ENTI PREVIDENZIALI E TITOLI DI STATO.
A proposito delle nuove sei mosse contro il debito pubblico pubblicate ieri sul Corriere della Sera nella nuova proposta Amato-Bassanini vorrei fare solo una precisazione a proposito della numero 4 ovvero…
…aumento della quota di investimenti in titoli di Stato di lungo periodo da parte di degli Enti previdenziali degli ordini professionali (15 miliardi)
La quota di investimento degli Enti previdenziali degli ordini professionali in titoli di stato del nostro Paese è oggi ferma al 10 % del portafoglio.
Non mi meraviglio!
Come abbiamo più volte visto solo il 5 % circa di titoli di stato sono in mano alle famiglie italiane che preferiscono il sadomasofinanziario andando ad acquistare azioni, bond corporate, investimenti assicurativi, fondi di investimento e tutta la fantasia finanziaria strutturata possibile.
E’ la diversificazione bellezza e tu non ci puoi fare nulla!
Ma pensando a come l’Enpap, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi è riuscita a buttare nel macero oltre 18 milioni di euro in un solo giorno comprando un immobile nel Campo dei Miracoli Omega forse la diligenza del buon padre di famiglia suggerirebbe di aumentare la quota di investimento in titoli di stato ben oltre la tolleranza della parabola dei fessi e dei furbi…
Mi raccomando non ditelo in giro, perchè con tutti i manifesti liberisti e liberali che circolano la sottoscrizione di prestito nazionale forzosa o il suo aumento “coattivo” è reato, come nazionalizzare una banca è rubare, un delitto da punire con la pena capitale ( sic ) !
« SOSTIENI L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’oceano infinito di questa tempesta perfetta .
Chiunque volesse ricevere le ultime analisi può liberamente contribuire al nostro viaggio cliccando sul banner in fondo alla pagina o in cima al blog. Semplicemente Grazie!
Scusa Andrea, ma i conti non mi tornano
Le riserve vita delle compagnie non sono in titoli di stato? pari al 18%
Nel 30% è compresa la quota in buoni fruttiferi, questo non è debito pubblico?
Quindi dire che la percentuale è del 5% non è corretto
beh, gli enti di previdenza avevano anche notevoli proprietà immobiliari, ultime
http://www.inpdap.gov.it/wps/wcm/connect/internet/internet/inpdap/prestazioni/patrimonioimmobiliare/
o
http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_PATRIMONIO&nextPage=IMMOBILI_A_REDDITO/Dismissione/index.jsp
http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_PATRIMONIO&nextPage=IMMOBILI_A_REDDITO/Dismissione/index.jsp
Scusa ma se io sottoscrivo una polizza che compra btp, o sottoscrivo buoni frutteri postali, sono sempre un privato, però i miei acquisti non rientrano nel 5% ma nelle due altre categorie, o no?
Ovvio ma si parla dei risparmi della classe media risparmi postale, pensioni, fondi assicurativi…io voglio quelli dei furbetti del quartierino che vivono in Italia ma hanno oltre il 90 % dei loro soldi all’estero o nei paradisi offshore
Devi essere connesso per inviare un commento.
Andrea,
non fo per dire ma se sul piano economico questa crisi ci mette in grande difficoltà dal punto di vista accademico ci riserva grandi soddisfazioni.
Sono quasi due anni che chiedo perchè a sottoscrivere in modo pesante il nostro debito pubblico, non sono gli enti previdenziali e di previdenza complementare.
Il Giappone in questo modo tiene a bada un Debito che supera il 200% del PIL, il che non vuole dire che prima o poi non gli scoppi in faccia visto che nel paese più vecchio del mondo (noi secondi) poi le prestazioni previdenziali devono erogarle.
Inoltre il rendimento dei BTP ultradecennali acquistati dall’INPS potrebbero avere due simpatici effetti
1) Allungare significativamente la durata residua del debito
2) Rigirare a gli italiani in modo sostanzialmente equo la spesa per interessi
questo punto è estremamente importante perchè come detto l’acquisto di debito pubblico Italiano , ad alto rendimento, da parte degli italiani che possono acquistarlo finisce per creare un, ulteriore, trasferimento netto di ricchezza da gli italiani più poveri e quelli più ricchi.