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BREXIT … PESCE D’APRILE!
Dopo un fine settimana passato al lavoro, per preparare la nuova veste di Iceberfinanza, ora un rapido sguardo alle novità per inizio settimana, come puntualmente scritto uno squarcio di sereno, la quiete prima della tempesta, l’ennesima occasione per chi è rimasto giù dal treno di prendere l’ultima corsa …
https://twitter.com/econometriclub/status/1112449265413046273
Dopo miliardi e miliardi di stimoli monetaria della banca centrale cinese in questi mesi la droga ha fatto effetto ma è un effetto di breve respiro!
Ripeto questa è una grande occasione nei prossimi giorni per gli amici di Machiavelli.
In giornata arriva anche quello tedesco, vediamo che succede!
Good morning from #Germany, facing a perfect storm fed by threats to free trade. 4% of German GDP exposed to #Brexit, the US–China dispute, and the possibility of US auto tariffs, Bloomberg has calculated. pic.twitter.com/IJVktJVdCk
— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) April 1, 2019
UPDATE! ore 11.38
Pessimi davvero i dati usciti in Europa dai vari PMI senza stimoli l’economia europea è morta e sepolta!
🇩🇪 Germany Manufacturing PMI plummets ⬇️ to 80-month low of 44.1 (47.6 – Feb), levels not seen since Eurozone sovereign debt crisis. Weak demand continues to harm German goods producers. More: https://t.co/j4HnNdLS9B pic.twitter.com/ejZdtLxhr2
— S&P Global PMI™ (@SPGlobalPMI) April 1, 2019
🇫🇷 France Manufacturing PMI ticks below 50.0, having shown a slight rebound so far this year. PMI at 49.7 (51.5 – Feb). Output and demand post renewed contractions. More: https://t.co/vYSyo6dsbs pic.twitter.com/z9IRY6dCK6
— S&P Global PMI™ (@SPGlobalPMI) April 1, 2019
🇮🇹 Italy Manufacturing PMI pulled to near 6 yr low of 47.4 (47.7 – Feb), rounding off a disappointing quarter. More: https://t.co/LqqsyKit4J pic.twitter.com/d4xE15Alux
— S&P Global PMI™ (@SPGlobalPMI) April 1, 2019
Infatti la Brexit è una tale disgrazia che mentre i PMI europei continuano a peggiorare, quello inglese VOLA!
UK Manufacturing PMI Data smashes *The Experts* Forecasts.. Germany, France & Eurozone all miss 🇬🇧🇬🇧🇬🇧🇬🇧 pic.twitter.com/lZCH5joE1q
— CoxeyLoxey🇬🇧 (@CoxeyLoxey) April 1, 2019
Ci aspetta una settimana davvero interessante dal punto di vista macro, davvero interessante!
It's a huge week for markets worried about global growth.
– Retail sales on Monday
– ISM non-manufacturing on Wednesday
– Nonfarm payrolls on Friday
– US/China trade talks all weekhttps://t.co/MOXhaI9McX by @mccormickliz— Tracy Alloway (@tracyalloway) March 31, 2019
Nel frattempo importanti novità dalla terra dei pesci d’aprile, il Regno Unito…
Theresa May is being advised by constitutional legal experts that she can ask Queen Elizabeth to refuse to grant royal assent to (soft) Brexit legislation put forward by Parliament. https://t.co/IzyaaWvltf
— Ellen Barry (@EllenBarryNYT) March 31, 2019
Caos #Brexit. Nubi su #May, aria di rivolta nel governo. Falchi e colombe pronti a lasciare. Nuovi voti a Westminster#ANSAhttps://t.co/Ufe6NWTGhd
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) March 31, 2019
#Brexit: sondaggio, Labour avanti su Tory. Johnson favorito come successore di Theresa May#ANSAhttps://t.co/dRjVD2Dk1k
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) March 31, 2019
Brexit latest: Chief whip Julian Smith launches stinging attack on Cabinet during BBC documentary, saying they are drying to 'destabilise' Theresa May https://t.co/VBVBtamD1M pic.twitter.com/4MHRz5Fjpc
— SimpleNews.co.uk (@Simplenewsuk) April 1, 2019
Se il Primo Ministro insiste a sperperare il suo inaccettabile Accordo di revoca tramite il Parlamento con un altro voto, dovrà assumersi il considerevole rischio politico di recarsi a Bruxelles per chiedere una nuova decisione del Consiglio europeo a tal fine, che richiederà una modifica dello Strumento statutario da approvare in Parlamento.
L’accordo di ritiro della May è morto. È ora di buttarlo nel trituratore, cambiare il primo ministro e uscire dall’UE.
Ecco il testo completo della decisione del Consiglio europeo del 22 marzo:
“In base alla decisione del Consiglio europeo, nel caso in cui l’accordo di ritiro sia approvato dalla Camera dei Comuni entro il 29 marzo 2019 al più tardi, l’estensione sarà fino al 22 maggio 2019. Nel caso in cui l’accordo di ritiro non sia approvato dalla Camera dei Comuni entro il 29 marzo 2019, l’estensione sarà fino al 12 aprile 2019. In tal caso, il Regno Unito indicherà una via da seguire prima del 12 aprile 2019, a titolo oneroso da parte del Consiglio europeo. La decisione chiarisce che per tutta la durata dell’estensione il Regno Unito rimane uno Stato membro con tutti i diritti e gli obblighi stabiliti nei trattati e in base al diritto dell’UE. Se il Regno Unito è ancora uno Stato membro il 23-26 maggio 2019, sarà tenuto a tenere elezioni al Parlamento europeo. L’estensione esclude anche la riapertura del contratto di recesso.”
Legalmente, questo è molto chiaro. Dice che il Parlamento ha tempo fino al 29 marzo per approvare l’accordo.. Il Parlamento non ha fatto ciò. Ciò che rimane è un’opzione per indicare una via da seguire prima del 12 aprile.
Ripeto sarà una settimana davvero interessante da seguire insieme!
Non vorrei offendere nessuno, però tutte queste occasioni per salire sul treno…il problema non è dare a qualcun altro l’opportunità di salire, il problema è che il treno non parte dalla stazione e qualcuno che ha già pagato reclama ritardi e rimborso del biglietto
IL treno è partito da un pezzo a fine ottobre era l’ultima occasione, si è fatto ben 12 punti più qualche virgola di cambio TOTALE 15 %
Ora se tu o altri siete fissati con l’azionario, questo è un problema vostro, io non perdo tempo con i giocattoli ho cose più serie a cui pensare, inoltre l’ho detto più volte questa non è una casa di cura. Stammi bene e tanti auguri.
Andrea, finchè le borse continueranno a salire, a parte qualche piccolo intoppo, inanellando record su record i fautori del: “all’equity non c’è alternativa” hanno gioco facile. Personalmente credo che i nodi verranno al pettine entro la fine del 2020. Poi tireranno fuori qualche altro coniglio dal cilindro e le borse continueranno a salire fino alla fine dei secoli. Oramai non ci può meravigliare più di nulla. O forse un giorno il mondo della finanza tornerà ad avere un legame con l’economia reale. O quantomeno mi piace pensarlo. Ai posteri l’ardua sentenza.
Lo ripeto per l’ultima volta se siete convinti comprate azioni e mettetevi il cuore in pace. Io guardo da altre parte i bond sono sui massimi nonostante il rimbalzo dell’azionario. Un caro saluto Andrea
Inoltre per quanto riguarda il post protetto AIR FORCE ONE si tratta di un post “tutor” abbinato al nuovo servizio di consulenza in fase di realizzazione con aggiornamenti continui, in particolare per coloro che iniziano ora questa nuova avventura, dinamiche che molti di Voi già conoscono. Andrea
Al netto di qualche su e giù il mio portafoglio conferma.
C’è stato un recupero importante dei T-bond (che per ora si mantiene) nonostante la crescita degli indici azionari (sulla basa di cosa poi io non riesco a capirlo, e voi?).
Io continuo così, posso attendere.
Certo qualcuno bleffa e non sono i bond che restano estremamente tonici… ora aspettiamo accordi Cina e Che la Brexit si risolva a taralucci e vino 😉
Cercando di essere seri e usare toni appropriati, parlo per me in primis, sento parlare da gente competente di bolla in fase di formazione. SI parla di roba grossa. Non stento a riconoscere questa teoria nell’inversione delle borse avviatasi a inizio anno. Ora se la teoria regge saremmo di fronte a futuri rialzi veramente importanti, da sommare a quelli già manifestatosi in questi tre mesi…percui ancora avremo tempo di stupirci. Vedete la cosa fattibile o già questi rialzi di inizio anno vi sembrano tirati?
Sul quanto possono reggere si può aprire un dibattito, io non ne ho la più pallida idea quindi mi astengo.
Armi per resistere ne hanno ma ogni folata di vento che non riescono a parare provoca movimenti abbastanza importanti, sono in un equilibrio precario.
Vedremo, ma tempi certi difficile prevederne.
Possiamo invece fare ipotesi paurose sugli effetti che in molti prevedono pesanti.
GRAN BRETAGNA
Brexit: Theresa May chiede proroga al 30 giugno
Alla fine non ci sarà nessuna Brexit. Nè hard, nè soft
UK è la City, i “brexiter” sono la reazione sociale e del sistema produttivo a base nazionale alla finanziarizzazione oligopolistica globalizzata del sistema socioeconomico e alle tecniche del neocolonialismo portate anche in casa propria con gli effetti sociali una volta “riservati” solo alle colonie.
E’ uno scontro di vertice tra una classe dirigente parassitaria globalizzata sempre piu sconnessa dalla produzione con relative ideologie di supporto e quella tradizionale ancora connessa al sistema produttivo e sociale nazionale che è costretta e si pone il problema della mediazione sociale.
Si puo’ parlare di “Brexit” vera solo se se ne va la City il che era poco o nulla probabile visto il livello di integrazione nel sistema finanziario.
Che se ne vadano o no, ha solo il valore sociale di reazione popolare al nuovo metodo globalizzato di esproprio sociale fondato sul debito artificiale a strozzo nel quale gli Stati e il loro sistema giuridico-culturale, da organismi parziali di mediazione socioenomica, diventano solo parte attiva-repressiva del nuovo “modello” reazionario globale di esproprio sociale.
E’ la dinamica interna al sistema che ha prodotto il “nuovo” modello end of life, cambiano solo i tempi del processo e il fatto che UK restino o meno, è marginale.
Gli apparatcik e l’immenso apparato parassitario apicale, spacciato anche per produttivo con un mare di “servizi” e “posizioni” ultraremunerate, ci si giocano le tasche e stanno su di una strada obbligata.
La “sconnessione” tra produzione, prodotto e gestione parassitaria del capitale rende sempre più irrazionale il sistema in sè, con disastri tipo quello della Boeing direttamente determinato dal cosiddetto “management” finanziarizzato parassitario e dalla gestione del capitale e del profitto sconnessi dalla produzione e dalla concezione del rischio che è fondamentale nel capitalismo.
Il “capitalismo” nella sua fase finale sta disintegrando da un lato le società umane portandole sia a livello collettivo che individuale a livelli di alienazione senza precedenti spacciate per “libertà” e dall’altro migra verso un sistema precapitalistico reazionario di caste e “neofeudale”, la cosa non reggerà.
Pe il Sistema in sè, i tempi di sopravvivenza si allungheranno o meno se l’attuale “classe dirigente” che ha guidato il processo di “globalizzazione”, di estinzione degli stati e conseguentemente delle democrazie borghesi, verrà spazzata via o resterà.
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I prossimi 2 mesi ci diranno molto. Su diversi aspetti.