hamiltoniano della storia europea. In realtà sullo sfondo resta ben presente a noi la recente decisione della Corte costituzionale tedesca di Karlsruhe che non dimenticatevelo, in Germania è legge!
In questa sede non è mia intenzione ripetervi quanto è stato scritto nelle scorse settimane sulle conseguenze di questa sentenza e sulla risposta europea, ovvero ignorare la Corte costituzionale e minacciare la Germania e la Bundesbank di procedure sanzionatorie e giuridiche.
Su voci dalla Germania c’è un bel articolo che riassume il pensiero della maggior parte dei tedeschi, Angela Merkel compresa che per il momento si tiene in disparte, cercando con la truffa del recovery fund di fingere una maggiore solidarietà verso l’Europa.
Per Streeck la sentenza della Corte costituzionale tedesca avrà effetti di vasta portata e per la politica sta per arrivare l’ora della verità.
La sentenza sul PSPP (Public Sector Purchasing Program) della Corte costituzionale federale ha mostrato un’altra frattura nella struttura dell’Unione europea, vale a dire quella fra sistemi giuridici con una diversa concezione della Costituzione. Ci sono dei forti parallelismi con il caso del Regno Unito, dove il modello UE, secondo il quale una costituzione viene modificata passo dopo passo da un tribunale di ultima istanza, si è duramente scontrato con la tradizione radicata in Gran Bretagna di una forte governance parlamentare, fatto che ha contribuito alla Brexit.
Nel conflitto fra la Corte costituzionale tedesca e la Corte di giustizia europea (CGE), assistiamo a una battaglia tra due potenti tribunali di ultima istanza, conflitto che riguarda altro essenzialmente una sola questione di fondo, e cioè: l’UE è un’organizzazione internazionale o uno stato federale?
Leggete bene il passo successivo, mi sono documentato in questi giorni sull’importanza che ha per la Germania questa sentenza, che non dimenticatevelo è legge, non sarà facile per un politico tedesco o un banchiere centrale della Bundesbank, infrangere la legge.
La posizione di forza della Corte costituzionale federale tedesca è una parte essenziale del patrimonio politico del dopoguerra. È paragonabile alle disposizioni previste dalla Legge fondamentale secondo le quali le truppe tedesche, anche se sono sotto un comando internazionale, non possono essere dispiegate senza un mandato parlamentare strettamente definito. Entrambe le disposizioni limitano fortemente il potere discrezionale dell’esecutivo federale ed entrambe non sono facilmente conciliabili con un altro obbligo costituzionale del governo tedesco, vale a dire: perseguire la cooperazione internazionale come un obiettivo nazionale.
In generale i poteri di vasta portata attribuiti alla Corte costituzionale federale possono rappresentare una restrizione alquanto scomoda per la capacità dei governi tedeschi di agire, sia in politica estera che interna. Ed infatti è proprio cosi’, anche se a volte considerare la Corte costituzionale come un potenziale guastafeste può migliorare la posizione negoziale internazionale del nostro paese. D’altra parte, la Corte di solito fa del suo meglio per andare incontro ai governi in carica.
E questo è il caso del PSPP, nell’ambito del quale non è stato impedito alla Bundesbank di partecipare al programma di acquisto di obbligazioni della BCE. Ciò su cui la corte insiste, tuttavia, è il suo potere decisionale, in merito al fatto che gli atti degli organi dello stato tedesco, in particolare della Bundesbank, possano violare i diritti democratici e politici di base dei cittadini tedeschi, in quanto non sono coperti né dalla Legge fondamentale tedesca né dal diritto internazionale attraverso dei trattati legalmente ratificati dallo stato tedesco.
Anche sotto la pressione di una crisi, non è possibile ignorare le costituzioni
Gli effetti sono di vasta portata. Pur aderendo al proprio mandato costituzionale, la Corte tedesca, infatti, insiste sul fatto che l’UE, la BCE e la Corte di giustizia europea non possano in alcun modo estendere la loro giurisdizione ai diritti dei cittadini tedeschi garantiti dalla Costituzione tedesca.
Sebbene possa sembrare un argomento banale, implica che l’Unione europea non è (ancora) uno stato federale, ma dipende ancora dal fatto che i suoi Stati membri le abbiano conferito determinati poteri.
(Uno dei giudici pochi giorni dopo il verdetto ha dichiarato in un’intervista ad un giornale: “fino a quando non vivremo in uno stato europeo, l’adesione di un paese è soggetta alla legge costituzionale di quel paese”).
La sentenza implica anche che le costituzioni – compresa la costituzione di fatto dell’UE – non possano essere modificate incidentalmente.
Né possono essere ignorate sotto la pressione di una crisi, secondo il famigerato detto di Carl Schmitt: “l’emergenza è l’ora dell’esecutivo”, per non parlare dell’altrettanto famigerato detto tedesco: “la necessità non conosce comandamenti”.
Chiunque desideri che l’UE sia sovrana, afferma la corte, è libero di chiedere una revisione formale dei trattati, seguita da un referendum laddove questo sia costituzionalmente necessario per implementare le modifiche ai trattati.
Federalismo, perché no – ma per favore alla luce del sole e non come un effetto collaterale della gestione della crisi da parte della BCE, sanzionato da un tribunale europeo attivista.
(Naturalmente una revisione in senso federale dei trattati, in realtà di qualsiasi revisione, può essere esclusa sia oggi che nel prossimo futuro – anche a causa dell’eterogeneità degli interessi degli attuali 27 Stati membri, nessuno dei quali, in particolare i paesi del Mediterraneo, vogliono rinunciare alla loro sovranità).
Domande sulla vera natura e la vera finalità dell’UE
È interessante come i commentatori, sia di destra che di sinistra, non capiscano quanto sia stato grande l’imbarazzo per il governo tedesco dopo la decisione sul PSPP della Corte costituzionale federale, proprio nel momento in cui la Germania si appresta ad assumere la presidenza dell’UE nella seconda metà dell’anno.
Cosi’ per raffreddare l’eccitazione della retorica internazionale sulla presunta parsimonia della Germania, lo stato tedesco, per confermare la sua egemonia europea, finirà per pagare alle casse dell’UE molto piu’ di quanto i suoi elettori alquanto preoccupati avrebbero mai concesso.
Ancora peggio, la sentenza ha sollevato la questione di tutte le questioni, la domanda che i governi europei hanno imparato a evitare, vale a dire: qual’è la vera natura e la vera finalità dell’UE?
Deve essere enorme, per la classe politica tedesca, la tentazione di usare le proteste europee contro la Corte costituzionale federale per declassarne il suo rango all’interno della costituzione tedesca. Fatto che amplierebbe enormemente la portata politica dell’esecutivo e sarebbe sicuramente coerente con una tendenza generale presente nelle democrazie capitaliste, con notevoli parallelismi simili agli sviluppi in Polonia e Ungheria, ad esempio.
Una riduzione dei poteri della Corte costituzionale federale, tuttavia, non sarebbe facile in quanto la sua reputazione nell’opinione pubblica tedesca resta elevata.
La riforma costituzionale come regalo per il Consiglio europeo?
Una modifica costituzionale che trasformi la Corte costituzionale federale in un tribunale di seconda istanza subordinato alla Corte di giustizia, tuttavia, potrebbe avere delle possibilità.
Soprattutto se si riuscisse a dare l’impressione che ciò in qualche modo potrebbe aiutare contro il Coronavirus e la successiva catastrofe economica. La maggioranza dei due terzi richiesta, in parlamento si potrebbe anche trovare, con la SPD e i Verdi che sostituiscono i parlamentari della CDU/CSU che si rifiuterebbero di apportare tale modifica.
Non sarebbe forse un bel regalo di Merkel al Consiglio europeo, quando la Germania assumerà la presidenza del Consiglio dell’UE il 1 ° luglio 2020? (…)
Non credo ci sia abbastanza tempo da qui alla fine del mese, ma mai dire mai!
Violazione della “sovranità europea”?
In ogni caso, subito dopo l’annuncio della decisione della Corte, i deputati dei Verdi al Parlamento europeo hanno chiesto alla Commissione di aprire una procedura formale di infrazione contro la Germania – presumibilmente in nome del patriottismo costituzionale tedesco – sebbene il governo tedesco non abbia fatto nulla per attuare la sentenza, e non è nemmeno chiaro se mai lo farà. Von der Leyen, una lealista di Merkel di lunga data, ha seguito l’esempio esprimendo il timore che diversamente, anche altri paesi dell’Europa orientale come la Polonia, potessero sentirsi incoraggiati a non osservare le decisioni della CGE. In quell’occasione, ha descritto la sentenza PSPP come una violazione della “sovranità europea”.
Le procedure di infrazione richiedono tempo e, in ogni caso, alcuni Stati membri si chiederanno cosa ciò significherebbe per la loro sovranità se l’UE dovesse riuscire a rivendicare per sé la sovranità. Forse aspetteranno fino all’ultimo minuto, sperando che i tedeschi si facciano carico delle conseguenze del conflitto. Con ogni probabilità, il processo finirà o addirittura non inizierà se, in cambio, la Germania accettasse di versare piu’ soldi nel prossimo bilancio europeo, forse dopo aver massacrato la sua Corte costituzionale come un agnello sacrificale sull’altare dell’europeismo.
Qualunque cosa accada, si può scommettere su due cose.
Innanzitutto, il governo tedesco troverà un modo per dare alla BCE la possilità di continuare a “fare tutto il possibile” per mantenere in vita l’euro. (Se ciò alla fine avrà successo è un’altra questione).
L’euro è la miniera d’oro per eccellenza dei tedeschi, mentre non è affatto chiaro perché Italia, Spagna e Francia abbiano così tanta voglia di tenerselo, per la Germania in questa lunga fase di stagnazione capitalista è un’ancora di salvezza.
In secondo luogo, anche se la BCE, il bilancio dell’UE, la Banca europea per gli investimenti e tutti gli altri, grazie a delle iniezioni di soldi europei e alla abile messa in scena di una presunta capitolazione tedesca, per diversi anni ancora continuassero a trovare i mezzi necessari per tenere in piedi e foraggiare le classi politiche della periferia meridionale dell’eurozona ormai in declino, ciò non fermerebbe affatto la devastazione economica dei paesi del Mediterraneo.
Perché questa è di natura strutturale, ed è radicata nella rinuncia alla sovranità monetaria dei paesi del Mediterraneo ed è così profonda che non può essere risolta attraverso quei trasferimenti che i governi tedeschi potrebbero permettersi sia economicamente che politicamente.
Il risultato sarà una crescente disuguaglianza fra i paesi dell’Unione monetaria e all’interno dei paesi, e sarà accompagnata da un’ostilità internazionale in crescita costante.
Si avvicina l’ora della verità per le vuote promesse fatte dai tedeschi in passato, fatte con la irresponsabile speranza che non dovessero essere mai mantenute. La delusione avvelenerà profondamente la politica europea.
Articolo e analisi esemplari, da manuale, mentre altri si riempiono la bocca del nulla noi ci affidiamo alle parole di Benjamin Cohen…
Ma soprattutto mai sottovalutare la volontà politica di salvare un progetto fallito a costo di distruggere la classe media europea e l’Europa stessa, garantire la sopravvivenza di una moneta in una forma o nell’altra.
Se ci arriveremo prima, meglio per tutti, diversamente non sarà un bel spettacolo la disintegrazione dell’euro.
Nel frattempo dopo giorni e giorni di celebrazione del più grande successo dell’euro, il RECOVERY FUND, la stampa italiana quotidianamente continua a fare dietro front, giravoltole che nessuno di Voi potrebbe neanche immaginare. Dopo aver raccontato per giorni delle regalie e dei fondi perduti offerti dai nostri amici tedeschi e francesi, oggi Fubini ci dice che ci sono tanti ostacoli e soprattutto che non c’è nessun regalo!
Chi invece si sta dando da fare per mettere nuovamente a repentaglio l’unione monetaria sono le banche tedesche, le voragini finanziarie con un Paese intorno, la Germania.
Dalle nostre parti la verità è figlia del tempo, mai scommettere contro la verità e soprattutto contro quello che scriviamo da oltre oltre 9 anni ormai!
Bell’articolo quello del Financial Times, scritto sette anni dopo il nostro, fa un po effetto!
Mentre la maggior parte delle Sparkassen tedeschi sono individualmente troppo piccoli per essere tra le banche sorvegliate dalla BCE, la banca centrale ha la responsabilità di verificare che i sistemi nazionali di assicurazione dei depositi siano sufficientemente solidi e che vi sia parità di condizioni in tutto il blocco.
Solo il tempo e il proseguo della crisi ci mostreranno la fragilità del sistema finanziario tedesco, spagnolo e austriaco, ma soprattutto di quello francese che nel nostro modellino preferito che ha previsto nel 2008 ben 9 su 10 banche americane fallite, nazionalizzate o incorporate, dicevo nel nostro modellino sono ai primi posti come rischio sistemico.
C’è un altro modellino che per agosto prevede cambiamenti epocali, quello del DAX, vedremo se anche questa volta avrà ragione.
Nel prossimo manoscritto di Machiavelli, tante sorprese che non troverete da nessuna parte! Buona festa della Repubblica o meglio di quello che purtroppo resta! Andrea!euro
E va beh ….. alla fine ancora per molti molti anni staremo meglio di molti molti altri in questo mondo …… tipo sud americani , africani , afghani , pakistani etc etc….