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1 MAGGIO… LA GRANDE DEPRESSIONE UMANA!
Questa è già una depressione! Uno dei presidenti americani, Truman, spesso ricordava che recessione è quando tutti intorno a te perdono il posto di lavoro, depressione è quando all’improvviso perdi il tuo…
In un sistema nel quale la piovra del profitto e la psicopatia capitalista divorano la dignità di uomini e donne in nome del miglior risultato nel minor tempo possibile bisogno assolutamente ritrovare le stelle polari del bene comune, della dignità umana e dell’origine della cooperazione come alternative possibili e realizzabili in un mondo che ti racconta quotidianamente che non esistono alternative!
Di alternative se ne parla da anni in questo blog e in particolare nei nostri incontri. L’ultima puntata di Report di cui parleremo a breve ha squarciato un velo che per troppo tempo copriva l’inevitabilità di questa crisi.
Quando alcuni anni fa coniai il termine ” la Grande Depressione Umana” non avrei mai pensato che la politica avrebbe lasciato che questa immensa crisi arrivasse sino a scavare un profondo solco nella dignità di essere umani ignari di quanto stava accadendo.
Quando sottolineo che questa è la crisi più grave della storia, superiore come intensità e correlazione a quella del ’29 non esagero affatto. Quando il sogno americano per complessivi 310 milioni di abitanti secono l’ultimo censiamento 2010, si riduce a dover sostenere oltre 46 milioni di famiglie con i buoni pasto e almeno altrettanti hanno perso la casa, hanno un mutuo underwater e sono disoccupati significa che quasi un terzo della popolazione americana è decisamente underwater!
Ovviamente in molti pensano che sia un’esagerazione, che tecnicamente questa non si può chiamare depressione, perchè nella Grande Depressione del ’29 i disoccupati arrivarono complessivamente a sfiorare il 25 % massimo livello raggiunto nel 1933.
Ma se mettiamo insieme oggi le misure di valutazione alternativa e non solo ufficiale, passiamo da un tasso di disoccupazione che passa dal 8,4 ad oltre il 22 % contando i lavoratori scoraggiati, quelli part-time, quelli a tempo determinato, a breve termine.
Per amor di patria tralascio le percentuali di disoccupazione giovanile nel Mondo con punte che talvolta sfiorano il 50 %, soprattutto quella del nostro paese dove un ragazzo su tre è senza lavoro ma questa è la triste realtà…
…” La disoccupazione raggiunge livelli record in Spagna. Il Paese tocca una punta mai raggiunta da quasi due decenni, con il 24,44 percento di senza lavoro, anche se in alcune aree si arriva al trenta. Tra la popolazione attiva ci sono più di cinque milioni e mezzo di senza lavoro.” …
… ” La Grecia soffre ancora in maniera pesante i tagli di bilancio imposti dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale. Tra i più colpiti ci sono i lavoratori, con il tasso di disoccupazione che ha toccato un nuovo record, arrivando al 21,8% nel mese di gennaio scorso dopo che nel dicembre precedente aveva segnato il 21,2%.”…
Vogliamo continuare a chiamarla Grande Recessione…
Agli allarmi della Cgia di Mestre, che parlano di 23 suicidi di imprenditoria causa della crisi dall’inizio dell’anno fino a metà aprile in Italia, fa da contraltare l’ultimo studio in materia, pubblicato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) Usa: il tasso di suicidio, in generale, “sale e scende in connessione con l’economia. E il record negativo negli Usa si è registrato, non a caso, con la Grande Depressione: +22,8% in quattro anni”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Maurizio Pompili, responsabile del Servizio di prevenzione del suicidio dell’ospedale Sant’Andrea di Roma. Insomma, il parallelismo fra la situazione odierna e quella della Grande Depressione non sarebbe solo una fantasia. “Il problema è che i fallimenti ci sono sempre stati, ma ultimamente le notizie delle morti hanno una cadenza allarmante. Emerge una particolare fragilità”. L’esperto mette in guardia sul rischio emulazione, in gergo ‘effetto Werther’. “Il suicidio non sia considerato una soluzione”, dice Pompili, sollecitando interventi mirati.
Una incredibile crescita dell’economia tra il 1933 e il 1936 e la banca centrale americana, esamina il grande volume di riserve in eccesso accumulate dal sistema bancario ( come avviene oggi) e conclude che quella montagna di liquidità avrebbe foraggiato l’inflazione futura e quindi si mise a aspirarla. Il tutto prosegui nel 1937 attraverso una contrazione della politica monetaria.
Ma contemporaneamente Roosevelt, il presidente americano del New Deal, da un’occhiata al bilancio federale che sembrava essere enorme e conclude che è arrivato il momento di aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica.
Torno a rileggermi l’ultimo pezzo del mio libro nel capitolo sulla Grande Depressione e sono di nuovo brividi…
«Per secoli l’astenersi dal contrarre prestiti aveva protetto la gente dalla negligenza e dalla temerarietà nell’amministrazione della cosa pubblica. I custodi dei pubblici averi negligenti o incauti avevano spesso elaborato complicati argomenti per dimostrare che il pareggio tra entrate e uscite non era segno di virtù. L’esperienza aveva invece dimostrato che, per quanto opportuna sembrasse tale idea al momento immediato, alla lunga intervenivano le difficoltà e il disastro. Quei semplici precetti di un mondo semplice non resistettero in mezzo alle crescenti complicazioni dei primi anni Trenta. La disoccupazione di massa, in particolare, aveva alterato le regole. Gli avvenimenti avevano giocato un pessimo tiro alla gente, ma quasi nessuno tentò di affrontare il problema in modo nuovo» (John Kenneth Galbraith).
Ma attenzione, facciamo un passo indietro nella storia! Come ricorda Luciano Gallino di Repubblica…
Nel 1920 il giovane Keynes un´idea ce l´aveva. In merito alle riparazioni follemente punitive imposte alla Germania con il trattato di Versailles del 1919, scriveva in Le conseguenze economiche della pace: “La politica di ridurre la Germania alla servitù per una generazione, di degradare la vita di milioni di esseri umani, e di privare della felicità un´intera nazione dovrebbe essere considerata ripugnante e detestabile… anche se non fosse il seme dello sfacelo dell´intera vita civile dell´Europa” (enfasi di chi scrive).Keynes era rimasto colpito durante le trattative, cui aveva partecipato, dall´ottusa incapacità dei governanti delle potenze vincitrici di ragionare sulle conseguenze di misure che strappavano la sovranità economica a intere nazioni. I governanti di oggi non sembrano mostrare una maggiore lungimiranza di quelli di ieri, permettendo alle destre di guadagnare un crescente favore popolare al grido di “l´austerità uccide l´economia” (lanciato tra gli altri da Antonis Samara, leader della destra greca). Un grido destinato a far presa, perché coglie il nocciolo della questione, sebbene provenga paradossalmente dalla parte politica che reca le maggiori responsabilità della crisi.
E ora a distanza di quasi 80 anni… L’Onu: “L’austerity non serve a niente L’occupazione continua a peggiorare”
“Nei Paesi che hanno maggiormente cercato l’austerity e la deregolamentazione, soprattutto quelli dell’Europa meridionale, la situazione relativa alla crescita economica e all’occupazione ha continuato a peggiorare. Le ragioni principali del fallimento consistono nell’incapacità di queste politiche di stimolare gli investimenti privati”. E’ questa la dura sentenza emessa dagli analisti dell’Ilo, l’International Labour Organization dell’Onu, nel rapporto presentato oggi.
Nel corso del 2012 il numero dei disoccupati nel mondo aumenterà ancora raggiungendo la cifra di 202 milioni di persone contro i 196 attuali. L’anno successivo, il tasso di disoccupazione a livello mondiale segnerà quindi il 6,2% a causa soprattutto del peggioramento delle condizioni di accesso al mercato da parte dei lavoratori più giovani. In Italia nell’ultimo trimestre 2011 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 9,7%, il livello più alto dal 2001. Il tasso reale, tuttavia, potrebbe essere più alto considerando anche i 250mila lavoratori in cassa integrazione.
I dati, insomma, sono impietosi. Un po’ ovunque. Dal 2008 ad oggi, in pratica, la crisi ha bruciato da sola circa 50 milioni di posti di lavoro che mancano ancora all’appello. Nei prossimi due anni, almeno 80 milioni di giovani si affacceranno per la prima volta sul mercato dal lavoro ma, alle attuali condizioni di crescita, è assai improbabile che possano essere facilmente collocati
Nel frattempo è in preparazione un’analisi dettagliata sulle prospettive tecniche e macroeconomiche per i prossimi mesi dedicata ai recenti sostenitori di Icebergfinanza e a coloro che vorranno contribuire liberamente cliccando qui sopra…
…dal titolo “MAGGIO 2012 ” EURO FU. SICCOME IMMOBILE ”
Semplicemente GRAZIE per il tuo libero sostegno all’informazione indipendente!
Ciao Capitano, Buon Vento marinai Grazie mille per i pensieri, le parole, i valori e l’impegno che ogni giorno condividete.
Voglio ricordare un episodio del Piccolo Principe che mi sembra efficace e puntuale, come sono sempre le riflessioni e gli spunti che nascono e si propagano nel vento, tra le onde e le vele di questo magnifico Veliero; ” Buon giorno disse il Piccolo Principe. Buon giorno disse il mercante. Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere. disse il piccolo principe.
disse il mercante. . disse il piccolo principe
Sempre più frequentemente la frenesia, il desiderio di avere tutto e subito e di dare sempre il meglio, l’idolo dorato ed inconsistente della perfezione, ci conducono nel baratro cieco e isolato della convulsione. Ci vogliono rendere sordi, ciechi e muti per addomesticarci a distruggerci a vicenda continuamente in un gioco perverso e malefico. La consapevolezza di se stessi e del mondo su cui camminiamo e cresciamo, l’instancabile voglia di modificasi sempre ovunque e comunque, sbagliare per accorgersi le infinite scelte e vie che possiamo percorrere anche nelle strade affollare e polverose, troppo spesso senza un cielo limpido, sono l’ unico metodo che conosco per cercare di riprendere e costruire un futuro che voglio e sento profondamente mio per quando sarà severo e contorto. Grazie per ricordarmelo ogni giorno, per la forza di scrivere la verità ( che è figlia del tempo !) Un Grande abbraccio ! 🙂
p.s. Capitano non sono ancora riuscita a venire ad una delle tue conferenza in giro per l’Italia ma spero di riuscirci e rivederti presto !! Vento in poppa !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!