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ARRIVEDERCI INFLAZIONE!

Scritto il alle 12:40 da icebergfinanza

Icebergfinanza, sempre e ovunque controcorrente, è stato il primo in assoluto in Italia a parlarvi di deflazione, di debt deflation in tempi non certo sospetti, era il lontano anno del Signore 2008!

Come spesso accade siamo stati …”nemi propheti in Patria”, circondati da una moltitudine di strilloni che vagheggiava quotidianamente il rischio inflattivo o addirittura iperinflattivo con a capo la banca centrale europea.

Mitica è la minaccia di inflazione galloppppante della coppia degli alesini volanti con il supporto del leggendario …

OSCAR GIANNINO E L’ INFLAZIONE GALLO…PPANTE

Bastava studiare la storia e soprattutto leggersi la DebtDeflation Theory of Great Depressions  di Fisher e la magistrale Financial Instability Hypothesis di Mynsky.

Noi di Icebergfinanza nel 2006 abbiamo studiato la dinamica della crisi giapponese nei minimi particolari e quella è diventata la nostra bussola!

The Holy Grail of Macroeconomics: Lessons from Japans

Oggi l’onda deflattiva è ovunque, ma soprattutto dove c’è inflazione sta accadendo l’inimmaginabile e a questo proposito non dimenticate le ultime visioni di Machiavelli.

Londra, 14 ottobre 2014. Il tasso di inflazione nel Regno Unito, misurato come indice dei prezzi al consumo, nel mese di settembre è diminuito dall’1,5% all’1,2%; si tratta del valore più basso mai registrato dal settembre del 2009, quando l’inflazione era all’1,1%. Mentre l’indice dei prezzi al dettaglio è diminutio dal 2,4% di agosto al 2,3%.

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Ma non è finita qui perchè…

Cina, inflazione settembre scivola a minimo da inizio 2010

PECHINO, 15 ottobre (Reuters) – L’indice dei prezzi al consumo in Cina è scivolato a settembre più del previsto portandosi vicino al minimo da inizio 2010, facendo aumentare i timori che la crescita globale possa rallentare rapidamente a meno che i governi non intraprendano ulteriori misure per rafforzare le proprie economie.

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Buona Consapevolezza e se volete aiutare qualcuno a comprendere cosa ci aspetta, condividete …

DEFLAZIONE DA DEBITI: COSA POTREBBE ACCADERE

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Chiunque volesse ricevere le ultime analisi può liberamente contribuire al nostro viaggio … cliccando qui sopra o sul banner in cima al blog o sul lato destro della pagina. Semplicemente Grazie

58 commenti Commenta
giobbe8871
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 13:55

Andrea Mazzalai, sei il più FORTE, the Best

giobbe8871
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 13:57

la Verità è figlia del Tempo

Dio te ne renda merito !

glare
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 13:59

1,6 è davvero basso per la Cina..speriamo tenga ancora un pò altrimenti si trascina dietro pure i paesi limitrofi del Sud est Asiatico, mi aspettavo un dato leggermente migliore…
Quale nazione rimane a Tirare la ripresa economica mondiale?

Prima credevo che la distribuzione dell’inflazione fosse a macchia di leopardo, comincio a credere che rimarranno 4-5 realtà su cui puntare e pure altamente rischiose..

giobbe8871
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 14:00

io vado a rileggermi la tua ultima analisi … anche se quelle cose le hai spiegate e previste molte volte

ghost1962
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 15:03

Leggerti è un privilegio…che ho sempre cercato di comunicare agli altri.
Chapeau alle tue analisi

kry
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 16:00

E’ più corretto trovarlo scritto qui. Kry Scrive:
16 ottobre 2014 alle 13:01
Penso che tra tutto quel che scende questa sia la notizia più rilevante. https://it.finance.yahoo.com/notizie/eurozona-linflazione-scende-ai-minimi-102142273.html ma noi qui di iceberfinanza di questo non ci meravigliamo. Grazie Andrea.

gnutim
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 16:09

ma non c’è uno short sull’inflazione? 🙂 🙂 🙂

kry
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 16:31

gnutim@finanza,

IL PETROLIO ? ( ormai si avvicina a quota 80 )

kry
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 17:39

I pagliacci san quel che fanno e meritano rispetto. Questi che cosa meritano …… https://it.finance.yahoo.com/notizie/wall-street-s-p-500-152300913.html

kry
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 18:20

gnutim@finanza,

Mi sa che anche il rame ti può aiutare a shortare l’inflazione. Siamo sotto i 3$ per la precisione a 2,97.

kry@finanza,

stanziale
Scritto il 16 Ottobre 2014 at 19:39

Be’, a riguardo di quello che scrisse Andrea nel post sulla deflazione
“Incominciamo per prima dall’analisi empirica e precisamente da uno studio uscito qualche anno fa ad opera della McKinsey dal titolo “Debt and deleveraging: The global credit bubble and its economic consequences”, il quale analizza 45 episodi storici di deleveraging accaduti in alcuni settori delle 10 principali economie occidentali e 4 relative ai Paesi emergenti.
Il risultato è che in 23 episodi la crisi si risolse con una crescita futura del debito inferiore a quella del Pil, attraverso un calo del debito in termini nominali, in 12 episodi vi fu un aumento nominale della crescita attraverso la creazione di inflazione, la quale riduce il rapporto debito/crescita economica, in 7 episodi la contrazione del debito avvenne ad opera di fallimenti generalizzati pubblici e privati e solo in tre casi l’economia mostrò un livello di crescita in grado di far diminuire il rapporto debito/PIL.
Purtroppo, al momento attuale l’evidenza sembra far propendere tutto verso la terza ipotesi, ovvero la contrazione del debito attraverso fallimenti generalizzati o ristrutturazione del debito. Opzione confermata anche da Reinhart e Rogoff, due dei massimi esperti di crisi di debito al mondo, capaci di analizzare ben 800 anni di storia.”
direi che forse ci siamo! il calo delle borse di questi giorni sembrerebbe annunciare qualcosa: qualche bel fallimento? Quindi mi domando: qualche bel fallimento e conseguente ulteriore e piu’ grave crisi, non potrebbe far cambiare idea ai nostri attori, e farli decidere a mettere i soldi finalmente nelle tasche giuste, quelle della gente, onde con l’inflazione, diminuire il debito (come appunto e’ accaduto molte volte?). Insomma un cambio di linea in corsa….

kry
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 00:19

stanziale@finanza,

Stanziale, guarda che il titolo del post dice ARRIVEDERCI inflazione e non addio. Per cui arriverà anche per lei il suo turno. Quando ? http://ugobardi.blogspot.it/2014/10/il-picco-del-petrolio-e-qui-il-punto-di.html#comment-form

aorlansky60
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 10:41

La prova dei fatti esposta da Andrea MAZZALAI non solo con parole e opinione personale ma sopratutto con solidi dati correlati (come i grafici da dati uff.li che ha esposto nel suo ultimo intervento, che capirebbe chiunque, ma il discorso si estende per molti altri suoi interventi del passato, per quanto mi riguarda) parlino da soli circa la sua onestà intellettuale prima di tutto e successivamente circa la sua serietà personale.

È da tempo che lo seguo leggendo i suoi scritti, almeno dal 2012; dapprima mi sembrava essere il classico Giovanni Battista che predica e urla nel deserto cercando di trasmettere la verità, quando la maggioparte delle altre opinioni propendeva per sentieri diversi, quasi opposti ai suoi; nel proseguo mi stò accorgendo della differenza che passa tra verità confutata da dati oggettivi rispetto alle opinioni promosse solo da chiacchiere per di più nemmeno troppo autorevoli nonostante le bocche da cui escono farebbe pensare il contrario : questo purtroppo è uno dei problemi del ns paese -ma forse non solo- cioè che la grande massa di gente solitamente poco informata tende a credere a chi propone loro una dialettica verbale forbita che li anestetizza e li incanta, anzichè fare uno sforzo nel tentare di far funzionare il proprio cervello appena di quel tanto in più che basterebbe per rendersi conto della realtà.

fabio.quarchioni
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 10:44

Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché la BCE, che tra i suoi compiti istituzionali dovrebbe avere quello di tenere l’inflazione intorno al 2%, non emette moneta per realizzare questo obiettivo… i crauti hanno il potere di impedire anche questo ???

kry
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 10:59

aorlansky60:
….. questo purtroppo è uno dei problemi del ns paese -ma forse non solo- cioè che la grande massa di gente solitamente poco informata tende a credere a chi propone loro una dialettica verbale forbita che li anestetizza e li incanta, anzichè fare uno sforzo nel tentare di far funzionare il proprio cervello appena di quel tanto in più che basterebbe per rendersi conto della realtà.

Una dalettica verbale forbita ???? Caspita mi son perso, ed io che pensavo di essere nel paese dove un ministro dice SAPEVATELO ed i cittadini contenti e sorridenti l’imitano ( come dei pappagalli ). A poi visto che ci sono mi sfogo. Ieri Andrea chiedeva di condividere e girando per internet mi sono imbattuto nella notizia di chi in fila da anche 6/7 ore per comprare l’ultima novità tecnologica veniva preso di mira con uova e farina. Adesso mi assilla il dubbio con chi potrei condividere con chi stava in fila o con chi era comunque incivile ( nella protesta ).

kry
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 11:16

quesalid@finanza,

Grazie. L’ho letto e mi sarebbe piaciuto dire meglio tardi che mai. A mio avviso sono stati troppo buoni per cui mi limito a pensare con un ” piuttosto di niente …. e sempre mal’ informazione è “. Per esempio non ci dicono con un dato oggettivo che l’italia paga il doppio d’interesse rispetto ai francesi. Noi il 2,6% loro 1,3% e perche? Perchè il mercato decide così ? Non mi sembra che Hollande sia poi tanto meglio di renzi anzi ….

aorlansky60
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 11:17

quesalid@finanza: Ora anche sulla stampa mainstream (il Sole 24 Ore)http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-10-16/benvenuta-francia-la-tempesta-borsa-spread-dice-che-sei-dei-piigs-e-che-fai-piu-paura-italia–185409.shtml?uuid=ABHOlv3B

Se la Francia può far più paura dell’Italia lo si può intendere da questi numeri :

– il suo ultimo dato uff.le di deb pubbl ha per la prima volta nella sua storia sfondato il livello di 2 bilions €
(non troppo lontano dal ns che si pone a 2,2 bilions €)

– il suo rapporto def/pil è attualmente > 4% con la prospettiva a rientrare nei termini stabiliti da Mastricht e Bruxelles solo nel 2017 (sotto questo profilo noi andiamo assai meglio, attualmente rapp 2,3%)

– il risparmio privato dei suoi 60 milioni di cittadini non è equiparabile a quello degli italiani

…ma sopratutto oltre a questo, ciò che incute più timore sia a Bruxelles che ai mercati finaziari in prospettiva futura :

la possibile salita del front nationale de la droite alle prossime elezioni presidenziali.

veleno50
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 11:55

quesalid@finanza,

kry@finanza,

Solitamente come appaiono le prime nuvole portatrici di tempesta ,si cerca un riparo (GERMANIA) però appena torna una parvenza di bel tempo si ritorna all’aria aperta ( Italia) non drammatizziamo per un temporale.Secondo me in Francia lo spread è inferiore perchè hanno un tessuto industriale,alimentare,turistico,vinicolo ,,ristorazione,alta moda a parte l’industriale sono imbattibili .I francesi sono un popolo che guarda e stima solo se stesso,mentre noi sempre o pro pinco o pro pallino,siamo un’ italietta,ci meniamo tutti i giorni nei coglioni si legge e si vede anche nei commenti in questo blog ci meniamo sempre più forte, ma dove vogliamo andare? è sconfortante a volte leggere certi commenti sembrate un popolo di depressi,l’ottimismo è una parola sconosciuta nel vostro vocabolario .buona giornata a tutti

kry
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 12:24

veleno50@finanza,

Grazie Veleno mi hai messo di buon umore. Adesso posso mangiare con più appetito. Buon pranzo anche a te. Ciao.

aorlansky60
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 13:16

In pratica i francesi raccolgono dai mercati più fiducia rispetto agli italiani, ne consegue che pagano meno interesse per finanziare il proprio debito, anche se i loro numeri economici uff.li ormai non sono più così distanti dai nostri. Lontani i tempi pre crisi quando il loro rapp deb/pil era al 62% contro il 105% del nostro. Adesso anche loro sono pericolosamente vicini al 100% .

Concordo circa quanto appena detto da Veleno sui francesi; se esiste un popolo nazionalista iper-auto protettivo per se stesso e per i propri interessi, pubblici o privati che siano, beh questi sono loro, anche più accesi e convinti degli anglosassoni sotto questo aspetto, sul quale noi italiani siamo ancora ben lontani : si chiama coesione e compattezza d’insieme nel vedere e considerare un modello di sviluppo, la risposta che spiega il motivo per il quale (duole dirlo, ma tant’è) siamo sempre storicamente in ritardo rispetto non solo a Francesi ma anche verso Inglesi e Tedeschi.

Vi faccio solo un esempio : i ns magistrati stanno letteralmente scaravoltando ENI per una faccenda da pochi milioni di € (di presunte tangenti estere) rispetto a ricavi da miliardi di € della ns società numero 1 in Italia; ebbene, fosse accaduta la stessa cosa per una delle loro di pari entità paragonabile a ENI, non si sarebbero nemmeno sognati di farlo.

alessandroecristina
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 14:01

Il futuro prossimo venturo che ci aspetta..se riuscite a non vomitare merita leggerlo tutto..http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=308407:a-scuola-di-perdizione&catid=83:free&Itemid=100021

glare
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 17:00

veleno50@finanza,

le tue parole Veleno sono molto molto sagge..sei sempre un inguaribile ottimista..ma forse non è un male così grave in un paese come il Nostro.

fabio.quarchioni@finanza,

Cosa è successo Ieri..? In pratica Mr. Draghi ha creato dal nulla 12 Mld e li ha inoculati nelle Banche Greche più rischiose quindi si la Bce è in grado di creare moneta dal nulla..e di drogare il mercato e il malato terminale.
Oggi i mercati stanno festeggiando credendo che Draghi presto tirerà fuori Il Bazzoka Q.E con un colpo in canna da 400 Mld per tutta l’Ue ma non solo comprerà pure obbligazioni e azioni..in stile Babbo natale è tornato.

La situazione europea è una condizione molto particolare, alti debiti pubblici e privati, moneta forte e non facilmente svalutabile, alta disoccupazione e inoccupazione, popolazione anziana e forte welfare, bassa domanda, alta offerta…etc.
L’europa è insomma un vecchietto che vive dei suoi risparmi, ha un tumore ai polmoni che lo sta consumando e l’unico modo per sopravvivere è respirare ossigeno (soldi)..tuttavia maggiore ossigeno entra in circolo, più velocemente il tumure si espande provocando rapidamente la scomparsa del vecchietto..

Bisogna quindi fare attenzione in questa fase, perchè come al solito non tutto ciò che luccica è oro.
Cmq vada anche con un Qe l’inflazione europea non andrà mai al 2% perchè sono in grado di inflazionare contemporaneamente sia la Cina che gli Usa e noi in ordine siamo la 3° potenza al mondo; inoltre la vera deflazione europea è dello 0,7% quindi si dovrebbero creare almeno 380 Mld nei prossimi 6 mesi..cosa che reputo altamente improbabile a causa della Bce e della Destra tedesca.

kry
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 17:15

glare@finanza,

Pur con dati contrastanti se guardiamo alla bilancia commerciale la UE risulterebbe la prima potenza al mondo e con un attivo di circa 150 miliardi concordo che € non è facilmente svalutabile. http://www.businesspeople.it/Business/Economia/La-bilancia-commerciale-premia-l-Europa-surplus-in-crescita-_66925

quesalid
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 17:26

…e per quanto riguarda la Germania…..

http://www.zerohedge.com/news/2014-10-17/handelsblatt-four-german-banks-brink

….ma tutti aspettano al varco il cinghialone….

glare
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 17:38

kry@finanza,

In ordine circa:

17600 Mld di $ Gdp Cina
17400 Mld di $ Gdp Usa
14100 Mld di $ Gdp Ue a 26

Dati CIA..se poi si devono considerare anche droga, prostituzione e mafie allora diventa un bel problema..
La bilancia commerciale indica i paesi con maggiore propensione all’export e alla produzione di beni e servizi, ma presto anche in questo ci supererà la Cina.

kry
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 17:41

glare@finanza,

Per caso sai dei 17400 degli usa quanti provengono dal settore petrolifero e indotto. Grazie.

stanziale
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 18:12

alessandroecristina@finanza,

Letto…cosi’ come l’articolo sul MDB, a destra…ed un mio amico mi gira regolarmente alcuni articoli di Blondet, molto preoccupante l’ultimo sugli Usa. E non e’ che aurorasito scriva cose diverse…Usa/nwo contro resto del mondo, pare.

glare
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 18:17

kry@finanza,

Dallo Shale abbiamo che la crescità è stata nel solo 2013 pari a

in North Dakota 9.7%,
Wyoming 7.6%,
West Virginia 5.1%,
Oklahoma 4.2% and
Idaho 4.1%

mentre per il tradizionale abbiamo,

Alaska – 2.5% (due to declining oil output in the North Slope),
District of Columbia – 0.5%
Texas 3,7%

1. North Dakota

> GDP growth: 9.7%
> 2013 GDP: $56.3 billion (5th lowest)
> 1-yr. population change: 3.1% (the highest)
> 2013 unemployment: 2.9% (the lowest)

North Dakota has been the fastest growing state in the nation every year since 2010. In fact, the state’s GDP grew by 9.7% last year after it already grew by a stratospheric 20% in 2012 alone. The state’s oil boom, driven by hydraulic fracturing — or fracking — in the Bakken shale formation, has been responsible for much of this growth. Last year, mining directly contributed 3.6 percentage points to the state’s growth rate. Other growing industries, such as real estate and construction, have also contributed to the state’s growth. State residents have benefited from this growth. The state’s unemployment rate as of last year was just 2.9%, the lowest in the nation, while home prices were up nearly 28% over the past five years, also better than any other state.

2. Wyoming

> GDP growth: 7.6%
> 2013 GDP: $45.4 billion (2nd lowest)
> 1-yr. population change: 1.0% (11th highest)
> 2013 unemployment: 4.6% (6th lowest)

Wyoming’s economy grew by 7.6% in 2013, just one year after its economy experienced the worst contraction in the nation. The fact that growth rates in Wyoming may be somewhat volatile should not come as a surprise. The state was the nation’s least populous last year, with slightly less than 583,000 residents.. Additionally, the state is highly dependent on the fortunes of the mining sector. Last year, 37% of Wyoming’s total output came from mining, the most of any state. The state’s budget is also highly dependent on taxes from resource extraction. Mining alone accounted for 6.2 percentage points of the state’s 7.6% growth in 2013. Wyoming leads the U.S. in coal production, and all eight of the nation’s largest mines are in Wyoming’s Powder River Basin, according to the EIA. Wyoming is also among the largest states for natural gas production.

3. West Virginia

> GDP growth: 5.1%
> 2013 GDP: $74.0 billion (12th lowest)
> 1-yr. population change: -0.1% (the lowest)
> 2013 unemployment: 6.5% (18th lowest)

After shrinking by 1.4% in 2012, West Virginia’s economy grew by 5.1% last year, more than all but two other states. While West Virginia is well-known as one of the nation’s largest coal miners, the state is also a burgeoning source of natural gas. According to a report by the Bureau of Business & Economic Research at West Virginia University, the state’s coal production is expected to decline in the coming years, while natural gas production has risen dramatically and is expected to continue to grow. However, outside the mining sector, the state had little in the way of growth. Last year’s 5.1% rise in GDP was driven largely by the mining sector, which added 5.5 percentage points to GDP growth, meaning, on balance, the state actually contracted outside the sector. By one measure, West Virginia is among the poorest states in the nation. The median household income in the state was just $40,196 in 2012, lower than in all but two other states.

MORE: America’s most profitable products

4. Oklahoma

> GDP growth: 4.2%
> 2013 GDP: $182.1 billion (22nd lowest)
> 1-yr. population change: 0.9% (17th highest)
> 2013 unemployment: 5.4% (11th lowest)

Oklahoma has been one of the nation’s fastest growing states in the last three years, with its GDP rising 3.4%, 3.0% and 4.2% in 2011, 2012 and 2013, respectively. Mining is a key part of Oklahoma’s economy, accounting for 15% of the state’s output and more than half of its GDP growth last year. Specifically, Oklahoma is among the nation’s leaders in oil and natural gas production. Also, Cushing, Oklahoma, is one of the nation’s largest oil hubs and a key delivery point — much of the nation’s oil is stored, priced, and blended in Cushing. In 2013, the average unemployment rate in Oklahoma was just 5.4%, versus 7.4% nationwide. Additionally, home prices at the end of last year were up 7.9% in the past five years, among the highest increases nationwide over that time and above the 4.1% gain nationally.

5. Idaho

> GDP growth: 4.1%
> 2013 GDP: $62.2 billion (9th lowest)
> 1-yr. population change: 1.0% (12th highest)
> 2013 unemployment: 6.2% (15th lowest)

In parole povere lo Shale ha prodotto un incremento nel solo 2013 del 2,5% medio sull’intero Gdp di 16800$ => 420 Mld di dollari

A Questo devi aggiungere che il Gdp ricavabile dal tradizionale in Texas è (680 Mld di $ circa il 45% dei 1500 Mld totali) e Alaska pari a altri 50 Mld di $ circa

Il totale dal tradizionale è => 730 Mld di $ pari a 4,4 % dell’intero Gdp Usa

Il totale dal settore petrolifero è

730+420=>1150 Mld di $ circa pari a circa 6,6% dell’intero prodotto interno lordo DAL SOLO GREGGIO ma questa percentuale non tiene conto dei prodotti secondari nè I RICAVI LEGATI ALLA LAVORAZIONE, ALLA DISTILLAZIONE..

stanziale
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 18:20

fabio.quarchioni@finanza,

bella domanda, la risposta purtroppo e’ che sono tutti d’accordo a deflazionare, per arrivare alle famose riforme, cioe’ la svalutazione dei salari, precarizzazione e l’uomo ridotto a merce….
@glare- non sapevo che Draghi ha sganciato 12 mld per le banche greche, ma ti credo sulla fiducia….chiaramente il 18% e’ tanto per cambiare a nostro carico, per tenere in piedi l’euro mostro che ci dissangua, vittime(noi) e carnefici(nord europa).

kry
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 18:25

glare@finanza,

Ti ringrazio molto per la risposta e tra l’altro celere. A spanne se per tutto il terzo trimestre il petrolio quota tra gli 80 e 85 per gli usa è recessione certa.

glare
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 18:39

kry@finanza,

Allora oggi siamo con questa produzione giornaliera..

Arabia Saudita 9,8 milioni,
Russia 10 milioni
Usa 8,8 milioni di barili al giorno -> target previsto 9,1 entro fine anno

questo significa che se non vi saranno Q.E pesanti il petrolio potrà solo scendere verso quota 78 come avevo detto ieri..ma comincio a credere che gli Usa faranno una 4° iniezione perchè sono in difficoltà e questo potrebbe spingere di nuovo il petrolio verso quota 90-95 nei prossimi due trimestri, per ora bisogna stare alla finestra per capire gli andamenti…

magari tornasse John..

glare
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 18:44

stanziale@finanza,

si l’ho saputo ieri nel tardo pomeriggio e oggi Atene 😉 ..+7,21%, peccato essere squattrinato sarebbe davvero divertente speculare con un portafoglio a 6 zeri…oggi era come la pubblicità del gratta e vinci..

davide74
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 19:07

alessandroecristina@finanza,

mi sfugge il nesso con la deflazione

glare
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 19:22

Kry@finanza,

Ps
Dalla sola produzione di barili si otterrebero questi valoril:

Arabia Saudita 310 su Gdp è 745 Mld di $ pari a 41%
Russia 304 su Gdp di 2100 Mld di $ pari al 14,4%
Usa 273 su Gdp di 17400 Mld di $ pari a 1,6% (mentre dai calcoli precedenti abbiamo visto che siamo sul 6,6%)
.. la differenza ti dovrebbe aiutare a valutare il peso e l’influenza delle compagnie petrolifere Americane nel Mondo.

Buona serata a tutti

veleno50
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 19:26

Tornato per il week end il solleone

dorf001
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 20:17

kry@finanza,

dai kry ti dò un’altra bella notizia. su anatocismo bancario. ci voleva proprio questa roba!

senti cosa ha fatto il tuo amichetto matteino. il genio.

Anatocismo: anche il governo Renzi, con il d.l. 91/2014 che reintroduce l’anatocismo bancario, legittimando la produzione di interessi su interessi con periodicita’ un anno, diventa cameriere dei banchieri

I PRECEDENTI ‘SALVABANCHE’ TUTTI ANNULLATI DA CONSULTA.

Nelle misure per la ‘crescita economica’ del D.L. n.91, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, come tutti i governi che lo hanno preceduto dal 1999, il Governo di Matteo Renzi non poteva sottrarsi al ruolo di fedele cameriere dei banchieri con la reintroduzione dell’anatocismo bancario, cancellato dal decine di sentenze di Cassazione negli anni novanta e perfino dalla Corte Costituzionale, per consentire la ‘Crescita’ degli interessi – spesso usurari- delle banche, a danno di consumatori, piccole e medie imprese e delle famiglie gia’ strozzate da tassi di interessi molto elevati e ben superiori alla media UE.

ma biosnga leggere fino in fondo. qui : http://www.agi.it/icita-un-anno-diventa-cameriere-dei-banchieri

di’ la verità. sono bravi eh…….quanto ci vogliono bene i nostri politici.

purtroppo finchè c’è gente che li vota, saremo sempre nella m…..fino al collo.

come diceva quello?

buona consapevolezza a tutti.

by DORF

kry
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 21:10

dorf001@finanza,

Che dici ci facciamo sopra un …. referendum. Forse no altrimenti la consulta si ritroverebbe con degli straordinari da fare.

stanziale
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 21:54

kry@finanza,

lasciali fare i magistrati, non hanno tempo da perdere, sono gia’ troppo impegnati a…screditare l’italia http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2014/10/17/FINMECCANICA-Gli-errori-della-giustizia-che-preoccupano-Eni-Saipem-e-Ilva/542628/

kry
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 22:03

stanziale@finanza,

Sian forti in italia. Bisognerebbe spedirne alcuni in germania, mentre in cina si potrebbero spedire un pò di sindacalisti.

signor pomata
Scritto il 17 Ottobre 2014 at 22:08

Ragazzi che bisca che è diventato il mercato, le obbligazioni venezuelane le hanno trattate tipo opzioni….-20 +20 in un amen…..fantastici.
Ma in mezzo a tutto questo marasma rivado a vedere a quanto stanno le obbligazioni telefonica 2033 e le ritrovo a 140……il ME COJONI me scappato, non hanno fatto manco mezzo punto anzi…….rendono meno dei titoli di stato americani.
Per rimarrà sempre un mistero.
Ieri fatto toccata e fuga su eni e fineco….vendute oggi e portato a casa la pagnotta ……questo periodo non ho voglia di starmi a stressare con la borsa……troppo manipolata……e non sono un tipo che gli piace l” azzardo spudorato……se voglio azzardare vado alla snai.
Un saluto a tutti e un abbraccio a andrea.
Buon fine settimana a tutti.

dorf001
Scritto il 18 Ottobre 2014 at 00:40

kry@finanza,

hei avete detto che non si può fare sto referendum. siete proprio ma proprio sicuri? leggi sotto.

botta e risposta tra salvini e grillo.

salvini : il referendum x uscire dall’euro non si può fare. la costituzione lo impedisce.

grillo : Il referendum consultivo per uscire dall’euro si può fare. Per poterlo indire è necessario approvare una legge costituzionale “ad hoc” come già avvenuto nel 1989 quando si richiese agli italiani se volevano dare o meno facoltà costituente all’Unione Europea:
“Il referendum consultivo del 1989 in Italia si è tenuto il 18 giugno 1989, contestualmente alle elezioni europee del 1989, per sentire il parere popolare sul conferimento o meno di un mandato costituente al Parlamento europeo eletto nella stessa occasione. Poiché la Costituzione della Repubblica Italiana prevede solo due tipi di referendum, quello abrogativo e quello confermativo per quel che riguarda la procedura di revisione costituzionale, per poter indire un referendum consultivo si è dovuto procedere approvando ad hoc la legge costituzionale 3 aprile 1989.” da Wikipedia
La legge costituzionale per indire il referendum sarà presentata agli italiani sotto forma di legge di iniziativa popolare. Per poterla depositare in Parlamento è necessario raccogliere almeno 50.000 firme in sei mesi. Una volta depositata, presumibilmente a maggio 2015, i portavoce del M5S alla Camera e al Senato si faranno carico di presentarla in Parlamento per la discussione in Aula. Approvata la legge costituzionale ad hoc che indice il referendum, considerando i tempi di passaggio tra le due Camere, a dicembre 2015 gli italiani potranno andare alle urne ed esprimere la loro volontà sull’uscita dall’euro con il referendum consultivo.
A partire da novembre inizieremo a raccogliere le firme per la legge di iniziativa popolare per indire il referendum. Abbiamo bisogno del maggior numero di firme possibile per non lasciar alcun alibi a questi portaordini della Merkel e della BCE capeggiati da Renzie. Gli italiani devono poter decidere se vogliono morire con l’euro in mano oppure vivere e riprendersi la propria sovranità.

e adesso come la mettiamo? certo che i tempi sono lunghi. non abbimao tutto quel tempo.

o come dici tu kry, ce ne freghiamo e andiamo fuori di botto dall’euro e da questa europa.

bisogna liberarci da tutti questi tratati capestro. votati con tanta gioia dal pd, insime ai suoi amichetti del pdl e dei montiani.

by DORF

madmax
Scritto il 18 Ottobre 2014 at 09:00

Buongiorno a tutti,
Un piccolo commento quando sui mercati si cominciano a vedere un giorno dei -3% ed il giorno dopo un +3% non c’e’ da stare allegri perche’ e’ sintomo di grande instabilita’ e mostra il fatto che gli operatori non sanno che pesci pigliare.
Il discorso ovviamente non vale solo per l’Italia ma anche per tutti gli altri mercati.
Saluti a tutti

laforzamotrice
Scritto il 18 Ottobre 2014 at 10:01

Il capitalismo vero non si basa sul denaro, ma sul consumo; infatti è solo grazie ad esso che il sistema funziona; occorrono merci e servizi per soddisfare il consumatore, e per farlo occorre lavorare, sia per progettarle e produrle che per distribuirle e gestirle. Tutto ciò crea obbligatoriamente posti di lavoro, quindi reddito, che si trasforma in altro consumo e il ciclo virtuoso ricomincia. (Vero, c’è il problema della gestione delle risorse, ma è un’altro argomento).
http://www.laforzamotrice.it

Solito problema, anche qui i più sono interessati alla finanza che al lavoro e alla produzione. L’ottimo capitano (sempre chapeau) naviga e ci guida magistralmente e inconpevolmente in questo mare, ma è un mare che non porta ricchezza reale, ma solo speculazione e miseria e forse anche peggio.

veleno50@finanza,

Veleno, l’ottimismo è una bella cosa, e può fare la differenza in alcuni casi, ma se stai andando verso il precipizio, ti conviene cercare di cambiare strada anzichè sperare di non farti male cadendo. E noi ormai siamo di schiena sull’orlo dell’abisso, e il “non più un passo indietro” non è dettato dall’orgoglio.

Longobardo
Scritto il 18 Ottobre 2014 at 13:28

veleno50@finanza,

Sì ma le previsioni dicono che durerà poco… http://icebergfinanza.finanza.com/wp-includes/images/smilies/icon_lol.gif Inoltre il caldo fuori stagione è foriero di cattivi presagi http://icebergfinanza.finanza.com/wp-includes/images/smilies/icon_mad.gif

dorf001
Scritto il 18 Ottobre 2014 at 15:51

laforzamotrice@finanza,

hai ragione, ma ti manca un pezzo nel tuo ragionamento. quando parli di merci e servizi e consumismo. hai mai sentito la parola “obsolescenza programmata”?

te lo spiego subito. le merci sono programmate per rompersi dopo un tot di tempo. chi le fabbrica vuole che durino poco, ma tu utente non te ne devi accorgere, ok? cosicchè tu continui a cambiare e buttar via roba. e dopo dovrai ricomprarla. hai capito? questo giochino, come al solito lo hanno inventato gli americani. e noi coglionazzi tutti a corrergli dietro.

monti adora questo sistema, lo ha detto. e quindi tutti gli altri lo seguono, parlo del pd e pdl.

poi hanno inventato un modo perchè gli oggetti non siano riparabili dagli utenti. cosi’ ti tocca portarlo al centro riparazioni. anzi no, ti conviene ricomprarlo. e cosi’ caro mio si creano montagne di scarto. dove pensi che le buttino tutte ste robe? lo sai quanto mega inquinamento fanno? lo sai quante risorse ed eenrgia che si spreca? tu te lo sei dimenticato eh!!!

beh fai male. come dice john ludd ci sarà una crisi energetica da paura. allora si’ saranno cazzi amari.

in più ti dimetichi che i banchieri creano denaro dal nulla. come una magia. anche la tua banca, la mia, quella di tutti noi. come possno creare e prestare denaro che non esiste? quindi tutte le sofferenze bancarie sono bugie. è denaro non rientrato. ma se tu banca non lo hai mai stampato, di che ti lamenti?? tu mi dai zero, ti ritorna zero.

solo che loro vorrebbero sempre foterti. la bella finanza, questo è. tutto un bluff.

prestano denaro che non hanno. guarda la BCE che si inventa dal nulla 3.000 miliardi e li regala alle banche fallite. mi pare che il punto sia semplice.

poi sei bombardato dall stupida pubblicità che ti obbliga a comperare, comperare, come fossi un cretino. e la gente lo fà. ora un pochettino di meno. è tutto un grande bluff. un grande inganno. pillola rossa o pillola blu?

sta a te decidere di svegliarti. questo non è il mondo ideale. è una grande mega porcata.

a cui la gente tutta o quasi, partecipa. si può uscirne dal gioco. basta volerlo.

loro, chi comanda, ha una paura fottuta della decrescita. sai quella di PALLANTE. loro vedono e vogliono crescita infinita. alle stelle.

embè ma è impossibile. il pianeta terra sta portando il conto. è stufo di farsi sfruttare e saccheggiare, ed ora ce la fà pagare. vedi terremoti, tifoni, uragani, ecc ecc.

si, siamo come wil coyote, che corre dietro a bip bip. però è il coyote che fà un salto brutale giù nel burrone. ecco, noi tutti siamo li’. ad 1 metro dal burrone.

come dice quello: buona consapevolezza a tutti.

by DORF

Longobardo
Scritto il 18 Ottobre 2014 at 17:43

dorf001@finanza,

Dorf, che non ti senta il bomba mi raccomando!! L’imperativo è SPENDERE!! A cosa dovrebbe servire altrimenti il TFR in busta paga se non a far comprare porcheria inutile? Una cosa vergognosa che produrrà in futuro effetti nefasti, altro che ottimismo…. La liquidazione era un risparmio “forzato” assolutamente necessario poichè la gente è per la maggior parte povera (di intelletto) e non è capace a risparmiare. Poi ovvio che anch’io sarei favorevole a prendermeli subito: MA SENZA SPENDERLI!!!! Bisogna riscoprire il piacere di aggiustarsi da soli ciò che si rompe. Ti faccio un esempio: il mese scorso il mio vecchio frigorifero ha smesso di funzionare. Ebbene, tramite un veloce ricerca su internet ho capito quale poteva essere il guasto e il sistema per ripararlo. Con 20 euro (il costo del termostato che ho sostituito) ho un frigo che presumibilmente farà il suo dovere ancora per diversi anni! Il portafoglio (peraltro vuoto) mi ha ringraziato e in più io ci ho guadagnato in autostima 😉 Senza contare che ho fatto anche guadagnare qualcosina al negozietto di ricambi (a conduzione familiare).

dorf001
Scritto il 18 Ottobre 2014 at 19:55

Longobardo,

bravo, continua cosi’. mi posso permettere di darti una dritta? visto che vuoi fare con le tue manine. c’è un prodotto, un qualcosa che puoi costruire da solo con pochi soldi; che ti farà risparmiare tanti soldi.

N.B. non dirlo all’ebete di firenze però.

io non sò se funziona perfettamente, non è il mio campo. cmq leggi e poi vedi. mai sentito parlare dela bobina bac? dervia dagli studi di TESLA.

insomma se fosse tutto vero, questa è una roba nuova, che non ti dirà mai e poi mai la tv infame, ti può far risparmiare anche o più del 25% sul consumo di benzina. oppure sul consumo di gas della tua caldaia, e anche sul consumo di acqua. te la costruisci da solo, se ne capisci qualcosa.

qui il link : http://ecocreando.weebly.com/bobina-tesla-bac—free-energy—magnetizza-e-risparmia—-acqua—carburante—corrente.html

by DORF

Longobardo
Scritto il 18 Ottobre 2014 at 21:50

dorf001@finanza,

Sembra interessante! In effetti sono parecchie le invenzioni che già adesso potrebbero migliorare la qualità della nostra vita e renderci con ogni probabilità anche indipendenti (o quasi) dalle fonti di energia non rinnovabili. Ma come ben sappiamo queste cose vengono sempre metodicamente taciute dai media. Idee spesso geniali che non vengono minimamente prese in considerazione e anzi, spesso ostacolate con ogni mezzo. I motivi sono abbastanza ovvi: cosa potrebbe succedere se il popolino prendesse coscienza del fatto che si può vivere meglio spendendo anche molto meno?

dorf001
Scritto il 19 Ottobre 2014 at 00:09

Longobardo,

esatto! mai far sapere al popolo che si può vivere meglio con meno spese da affrontare.

vedi la vita moderna, come ce l’hanno fatta inculcare e accettare, si fonda su 3 assiomi. che sono questi : produci, consuma, crepa. produci, consuma, crepa.

però si può vivere meglio lavorare meno, lavorare tutti, risparmiando un sacco di energia, essere del tutto indipendenti energeticamente.

ma x far questo si può fare solo con piccole comunità. non in grande. anche perchè non te lo permetteranno mai!!!

troppi businesss in ballo. poi gli tocca morire alle multinazionali.

ora tanto x fare un esempio. renzino vuol tagliare su tutto. e punta pure sullla sanità.

sai che figata una sanità all’americana? dove devi pagarti tutto? i poveri possono solo morire e basta!!! non avendo nemmeno una lira x pagare le cure.

sai chi è vero big pharma! sono le 10 compagnie più grandi al mondo farmaceutiche. tu non hai idea di quanti interessi ci sono sotto.

loro non volgino che tu ti curi bene, ma soprattutto hanno il terrore che tu diventi sano. perchè poi perdono la loro gallina dalle uova d’oro.

il loro obiettivo è che tu sia sempre malaticcio. no grave, ma malaticcio. cosi’ pere tutta la vita prendi le loro pastigliette. cosicchè loro faranno affari d’oro. che paghi tu di tasca tua, o che paghi lo stato, se ne fottono. basta che qualcuno paghi.

ma io avrei un sistema x metterlo in culo a loro e anche al suo amichetto renzi.

se io ti faccio restare sano a vita, o x molto tempo, e cosi’ non vai mai in ospedale, loro schiatteranno dalla rabbia. uno sano cosa gli fai? non puoi darmi la pillolina. quindi niente guadagno.

loro vivono di monopoli. se perdono quello, son morti.

te lo dirò la prossima volta il trucco.

by DORF

ilcuculo
Scritto il 19 Ottobre 2014 at 14:20

Chiunque studi l’economia monetaria internazionale conosce bene la Legge di Dornbusch: «La crisi ci mette molto più tempo ad arrivare di quanto pensavate, e poi si svolge molto più in fretta di quanto avreste pensato» (lo disse in un’intervista, nel 1997, il compianto economista tedesco Rudi Dornbusch). E con l’ultima crisi dell’euro è successo esattamente questo. Fino a poco tempo fa gli austeriani che dettano la politica macroeconomica della zona euro andavano in giro tutti tronfi a cantar vittoria per una modesta risalita della crescita. Poi l’inflazione è precipitata e l’economia dell’Eurozona ha cominciato a incepparsi, e tutti, cosa probabilmente più importante, sono andati a riguardarsi i fondamentali e si sono resi conto che la situazione rimaneva molto seria.

Anche nell’estate del 2012 la situazione sembrava grave, e Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea, riuscì a evitare che il vecchio continente precipitasse nel baratro. E forse riuscirà a farlo di nuovo, ma adesso il compito appare molto più difficile. Nel 2012 il problema erano gli interessi molto alti sui titoli di Stato dei Paesi della periferia dell’euro, che in realtà, come adesso sappiamo, crescevano più per questioni di liquidità che per problemi di solvibilità. In altre parole, i mercati temevano in sostanza che la Spagna o l’Italia potessero dichiarare entro breve tempo lo stato di insolvenza perché sarebbero rimaste letteralmente senza soldi, e queste paure minacciavano di trasformare lo scenario del default nella classica profezia che si autorealizza. Ma per disinnescare quella crisi bastò che Mario Draghi promettesse che la Bce avrebbe fatto whatever it takes (tutto il necessario). Una volta sgombrato il campo dalla prospettiva di una carenza di liquidità, il panico rientrò quasi subito. Attualmente gli interessi dei titoli di Stato di Spagna e Italia sono bassi, rispetto ai livelli storici.

Ma quello che sta succedendo adesso è ben diverso. È una crisi al rallentatore e coinvolge tutta la zona euro, che sta scivolando verso una trappola deflattiva. Draghi può cercare di imprimere una spinta attraverso politiche di allentamento quantitativo, ma non è affatto scontato che possano servire allo scopo, anche nelle circostanze migliori. E in realtà la politica limita pesantemente i suoi margini di azione. Un’altra cosa che mi colpisce è la quantità di confusione intellettuale che ancora c’è in giro. La Germania continua testardamente a voler vedere tutta la crisi come l’effetto di una gestione irresponsabile dei conti pubblici, e questo non solo esclude la possibilità di stimoli di bilancio efficaci, ma azzoppa l’allentamento quantitativo perché Berlino vede l’idea di comprare titoli di Stato come un anatema.

E un’altra cosa incredibile è il fatto che la logica della trappola della liquidità, dopo sei anni – sei anni! – di tassi di interesse quasi a zero, continui a non essere compresa. Ho letto recentemente, e non è neanche l’esempio peggiore, un editoriale sul Financial Times di Reza Moghadam, vicepresidente della Morgan Stanley, che scrive che «i salari e il costo del lavoro in generale sono semplicemente troppo alti, anche per gli standard dei Paesi ricchi e tanto più rispetto ai concorrenti dei mercati emergenti».

Santo cielo! Se è la concorrenza esterna che vi preoccupa allora bisognerebbe svalutare l’euro, non tagliare i salari. E tagliare i salari in un’economia incastrata in una trappola della liquidità quasi sicuramente aggraverebbe la recessione. Com’è possibile che ci sia ancora qualcuno che non lo capisce?

L’Europa ha sorpreso molte persone, me compreso, con la sua capacità di resistenza. E penso che la Bce di Draghi sia diventata un importante elemento di forza. Ma faccio sempre più fatica (e come me altri con cui ho parlato) a capire come andrà a finire tutta la faccenda (o meglio a capire come farà a finire in modo non catastrofico).
Se trovate implausibile una storia in cui Marine Le Pen porterà la Francia fuori dall’euro e dall’Unione Europea, ditemi qual è il vostro scenario alternativo.

(P.Krugman)

sherpa
Scritto il 19 Ottobre 2014 at 15:51

ilcuculo@finanza,

Grazie per la traduzione.

stanziale
Scritto il 19 Ottobre 2014 at 18:52

ilcuculo@finanza,

Lo scenario alternativo che krugman fa finta di non sapere, e’ che imploda tutto il mondo finanziario prima, per manifesta insostenibilita’ , necessita’ di resettamento http://thewalkingdebt.wordpress.com/2014/10/17/linstabilita-che-cresce-allombra-delle-banche/
anche se l’euro almeno a noi sembra in netto vantaggio su tutte le altre catastrofi possibili.

laforzamotrice
Scritto il 19 Ottobre 2014 at 20:36

dorf001@finanza,

La produzione è ciò che crea reddito, o no? Si scorda troppo spesso che nei bei tempi, molto ecologici, è vero che non c’era il consumismo, ma non c’erano neppure consumatori perchè si moriva di fame, e personalmento non farei cambio. Voi si?

veleno50
Scritto il 19 Ottobre 2014 at 22:53

Domani parte il bazzoka di Draghi 1000 miliardi.pronto anche il QE allacciamo le cinture si parte??

aorlansky60
Scritto il 20 Ottobre 2014 at 08:26

Chissà se servono cinture forti ??? Wall Street venerdi -dopo il discorso della Yellen che come al solito ha detto tutto e nulla meno però annunciare un prossimo rialzo dei tassi che è piaciuto a tutti- ha chiuso a +1,5% ma se il buongiorno si vede dal mattino il Giappone stà chiedendo ora a +3,95%…

aorlansky60
Scritto il 20 Ottobre 2014 at 09:24

@ Dorf :

ho letto attentamente i tuoi ultimi interventi, impossibile darti torto su quanto hai scritto a proposito del sistema che regge la civiltà dei consumi;

già negli anni 70, quando ero adolescente, trovavo scritto sui muri della città dove vivo “produci-consuma-crepa”; tale dogma non è cambiato nel tempo ma se mai è peggiorato proprio come hai descritto : a differenza degli anni 50-60-70 quando un prodotto durevole era DAVVERO durevole, i produttori e le multinazionali hanno poi compreso che per garantire i loro interessi non serve a niente se ciò che producono e vendono non si rompe rapidamente in modo da assicurare adeguato ricambio (un tempo comunque ragionevole senza il rischio che il consumatore pensi ad una “bidonata” nei suoi confronti). Molto meglio -per loro, non per il consumatore- offrire un prodotto più scadente abbassandone notevolmente il prezzo di prod (manodopera e materiali) ed inculcando la filosofia “usa e getta” che grazie ad un prezzo finale di vendita bassissimo incontrerà comunque il favore della massa consumatrice.

I prodotti elettronici tipicamente “made in taiwan” o “made in china” degli ultimi 20anni ne sono la prova.

Questa è la storia dell’evoluzione tecnologica degli ultimi 30 anni nei devices di consumo, quelli che una volta erano descritti come “beni di consumo” o “prodotti durevoli”…

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