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AMERICA: WINTER IS COMING!

Scritto il alle 09:30 da icebergfinanza

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Non importa se è colpa del gelo e della neve, oppure del caldo e delle cavallette, degli uragani o dell’Europa, ma la realtà da tempo ormai è semplicemente questa…

Produzione industriale …

United States Industrial Production MoM

Ordini beni durevoli…

United States Durable Goods Orders

Thanks to Trading economics

Gli ordini alle fabbriche americane sono calati in maggio più delle previsioni, frenati soprattutto dal comparto dei beni durevoli. Secondo quanto reso noto dal Dipartimento del Commercio, il dato è sceso dell’1%, mentre gli analisti attendevano un calo dello 0,5%. In aprile il dato era sceso dello 0,7% (rivisto al ribasso dal -0,4% della prima stima). Escludendo il settore trasporti il dato è cresciuto dello 0,1%, mentre escludendo il settore difesa l’indice è calato dell’1,1%. Da segnalare che gli ordini di beni durevoli, quelli destinati a durare almeno tre anni, sono crollati del 2,2%, mentre gli ordini di beni non durevoli sono aumentati dello 0,2%.

Il resto sono semplicemente chiacchiere da bar, comprese quelle della Federal Reserve!

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Non importa se sarà o non sarà recessione “tecnica” i famigerati due trimestri consecutivi negativi, questa è un’economia morta e sepolta come tutte le altre, come  il ciclo economico mondiale.

Le precedenti rilevazioni sull’occupazione hanno visto una sensibile revisione al ribasso di 60.000 posti di lavoro e soprattutto nell’ultima rilevazione una crescita NULLA dei salari, cosa che allontana definitivamente insieme alla crisi europea la possibilità di qualunque aumento dei tassi che non sia accanimento terapeutico o orgoglio centrale.

Nei prossimi mesi e anni questi dati verranno rivisti in negativo!

Nel frattempo lo ammette anche la Casa Bianca…

Il dato sull’occupazione di maggio (+223.000 posti di lavoro, meno del previsto, tasso di disoccupazione in ribasso al 5,3% e calo della partecipazione alla forza lavoro) dimostra che “nonostante i progressi fatti, resta ancora lavoro da fare”. Lo ha detto in una nota Jason Furman, presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca(…) Per questo motivo, ha ricordato Furman, “bisogna continuare a costruire sulle tendenze positive dell’economia di base, assicurando che chi fa straordinari sia pagato il giusto”.  America 24

Dal 2007 ad oggi in America sono spariti 1,4 milioni di posti di lavoro nel settore manifatturiero e sono stati assunti 1,4 milioni di camerieri e baristi, una qualità di lavoro che esalta la grande ripresa americana, con tutto il rispetto per un lavoro che spesso e volentieri è temporaneo.

Aver salvato le banche, i sistemi finanziari mondiali, aver socializzato le perdite in tutto il mondo ha prodotto questa situazione anche in America…

Lavoro-giorno-pubblico-sector.png.948

Questo rapporto dà poche speranze per un incremento della crescita salariale. Il salario orario medio nel corso degli ultimi tre mesi è aumentato ad un tasso annuo del 2,2 per cento rispetto alla media dei tre mesi precedenti. Questo è poco diverso dal tasso del 2,0 per cento di crescita salariale nel corso dell’ultimo anno. Tra i principali gruppi industriali, l’unico che mostra evidenza di un’ accelerazione della crescita dei salari è quello del settore della ristorazione.

Nell’ultimo mese vi è stato un aumento del lavoro part-time di oltre 370.000 unità!

La grande ripresa america è riuscita ad eliminare la bellezza di oltre 93 milioni di persone dalla forza lavoro con il tasso di partecipazione che è sceso ad un nuovo record ovvero ai minimi del settembre 1977.

Thanks to Zero Hedge

Questa tabella è un piccolo regalo dedicato a tutti coloro che attendono Godot Inflation, dedicato a tutti coloro che in questi anni hanno terrorizzato l’opinione pubblica sostenendo che un’esplosione inflattiva era dietro l’angolo, talvolta addirittura iperinflattiva.

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Ora il prossimo appuntamento è il …

Quantitative Easing NUMBER FOUR 

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6 commenti Commenta
kry
Scritto il 3 Luglio 2015 at 10:22

” Il resto sono semplicemente chiacchiere da bar, comprese quelle della Federal Reserve! ” …. sarà per questo allora che…. http://www.rischiocalcolato.it/2015/07/gli-usa-una-nazione-in-sfolgorante-ripresa-di-camerieri-e-baristi-che-vive-al-buio.html

aorlansky60
Scritto il 3 Luglio 2015 at 10:49

dal 2007 ad oggi l’economia Usa ha perso 1,4 milioni di lavoratori manifatturieri ma ha creato 1,4 milioni in più di camerieri e baristi.

… … …

Non è difficile credere a questo, se pensi a quante persone sono “a spasso” per le città senza far niente perchè NON HANNO NULLA DA FARE, niente lavoro neppure part-time, niente di niente!

E non stò parlando solo degli USA; in una cittadina italiana (Chiavari) che frequento regolarmente nei miei periodi di ferie, da alcuni anni mi stupisco dello strano numero di persone nella fascia di età 25-50 che vedo trastullarsi “in giro” per la città, in orario normalmente ritenuto “di lavoro”; parallelamente a questo, ho notato negli ultimi anni un aumento considerevole di nuovi bar aperti; quando ci butti l’occhio, ti accorgi che sono sempre quasi pieni, tavolini compresi… e me lo spiego così : un sacco di gente in più privata del lavoro, che in qualche modo deve pur passare il tempo da un tavolino all’altro, da un caffè all’altro…

Ritornando al tema del thread, mi capita di leggere non pochi punti di vista che ultimamente appoggiano come “assai probabile” l’aumento dei tassi da parte della FED già da Set 2015, questo addirittura per favorire un ulteriore rialzo a Dic2015…

quando mi metto di fronte dati tabelle e grafici dell’economia reale USA dei primi mesi 2015 e vedo cosa raccontano (non bene), mi chiedo come fanno quelli del partito “per il rialzo dei tassi” ad essere pienamente convinti di questo…

aorlansky60
Scritto il 3 Luglio 2015 at 11:17

Tra l’altro, mi sembra che uno dei fattori determinanti per il rialzo dei tassi, l’inflazione, non presenti le condizioni auspicate : ho sottocchio una tabella dei primi mesi USA 2015 con previsione fino a dic2015 che parla piuttosto chiaramente… i primi dati consolidati da GEN a MAG sono “piuttosto” deludenti rispetto alle aspettative e non è che le previsioni da qui a fine anno siano molto meglio :

la media percentuale di variazione annua consolidata per i primi 5 mesi 2015 è di -0,0%

la previsione media percentuale di variazione annua per il 2015 è attesa a un modesto +0,1%

quando poi leggo la serie storica di dati consolidati dell’inflazione USA negli anni precedenti :

Inflazione media anno 2010 + 1,6%
Inflazione media anno 2011 + 3,2%
Inflazione media anno 2012 + 2,1%
Inflazione media anno 2013 + 1,5%
Inflazione media anno 2014 + 1,6%

ho l’esatto termometro della situazione… i numeri parlano sempre.

A questo punto mi aspetto solo che mettano a tacere i numeri, gli unici che non mentono(mai, se esatti); se il partito “per il rialzo dei tassi” in america diventa così solido da prevalere, non potrà fare che una cosa : falsificare i dati; è l’ultima chance che gli rimane. Non sarei stupito se accadesse.

veleno50
Scritto il 3 Luglio 2015 at 13:01

aorlansky60,

Aorlansky60 perchè dare tutto questo peso ad un eventuale aumento dei tassi di uno 0,25 da qui a fine anno? Cosa cambia per te? e per tutti i commentatori? quale è il disastro con un aumento dei tassi dei titoli americani?Sei investito in titoli americani? Sai che soddisfazione se non aumentano ,oppure se vengono aumentati, cosa vuoi che sia uno 0,25 da qui a fine anno.Fiumi di inchiostro per uno 0,25% e che sarà mai non cero la fine di tutto.ciao

aorlansky60
Scritto il 3 Luglio 2015 at 13:57

Veleno,

il mio dubbio nasce dalla FORTE preoccupazione levatasi tre mesi fà da parte del gestore di uno dei più grandi hedge-fund a livello mondiale (quando si era sparsa la voce di un imminente rialzo dei tassi americani, poi non avventuto) che dal tono espresso nella propria dichiarazione (una specie di messaggio indirettamente rivolto a J.Yellen e agli altri comm dei vari distretti Fed) lasciava presagire una Grande difficoltà per tutti quelli fortemente esposti, specie nel settore obbligazionario.

Quella dichiarazione faceva capire, a chi la leggeva, che i volumi esposti erano (e sono tutt’ora) talmente elevati (grazie soprattutto alla “leva”…) che anche un rialzo min dello 0,25 avrebbe potuto avere conseguenze assai critiche per molti di loro.

veleno50
Scritto il 3 Luglio 2015 at 15:09

Assicurazioni ben definite non ce ne sono di cosa può accadere in caso di un eventuale rialzo.Tutto quello che scrive il dottor Mazzalai, è assicurare chi ha investito in titoli americani di stare tranquillo. I dati empirici come li chiama, sono per un non rialzo quindi nessun allarmismo.A mio parere anche se non mi pare che in queste condizioni in cui si trova lEuropa, l’Euro possa rivalutarsi sul dollaro, quello potrebbe essere un problema con Euro che ritorni a livelli come lo era 1,59/2008 1,51/2009 1,48/2011 1,34/2013. ui vo de bus de c..l

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