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AMERICA: RASA AL SUOLO LA PRODUZIONE INDUSTRIALE!

Scritto il alle 09:15 da icebergfinanza

 

In attesa di affrontare nelle prossime settimane un’altra fondamentale tappa di questa crisi, dopo aver compreso insieme l’essenza della deflazione da debiti, esplorando le possibilità o meno di uscita da questo autentico inferno economico, diamo un’occhiata a quello che è accaduto venerdi all’economia americana, che torna giustamente sotto i nostri principali riflettori, visto il rischio non certo remoto di una nuova profonda recessione.

Tralasciamo per un attimo la fiducia dei consumatori, un dato spesso aleatorio se non per rimarcare come questa crisi sia tutta una sorpresa. Con un consenso e aspettative tra 100,5 punti e 104, il dato uscito è 95,2, ovvero lontano anni luce dalla fantasia e illusione di economisti ed analisti de me nona.

Tralasciamo anche l’Indice Empire Manifacturing del distretto di New York, una sorta di due di picche della manifattura americana, ma ciò che non possiamo assolutamente tralasciare è l’ennesima debacle della produzione e questa volta non c’è neve o siccità che tenga, ne cavallette o locuste, orsi polari o lupi mannari…

http://icebergfinanza.finanza.com/files/2015/05/Industrial%2BProduction%2B2015-05-15.png

Siccome il popolo di Icebergfinanza è un buongustaio, cosa meglio di un grafico per spiegare quello che mille parole non riuscirebbero a trasmettere…

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Cinque mesi consecutivi al ribasso nella produzione industriale non si registravano dai tempi del fallimento di Lehman Brothers!

Ma certo è tutta colpa del crollo della produzione di gas e petrolio, shale gas e balle varie, ma non doveva portare beneficio all’economia questo crollo dei prezzi del petrolio?

Uno shock tale che si sono svegliati anche i Bond vigilantes, si quelli ai quali le banche centrali hanno dato ordine di alzare i tassi, sperando di scatenare aspettative inflazionistiche de to nona, visto che loro per i prossimi anni non riusciranno ad alzare una virgola nei tassi…

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Si sale sulle illusioni si scende con la realtà!

Se qualcuno si è fatto altre domande in questi giorni di pura follia in un mercato manipolato ecco un’altra spiegazione…

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Tutto più debole del previsto, ma di quello previsto da loro, non da noi!

Mazzalai (Icebergfinanza): Troppo ottimismo nei dati USA

Quello che non abbiamo previsto è la follia che nelle masse è la regola, passi per un bund allo 0,045% ma per quale motivo vendere il decennale americano al 2 %.

Le spiegazione che sentirete nei prossimi giorni le lascio alla vostra pietà io faccio il consulente finanziario non certo lo psichiatra.

Quello che Voi ben conoscete ormai a memoria è la velocità di circolazione della moneta, l’anabolizzante dell’inflazione, il viagra dellle aspettative impotenti…http://icebergfinanza.finanza.com/files/2015/05/20150516_M2.jpg

Auguri ed attenti con gli stimoli in attesa che escano i dati reali dell’ inflazione europea

La settimana entrante ci  dirà se anche l’ultimo motore dell’economia americana che funziona ad un solo pistone, l’immobiliare sta per spegnersi.

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22 commenti Commenta
kry
Scritto il 18 Maggio 2015 at 10:11

AMERICA: RASA AL SUOLO LA PRODUZIONE INDUSTRIALE …. e noi gongoliamo http://www.istat.it/it/archivio/159993

madmax
Scritto il 18 Maggio 2015 at 11:21

Amo fare l’avvocato del diavolo! Guardate qua che bella scusa (plausibile) che si potrebbero inventare, oltre a locuste, neve e giorno della marmotta!

La diminuzione dell’attivita’ industriale in US non rappresenta una significative decelerazione dell’attivita’ economica, infatti oggi gran parte del PIL viene da attivita’ dematerializzate, quali ricerca, software, media e industria creativa.
L’associare un ripetuto calo di tale attivita’ industriale non fa altro che sostenere la realta’ ovvero che un cambio strutturale della nostra economia e’ in corso privilegiando i settori ad alta tecnologia e ad alto valore aggiunto che nel lungi termine si dimostreranno i veri pilastri portanti della futura crescita!

Fantastico…qualcuno mi assume??? Come gran cerimoniere?

john_ludd
Scritto il 18 Maggio 2015 at 12:05

“Ma certo è tutta colpa del crollo della produzione di gas e petrolio, shale gas e balle varie, ma non doveva portare beneficio all’economia questo crollo dei prezzi del petrolio?”

ma è proprio così ! il settore dell’oil&gas è stato IL SETTORE che ha generato quel poco di crescita economica, il resto ha oscillato attorno allo zero con eccezione della finanza il cui contributo andrebbe preso con il segno MENO dato che assorbe risorse. La realtà è semplice: siamo da tempo entro un’era di ritorni diminuiti. Se si adottano politiche di reale incentivo ai consumi, il prezzo del petrolio sale nella stratosfera e inizia un recessione, se si resta con le politiche attuali ci si macera in una perenne depressione. C’è una sola strada, forse è persino tardi, ma ci sono forze che impediscono di intraprenderla e sono molto vaste e diffuse. Provate a introdurre il tema a me caro e vedrete cosa vi rispondono. Eppure è INCONTROVERTIBILMENTE così.

… nel 1999 il giornale pilastro dello status quo, THE ECONOMIST

john_ludd
Scritto il 18 Maggio 2015 at 12:08

… pubblicò in copertina STIAMO AFFOGANDO NEL PETROLIO… e all’interno un (in)famoso articolo con la previsione che il petrolio sarebbe sceso a 5 dollari e sarebbe iniziata un fase di crescita portentosa con inflazione bassa e bla bla bla. Da allora petrolio +1400% e depressione.

… continuiamo così, ignorare i fatti è lo sport preferito dall’essere umano. SIC !

veleno50
Scritto il 18 Maggio 2015 at 12:50

Che differenza c’è investire in titoli Usa al 2% o btp decennali al 1,90%.Non conosco la tassazione degli interessi in USA se sono da mettere in denuncia dei redditi,se hanno un costo maggiore a comprarli se pagano spese per altri motivi essendo titoli stranieri.A me pare che il boss prediliga i titoli americani , se le prospettive economiche future sono quelle che scrivi diciamo negative perchè insistere ad investire in America,quando qui da noi le previsioni vedendo anche i dati odierni stanno migliorando. Si investe in un decennale all 1,90% si incassa la cedola si paga la tassa del 12,5 ed è finita. Big John hai qualche informazione sulla tassazione dei titoli americani? Sono completamente all’oscuro non ne so mezza grazie.

icebergfinanza
Scritto il 18 Maggio 2015 at 14:12

veleno50@finanza,

Il rischio emittente dove lo mettiamo? Che succede ai tassi quando un’economia va male?

john_ludd
Scritto il 18 Maggio 2015 at 14:13

veleno50@finanza,

un titolo americano è equivalente a un titolo italiano; se lo acquisti tramite la tua banca/broker su un mercato armonizzato europeo finisce nel tuo deposito amministrato e viene tassato come quello italiano al 12,5% che rispetto al 26% di tutto il resto sono palanche. Lo stesso per tutti i governativi di paesi white list, cioè tutti gli EU, canada, asutralia, scandinavia, sovranazionali etc… Questo vale solo per titoli detenuti direttamente, quindi non attraverso fondi o etf che sono tassati al 26%. Per i titoli governativi dei paesi più solidi in valuta esiste solo un teorico rischio cambio. Teorico nel senso che tenere in piedi un’unione solo monetaria dove sussistono differenze enormi tra i paesi non è possibile nel lungo termine. In tal caso avere titoli in valute extra ue rappresenta per la persona comune l’unica reale possibilità di proteggersi da un euro breakup. Così la vedo e così opero nella consapevolezza che il peak energy non risparmierà niente e nessuno nel lungo termine.

john_ludd
Scritto il 18 Maggio 2015 at 14:19

veleno50@finanza,

la differenza tra USA e Italia è la stessa che una volta vigeva tra Roma e la Tracia. Siamo un paese occupato miliatarmente, privo di industrie di valore strategico, tecnologicamente siamo indietro (sempre di più), moralmente fiaccati, con una classe dirigente infame, un livello di istruzione inadeguato, demograficamente penultimi al solo Giappone (che è più avanzato di anni luce su tutto il resto) etc… Vedi tu se sono la stessa cosa. I titoli italiani li comprano solo le banche italiane perchè sono oblligate a farlo. Sino alla fine del QE, verranno acquistate dalle banche centrali due volte le emissioni nette (!!!) per la sola ragione che senza QE, i tassi italiani sarebbero a un valore tale da rendere palese a un cieco che il paese è fallito.

madmax
Scritto il 18 Maggio 2015 at 15:22

john_ludd@finanza,

John,
Leggo quanto scrivi con attenzione ma non lo condivido, il problema dell’Italia e’ proprio quello che leggi nelle parole del nostro inno: da secoli fummi da tutti derisi perche’ non siam popolo perche’ siam divisi!

Dici che “il livello di educazione e’ inadeguato” ma qua ti stoppo 🙂 guarda ii risultati dei test PISA 2012 e’ vero che la media nazionale e’ 499 poco sopra la media OCSE di 494 ma guarda oltre i dati delle regioni, in Friuli e Veneto la media dei risultati si attesta a 533 al top delle classifiche (oltre la media di paesi come Finlandia o Germania) ma poi vai in Calabria e trovi risultati medi del 430 sotto Grecia e Tuchia per intenderci vicino al Cile con 423 punti.
Forse la nostra classe dirigente meridionale dovrebbe riflettere e fare qualcosa in merito sono due scuole diverse.
Che vuol dire allora? Che la scuola in Italia funziona in alcune parti e magari prepara meglio chi poi magari domani se ne vanno dall’Italia a studiare e lavorare.
Perche’ mai non dovrei credere nel mio paese? Godere nel vedere l’Italia affondare e’ da masochisti, o meglio perversi. Certo non siamo pertetti ma ricorda che l’erba del vicino sembra sempre piu’ verde. Io come non americano non comprerei manco morto un loro titolo di stato. Se voglio investire in USD me ne resto in casa mi compro un bel Rep. Italy 6.875% semestrale scadenza 2023 tassato al 12.50% che quota a 127…dove lo trovi un rendimento simile? Poi sto sul Made in Italy?
Buona Italia a tutti il futuro di un paese e’ nelle mani anche dei cittadini!

john_ludd
Scritto il 18 Maggio 2015 at 15:56

madmax,

Fai come credi sia meglio, esprimo le mie idee che sono guidate dalla situazione energetica e dalla capacità teorica di un paese di porvi rimedio (in ogni caso parzialmente). L’Italia potrebbe ma ha in corso politiche che ne sono l’antitesi. Anche la ora conclusa fase di spinta sulle rinnovabile è stata fatta nel modo peggiore, servendo solo interessi di natura finanziaria. E’ argomento che conosco alla perfezione avendovi operato in prima persona. abbiamo speso miliardi essenzialmente garantendo i flussi finanziari agli investitori finanziari che hanno investito nel settore non perchè gliene fregasse qualcosa (il futuro e bla bla bla) ma SOLO perchè l’investimento era garantito. Oggi continuiamo a non avere una sola industria di rilievo nel settore, che le piccole aziende che fanno caldaie o i mille sistemisti NON sono un gran patriminio tecnologico. Colossale occasione persa, perchè il solare fotovoltaico è fattibile SOLO da Roma in giù il che vuol dire che i tedeschi hanno buttano soldi dalla finestra (sono tutti falliti) mentre noi avevamo il territorio ideale per sviluppare un settore nostro. Abbiamo preferito buttare miliardi sovvenzionando produttori esteri e fondi esteri. Geniale. Io sono nato qua, mi diverto a scrivere che questo è un paese che affonda ? Neanche per idea. Per molto paesi finire a fondo era ed è inevitabile. Il nonstro NON era uno di quelli. Se Bagnai scrive “L’Italia può farcela” sono contento; non l’ho letto, immagino sia perfettamente in grado di vedere “a quali condizioni e in che modo”. Io però non le vedo. E tieni sempre conto che ritengo sia solo una questione di traiettoria, non di punto di arrivo. L’Italia importa il 99% delle risorse fossili che costituiscono oltre il 70% dell’energia prodotta (non quella installata che non è il dato cui guardare) e queste risorse vanno in una direzione sola: CALANO. Altri paesi avranno forse più tempo, sempre che il grado di interconnessione non sia tale da renderne comunque vano lo sforzo. Non sono un membro del “treasuries & dollar fan club, nel quale non metto più di 1/4 di quel che ho, ma questa è non è solo una gara di bellezza, ma anche di potere.

L’economista americano Michael Pettis ha un post fiume sulla inevitabile ristrutturazione dei debiti pubblici del sud europa. Questo signore va ascoltato per due buone ragioni 1) è un eccellente economista, tra i pochi ad aver dimostrato di possedere una visione coerente e ampia (energia esclusa, ma è un vizio generale) 2) è MOLTO vicino agli ambienti della GRANDE finanza USA avendo co-gestito la grande crisi e successiva rsitrutturazione dei debiti sovrani del sud america. Certo è ovvio che lo stato appiopperà le perdite anche a chi pensava di essersi salvato, tramite prelievi forzosi, patrimoniali o stumenti analoghi, ma titoli italiani non ne compero se non a valori “distressed”, di solito un grande affare, ma non stavolta, che non oltre il 202X tutti avremo altro cui pensare.

madmax
Scritto il 18 Maggio 2015 at 16:17

john_ludd@finanza,

Grazie,
Ti suggerisco pure io un libro interessante di Jeremy Rifkin: The European Dream. How Europe’s Vision of the future is quitely eclipsing the american dream.
Te lo consiglio perche’ questo libro e’ stato il punto di svolta della politica US verso l’Europa unita. Da questo libro del 2004 gli US hanno capito che un’EU unita multipolare e’ superiore agli US. Da quel punto in poi qualcuno a Washington preoccupato sta facendo di tutto per far deragliare l’EU guerra monetaria compresa.
Cosa dice in poche parole: che il modello EU e’ superiore a quello US e detta da un americano e’ preoccupante.
Curioso che sua poi sparito dalla circolazione e che da quel momento sia partita la Euro crisis senza tener conto che il debito US dal 2000 ad oggi e’ triplicato, era il 35% del Pil nel 2000 oggi e’ al 103% poi mi vengono a raccontare che bisogna ristrutturare i debiti dei paesi Euro? Non scherziamo.
Nel frattempo pero’ la Grecia con la sua caccola di debito e’ diventata un problema enorme e Via dicendo!
Ripeto buona Italia, comunque vada!

john_ludd
Scritto il 18 Maggio 2015 at 17:25

madmax,

ho letto quasi tutti i libri di Rifkin; ha avuto qualche intuizione valida ma in generale non ci ha azzeccato, specie sul prossimo futuro all’idrogeno (libro di una decina di anni fa che collide con la realtà all’idrogeno di oggi pari a quella di 10 anni fa e di tra 10 anni). Il modello europeo non è MAI ESISTITO se non nella testa vuota di quell’insieme di idealisti ignoranti che hanno creato la non Europa di oggi. C’erano invece diversi modelli IN Europa con similitudini e differenze, quello era il vero punto di forza, tutti affondati e sostituiti dal pensiero unico e così sia. La diversità sociale/economica/culturale è equivalente alla biodiversità; sopprimerla in nome dell’unione fa la forza è come sostenere che le mono colture agricole sono un’idea intelligente. L’Europa era tale se fatta di tante nazioni con la loro storia, i loro costumi, le loro idee, unita come lo sarebbe ora da una moneta il cui destino è governato da una nazione che non è neppure in Europa, non è un cazzo. In un epoca abitata da idioti con biblioteche piene di libri che non hanno mai letto cosa vuoi aspettarti ?

stanziale
Scritto il 18 Maggio 2015 at 19:09

madmax,

Bravo Madmax per l'”orgoglio” italiano, ottimo scambio con John, con il quale sono d’accordo del tutto in particolare con il suo ultimo commento delle ore 17.25. Ma, ti volevo invece chiedere, sulla Polonia: e’ vero quello che si scrive in questo articolo? http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2015/5/18/SPILLO-Cosi-l-Ungheria-mostra-il-fallimento-di-Draghi-e-dell-euro-/608852/
cioe’ che le elezioni dovrebbero vincerle gente vicino ad Orban, cioe’: + stato sovrano – multinazionali e neo liberismo.

john_ludd
Scritto il 18 Maggio 2015 at 19:38

madmax,

il tema dell’istruzione mi è caro ma non lo intendo nel modo in cui in genere lo si tratta. Secondo il pensiero dominante (e unico) la skuola con la “k” dovrebbe produrre tanti bravi tecnici da inviare nelle fabbriche come unità di produzione. Solo che le fabbriche non ci sono più o sono sempre meno. La nostra scuola è stata tra le ultime a perdere il gusto di insegnare anche materie umanistiche ormai considerate senza valore, dato che l’unico valore in questa epoca maledetta è quello economico. Tutto assurdo in quanto per l’appunto si produce sempre meno. La scuola dovrebbe innanzitutto insegnare a pensare, cosa che non fa. Noto con malcelato gusto che nella classifica (pur con tutti i suoi limiti) della qualità della scolarizzazione, il paese del destino manifesto sta tra gli ultimi e questo è incompatibile al suo mantenimento della posizione che crede essere di diritto divino. Per quanto non creda che le scuole coreane o giapponesi o cinesi “aprano le menti”, nel gioco di oggi (l’istruzione tecnica) spazzano via le nostre e quelle di tanti altri paesi OCSE. Eppure il gruppo di pagliacci/criminali che (s)governa l’occidente di oggi insiste su una politica che in fin dei conti sta portando a 1) minori redditi 2) minor livello di scolarizzazione 3) il quale non potrà che portare a ulteriori minori redditi. Perchè ? Non ne ho idea, l’ipotesi più probabile è che di tanto intanto le civiltà si suicidano, fan tutto da sole. Se così non fosse la storia sarebbe una linea retta.

veleno50
Scritto il 18 Maggio 2015 at 20:25

stanziale@finanza,

Io so che il btp trentennale Italiano a febbraio 20 giorni prima del QE quotava 165 di nominale credo per aspettative assurde,illogiche, oggi quota 134 se l’intervento di Draghi doveva mandare i prezzi su mi pare che sia il contrario i. Un trentennale rende il 3,75 lordo, mi pare il suo prezzo con inflazione a 0. Draghi boicotta i nostri titoli?

madmax
Scritto il 18 Maggio 2015 at 21:36

stanziale@finanza,

Grazie Stanziale,
La situazione in Polonia e’ indicata in maniera corretta. Il presidente uscente Komorowski del partito PO (diciamo centrosinistra) e’ dietro il candidato del centrodestra Duda (dell partito ordine e legge) va fatta notare una cosa i partiti di destr nell’est Europa hanno connotazioni molto nazionalistiche a differenza della destra nel resto d’Europa.
Per il terzo contendente, una rock star dedita ad alcool e stupefacenti ha ottenuto quel risultato con un cerchiobottismo fantastico: sono un uomo di destra con il cuore di sinistra 🙂
Per quello che riguarda l’Euro lo considerano un punto di orgoglio, per loro lo Zloty oggi e’ come il Marco Tedesco (fortissimo alla faccia della megalomania).
La realta’ che non ammettono e’ che le cose sono molto diverse, la disoccupazione in alcune regioni e’ del 18%-22% in gran parte non educati con bassissime possibilita’ d’impiego.
Poi abbiamo il problema del debito, secondo ESA 2010 al 57% del PIL secondo i calcoli nazionali del 53%, di recente sai come hanno abbattuto il debito del 6% ? Hanno requisito i titoli di stato dai fondi pensionistici privati, poi li hanno cancellati. Ai fondi pensione hanno dato un titolo di credito per le future prestazioni che ovviamente non rientrano nel computo del debito.
Per far dventare appetitosi tali titoli agli investitori esteri vogliono tenere alto lo Zloty rispetto all’Euro…ma ne risente l’export che ovviamente crolla.
Ma l’ultima cosa che fanno e’ raccontare che sono alla canna del gas pure loro!

madmax
Scritto il 19 Maggio 2015 at 12:45

madmax,

Ciao John,
Posso commentare? Per quello che riguarda l’idrogeno non capiamo l’inerzia della tecnologia esistente! Prendi la corrente continua e la corrente alternata (quella che abbiamo oggi ed e’ piu’ efficace) Tesla fece il brevetto nel 1888 e da allora comincio’ la guerra delle correnti con Edison. Ebbene lo sai che negli US l’ultimo palazzo a corrente continua e’ stato decommissionato nel 2007!!! Roba da medioevo, secondo te la lobby del petrolio e i paesi produttori sarebbero contenti di prendere tutto e buttarlo?
Per questo comprano ed uccidono nuove tecnologie potenzialmente in competizione con il loro modello di business…ma non chiamiamolo progresso.

Per quello che rigurda l’Europa ti invito a riflettere, gli stati o le nazioni non esistevano per tanti secoli, Copernico dalla Polonia studiava in Italia, le corti Russe parlavano Francese, nobilta’ di tutta Europa erano imparentate, in Italia vie erano i Borboni (Francesi) l’impero Austroungarico mescolava di fatto tutti quelle popolazioni anacronisticamente le elites erano piu’ vicine di oggi.

Ancora oggi il modo di pensare ed il concetto di Stato Sociale in Europa (anche se lo stanno distruggendo) sono simili in molti paesi a parte gli anglosassoni, che ricordo erano tedeschi che vivevano in Bretannia, da qui capisci l’odio reciproco: fratelli coltelli si dice in Veneto.

Il problema e’ che prima in Europa abbiamo fatto circolare le monete ed i capitali, ed adesso che siamo in grado di paragonare salari, pensioni, prezzi e servizi invece di uniformarle al rialzo e creare un’Europa sociale cerchiamo di chiudere i greggi di nuovo nelle stalle per evitare il confronto.

Ma il problema e’ nato negli anni 70 quando si e’ deciso di trasformare il lavoro in commodity ovvero tutti possono fare tutto ed io il lavoro lo prendo dove costa meno, fu una precisa scelta politica per scimmiottare il liberismo, ecco quando e’ morto il modello Europeo, ma oggi potresti pensare 28 monete ed ogni frontiera cambiare i soldi come facevo negli anni 70 quando andavo in vacanza da studente?

Poi concordo con te che siamo diversi e che la diversita’ conta ma mi insegnano che la cooperazione alla fine da risultati maggiori della competizione dove alla fine uno vince ma tutti gli altri perdono!

john_ludd
Scritto il 19 Maggio 2015 at 14:49

madmax,

guarda quando si discute di euro sì/no si discute sul nulla in quanto l’euro c’è e la possibilità di smontarlo senza che questo sia gestito da chi lo ha creato è ZERO. Tuttavia giro il mondo, passando da un paese all’altro, a volte ho con me del contante (eur/usd), ma spesso no. Constato che dovunque trovo un ATM e cambio nella moneta locale al tasso del giorno con 2 euro di costi di commissione fissi, cioè quasi sempre meno di quanto ci lucra un cambio moneta locale. La moneta è elettronica, che ci siano 2 valute o 500 non cambia ormai nulla, bits che si muovono su cavi in rame e fibre ottiche, il dollaro è tuttora e saldamente al centro del sistema, averne un pò in tasca è per sicurezza; l’euro serve principalmente ai paesi più forti del centro/nord europa che in questo modo riducono il rischio cambio a zero e all’impero che controlla un continente presidiando un paio di luoghi strategici e non 50; ai cittadini dei paesi deboli piace avere dei marchi in tasca invece che lire o dracme ergo sono in maggioranza favorevoli, come ovvio. Sei a zero per mammona che gioca sul velluto da quanto abbiamo assunto la posizione eretta. Gran parte di quel che scrivo è teoria, belle parole per alcuni, utilità pratica ZERO. Il mondo è quel che hai là fuori, può non piacere, ma è così e l’inerzia che ci sta dietro è tale che le possibilità di cambiamento dal di dentro sono prossime allo zero. Siccome c’è anche il di fuori, ovviamente il discorso non finisce certo qua, ma siccome quel “di fuori” fa paura sia ai pro sistema che agli anti sistema (che quindi in realtà non lo sono), lo si ignora da ambo le parti perchè certi temi sono verboten, più tanquillizzante pensare che le cose o vanno bene così, oppure con un pò di sforzo e di fortuna si possono cambiare. Ex post una persona intelligente, colta e aperta trova mille e una ragione per articolare un plausibile quadro di assieme sul perchè siamo messi così qui e ora, ma non è in grado di articolare niente di organico e allo stesso tempo di praticabile per far cambiare la traiettoria in corsa a 7,5 miliardi persone. Quel che può fare però è continuare a diascuterne, che non fa male, ma senza eccedere, senza credere di avere scoperto chissà cosa, e occuparsi di quel che realisticamente può fare cioè deviare la PROPRIA traiettoria, separandola per quanto possibile da quella di una massa sterminata di animali ammaestrati (ma cambiarla in toto è impossibile).

stanziale
Scritto il 19 Maggio 2015 at 17:35

john_ludd@finanza,

Quanto mi piacciono questi commenti (ore 14.49)… alla fine non hai detto nulla, ma lo hai fatto benissimo!! (scherzo…)..questa volta, quando vai via, guarda di portarti dietro un portatile….

madmax
Scritto il 19 Maggio 2015 at 19:56

john_ludd@finanza,

John,
Mi piace la tua frase: far cambiare la traiettoria a 7.5 miliardi di persone….molto difficile.

Però una cosa deve far rifletterei che mentre 7.5 miliardi di persone (-1000) si scannano tra loro per il sogno capitalistico, le 1000 più ricche (grossomodo se volete fate le famiglie) detengono il 50% delle ricchezze del pianeta.

Per cui se questo fosse noto una persona ragionevole capirebbe subito l’imbroglio, ovvero che il banco capitalista (quei mille) vince sempre!

Mi piacciono queste discussioni filosofiche…sempre che il Capitano non ci butti fuori per eccessivo posting (ovvero postare troppo 🙂 )

john_ludd
Scritto il 19 Maggio 2015 at 22:38

madmax,

non vince sempre, anzi perde sempre. Il problema è che non perde abbastanza in fretta da permettere agli altri di uscirne con le ossa intatte. La testa di pietra di Ozymandias re dei re è là nel deserto a raccontarci che il potere sembra essere allettante e irresistibile ma in realtà dura poco. Con il tempo impareremo.

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