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MERKEL E IL PARADOSSO DEI TASSI EUROPEI
Loro lo sanno eccome se lo sanno, ma non lo vogliono ammettere, ormai non hanno scampo hanno fallito ma non vogliono ammetterlo!
Non starò qui a ripetervi l’insostenibilità di questa Europa e la sua gabbia monetaria in un sistema di economie non omogenee, ma la perla che ci regala Santa Angelina da Austerilitz vale la pena di leggerla, soprattutto dopo aver chiesto a Wiedmann cosa ne pensa mentre sta preparando il bunker antiatomico per proteggersi dall’iperinflazione dell’immaginazione alemanna…Il cancelliere tedesco mette a nudo la difficoltà dell’Eurotower di intervenire sul costo del denaro e il paradosso di Mario Draghi: “Se si trattasse solo di Berlino, dovrebbe alzare i tassi. Ma per altri Paesi dovrebbe intervenire per mettere a disposizione liquidità” (…) In campo è scesa anche Angela Merkel, il cui pensiero semplificato è: servirebbero tassi più alti per la Germania e più bassi per altri Paesi. E’ questo il paradosso di fronte al quale si trova la Bce, secondo il cancelliere tedesco. La Bce, dice, “si trova in una situazione molto complicata: se si considera la Germania, dovrebbe alzare di qualcosa i tassi d’interesse. Ma per altri Paesi dovrebbe invece fare ancora di più per mettere a disposizione più liquidità e, soprattutto, per far arrivare questa liquidità al finanziamento delle imprese”. “Vediamo bene – ha aggiunto – gli effetti nocivi dei tassi bassi sui clienti delle compagnie assicurative e sui risparmiatori – ha detto Merkel – e la mia preoccupazione è che i risparmiatori non perdano a un certo punto la pazienza”. Il paradosso del taglio dei tassi Bce.
Le compagnie assicurative tedesche intendeva dire Angelina, si quelle che da mesi stanno rastrellando titoli italiani per fornire rendimenti alle pensioni del popolo tedesche, visto che qualche pesce lesso sta ancora sguazzando nei rendimenti realmente negativi dei bund, in attesa dello tsunami che verrà!
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Capito, non funzionano neanche i tassi in Europa, ma Angelina non vi dirà mai che in fondo in fondo va bene così, continuare ad emettere debito a gogo soprattutto prima delle elezioni ad interessi zero o negativi è una manna alla quale non si può rinunciare.
Su http://twitter.com/icebergfinanza mentre il mercato sognava l’ennesimo miracolo, ho scritto di sognarsi il ribasso dei tassi…NEIN NEIN NEIN!
Ora ecco un’altro genio tedesco, tutti figli del senno di poi in Germania…
Un altra cosiderazione – in linea con l’idea di un’Europa a due velocità – è arrivata da Joerg Asmussen, membro del comitato esecutivo della Bce in quota tedesca. Un taglio ai tassi di interesse potrebbe non essere d’aiuto ai Paesi dell’eurozona in recessione, sostiene, anche perché consumatori e imprese non stanno finora beneficiando del costo del denaro ai minimi dall’introduzione della moneta unica. Asmussen ha spiegato che l’effetto di una taglio dei tassi sarebbe “limitato” e potrebbe attenuare gli sforzi di consolidamento e riforme dei singoli Stati dell’eurozona.
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“La politica monetaria – ha detto il membro del board intervenendo a Londra – non è un’arma buona per tutti gli usi e per combattere qualsiasi malattia economica”. Secondo gli analisti il rappresentante tedesco all’Eurotower ha voluto raffreddare le aspettative su un imminente taglio del costo del denaro da parte della Bce. Nell’intero consiglio direttivo il suo rappresenta un voto su 23. Asmussen ha voluto inoltre precisare che l’acquisto di asset finanziari, praticati dalla Fed e da Bank of Japan, “è non facilmente attuabile” per l’Eurozona perché i 17 Paesi hanno tassi di interesse diversi e perché le piccole e medie imprese ricorrono alle banche per finanziarsi e non ai bond. “L’area dell’euro – ha detto ancora Asmussen – deve andare avanti verso una più profonda Unione” economica e finanziaria.
Ma certo … “è non facilmente attuabile” per l’Eurozona perché i 17 Paesi hanno tassi di interesse diversi, ma è tutto diverso in Europa, ci vuole tanto a capirlo!
E’ vero il voto tedesco numericamente vale come il due di picche, Weidmann e Asmussen, ma prima delle elezioni non si fa nulla a meno che non viene giù la Germania e la sua economia.
Le imprese europee e soprattutto italiane ricorrono alle banche per finanziarsi e non ai bond, altra scoperta sull’acqua bagnata e allora incominciate a fornire loro direttamente liquidità scontando i crediti nei confronti delle PA, senza fare finta che non è un Vostro compito, siete i prestatori di ultima istanza dell’economia e non solo delle banche, anche se magari nessuno ve lo ha mai insegnato a meno che….
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Grazie John per la notizia : 😯 😮
….Non ci sono capitali giapponesi in uscita, le loro istituzioni sono immobili, sono gli speculatori anglo-americani ed europei che annegano nella liquidità di FED e BCE a utilizzarla per questi giochetti destabilizzanti.
quanto alla seconda news….Presto il Giappone inizierà una campagna x il riarmo che alcuni luminari in America stanno loro consigliando (in modo del tutto disinteressato naturalmente), che è certamente utile al prodotto interno lordo. Utilizzata in passato da Giappone e Germania non è poi finita un granché bene.
nessuna sorpresa. 😉 🙁
io pronostico l’inizio dei primi scontri “armati” in contemporanea con l’inizio del crollo, o meglio del Grande Crollo borsistico del 2015 😈
con la dimezzazione della popolazione mondiale anche il bisogno energetico cala cala cala…. 😈 😉
quanto al puntuale post del grandissimo Mazzalai , io dico che super Mario Draghi non abbasserà i tasse BCE. 😈
la prima è una news, la seconda potrebbe diventarlo se il governo locale si fa abbindolare dai neocon che lo hanno proposto. E’ chiaro e in linea con la logica di potenza che gli USA stiano cercando di smarcarsi dal medio oriente per concentrarsi sul primo vero nemico che potrebbe batterli sul terreno economico e avere il giappone che si arma permetterebbe di stare in seconda linea invece che in prima. Un mondo diretto da pazzi/criminali ma lucidi è tendenzialmente predisposto a vedere azioni pazze/criminali mascherate come illuminata strategia
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ABENOMICS ?
…the latest CPI report shows that the deflation is actually WORSENING. The Statistics Bureau in Japan reported that Japan’s National Core CPI fell to -0.5% in march, down from -0.3%. This was worse than expectations of -0.4%. The headline rate fell to -0.9% versus expectations of -0.8%.
The latest reading is the worst reading since 2010.
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BTP e BONOS non sono più terra di conquista delle assicurazioni nord europee ma terreno x i carry traders che vendono yen allo scoperto. Non ci sono capitali giapponesi in uscita, le loro istituzioni sono immobili, sono gli speculatori anglo-americani ed europei che annegano nella liquidità di FED e BCE a utilizzarla per questi giochetti destabilizzanti. Tra i tanti effetti demenziali di queste politiche da ultima spiaggia c’è anche questa.
Presto il Giappone inizierà una campagna x il riarmo che alcuni luminari in America stanno loro consigliando (in modo del tutto disinteressato naturalmente), che è certamente utile al prodotto interno lordo. Utilizzata in passato da Giappone e Germania non è poi finita un granché bene.
R.I.P.