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Cara America ti scrivo così Ti distraggo un po’, e siccome sei molto lontana dalla realtà più forte ti scriverò. Da quando sei partita c’è una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora da te non va.
Fine anno tempo di bilanci, senza dimenticare che un’occhiata al 2016 l’abbiamo già data insieme al nostro Machiavelli. Come più volte sussurato la crisi è iniziata in America e in America finirà.
A febbraio in un’intervista all’amico Claudio avevo suggerito che c’era … . Troppo ottimismo nei dati USA
Gli ultimi dati provenienti dai consumi e dagli investimenti residenziali, vendite di case esistenti o nuove non importa, l’economia americana resta un gigante d’argilla, nonostante tutte le illusioni che la sua Banca centrale cerca di diffondere!
Diamo una rapida occhiata a come è andata in realtà l’economia americana, osservando da vicino alcuni indicatori principali.
Spiace constatare che per l’ennesima volta le previsioni della Fed sulla crescita sono risultate alquanto lontane dalla realtà, una crescita prevista tra il 2,6% e il 3% per il 2015…
Se come sembra il GDP dell’ultimo trimestre sarà solo del 1,3% o dintorni, la crescita complessiva per il 2015 sarà intorno al 2 % come sempre ben lontana dal potenziale storico dell’economia USA e dalle solite previsioni della Fed.
Dell’inflazione nessuna traccia, per il sesto anno consecutivo abbiamo fatto centro!
Di crescita dei salari non si vede l’ombra…
…e la velocità di circolazione della moneta, ormai è solo un lontano ricordo sbiadito.
cliccare sulla foto per ingrandire
Il settore manifatturiero americano è in recessione…
Chicago Fed National Activity Index | -0.3 | Nov/15 | -0.04 | -5.02 : 2.7 | ||
Dallas Fed Manufacturing Index | -4.9 | Nov/15 | -12.7 | -60.2 : 47 | ||
NY Empire State Manufacturing Index | -4.59 | Dec/15 | -10.74 | -34.82 : 38.99 | ||
Philadelphia Fed Manufacturing Index | -5.9 | Dec/15 | 1.9 | -57.9 : 58.9 | ||
Richmond Fed Manufacturing Index | 6 | Dec/15 | -3 | -42 : 27 | ||
Chicago Pmi | 48.7 | Nov/15 | 56.2 | 21.4 : 78.8 |
Per qiuanto riguarda il mercato immobiliare, basta dare un’occhiata agli ultimi dati…
Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti sono calati in novembre molto più delle previsioni, scivolando al minimo in 19 mesi.(…) L’indicatore, calcolato dall’associazione di settore National Association of Realtors (Nar), ha registrato un ribasso del 10,5% a 4,76 milioni di unità. Gli analisti attendevano un ribasso a 5,32 milioni. Il dato è del 3,8% più basso rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il primo calo su base annuale da settembre 2014.(America24)
Una meraviglia vero?
Meglio ancora va con le vendite di case esistenti, con un pò di fantasia si possono fare miracoli… US New-Home Sales Rose 4.3% in November
Riassumendo le vendite salgono del 4,3 % dopo una pesante revisione al ribasso dal 10,7% di ottobre al 6,3 %. Peccato che tutti si siano già dimenticati il MENO 12,9 % di settembre, ovvero tre mesi passati nel nulla più assoluto.
Ma noi che abbiamo la brutta abitudine di ficcare il naso nella realtà, con due semplici grafici, vi facciamo osservare da vicino il nuovo “american dream”…
Tutto chiaro ora?
Ma proseguiamo e osserviamo da vicino i mirabolanti effetti della piena occupazione in America sui consumi, un’altra strepitosa performance dell’economia americana…
Una inesorabile tendenza negativa, un 2015 tutto in discesa, una discesa che ha addirittura costretto la Fed di Atlanta ad aggiornare al ribasso le previsioni per l’ultimo trimestre 2015…
Caspita ma che è successo?
Niente di particolare, una piccola revisione al ribasso delle previsioni di spesa reale dei consumatori americani, passata dal 2,6 % al 2,1 % e la crescita degli investimenti residenziali rivista al ribasso dal 8 % al 0,9%, nulla di particolare solo questione di virgole!
Per non parlare dei profitti della corporate americana che risentono in maniera particolare dell’avvicinarsi della fine del ciclo e della forza del dollaro…
Chissà cosa accadrà nei prossimi mesi, ora che novembre e dicembre sono trascorsi senza un fiocco di neve e con 20 gradi a New York e dintorni, cosa si inventeranno per nascondere la recessione che verrà.
Buone notizie? A si, la piena occupazione, lavorano tutti in America, risparmiano e non spendono, perchè hanno messo di credere alle favole.
Poco importa, visto che nel resto del mondo va bene…
Japan Industrial Production for November (preliminary)
Surveyed manufacturers see December output +0.9% m/m (previously they had seen it at -0.%) and January output at +6.0% m/m
The sluggish November result offset somewhat by an improved expectation for December and another in January.
Also out, retail sales for November,
Ah si il quantitative easing funziona che è una meraviglia in Giappone…
Come sempre la verità è figlia del tempo! Buona consapevolezza!
Contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’ oceano infinito di questa tempesta perfetta …Chiunque volesse ricevere le ultime analisi di Machiavelli può liberamente contribuire al nostro viaggio
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Andrea ma te ed il Bottarelli vi siete messi d’accordo per parlare male della economia americana?
Ma porca miseria contattate il Mario Platero di Radio24 che negli USA ci vive e fatevi dire da lui come stanno veramente le cose.
Quello sì che ne capisce di economia USA!
E le balle le vende al Barisoni sempre di Radio24 che gliele compra pure e le rivende ai suoi ascoltatori.
Nulla di sbalorditivo.
Ormai sappiamo benissimo che l’informazione è manipolata come l’economia.
Siamo lettori di questo blog per sapere cosa succede e per non cadere dalle nuvole quando succederà il peggio.
Il giorno in cui ci racconteranno che la recessione è arrivata e che le Banche Centrali da sole non saranno in grado di sostenere l’economia, allora ci sarà da preoccuparsi davvero.
Sarà l’epoca degli espropri di massa, della perdita dei diritti civili e di quel poco che rimane della democrazia.
Buon 2016
Ooooh, finalmente un post pieno di ottimismo!
La cosa che non riesco a spiegarmi è che tutti, anche le persone in posizione abbastanza privilegiata, conoscono la situazione e i rischi che corrono, ma sembrano esitare a rispondere in maniera efficace, come se una loro risposta comportasse dei problemi addirittura più gravi di quelli che si prospettano.
Adesso però sono sotto tiro le banche, ossia la classe dirigente locale italiana rischia di perdere davvero il proprio potere, e cominciano i malumori.
Ma qui c’è il problema: per reagire contro l’attacco tedesco – e delle oligarchie finanziarie – la classe dirigente locale italiana dovrebbe rivolgersi al popolo risvegliando sentimenti “patriottici” (con o senza virgolette), suscitando una autentica consapevolezza e rinnovato desiderio di partecipare alla vita politica…il che comporta due sgradevoli conseguenze, però: la prima è che bisogna mettersi a litigare con quelli grossi (le oligarchie finanziarie e i loro gauleiter tedeschi), la seconda è che per cooptare il proprio popolo bisogna promettere un nuovo sistema in cui le diseguaglianze non possano superare livelli inaccettabili, dove le rendite di posizione non possano essere eternamente trasmesse di padre in figlio, dove i ricchi pagano fior di tasse per garantire ai poveri la possibilità di crescere nella scala sociale…ossia in altre parole…che “loro ricchi” siano disposti a scenderla, la scala sociale…
In un sistema a bassa disuguaglianza con frequente mobilità sociale (fluidità) e con alto tenore di welfare non dovrebbe essere un problema perché in queste condizioni la solidarietà è automaticamente molto forte; ma la classe dirigente locale italiana, è disposta ad accettare a “pagare un qualsiasi prezzo”?
O vuole tutto gratis, senza conflitto con quelli grossi e senza concessioni al proprio popolo?
E’ molto semplice, guardate i partiti che ci sono in giro e quelli che si stanno formando; avrete la certezza che si tratta di proposte serie da parte di gente che vuole davvero combattere per la liberazione quando nel programma troverete questi punti:
1) accountability democratica della BC
2) obbligo per la BC di comprare i titoli di stato invenduti in asta primaria
3) economia e finanza OBBLIGATORIE a scuola: comprendere la moneta, almeno una tesi l’anno di storia economica ai licei, nozioni di base sui prodotti finanziari della vita di ogni giorno
4) ma soprattutto…avrete la certezza della verità delle intenzioni di un movimento se li sentirete parlare di mobilità sociale…se avranno il coraggio di risvegliare nella gente la rabbia per una cristallizzazione del divario sociale che non solo blocca “l’ascensore” ma che acquisce e rende incolmabili le differenze economiche, sociali ma soprattutto di istruzione. Tutti gli studi recenti dimostrano che la fluidità sociale si sta esaurendo; dovrebbe essere un argomento molto forte politicamente ma curiosamente nessuno ne parla…come mai?
Io non vedo nulla nemmeno di vicino a queste proposte. Una reazione italiana ci sarà ma come al solito sarà una disordinata ammuina in cui ognuno andrà per i fatti suoi e alla fine vincerà chi si alleerà (sottometterà) al più probabile vincitore.
Ecco, a identificare chi sarà il padrone vincente al quale inchinarsi siamo bravissimi, quello sì…
Scusate, italiano da 4-
Mettiamo la possibilità di un edit!!!
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sbalorditivo, e nessun anal-ista evidenzia ciò