I prezzi all’importazione negli Stati Uniti sono calati in novembre per il quinto mese consecutivo, segno che il dollaro forte, i bassi prezzi del petrolio e una crescita ancora debole all’estero generano pressioni al ribasso sull’inflazione. Stando a quanto reso noto dal dipartimento del Lavoro americano, i prezzi all’importazione sono scesi dello 0,4%. Gli analisti attendevano un ribasso dello 0,7%. Su base annuale, i prezzi sono in calo del 9,4% rispetto a novembre 2014. Il dato annuale è in calo da 16 mesi di fila.
A incidere sul calo è stato il generalizzato ribasso delle importazioni di petrolio, gas naturale, forniture industriali, auto e beni capitali. Su base annuale i prezzi dell’import di petrolio sono in calo del 44,5%, mentre quelli di prodotti non petroliferi scendono del 3,2%, vicino al calo annuale maggiore da settembre 2009. Da segnalare che i prezzi delle esportazioni sono calati dello 0,6% rispetto al mese precedente e del 6,3% da novembre 2014. America24
Questa dinamica continuerà ad esercitare pressioni al ribasso sul Pil dell’ultimo trimestre e del primo trimestre 2016 in America …
ChonocoPhillips e Chevron hanno annunciato ieri che taglieranno le spese in conto capitale per investimenti nel 2016 di almeno un quarto.
E l’onda lunga del prezzo dei prodotti petroliferi e non solo, non è ancora finita come vedremo insieme al nostro Machiavelli.
In Francia la deflazione continua ad essere una realtà…
…in Inghilterra, dove per un anno non si è parlato altro che di rialzo dei tassi in scia alla Federal Reserve …
“L’orientamento della politica monetaria del Regno Unito sarà determinato, in ultima analisi, dall’outlook sull’andamento dell’inflazione”, riportano le minute dell’incontro. Nel corso del meeting otto membri su nove del Comitato di Politica monetaria hanno votato a favore della conferma dell’attuale politica monetaria, il costo del denaro britannico è fermo allo 0,5% dal 2009, e solo un membro, Ian McCafferty, ha chiesto di alzare il tasso benchmark di 25 punti base. Dai verbali emerge come i membri della BoE abbiano rilevato “un nuovo calo del prezzi del petrolio” e un “appiattimento nella crescita delle retribuzioni”. Si tratta di un contesto in cui “le probabilità che il tasso di inflazione si confermi a livelli contenuti segnano un incremento”. (FinanzaOnLine)
A proposito… buon Christmas Rally a tutti! 😉
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Il sistema capitalistico si basa sulla capacità di spesa delle masse (specie la classe media), in questi ultimi 20-25 anni hanno progressivamente spogliato delle loro ricchezze persone ed aziende. Quindi è del tutto normale che inflazione ed economia non crescono, sempre meno gente (e aziende) ha da spendere per sorreggere il sistema peraltro confermata dalla velocità di circolazione della moneta.
L’unica soluzione è ridare potere d’acquisto, ovvero ridare tutta quella ricchezza rubata.
Insomma il pastore (o forse meglio lupo) invece di allevare le sue pecore e garantirsi una fonte di sostentamento a lungo termine, ha preferito mangiarsi i suoi ovini tutti e subito. Il dramma è che di pecore ne son rimaste veramente poche, e poi…?