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OIL … MISSIONE COMPIUTA!

Scritto il alle 10:00 da icebergfinanza

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Alla fine, dopo un lungo anno è arrivato proprio li, come aveva suggerito il buon Leonardo, si proprio li dove il medico suggerisce …dica TRENTATRE.

Collegamento permanente dell'immagine integrata

Non era poi difficile comprendere che in mezzo ad un’esplosione deflattiva, in mezzo ad una debt deflation, una stagnazione secolare come la chiamano ora loro, l’economia mondiale trainata quasi esclusivamente dalla Cina avrebbe subito una battuta d’arresto e con essa tutte le materie prime.

Ad occhio immagino che si trattasse di una dinamica sostenibile immagino!

La mission di Icebergfinanza è di cercare di farvi intravvedere cosa c’è sotto la punta dell’iceberg, mentre altri quotidianamente si limitano a mostrarvi cosa accade sopra la superficie dell’acqua, ma soprattutto imparare insieme a ragionare con il nostro cervello.

E ora cosa accadrà?

Il momento critico non è solo quello che stiamo vivendo, il momento critico “purtroppo” lo abbiamo già vissuto con la rottura della trendline che sosteneva il movimento di lungo termine. Noi cerchiamo di sintetizzare al massimo la risposta semplificando…

ImmagineStrada facendo insieme al nostro Machiaveli cercheremo di intrepretare i futuri possibili sviluppi, ma una possibile risposta è già implicita in quello che potrebbe accadere all’interno del cerchio rosso sopra riportato.

E’ ovvio che a questi livelli esiste valore, ma nessuno può affermare come in molti stanno facendo che la caduta è terminata, soprattutto ora che le condizioni macro sembrano non avere più chiare prospettive.

Lo scorso anno mentre la Vostra Cassandra preferita, suggeriva attenzione e moderazione sulle prospettive di crescita globale, loro ad inizio anno …

Fmi alza stime sulla crescita mondiale; bene gli Usa

Vi risparmio, il contorno di World Bank, Ocse e le previsioni delle varie banche centrali.

Draghi al Parlamento europeo: ‘Ripresa lenta ma più forte …

Ripresa lenta, ma più forte!

Ora con il senno di poi cambiano tutti opinione…

Allarme crescita, il Fmi taglia le stime sul Pil globale

La Banca Mondiale taglia le stime di crescita del mondo, pesa il rallentamento della Cina

Il rallentamento della Cina pesa solo ora, sono due anni che la Cina rallenta!

Ora si svegliano tutti Bill Gross on China, Secular Stagnation, and the Highly Leveraged …

…anche una vecchia volpe come George Soros lancia l’allarme Cina: “La crisi finanziaria di oggi ricorda quella del 2008”

Come sempre fuori tempo, ma in fondo loro non possono dire tutta la verità o meglio la raccontano quando fa loro comodo, questa è la differenza tra loro e l’informazione indipendente.

Le incertezze economiche giustificano un rialzo graduale dei tassi di interesse. Lo sostiene Charles Evans, presidente della Federal Reserve di Chicago, secondo cui la scelta migliore sarebbe effettuare nel 2016 meno delle quattro strette implicite nella media delle stime dei 17 governatori della banca centrale Usa. “Credo che per i tassi di interesse ci dovrebbe essere un passo ancora più lento di quanto attualmente stimato”, ha dichiarato in un discorso alla Wisconsin Bankers Association… 

…Il ritmo dei prossimi aumenti dei tassi di interesse negli Stati Uniti “sarà probabilmente graduale” e “dipenderà dalla performance dell’economia, a tratti incerta”. Lo ha detto il governatore della Federal Reserve di Richmond Jeffrey Lacker, (America24)

A quando l’annuncio del QUANTITATIVE EASING NUMBER FOUR?

Contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’ oceano infinito di questa tempesta perfetta …Chiunque volesse ricevere le ultime analisi di Machiavelli può liberamente contribuire al nostro viaggio

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18 commenti Commenta
aorlansky60
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 11:22

Per ciò che è diventata negli ultimi 20anni di storia [la seconda economia mondiale, cifre alla mano] la Cina non poteva non influenzare -nel bene e nel male- l’andamento di tutta l’economia mondiale. Ed infatti…

Mi ritornano alla mente le considerazioni di un economista americano sull’onda dell’euforia edilizia che ha dilagato in Cina negli ultimi 15anni : “la crescita costante di pil al 7% della Cina non può basarsi unicamente sulla costruzione di appartamenti lasciati poi vuoti…

ciò che è accaduto nell’estate del 2015 in Cina e che è balzata ai riflettori del mainstream mondiale e della gente comune, evento pur significativo quale il crollo delle borse cinesi, è solo la punta di un iceberg minaccioso costituito da finanza ombra interna e da fattori regolatori opachi se non completamente oscuri.

In Cina esistono 290 milioni di conti di trading, la maggior parte dei quali aperti nel 2014/2015 e intestati a scommettitori semi-analfabeti. In poco più di un anno (dalla seconda metà 2014 alla seconda metà 2015, poco prima del crack colossale che ha visto l’indice SSE scendere da 5000 a 3000 in pochi giorni) hanno contratto 1000 miliardi $ di margin debt attraverso i canali d’intermediazione ufficiali e una fitta rete di fonti bancarie secondarie ombra. Si sono poi lanciati in una bolla nel mercato azionario che si è espansa di 3000 miliardi $ in soli pochi mesi di negoziazione. Gli effetti sono stati spettacolari : molte società cinesi quotate in borsa -in una delle loro 3 piazze- capitalizzavano improvvisamente 1000000000000 a fronte di bilancio consolidato pari a 1000… 😆 …storia già vista, storia di tutte le bolle… poi, come tutte le bolle, anche questà è puntualmente scoppiata come i fatti hanno dimostrato.

Ma questa come dicevo non è che la punta dell’iceberg.

Il vero problema della Cina consiste nel debito delle sue imprese e società private:
come stimato da un rapporto della soc. McKenzie, da un debito del credito di 500 miliardi di $ al 1994 si è passati ai 28.000 miliardi $ del 2015. Alcuni ritengono perfino troppo ottimistica questa stima, pensando che in realtà sia assai più grande…

A maggior ragione ora in cui i cinesi si stanno accorgendo dell’inutilità di tutto quel cemento gettato a costruire case e appartamenti lasciati poi vuoti, e strade, ponti, centri commerciali ancora vuoti. C’è una statistica che gira ultimamente che racconta “Negli ultimi cinque anni la Cina ha usato più cemento rispetto a quanto abbiano fatto gli Stati Uniti durante tutto il XX secolo…“.
Non solo cemento : il famelico fabbisogno edilizio cinese ha fatto crescere vorticosamente la produzione di metalli indispensabili nel settore, ferro e acciaio in prima linea, ed ora che la macchina produttiva cinese si stà incagliando, stanno scoprendo di avere scorte di metalli quasi da non sapere dove stockare, oltre ad un potenziale produttivo che servirà a poco[nulla] da qui a chissà quanti anni futuri. La conseguenza di questo è facilmente immaginabile : si creerà un vuoto economico che causerà un crollo dell’attività imprenditoriale, dell’occupazione e del reddito lungo tutta la catena industriale del ferro e dell’acciaio.

E un paese così, caratterizzato da fattori regolatori interni fin troppo noti per la loro opacità, è stato delegato essere la seconda economia mondiale, per di più trainante per tutte quelle EM, oltre che un riferimento per quelle già consolidate, con la prospettiva di dover diventare la prima -secondo le stime- entro pochi anni ?????

si salvi chi può.

phitio
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 11:22

Forse un fatto che tutti gli economisti dovrebbero ficcarsi in testa e’ che NON ESISTE una dinamica di crescita sostenibile.

Tutte le dinamiche di crescita terminano.

E questo perche’ ( mi viene da ridere a doverlo sottolineare, ma purtroppo gli economisti in estrema maggiornaza sostengono l’esatto contrario, i somari) l’economia e’ un sottosistema del mondo fisico, e quindi e’ soggetto alle leggi della fisica e segnatamente della termodinamica.

Quando gli economisti si renderanno conto che e’ il cane che dimena la coda, e non il contrario, avremo fatto un passo avanti nella storia dell’evoluzione dell’uomo.

La crisi attuale ha tutto un corredo di spiegazioni e pseudo spiegazioni contingenti , ma la spiegazione seria e vera, sta tutta dentro ai “Limiti della Crescita”, libro pubblicato nell’ anno 1972.

Dove l’economia torna sotto il dominio della fisica, ed e’ quello (e sempre lo sara’) il suo posto.

gnutim
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 12:36

phitio@finanza,

… con la termodinamica non esiste QE efficace eh?

aorlansky60
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 13:33

…e infatti, da news odierna :

https://it.finance.yahoo.com/notizie/bce-lane-possibile-ulteriore-quantitative-093244297.html

Al momento sembra -per LORO- l’unica soluzione possibile per reggere e tenere in piedi il sistema. Soprattutto in vista di una [possibile e annunciata] frenata mondiale.

silvio66
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 14:14

Appare evidente che sarà da monitorare attentamente il quadro macro in riferimento al raggiungimento degli obiettivi inflazionistici sui quali dai rapporti anonimi dei membri del comitato della fed si preannunciano ben quattro rialzi nel 2016 ed altri quattro l anno successivo. Noi la pensiamo ben diversamente ma ricordiamo che questo è quello chè hanno dichiarato di voler fare.. Il mercato ci crede poco e se il barile va a 20 voglio proprio vedere. Devono tirarlo su casomai. Certo dopo il market to model dell ottobre 2008 sappiamo che se non lo hanno lo creano perciò su con le orecchie. Periodo fantastico dal punto di vista della materia.
Buona giornata

marco72_
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 16:14

Ho un ‘Etc Wti Sh Crud’ comprato piu’ di 2 anni fa in tempi “non sospetti” … up 225% … quindi … che faccio, vendo? 🙂

A parte questo dilemma (fosseto tutti cosi’ i dilemmi …), vero che forse non si sono raggiunti i minimi … vero anche pero’ che se un eventuale conflitto armato di qualunque tipo in medio oriente o altrove (Dio non voglia … ma la situazione e’ tutt’altro che tranquilla) potrebbe cambiare le carte in tavola …

mirrortrader
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 19:02

marco72_@finanza,

PERCHE LO COMPRAStI 2 ANNI FA?

vendilo con la stessa logica, e non cambiare mai strategia durante un trade.

gnutim
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 21:05

silvio66@finanza,

facciamo una scommessa, per me gli usa alzano un’altra volta poi sparano un QEInfinity da far rabbrividire Draghi

Chi mi gioca contro???

signor pomata
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 22:30

gnutim@finanza,

Lo scopo quindi sarebbe???
Cioè spero almeno che abbiano una strategia o veramente crediamo che sono dei fessacchiotti??
Alzi di nuovo i tassi nel mentre economia reale sta in stallo , emergenti affondano e europa è immischiata nella solita pastina del tentare di tenere in piedi un sistema euro che non si terrà mai.
Il dollaro si rafforza in maniera decisa ma questo fa collassare chi ha contratto i debiti in dollari e era già nella merda prima e ora lo è ancor di più.
Le borse hanno fatto massimi che solo a vedere i grafici farebbero scappare a gambe levate anche chi tiene un solo neurone e loro prima fanno un marasma da paura per poi ritornare alla vecchia medicina ossia qe infinito e mercati che possono solo festeggiare che non esiste più mercato perche senza il sostegno delle BC si affonda e basta.
Cioè fanno tutto sto giro per tornare da dove erano ossia sparare bombe atomiche sui mercati sperando che economia reale si riprenda??
Che non basta il giappone per capire che è inutile??
Cioè non posso credere che questi sono cosi tonti.
Secondo me tentano di sgonfiare i mercati lateralizzando ossia tirano fuori la carota e il bastone asseconda…….
Altrimenti la manfrina del rialzo dei tassi che senso avrebbe??

signor pomata
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 22:32

Completamente OT.
Banca imi è un vero killer delle obbligazioni emergenti in valuta, come le piazza il cambio schizza ……..chissà che fortuna devono avere….o no?
E purtroppo ne ha piazzate diverse in aud ……..li mortacci loro.

signor pomata
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 22:36

silvio66@finanza,

Cioè altro che bomba della corea del nord.
Se america alza i tassi per altre 4 volte nel 2016 altro che crisi degli emergenti sarà una ecatombe.
Un sovrano non può in maniera cosi palese affamare la popolazione.

silvio66
Scritto il 9 Gennaio 2016 at 15:01

signor pomata@finanzaonline,

Ciao Pomata,
Stando sul pezzo vorrei porre l attenzione sul settore energetico HY americano che pesa oltre il 13% del comparto e che nel 2015 ha registrato un tasso di fallimento del 7%. Le stime sul 2016 parlano di valori superiori al 10%. Gli investitori americani hanno liquidato Bilioni in poche settimane su questo comparto. Parlo di Dicembre 2015 non medio evo. Devono riuscire a trovare quel 2% di inflazione per tener su la baracca e lo devono trovare in fretta. Le verifiche sono già in atto e diventeranno sempre più pressanti. Non possono alzare un bel niente se non trovano inflazione.
Buona giornata

kry
Scritto il 10 Gennaio 2016 at 15:22

signor pomata@finanzaonline,

Leggo solo ora

— ” Cioè fanno tutto sto giro per tornare da dove erano ossia sparare bombe atomiche sui mercati sperando che economia reale si riprenda?? ” —

SUI MERCATI ?

SUI MERCATI ??

SUI MERCATI ???

???? — SUI MERCATI — ????

In Giappone per esperienza dal ’45 non la pensano così.
Dei mercati non frega nulla a chi per uscire da una depressione in casa propria ha usato il motto ” Distruggere per ricostruire “.

Come si dice sul veliero ???

– LA STORIA NON SI RIPETE MA AMA SPESSO FAR LA RIMA –

Questa volta è diverso … [ PS non farà la rima … si ripeterà (?)]

silvio66@finanza,

Per loro c’è di meglio che cercare di trovare inflazione.
Con un bel pò di commesse d’armi pensano di risolvere i problemi… e forse per questo giocano ad alzare i tassi.
Chi semina vento raccoglie tempesta , e un bel pò ne stanno arrivando … illudendosi di schivarle nel costruire tornado.

kry
Scritto il 10 Gennaio 2016 at 16:44

http://www.finanza.com/Finanza/Notizie_Mondo/Nord_America/notizia/L_Arabia_prepara_l_Ipo_del_gigante_oil_Saudi_Aramco_potrebb-450253

— ” L’ipotesi Ipo era anticipata ieri da Muhammad bin Salman, ministro della Difesa dell’Arabia Saudita e secondo … ” —

Interessante che un ministro della difesa si interessi dell’ ipo di un gioiello di famiglia.

Chiamali stupidi , con qualche centinaio di miliardi di $ di investimenti stranieri nel 5% delle loro società si garantiscono la difesa del paese.

aorlansky60
Scritto il 11 Gennaio 2016 at 09:19

@ SignorPomata
Gnutim

Cioè spero almeno che abbiano una strategia o veramente crediamo che sono dei fessacchiotti??
(gli USA ndr)

secondo me, gli USA si ritrovano attualmente in forti ambasce perchè non ci stanno più a comprendere nulla; o almeno molto meno di prima;

no, non intendo il quadro macro-economico, quello è il meno, mi riferisco invece alla situazione geo-politica internazionale [della quale loro da decenni sono il maggiore controllore] che riveste altrettanto se non maggiore importanza;

gli USA -le loro amministrazioni cioè- stanno vedendo vacillare certezze acquisite (*) da [molto] tempo grazie alle quali hanno costruito il loro ruolo egemone [e di conseguenza la loro fortuna] dopo la fine della II WW, in un mondo che presentava un quadro certamente più stabile come per molti decenni è stato, bilanciato com’era da due noti fattori noti apertamente contrastanti (USA vs USSR) che tuttavia garantivano un certo equilibrio come il corso della storia ha dimostrato; con il turning point fatidico (la data storica del novembre 1989 quando a Berlino crollò un muro) è cambiato tutto, non improvvisamente ma lentamente e inesorabilmente, fino a condurci ai tempi attuali :

il mondo occidentale ha visto l’ingresso in campo di un player semi sconosciuto prima -la Cina- di cui si conoscevano solo i potenziali (che era un paese demograficamente numeroso, che possedeva la bomba [a fusione] nucleare insieme a pochi altri Stati al mondo) ma che visto all’opera in pratica ha subito dato l’idea di poter cambiare e rompere rapidamente gli equilibri fino ad allora conosciuti, e così è stato;

la Russia non è da meno; una volta uscita dai panni dell’isolazionismo comunista -come la collega Cina- e apertasi ai mercati capitalisti occidentali, ha subito mostrato al mondo i suoi potenziali in fatto di riserve di idrocarburi (da vendere a Europa e a Cina), le maggiori al mondo insieme a quelle dell’Arabia Saudita;

a proposito di quest’ultima, quale altro dettaglio come spina al fianco degli USA va detto che l’alleanza -non scritta ufficialmente ma sancita da decenni a fatti (*)– dagli USA con l’Arabia Saudita stà mostrando crepe preoccupanti; la guerra sul greggio che i sauditi hanno deciso di intraprendere [non tagliando la loro produzione] dalla fine del 2014 è stata fatta verso i nord-americani(soprattutti) con l’obiettivo primario di distruggere il potenziale della loro nuova tecnica di estrazione(scisto) e relativi [favolosi] entroiti previsti (previsti con greggio a 100$/barile; con gli attuali 35$/barile e con previsioni degli analisti per nulla confortanti per il proseguo del 2016, si può dire che la strategia saudita si stà mostrando vincente, contando cifre alla mano le società USA “saltate” nel 2015 + quelle che dovrebbero seguirle nel 2016 non potendo sopportare così a lungo un prezzo del greggio così [volutamente] ribassato;

ai sauditi non è piaciuto [per niente] che gli USA da soli [forti]importatori (soprattutto dai paesi arabi del golfo) siano diventati potenziali esportatori di greggio [ribadito anche dalla cancellazione della loro legge interna in vigore dal 73 di vietare la vendita all’estero di greggio estratto internamente, sull’onda delle previsioni di produzione dello scisto in territorio nord-americano];

tra l’altro, questa strategia, pur onerosa per i bilanci dell’Arabia Saudita sembra avere una tempistica fantastica anche verso un altro potenziale rivale petrolifero (e non solo, visti gli ultimi sviluppi politici della zona…), quell’Iran che grazie alla politica di distensione accordata loro dagli USA sul proprio programma nucleare (**) spera di potere rientrare molto presto quale produttore e fornitore di greggio all’occidente
(un (**) particolare che oltre ad aver procurato un forte mal di pancia all’altro storico alleato USA, Israele, ne ha procurato in abbondanza anche ai sauditi sunniti, mal di pancia da aggiungere ai precedenti attriti descritti…)

In pratica e per concludere, a me sembra che molte mosse ultimamente intraprese dai sauditi (uno Stato notoriamente “pro” USA da decenni, oltre che uno Stato sovrano che riveste importanza nota a livello internazionale per il suo ruolo fondamentale quale fornitore di petrolio per l’occidente) siano la conseguenza di mosse pasticciate degli USA, condotte da quest’ultimi senza pensare troppo alle conseguenze dirette nel quadro geo-politico internazionale.

phitio
Scritto il 11 Gennaio 2016 at 13:20

gnutim@finanza,

Con la termodinamica, e segnatamente l’entropia, valgono queste tre affermazioni della teoria dei giochi
1) non puoi vincere
2) non puoi pareggiare
3) non puoi lasciare il gioco

Il nostro sistema mondo e’ governato dalla termodinamica. CHe gli economisti vaneggino che non e’ cosi’, e’ un problema in primis loro, e poi anche nostro, se gli diamo retta.

phitio
Scritto il 11 Gennaio 2016 at 13:29

aorlansky60,

“la guerra sul greggio che i sauditi hanno deciso di intraprendere [non tagliando la loro produzione] dalla fine del 2014 è stata fatta verso i nord-americani(soprattutti) con l’obiettivo primario di distruggere il potenziale della loro nuova tecnica di estrazione(scisto) e relativi [favolosi] entroiti previsti (previsti con greggio a 100$/barile;”

Qui vorrei dissentire: lo scisto non si e’ rivelato redditizio nemmeno a 100$ a barile, infatti tutti i libri contabili dei players statunitensi sono in rosso da anni, a causa della struttura intrinseca del business, che se vuoi ti posso approfondire.

Col petrolio a 35$ i Sauditi in realta’ stanno faacendo loro una specie di tristo favore, accorciandogli l’agonia. Che poi i businessman dello shale siano ossi duri a morire, e’ un altro fattore: si stanno attaccando alla qualunque, per restare in affari, ma il dato generale e’ che se l’industria del fracking in questo modo morira’ in 2-4 anni con enormi perdite, nell’altro caso ci avrebbe messo 5-10 anni, con perdite economiche nette assolutamente colossali per il tessuto economico

aorlansky60
Scritto il 11 Gennaio 2016 at 16:11

@ Phitio

[i sauditi] gli staranno facendo [agli yankees] un favore come citi,

ma di vero resta il fatto che nel corso degli ultimi anni sono sorte in nord-america una serie notevole di nuove società che si sono volute agganciare al business previsto, indebitandosi fortemente su un margine ancorato alla forbice di 80-100$ dollari/barile quale previsione stabile in ottica futura; con la nuova situazione venutasi a creare dalla seconda metà/fine 2014 (greggio in rapida discesa dai 100$ fino agli attuali 35$/barile nel giro di un anno) per volere dell’Arabia Saudita(che di certo ha spiazzato tutti i players di mercato a cominciare proprio dagli yankees del scisto), tutti quei debiti contratti prima o poi chiederanno il conto, e non sarà una passeggiata, come Tu stesso dici ” il dato generale e’ che l’industria del fracking in questo modo morira’ in 2-4 anni con enormi perdite” come ipotesi migliore.

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