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In marzo le vendite di case nuove negli Stati Uniti sono crollate al passo più rapido da luglio 2013, segno che la domanda continua a essere molto altalenante, nonostante i tassi dei mutui bassi e la costante ripresa del mercato del lavoro. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio americano, il dato è sceso dell’11,4%, a 481.000 unità. A febbraio il dato si era attestato a 543.000 unità (dato rivisto al rialzo dalle 539.000 della prima stima).(America24)
Nulla di particolare la tendenza resta al rialzo, pur in presenza di prezzi ben oltre i massimi storici, lontana anni luce dai tempi d’oro dell’immobiliare che non verranno mai più raggiunti.
Nel frattempo in Europa il Pmi manifatturiero è sceso inaspettatamente ad aprile mentre in Cina l’attività manifatturiera è calata sui minimi di un anno. In entrambi i casi ciò dimostra un rallentamento delle due economie. Dai dati flash dell’indagine del PMI di aprile, la crescita dell’attività dell’eurozona è indietreggiata rispetto al record su 11 mesi di marzo. Tale rallentamento è legato all’indebolimento dei tassi di espansione di Francia e Germania.
La Francia è un elefante che sta per collassare in mezzo alla cristalleria europea!
Date un’occhiata al suo indice manifatturiero dopo che l’euro è stato svalutato del 22 %, il prezzo del petrolio dimezzato e il QE ha amplificato l’offerta di liquidità sui mercati…
…in contrazione perenne, sempre costantemente sotto i 50 punti!
Sulla scia degli indici manifatturieri PMI deboli provenienti da Europa e Asia, anche quello americano si è accodato, visto che secondo Markit è sceso a 54,2 nel mese di aprile contro le solite aspettative ottimistiche a 55,6 e il dato precedente di 55,7 la più marcata variazione negativa degli ultimi anni.
Tutto bene ovviamente sarà colpa della neve almeno sino ad estate inoltrata, mentre il petrolio effettua il più classico dei rimbalzi del gatto nero morto, arrivando a raggiungere il tetto.
E ora grazie a Paolo la conferma alle nostre analisi…
Il BigMac smentisce il mercato del lavoro Usa: i salari calano da anni
MILANO – Il mercato del lavoro americano non funziona. La dimostrazione – spiega uno studio dell’università di Princeton, citato dal New York Times – è nella mancata ridistribuzione della ricchezza. A prova del proprio teorema i professori dell’università californiana hanno utilizzato i “McSalari reali”, misurando lo stipendio con il numero di panini Big Mac che si possono acquistare. Un esercizio mutuato dal BigMac Index dell’Economist che misura il potere d’acquisto a livello globale in base al prezzo del popolare panino.
Secondo i risultati dello studio, il numero di panini che si possono acquistare col proprio stipendio è in continuo calo dall’inizio del millennio in tutto il mondo industrializzato: scendevano anche prima della crisi finanziaria e negli anni della grande crescita erano felici solo in pochi. Un dato che solleva un dilemma non indifferente, almeno negli Stati Uniti: se il mercato del lavoro davvero non è in grado di garantire salari sufficienti per vivere dignitosamente, il rischio è che la popolazione debba sempre più affidarsi all’assistenza pubblica. D’altra parte in una fase di stagnazione degli stipendi, saranno sempre più i cittadini che dovranno affidarsi alle cure dello Stato. Secondo il New York Times addirittura il 47% degli americani dipende dal sostegno del governo.
Nessuna novità per noi, rileggetevi il IL PIU’ GRANDE SUCCESSO DEL DOLLARO … solo un’ulteriore conferma che la svalutazione dei salari e la distruzione del potere di acquisto della classe media continua ovunque, salary deflation per eccelenza, la sintesi in un semplice grafico…
Nel frattempo ogni sell-off della qualità è un’occasione irripetibile!
Va tutto bene, tutto secondo i programmi, la rotta di Machiavelli è quella giusta!
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–La Francia è un elefante che sta per collassare in mezzo alla cristalleria europea! — Invece con la bilancia commerciale stanno di un benone http://it.tradingeconomics.com/france/balance-of-trade … quanto mi fa stramaledettamente incaz____ che paghino tassi d’interesse più bassi dei nostri e soprattutto che ridano alle nostre spalle.