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DOLLAR COUNTDOWN!
Missione compiuta! Giusto a beneficio di coloro che aspettavano il dollaro chissà dove, a beneficio di coloro che non hanno avuto fiducia nelle nostre analisi, riporto integralmente quanto scritto lo scorso anno, proprio mentre andava in scena la famigerata “Caccia a ottobre rosso”…
Ricordo a tutti che il dollaro ha fatto un nuovo massimo dell’anno nei confronti dell’euro proprio la settimana scorsa, ben lontano dal 1,26 di inizio anno e lontano anni luce dal 1,30 e 1,40 prospettato da dotti medici e sapienti durante tutto l’anno 2018.
Giusto per essere chiari sino in fondo, andremo a 1,08, sotto 1,08 nessuno potrà in alcuna maniera fermare la trionfale marcia del dollaro sino sotto la parità!
Per il momento nessuna possibilità di uscire dal canale discendente di lungo termine che lo porterà sotto la parità…
…ma quello che più è affascinante è che non sappiamo ancora quale sarà davvero l’ampiezza della forza del dollaro.
Oggi siamo arrivati qui e non è finita, un bel rimbalzino e poi tanti auguri a chi spera nella fine del dollaro.
Consiglio a dotti, medici e sapienti di mettersi il cuore in pace, sotto la parità ci andremo e ben oltre. Come direbbe il nostro Colombo, «La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!».
Prima di proseguire la ciliegina sulla torta della deflazione da debiti, per la prima volta in assoluto nella storia della Corea del Sud i prezzi al consumo sono andati in negativo anno su anno, scendendo dello 0,4 %, un omaggio a quelli che stanno aspettando inflazione da 10 anni, un’altra scommessa vinta per noi!
A partire da oggi con l’indice ISM manifatturiero inizia una serie davvero interessante di dati sull’economia americana che ci accompagnerà per tutta la settimana.
Tornando al dollaro, come dice il nostro Mike, gli Stati Uniti sono in trappola. Per due anni vi abbiamo raccontato per quale motivo il dollaro non poteva che rafforzarsi soprattutto in mezzo ad una deflazione da debiti e una guerra commerciale, siamo felici di aver aiutato tutti coloro che hanno creduto nelle nostre analisi.
Nixon Shock, the Reserve Currency Curse, and a Pending Dollar Crisis@michaelxpettis @dlacalle_IA @DA_Stockman
If you peel off all the layers hidden over the years, Trump's trade wars are really an effort by Trump to shed the "reserve currency curse". https://t.co/KPf3ZCwTsw
— Mike "Mish" Shedlock (@MishGEA) September 30, 2019
Dimentica lo Yuan
Molti si aspettano che la Cina sorpassi gli Stati Uniti e che lo yuan sostituisca il dollaro come valuta di riserva mondiale.
Tali discorsi sono senza senso. Il detentore di valuta di riserva deve soddisfare diversi requisiti di cui la Cina non ne soddisfa nessuno.
Chi vuole davvero lo stato della valuta di riserva?
Nonostante gemiti per il dollaro, la Cina non vuole avere la valuta di riserva mondiale perché implica deficit commerciali in cui altre nazioni accumulano riserve di yuan. Il Giappone e l’UE (guidati dalla Germania), non vogliono nemmeno avere il “vantaggio” della valuta di riserva, per lo stesso motivo: Un’economia di surplus delle partite correnti basata sull’esportazione è incompatibile con lo stato della valuta di riserva.
Trade Wars e Currency Wars Consumatori globali di ultima istanza
Gli Stati Uniti sono bloccati con la valuta di riserva perché abbiamo i mercati dei capitali più grandi e aperti al mondo, il più grande mercato obbligazionario del mondo e un clima economico molto migliore di quello dell’UE, della Cina o del Giappone.
Tutti vogliono esportare negli Stati Uniti e lo fanno.Il risultato è una guerra valutaria con tutti che sperano di svalutare le proprie valute rispetto al dollaro.
Crisi valutaria in arrivo
Dato che il dollaro è ancora in aumento (grazie alle tattiche europee, giapponesi e cinesi), prima che si verifichino importanti rotture, potrebbero essere necessari deficit statunitensi ancora maggiori. Su questo punto, entrambi i partiti politici negli Stati Uniti sono pronti a fornire deficit crescenti a perdita d’occhio.Nel frattempo, i tassi di interesse negativi stanno distruggendo le banche europee.
Una crisi valutaria attende poiché l’attuale percorso non è sostenibile.
I tempi e le condizioni della crisi non si possono conoscere. Può iniziare ovunque…
Nel frattempo almeno il 40 % delle aziende denominate “investment-grade” assomiglia sempre più a un’enorme discarica, dalla quale stare alla larga…
“Around 40% of investment-grade companies now have obligations that are more consistent with junk ratings…” https://t.co/kl0KtjzD6t
— Nomi Prins (@nomiprins) October 1, 2019
Un’occhiata ai Vostri fondi obbligazionari io la darei, sempre che non crediate alle favole, sai le banche centrali sono onnipotenti. Auguri davvero!
Che botto ragazzi.
Alla fine la realtà bussa anche alla porta degli USA.