ECCO LA VERA PISTOLA FUMANTE DELLA CRISI EUROPEA!

Scritto il alle 14:26 da icebergfinanza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come abbiamo piu’ volte visto al di la degli aspetti tecnici, questa crisi e’ un condensato della maggiore intensita’ di frodi e manipolazioni della storia della finanza e dell’economia, principalmente una crisi antropologica.

Ma diamo un’occhiata a quella che e’ la vera pistola fumante di questa depressione umana, lo squilibrio macroeconomico che ci ha portati in questa trappola.

Probabilmente nessuno di Voi conosce l’economista Heiner Flassbeck,  capo economista dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), un economista , in passato ministro federale del lavoro e degli affari sociali, sottosegretario di Stato, Ministro federale delle finanze che nel maggio del 2010, ripeto maggio del 2010, risottolineo maggio del 2010, disse che  se non si elimina il divario tra gli stipendi dei diversi stati europei non c’è futuro per l’Europa e che il vero problema per l’economia dell’eurozona sarebbe il divario crescente di competività con i paesi sud Europei, un problema che riguarda tutti i paesi del sud Europa e non solo la Grecia.

Ovviamente Flassbeck oggi per l’esterofilia italica è un cognome italiano, uno che sta cospirando contro il suo popolo.

In una recentissima intervista al Welt Online in tedesco dice che non sono i politici quelli in grado di gestire questa crisi.

 “Wie oft hat die Kanzlerin in den vergangenen Jahren mal die besten Ökonomen der Welt um sich versammelt und zwei, drei Stunden konzentriert mit ihnen über die Krise beraten? Oder Schäuble? Meines Wissens nie!” Im Ergebnis fehle es den Handelnden in Detailfragen an Sachkompetenz, Entscheidungen würden viel zu oft “aus dem hohlen Bauch” getroffen. “Das ist dann so, als wenn man mit Laien über Atomphysik spricht”, spottete Flassbeck, der in den 1990er Jahren kurzzeitig als Staatssekretär im Bundesfinanzministerium tätig war.http://www.welt.de/newsticker/news3/article108739332/Flassbeck-spottet-ueber-Krisenpolitik-und-ruegt-Merkel.html

“Quante volte la cancelliera ha riunito in questi ultimi anni, i migliori economisti del mondo e si è consultata con loro un paio di ore sulla crisi? Oppure Schäuble? Per quanto a mia conoscenza, mai!” Di conseguenza mancano le persone competenti e le decisioni vengono prese di pancia.”

Ora qualcuno di Voi, me compreso, dirà che gli economisti hanno previsto ben sei delle ultime zero riprese o meglio, non c’è ne uno o quasi, che abbia compreso la tempesta perfetta, questa grande depressione umana.

Ma come spesso amo ricordare,  non è intelligente fare di tutta l’erba un fascio, competenza e professionalità esiste anche tra gli economisti.

Dopo che la Germania ha raggiunto la vetta dell’export mondiale, Heiner Flassbeck ha detto che …

«È particolarmente tragico che Berlino continui a considerarlo un successo».

Ma andiamo avanti seguitemi perché è fondamentale ascoltare cosa dice un tedesco e non un italiano…

“L’errore principale della Germania consiste nella convinzione di poter instaurare un regime di spietata concorrenza tra nazioni europee. L’industria tedesca, ai tempi dell’introduzione dell’euro, ha addirittura creduto di avere, finalmente, la possibilità, senza più il marco tedesco forte, di vincere la concorrenza sugli altri paesi europei. Solo che c’è un piccolo malinteso: se si annienta la concorrenza, la Germania non avrà più clienti”.

Il problema tedesco: l’export – Nell’export la Germania è campione del mondo. Sì, ma il suo successo si deve a salari che da anni restano al palo o addirittura, in molti settori, diminuiscono. Ciò comporta, rispetto agli altri paesi dell’UE, dove invece, negli ultimi anni i salari sono aumentati (con la conseguenza di un maggiore potere d’acquisto, che è tornato utile alla Germania e al suo export), una maggiore capacità di offerta concorrenziale dei prodotti tedeschi rispetto a quelli degli altri paesi europei. I tedeschi riescono a esportare prodotti di qualità a prezzi relativamente contenuti. E succede quindi che la Germania non importa dai paesi europei la stessa quantità di merci e servizi esportati. Questo surplus della bilancia commerciale significa, in poche parole, l’aumento del debito degli altri Stati. Si continua così ad esportare, fino a quando i paesi europei indebitati non potranno più far fronte al pagamento del debito. Su questo punto Flassbeck è dell’idea che “la Germania si può concedere qualcosa, si deve concedere qualcosa e ha la possibilità di stimolare la sua congiuntura interna. Non c’è nessun’altra via. Se la Germania non lo farà si aprirebbe la strada di una grave recessione, che porterebbe al disfacimento della zona euro.”

“I debiti non sono la causa della crisi” – Per Flassbeck i debiti non sono la causa della crisi. La causa della crisi sono i disequilibri tra gli Stati. Ed è soltanto il raggiungimento della parità della bilancio, che deve avvenire, però, a poco a poco, che l’Europa potrà uscire dalla crisi.
La proposta di Flassbeck: aumentare i salari in Germania di almeno il due percento rispetto ai paesi indebitati. Soltanto in questo modo, tra dieci anni, si potranno colmare le differenze tra i paesi europei.

La Germania, in altre parole, non dovrà esportare meno o crescere meno rispetto agli altri, deve semplicemente importare di più. Se questo non succederà, si dovrà ricorrere sempre più a fondi di salvataggio per risanare i disequilibri creati da una crisi che in Grecia, Italia, Portogallo, Spagna si sta sempre più acuendo.( Ticinoonline)

 

Se non vi basta torniamo al maggio 2010 ben prima che scopiasse il finimondo in Grecia…

 

di Eva Us ihttp://www.dw-world.de/

L’economista a capo della UNCTAD, Heiner Flassbeck avverte che, finchè ci sarà un divario salariale e di competitività della zona euro, la crisi resterà. “La politica neoliberale ha fallito”, ha detto.

La tragedia greca si è trasformata in una crisi finanziaria che rischia di provocare un collasso come quello sperimentato due anni fa in seguito al fallimento di Lehman Brothers negli Stati Uniti. “Tutti pensarono che nella meravigliosa era neoliberale i mercati non hanno mai sbagliato e questo è stato un errore fondamentale”, afferma il capo economista della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), Heiner Flassbeck in una conversazione con DW-WORLD.
L’esperto esorta ad un’azione più decisiva dello Stato nella vita economica e sottolinea che, se non si colma il divario salariale e di competitività nell’Eurozona, la regione resta vulnerabile verso nuove crisi.

DW-WORLD: La crisi era prevedibile?

Heiner Flassbeck: La crisi greca, in particolare, forse no, ma prima o poi ci sarebbe stata una crisi nell’ Eurozona, questo l’ avevo previsto molto tempo fa.

DW-WORLD: Il deficit della Grecia e di altri paesi della zona euro erano già abbastanza elevati da anni, perché non hanno reagito prima la Banca Centrale Europea e altre istituzioni?

Heiner Flassbeck: Penso che stessero dormendo, forse non hanno proprio capito il significato di tali dati. Soprattutto, il divario salariale esistente tra paesi come la Germania e il resto dei paesi dell’Europa meridionale. Hanno fatto troppo affidamento sul fatto che i mercati regolassero da soli queste questioni, e forse per questo non hanno fatto nulla.

DW-WORLD: Il FMI ha imposto un programma di risanamento molto amaro alla Grecia. Riuscirà a stabilizzare le sue finanze e la crescita economica?

Heiner Flassbeck: Non con il programma imposto dal FMI da solo, deve essere completato con un programma di spesa europea. E’ importante che ci sia una crescita in Europa e questo sarà possibile solo con risparmi e tagli. Devono inoltre garantire che la competitività della Grecia e di altri paesi della zona euro, migliorerà e questo sarà possibile solo se i salari crescono più vigorosamente in Germania.

DW-WORLD: Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha imposto durante la crisi argentina una purga molto dolorosa per risanare il paese. Vede qualche similitudine tra la crisi Argentina e la Grecia?

Heiner Flassbeck: Il FMI impone sempre le stesse ricette, non è una novità. Ciò che è accaduto in Argentina a differenza della Grecia è che il paese ha svalutato la propria moneta in modo massiccio, dalla parità di 1-1, si negoziò in tre pesos argentini per un dollaro. E’ necessario un forte impulso esterno. Con la svalutazione l’ Argentina migliorò le sue esportazioni e ridusse le importazioni. Questo impulso non ce l’ha la Grecia, ed è per questo che il programma del FMI è molto poco realistico.

DW-WORLD: Come pensa che finirà la crisi in Grecia?

Heiner Flassbeck: Non si tratta solo della crisi greca, ma la crisi dell’ Eurozona, che sarà superata solo nella misura in cui si eliminerà il divario salariale tra paesi come la Germania e la Francia e i paesi del sud dell’Europa per i prossimi cinque dieci anni. Di questo è stato discusso a Bruxelles, ma in Germania è un argomento tabù di cui nessuno parla. La Germania si rifiuta di fare qualcosa al riguardo. Se questa distanza non si colma quindi la zona euro non ha possibilità di sopravvivenza.

DW-WORLD: Quali sono le prospettive dell’Unione monetaria europea, se non si eliminano questi rischi?

Heiner Flassbeck: Il panorama sarà molto cupo. Ci saranno nuove crisi che non potranno lasciare i paesi con le proprie risorse, i Greci e altri paesi continueranno ad avere bisogno di assistenza. Ma finchè paesi come la Germania si rifiutano di discutere anche questo problema non c’è soluzione possibile.

DW-WORLD: Perché la posizione della Germania è così chiusa? Non ha capito la gravità del problema?

Heiner Flassbeck: In parte perché la Germania ha perseguito una politica di austerità nel corso degli ultimi dieci anni, da quanto ha assunto il potere la coalizione rosso-verde (Integrata tra socialdemocratici/verdi nel 1998). Tutti pensavano che la moderazione salariale era la strada giusta.Questo ha portato un grande successo nelle esportazioni, ma come si vede ora, non è stato mantenuto. Ed ha anche causato una debolezza del mercato interno. Purtroppo ci sono pregiudizi molto profondi in tutti i settori, tra le imprese, tra i politici e la ricerca economica. Dobbiamo superare questo.

DW-WORLD: Questa crisi, così come la crisi provocata dal crollo di Lehman Brothers, nel 2008, ha dimostrato la forte interdipendenza finanziaria in un mondo globalizzato. Perché ha sorpreso così tanto questa crisi?

Heiner Flassbeck: La crisi ha sorpreso tanto perché tutti pensavano che nella meravigliosa era neoliberale, i mercati non si sbagliano, che è un errore fondamentale. Abbiamo già una storia di più di 200 anni a dimostrare che soprattutto i mercati finanziari commettono sempre errori. L’ Europa si è concentrata troppo sul Patto di stabilità e ha perso di vista il divario nella competitività e nei salari dei paesi dell’ Eurozona, che è un errore politico fondamentale. Dieci anni fa ho avvertito di questo pericolo ed è successo ciò che prevedevo.

DW-WORLD: Quando i leader europei e di altri paesi del mondo si renderanno conto che la politica neoliberista ha fallito?

Heiner Flassbeck: Mi auguro presto, altrimenti sarà troppo tardi. Anche la Commissione europea è stata estremamente neoliberale ed ha fortemente creduto in questo dogma, che i mercati si auto-regolano, anche per questo creò la Banca centrale europea. Si no se percatan de que es necesaria una intervención estatal en los mercados habrá en Europa un proceso de decadencia política. Se non si rendono conto che hanno bisogno di un intervento governativo sui mercati in Europa sarà un processo di decadimento politico.

DW-WORLD: O forse esorta ad una maggiore interazione dello Stato nell’ economia?

Heiner Flassbeck: Non c’è altro. Almeno per quanto riguarda i dati macroeconomici, lo Stato deve sempre essere nel gioco. Anche gli Stati Uniti lo fanno e questo non è opporsi all’ economia del libero mercato nè capitalismo, lo Stato svolge un ruolo importante ed è quello che abbiamo soppresso completamente in Europa.

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11 commenti Commenta
giobbe8871
Scritto il 23 Agosto 2012 at 16:07

economista Heiner Flassbeck, capo economista dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) ci arriva dopo , molto dopo Andrea Mazzalai ( che dal 2008 va sostenendo la soluzione alla Grande Crisi del secolo, REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA PRODOTTA ) e dopo, molto dopo Alberto Bagnai ( che ha denunciato il Dumping-Concorrenza sociale ed economico della Crande Germania )che si inimica tutti i mangia-italiani che parlano allemanno . :mrgreen: 😉

giobbe8871
Scritto il 23 Agosto 2012 at 16:09

economista Heiner Flassbeck, capo economista dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) non modificherà la Nascita del Nuovo Sacro Romano Impero germanico. :mrgreen:
benedetto da papa Benedetto :mrgreen: che parla allemanno pure lui

dorf001
Scritto il 23 Agosto 2012 at 16:11

però. interessante. senti capitano, non c’è nesuno che conosci, che possa mandare un plico, un documento, una mail alla culona tedesca? che si legga questi dati ed analisi? sto tizio ci ha beccato in pieno. e visto che è tedesco dovrà credergli.

per giobbe. in verità il primo in assoluto che parlò di redistribuzione, o meglio di reddito di cittadinanza fù GIACINTO AURITI più di 10 anni fa.

tu giobbe che sei uno storico, ne sai molte, informati su Auriti. quello si’ che è un esempio di italiano eccelso e onesto.

by DORF

giobbe8871
Scritto il 23 Agosto 2012 at 16:11

Comunque questo post odierno consolida la Consapevolezza costruita in anni di attente letture e riflessioni . Grazie Andrea Mazzalai. 😉

dorf001
Scritto il 23 Agosto 2012 at 17:20

ECCO L’ITALIA CHE VERRA’…..AHAHHAHAHAHA

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=309157159183302&set=a.105985646167122.8227.100002670608762&type=1&theater

by DORF

icebergfinanza
Scritto il 23 Agosto 2012 at 18:45

dorf001@finanza,

Dorf non serve loro lo sanno ma fanno finta di niente. Conta solo il potere e le elezioni, il resto e’e contorno e …principio di Peter!

eros
Scritto il 23 Agosto 2012 at 19:01

Scusate,
mi potete spiegare che cosa intendete per REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA PRODOTTA ?
Grazie

ilcuculo
Scritto il 23 Agosto 2012 at 22:34

Sinn dice che noi dobbiamo deflazionare…

perplessa
Scritto il 23 Agosto 2012 at 22:52

eros,

non ti dice niente che ad esemppio a Profumo lo hanno liquidato con 30 milioni di euro, o giù di lì, e poi son emersi gli esuberi in unicredit, e altrettante somme allucinanti se le era cuccate Arpe, e ancor prima Geronzi, per la Banca di Roma, il tutto riassorbito in Unicredit? quanto piglia un impiegato di unicredit?Quanto va nelle tasche degli impiegati, e quanto va nelle tasche di questi qua?non è strettamente inerente, ma quanto va nelle tasche degli azionisti?cmq paga sempre pantalone

giobbe8871
Scritto il 24 Agosto 2012 at 01:23

dorf001@finanza,

Mi sono informato su Giacinto Auriti, un ottimo personaggio. Un uomo coraggioso e che amava il suo Paese. Lo scoprii proprio nel 2007.

e fu attaccato e denunciato dalla Banca d’Italia di Carlo Azelio Ciampi. 😈

giobbe8871
Scritto il 24 Agosto 2012 at 01:26

dorf001@finanza,

le mie prime riflessioni sulla moneta e sul signoraggio bancario ( primario Banca centrale ) e secondario – riserva bancaria , moneta-credito le devo agli scritti di Giacinto Auriti, e a Michele Spallino. 😉 8)

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