ITALIA ELEZIONI 2013: GOLDMAN SACHS KILLER… DI PROFESSIONE AUSTERITA’!
Prima di proseguire nella lettura una premessa è fondamentale…per i ben noti obblighi di legge non sarà possibile sino alle 15.00 condividere alcuni exitpoll quindi state sintonizzati perchè alle 15 e un secondo …su questo canale usciranno gli exit pollo…con carne di canarino!
Facciamo ora qualche passo indietro nel tempo risalendo sino al 19 settembre del 2012 Goldman Sachs chief Lloyd Blankfein attacks austerity for ‘killing’ US …
Colui che is considera la mano di dio in terra Lloyd Blankfein amministratore delegato di Goldman Sachs attacca l’austerità come mezzo per ‘uccidere’ economia degli Stati Uniti.
The chief executive of Goldman Sachs has said he is against austerity measures in the short term as the US fiscal cliff looms. Lloyd Blankfein , also chairman of the investment bank, said during a talk at the Canadian Club of Toronto that he’s all for budget cutbacks in the long term but not right now.
Ovviamente ci si mette anche il chairman, Jim O’Neal di Goldman Sachs nel criticare i programmi di austerity ma di quello inglese seguendo la logica del buon senso …
George Osborne’s austerity plan ‘risks lost decade’ for UK economy Top Goldman Sachs banker Jim O’Neill joins growing criticism of chancellor’s pursuit of deficit reduction in face of stagnation George Osborne‘ s austerity plan ‘ risks lost decade’ for UK economy.
Però lo stesso principio non vale per l’Europa, lo stesso principio non vale per l’Italia…si ma sai loro crescono, loro hanno una banca centrale!
Ci sono voluti secoli perchè i professionisti del senno di secoli dopo osassero ridurre di un nulla con addirittura outlook stabile la misura del rating della regina Elisabetta!
GOLDMAN: Europe Needs More Austerity
Insomma la mano sinistra che fa finta di non sapere cosa pensano le mano destre, il capo economista europeo Huw ci raccontano che mentre le economie più piccole sono sostenute da programmi di soccorso, scoprono l’acqua bagnata sussurrando che gli altri rimangono troppo grandi per essere salvati.
While weak growth is a key near-term risk to debt accumulation, the medium-term risks focus on the ability of governments to maintain large primary budget surpluses and avoid ‘fiscal fatigue’. Simply attaining our base-case scenario of debt dynamics requires that after half a decade of austerity, as growth returns and market pressure eases, no subsequent fiscal easing occurs. But governments have had difficulties in the past preventing public spending from increasing when the ‘good times’ return.
The Goldman economists acknowledge that in the short run, there are risks to fiscal tightening, writing, “while fiscal tightening affects the structural part of the primary balance, it weighs on growth and adverse growth shocks can easily undo structural budget improvements (at least temporarily).”
Over a more medium-term timeframe, however, they suggest two solutions for reducing government debt: (due soluzioni per ridurre il debito…)
a) Avanzi primari sufficientemente elevati attraverso bilanci austeri che riducono la spesa pubblica e /o aumentare le entrate statali b)Implementazione di riforme strutturali che consentano una ristrutturazione della crescita economica che aumenta la crescita nominale, incrementi di produttività, o deflazione e svalutazione interna e via dicendo…
Si via dicendo! Vi risparmio le altre menate sulla sostenibilità del debito, sul costo degli interessi, nessuno a Goldman suggerisce che sarebbe meglio ritrovare una sovranità monetaria, nessuno che sottolinea la trappola del fiscal compact, di un’ Europa asfissiante, fallita nella suo insopportabile squilibrio fondamentale!
Come scrive sul Sussidiario Augusto Lodolini…
Goldman segnala il rischio che la continuazione dell’austerità possa portare a recessione e quindi a diminuzione del Pil, attivando un circolo vizioso, che è quanto abbiamo effettivamente di fronte. Indica, perciò, anche una seconda possibile strada, focalizzata su riforme strutturali e una ristrutturazione dell’economia che portino a un aumento della crescita, attraverso un incremento reale dovuto a un reale aumento della produttività, o con una diminuzione della deflazione mediante il ribilanciamento dei rapporti con l’esterno, leggasi inflazione.
E’ difficile non ammettere che questa analisi parta dalla situazione attuale. Certo, non si adatterebbe a un’Italia fuori dall’euro, con le tradizionali politiche inflative o di “svalutazione competitiva”, forse i motivi per cui Francia e Germania ci hanno accettato nell’Eurozona, imponendoci condizioni capestro che i nostri politici, Romano Prodi in testa, hanno supinamente accettato.
Il bello è che si trova sempre qualche fesso che riporta il verbo di questi killer finanziari, loro lavorano per demolire l’Europa e non solo qualunque cosa che possa portare profitto al loro braccio sinistro, si quello speculativo, ma nel paese delle belle addormentate che serve parlare di queste cose, l’importante per la stampa italiana è riportare le battaglie tra tacchini, grilli e giaguari o qualunque notizia e gossip che anestetizzi un popolo prevalentemente di fessi e di furbi.
Mi raccomando appuntamento alle 15 e un secondo!
Ieri “Machiavelli e l’Italia di 600 anni fa” ha raggiunto la destinazione stabilita, una storia affascinante di oltre 500 anni, fa l’Italia di oggi di fronte al suo destino!
Per chi volesse sostenere liberamente il nostro viaggio è disponibile MACHIAVELLI 2013 UN ANNO DOUBLE FACE un post da non perdere sulle prospettive geopolitiche, macroeconomiche e tecniche di un anno che si preannuncia decisamente DOUBLE FACE!
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