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BREXIT E PETROLIO: SCUSATECI ABBIAMO SCHERZATO!
Dopo la fine del mondo, la peste e il colera, le carriole di sterline in seguito alla iperinflazione alla fine sembra che uno straccio di accordo sia stato trovato…
Brexit, «raggiunto l’accordo fra Regno Unito e Ue» Match finale in parlamento https://t.co/jlE0P20jxJ pic.twitter.com/6PRPGITZ7V
— Corriere della Sera (@Corriere) November 13, 2018
#Brexit latest:
• UK and EU agree text of divorce deal, source tells BBC
• Cabinet ministers to be briefed one by one tonight
• Special cabinet meeting called for tomorrow
• Government to publish "full legal statement" before MPs' voteMore: https://t.co/2mQCM04C9T pic.twitter.com/iWRNQ7hNyN
— BBC Politics (@BBCPolitics) November 13, 2018
La premier britannica Theresa May ha convocato in mattinata una riunione straordinaria del governo per esaminare una bozza d’accordo dei negoziati di divorzio dall’Ue sulla Brexit. Lo rende noto la Bbc, confermando la notizia della tv pubblica irlandese Rte sul testo concordato a livello tecnico delle ultime ore anche sull’ultimo nodo ancora aperto della trattativa, quella del mantenimento del confine aperto fra Irlanda e Irlanda del Nord. Poco dopo anche Downing Street ha confermato l’esistenza della bozza, precisando che il testo sarà vagliato domani, mercoledì 14 novembre, per essere approvata in una riunione del governo britannico convocata per le 14 ora di Londra.
(…) Dalla Commissione europea invece richiamano quanto detto oggi dal vicepresidente Frans Timmermans sul negoziato, secondo il quale “non ci siamo ancora”, e rimandano a domani, quando si riunirà il gabinetto May.
Ovviamente la partita non è ancora finita, sarà il Parlamento inglese a decidere se ratificare lo straccio di accordo raggiunto a livello tecnico tra l’Europa e la May. Intanto la sterlina festeggia!
Ripeto, non è ancora finita, nulla è stato deciso!
Euro Pound Sterling Exchange Rate (#EUR/#GBP) Near 6-Month Low on Eurozone PMI Decline – Euro Exchange Rate News https://t.co/qBpWqLbxVP pic.twitter.com/9MLqKjNjNj
— Forex Strategies (@forexstrategies) November 6, 2018
Nel frattempo erano almeno tre anni che non si verificava un crollo impressionante come quello di questo ultimo mese del prezzo del petrolio, un vero e proprio collasso come potete vedere dall’immagine qui sotto…
Lui, Donald, qualche giorno fa era stato chiaro, nessuna ragione di avere prezzi del petrolio cos’ alti rispetto alle forniture, Opec e Arabia Saudita sono stati avvertiti, ma vedremo insieme nel fine settimane, le ragioni di questa debacle.
Hopefully, Saudi Arabia and OPEC will not be cutting oil production. Oil prices should be much lower based on supply!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 12, 2018
C’è un altro problemino li fuori in mezzo al mercato, una certa General Electric, considerata sino ad una decina di anni fa un vero e proprio stato, una conglomerata che si occupava di tutto, persino dei mutui subprime, sta per essere spazzata via dalla storia…
The rise and fall of iconic company: GE shares plunge below $8 per share, after CEO Culp says he feels the ‘urgency’ and will sell assets to raise cash. pic.twitter.com/TYk74gBuol
— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) November 12, 2018
Questo è uno dei titoli SUBORDINATI di GE, per carità sempre sopra 100 siamo, ma qualche riflessione è d’obbligo, soprattutto per l’industria dei fondi passivi, si quelli che stanno a guardare e comprano qualunque cosa. Il countdown è iniziato!
Più di 111 miliardi di dollari di debito, non male per un fui colosso!
GE caution signs are flashing in credit markets https://t.co/3fRoSVxxOH
— Bloomberg (@business) November 13, 2018
Noi siamo gli unici in Italia che parlano di deflazione da debiti da quasi 10 anni, ci dispiace ma abbiamo centrato il problema, sappiamo alla perfezione quali sono le conseguenze e le possibilità di uscita da questa crisi.
Mauldin: A Worldwide Debt-Default Is A Real Possibility https://t.co/eGXfqRjskM
— zerohedge (@zerohedge) November 14, 2018
Come dice John Mauldin, cercare di immaginare uno scenario in cui questa situazione finisce in qualcosa di meno del caos e della crisi è difficile. Il meglio che s possa concepire è una decennale (e forse più) stagnazione mentre il debito viene liquidato.
Ovvero quella che è la quarta opzione di una deflazione da debiti, default e ristrutturazioni del debito di massa!
Ma realisticamente, ciò non accadrà! Più o meno quello che è successo in Giappone, hanno provato in tutte le maniera a ritardare il momento della verità ed ora si ritrovano con vent’anni di deflazione e stagnazione.
Il livello del debito corporate in America fa paura, prepariamoci ad osservare attentamente la sua futura evoluzione…
Ecco da quale settore arriverà la prossima crisi! #Sapevatelo #Goofy7 pic.twitter.com/SMtxMXu6qu
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) November 11, 2018
Non vorrei essere un banchiere centrale in mezzo alla prossima crisi, il loro fallimento è evidente ovunque, tranne agli occhi del gregge mainstream, consiglio a tutti di spostarsi il più in fretta possibile verso il reddito fisso, questa è l’ultima occasione.
Nel frattempo in Italia tutti vogliono i titoli di Stato…
Asta BTP odierna a tre anni … rendimenti in discesa e richiesta sostenuta con tanti saluti alla Commissione UE e FMI! pic.twitter.com/kG1syQFC4O
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) November 13, 2018
… e il governo italiano se ne frega di quello che la faziosa Europa vuole imporre, austerità, austerità è ancora austerità!
https://twitter.com/RaiNews/status/1062584459428593664
Attendiamo con serenità il NEIN della Commissione UE formata da faziosi popolari e socialdemocratici all’ultimo stadio, prima di essere spazzati via il prossimo anno, gente che suggerisce agli altri di rispettare le regole mentre in Patria fa quello che vuole.
La vera letterina del giorno è quella recapitata da Donald Trump a Macron, anzi sono addirittura due le letterine, una per Manu, l’altra per Marine Le Pen…
Trump attacca Macron, e lo prende in giro: “Un esercito Ue? Paghi per la Nato” https://t.co/D5Idlc3jrs pic.twitter.com/7yKkfUZ35p
— La Stampa (@LaStampa) November 14, 2018
La prima letterina riguarda la guerra commerciale con l’Europa e in questo caso con la Francia…
On Trade, France makes excellent wine, but so does the U.S. The problem is that France makes it very hard for the U.S. to sell its wines into France, and charges big Tariffs, whereas the U.S. makes it easy for French wines, and charges very small Tariffs. Not fair, must change!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 13, 2018
La Francia produce vini eccellenti, ma anche gli Stati Uniti. Il problema è che la Francia rende molto difficile per gli Stati Uniti vendere i propri vini in Francia e applica tariffe elevate, mentre gli Stati Uniti applicano tariffe molto basse sui vini francesi. Non è giusto, questo deve cambiare!
La seconda letterina è più pesante, un vero e proprio assist a Marine Le Pen, in vista delle elezioni del prossimo anno in Europa…
The problem is that Emmanuel suffers from a very low Approval Rating in France, 26%, and an unemployment rate of almost 10%. He was just trying to get onto another subject. By the way, there is no country more Nationalist than France, very proud people-and rightfully so!……..
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 13, 2018
“Il problema è che il livello di popolarità di Emmanuel è molto basso in Francia, è al 26%, mentre il tasso di disoccupazione è quasi al 10%. Sta solo cercando di sviare l’attenzione. A proposito, non c’è paese più nazionalista della Francia, gente molto orgogliosa – e giustamente!
Trump conclude le sue letterine mettendoci dell’esplosivo, con un riferimento ironico al suo slogan più celebre: “Facciamo tornare grande la Francia!”
Chi ha orecchie per intendere, intenda, gli altri tutti dietro al banchiere Macron!
Oppure sovra-nazionali:
– EIB: European Investment Bank;
– EBRD: European Bank for Reconstruction and Development;
– IBRD: International Bank for Reconstruction and Development (anche chiamata World Bank);
– IFC: International Finance Corporation;
– IADB: Inter-American Development Bank.
buongiorno Andrea, condivido le analisi e le possibili conclusioni sul contesto di deflazione da debiti cui fai costantemente cenno . Le soluzioni in difesa concernono correttamente i bond governativi di paesi “safe” , magari l’oro fisico…; ciò che non mi convince delle tue analisi riguarda la situazione italiana . Io condivido la necessità di fare deficit per crescere ma occorre saper scegliere quale deficit fare …quello scelto dal ns governo è deficit pessimo, focalizzato sui consumi e non sugli investimenti .PUNTO. E si che di capitoli di investimenti (con veri moltiplicatori ed “indotto”) ce ne sarebbero in Italia (rifacimento infrastrutture varie, messa in sicurezza territori, dorsali ferroviarie etc)…invece si è scelto di onorare uno scellerato patto (tu mi voti, io ti do’ soldi per non fare un….BIP ?) saluti
Lasciamo perdere per un attimo i moltiplicatori, vediamo come sarà alla fine questa manovra, ma soprattutto non dimentichiamoci che la rispota dipenderà da come reagiranno i consumatori e il vero livello degli investimenti messi in campo. Tengo a precisare che una volta che l?europa avvierà la procedura di infrazione, non ci sarà più alcun limite da rispettare e allora, solo allora si potrà puntare ad una massiccia riduzione delle tasse e aumento degli investimenti andando ben oltre il 3 o 4 % in deficit come fece la Spagna. La moda di fare previsioni sulla base del sentito dire o della propria ideologia deve finire. Ciao Andrea
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Caro Andrea, perdonami la domanda forse ingenua: un crollo di General Electric con quel po po di debiti che hanno porterà inevitabilmente alla crisi dei debiti corporate. Caos sui mercati e crisi globale. Come può il reddito fisso uscirne indenne? Solo se seguiamo la strada nipponica. …
altrimenti l’unica via è un quanto mai difficile accordo globale per la ristrutturazione dei debiti. … tutti…..
o sbaglio ?