JP MORGAN E IL BUCO DEL DERIVATO GROVIERA!
Come avete visto in questi anni e nei giorni scorsi il sistema finanziario mondiale è in buona parte sostanzialmente fallito tenuto in piedi dai soldi delle singole nazioni, dalle banche centrali e da artifici contabili che nascondono la realtà.
In fondo loro sanno che qualunque cosa accadda interverrà la Fed o il governo per salvare le loro idiozie finanziarie e purtroppo come abbiamo visto ieri siamo in mano a una banda di pericolosi psicopatici che svoltolano carta giocando con il destino!
Come ho scritto due anni fa vediamo se l’inutile SEC dorme ancora …
Alcuni simpatici ragazzi che scrivono sul Wall Street Journal, in un articolo dal titolo THE SEC VS GOLDMAN sempre sull‘affaire “ABACUS 2007″ hanno scritto ieri che la vicenda Goldman & Company, in fondo non è altro che un ” More a case of hindsight bias than financial villainy “….una sorta di caso del senno di poi, piuttosto che uno di scelleratezza finanziaria.
Come spesso sottolineato, l’intreccio perverso politica, finanza e media, in America, in Italia come in tutto il mondo è palesemente ostentato ad ogni occasione.
Questi simpatici ragazzi, ci raccontano che la loro reazione è diversa, se ciò che è uscito sulla vicenda è tutto quello che esiste.
After 18 months of investigation, the best the government can come up with is an allegation that Goldman misled some of the world’s most sophisticated investors about a single 2007 “synthetic” collateralized debt obligation (CDO)?
Dopo 18 mesi di investigazioni, il meglio che al governo può venire in mente è l’argomento secondo cui Goldman avrebbe tratto in inganno gli investitori più sofisticati al mondo su un singolo CDO sintetico nel 2007 ?
Come amava ricordare il premio Nobel, Kenneth Arrow non siamo mai sicuri, in una certa misura siamo sempre ignari!
Prepariamoci perchè purtroppo sarà un maggio intenso altro che euro fu siccome immobile!
Le banche americane ma non solo sono strapiene al terzo livello contabile di questa spazzatura e ora sarà affascinante osservare cosa accadrà sui mercati e dove si dirigerà la caccia alle streghe in attesa che il pusher ovvero la FED torni a rifornire di droga i suoi pargoletti che quotidianamente sniffano cocaina per tradare l’inverosimile!
Ieri è toccato alla polveriera del rischio derivato, la regina dei derivati, quella JPMorgan che da sola in America controlla quasi un terzo del mercato dei derivati …
Sui derivati ormai i lettori di Icebergfinanza sanno tutto, quello che forse non sanno è che ormai hanno raggiunto una dimensione tale che sarà la tomba dell’economia.
New York – JPMorgan Chase ha annunciato di aver perso circa $2 miliardi su un investimento speculativo legato a titoli di credito derivati, per posizioni prese dal suo chief investment officer, piu’ rischiose di quanto preventivato. Il titolo JPMorgan Chase (JPM) ha subito un calo di quasi -7% sotto quota $38 nell’after hours al Nyse di New York. In ribasso tutto il comparto bancario, con vendite su Morgan Stanley, Citigroup, Bank of America, Goldman Sachs e perdite superiori al 2%. (…) E’ l’ennesima riprova di quanto irresponsabili siano le attivita’ di trading delle grandi banche globali, nonostante la grave crisi finanziaria e poi economica scoppiata nel 2007-2008, oggi giunta quasi al quinto anno. I derivati in questione sono denominati “synthetic credit securities”. La banca e’ stata costretta ad annunciare le perdite in un rapporto alla Sec, nella convinzione che non facendolo le perdite sarebbero state piu’ forti alla fine dell’anno. (…)
Sotto il Chief Executive Officer, Jamie Dimon, la banca ha cominciato a fare scommesse speculative troppo grandi e rischiose col denaro in cassa, hanno testimoniato 5 ex impiegati nel corso di un’indagine svolta quest’anno. “Alcune delle scommesse erano talmente grandi – scrive Bloomberg – che la banca non avrebbe probabilmente potuto uscirne senza perdere soldi o senza provocare scosse sul mercato finanziario”, hanno detto tre ex dirigenti di JPM.
Io mi fermo qui il resto dell’articolo potete leggerlo su WallStreetItalia. La vicenda JPMorgan non mancherà di provocare un piccoloterremoto sul mercato perchè in realtà nessuno sa cosa accade quando all’improvviso qualcun’altro incomincia a smontare un castello di carta! E pensare che c’è ancora qualche fesso che crede che i derivati siano più sicuri dei titoli di stato. Chiedete all’EBA perche’ i derivati non bisogna valutarli al prezzo di mercato mentre i titoli di stato si!
Ah dimenticavo vediamo sino a quando DB riesce a nascondere tutto sotto la gonna di Angelina!
Houston chiama base…abbiamo un problema! Le banche o si lasciano fallire o si nazionalizzano e si tolgono di mezzo questi psicopatici esaltati che giocano con i soldi altrui.
Attendo con ansia ora i menestrelli accademici del libero mercato… i derivati sono una cosa buona e giusta, ci proteggono dal rischio, basta saperli usare! Idioti A questi del rischio non importa nulla i derivati li usano solo per fare miliardi dal nulla!
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Nel fine settimana sarà inviata un’analisi dettagliata sulle prospettive tecniche e macroeconomiche per i prossimi mesi dedicata ai recenti sostenitori di Icebergfinanza e a coloro che vorranno contribuire liberamente cliccando qui sotto…
…dal titolo “MAGGIO 2012 ” EURO FU… SICCOME IMMOBILE ”
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E magari 3) limitare anche il meccanismo della riserva frazionaria, che permette alle Banche la moltiplicazione dei pani e dei pesci …
Perche’ un conto e’ se mi gioco soldi miei, un conto e’ se mi gioco soldi prestati dai clienti (opinabile, soprattutto se sono depositi bancari) ed un altro conto e’ se mi gioco soldi che proprio non esistono.
Similmente per la finanza derivata, il problema non e’ solo quello dell’uso speculativo che ne viene fatto. Non dimentichiamo che e’ possibile investire “a leva”, controllando con il proprio investimento una quantita’ molto maggiore di titoli sottostanti … anche qui stiamo creando denaro dal nulla.
@ Marco72_
Sul vincolo della riserva frazionaria, sono tutt’ora alla ricerca della soluzione migliore e le tue osservazioni le faccio mie.
Attualmente sono comunque propenso a credere che la sola assenza della Banca centrale (o comunque dei suoi più nefasti collegati, ovvero la disponibilità pressoché illimitata e gratuita di denaro) possa agire da freno “ex ante” all’azzardo morale delle banche: in breve, se so che comunque vada io non sarò salvato o comunque dovrò giocarmela “a prezzi di mercato”, certi giochetti con i derivati è più difficile che vada a farli.
Non solo: se noi depositanti fossimo certi che non esista alcun “paracadute” contro l’eventuale fallimento di una banca (e nei “paracadute” metto anche i vari fondi statali di garanzia sui depositi, etc.), staremmo molto più attenti nella scelta del nostro intermediario creditizio e, prevedibilmente, vigileremmo molto di più sulla sua solidità (e quindi sul fatto che non investa in CDO, etc.)
@Tojo
Sono d’accordo sulle tue considerazioni.
Aggiungo solo relativamente al discorso depositi bancari, che dovrebbe essere chiara la destinazione dei soldi che non affidiamo alle Banche e le garanzie sottostanti (un deposito non e’ la stessa cosa di un’obbligazione). Se si tratta di deposito ritirabile in qualunque momento, allora la Banca non puo’ prestare i soldi …
Marco, sulla questione dei depositi hai perfettamente ragione: a seconda della natura contrattuale del rapporto risparmiatore-banca, ci dovrebbe essere uno specifico trattamento del denaro depositato e, di conseguenza, anche una diversa rappresentazione contabile.
Ad esempio, potrebbero esserci tre tipi di depositi:
1) a vista, ritirabili in ogni momento, che la banca non dovrebbe poter toccare e che dovrebbero entrare in un aggregato contabile del tipo “riserva indisponibile”, e su cui il depositante non dovrebbe prendere interessi (ma anzi pagare una commissione alla banca, in quanto usufruisce del servizio di custodia del denaro);
2) di risparmio, vincolati da 6 mesi a 2 anni (esempio), utilizzabili dalla banca per operazioni di breve periodo (principalmente sconti commerciali alle imprese, prestiti personali ed altre operazioni a breve ed a rischio medio-basso) e su cui ottenere una remunerazione medio-bassa;
3) d’investimento, vincolati fino a 5 anni (esempio), utilizzabili dalla banca per operazioni di finanza industriale e remunerati con rendimenti elevati, con eventuali clausole di salvaguardia (del tipo che il depositante può convertire il proprio denaro investito in partecipazioni nelle imprese che ha contribuito a finanziare, etc.).
Tre punti, tra i tanti, vorrei sottolineare. Perchè i problemi principali non sono più l’avventatezza delle scommesse messe in campo o l’astrusità dei prodotti confezionati.
1) JP Morgan è talmente grossa, nei mercati dei derivati, che rischia di essere la controparte di se stessa in tante operazioni. Morale: chi onora le perdite e chi incamera (gli eventuali) guadagni?
2) I derivati sintetici, come testimonia la vicenda dei CDO, “sintetizzano”, ampliando in modo esponenziale le cifre in ballo, o il nulla o perdite o crediti di dubbia e critica esigibilità: un castello costruito su un vuoto pneumatico.
3) Dove sono e cosa dicono i portavoce degli enti “preposti” ai mercati, tipo l’ISDA, o i banchieri centrali sempre pronti a stigmatizzare l’impatto dei debiti sovrani?
Rat Rat RATTING !!!! Toponi del rating ma dove siete ? Quando si trattava delle banche italiane tutti a bastonare di downgrading….quando si tratta di PJ Pirata Morgan nessuno dice nulla…ma avete presente quanto sono 2 Miliardi…su una sola operazione ?
Le agenzie di Ratting non avrammo mica ricevuto tanto formaggio per non dire nulla ? Etica, analisi professionalita´….il rating sono solo OPINIONI…come scrivono nei disclaimer e le opinioni si sa…variano in base al formaggio.
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Solo un anno fa sarei stato assolutamente contrario a qualsiasi ipotesi di nazionalizzazione delle banche, immerso ancora com’ero nel manicheismo economico più totale.
All’epoca per me “nazionalizzazione” era sempre e comunque MALE perché sinonimo di SOCIALISMO.
Oggi, invece, mi sono liberato di questa “cappa mentale”, che distorceva e banalizzava i miei ragionamenti: nazionalizzare oggi le banche è probabilmente l’UNICA soluzione per salvare il libero mercato, quello VERO che non vive di “moral hazard” bancocentraldipendente.
Ricordo un “mitico” articolo di Bimbo Alieno, dove si mostrava quale sarebbe l’effetto, sull’indebitamento degli Stati, derivante da una “compensazione” tra debiti incrociati (insomma, facendo un “consolidato” dei debiti europei): il risultato era che, ad esempio, l’Italia avrebbe avuto un debito/PIL del 50% (!!!).
Ma questo si può ottenere solo (o, meglio, in gran parte) da uno “smontaggio” dei bilanci bancari, ottenibile solo tramite nazionalizzazione.
Restano comunque validi due avvertimenti:
1) non basta nazionalizzare, ripulire e rimettere sul mercato le banche, ma bisogna anche fare in modo che sia fortemente disincentivato un ritorno “ai vecchi tempi”; per ottenere questo, le ricette possono essere molte, ma io credo che la più semplice e banale sia la chiusura dei “rubinetti” di denaro facile (che offrono di per loro la “tentazione” ed anche la necessità di fare investimenti sempre più azzardati), ovvero l’eliminazione (o fortissima limitazione) della Banca centrale, sia come prestatore di ultima istanza, sia come manipolatore del mercato dei tassi d’interesse;
2) oggi è auspicabile fare una “tabula rasa” del debito pubblico degli Stati (perché così non si va avanti, altrimenti), ma è pur vero che questo debito è stato creato da un modo irresponsabile di condurre la finanza pubblica; beh, come per le banche, bisogna mettere anche gli Stati nelle condizioni di non ripetere l’errore.