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SPAGNA…TUTTO SOTTO CONTROLLO!
Lunedi in SPAGNA E GERMANIA … VA TUTTO BENE! ho scritto che …
” La depressione immobiliare spagnola e’ solo all’inizio e probabilmente le sue banche stanno sottovalutando le perdite in relazione al calo del valore degli immobili che proseguirà nei prossimi anni.”
Non sono passati che due giorni e all’improvviso…
Il Paese stretto fra deficit eccessivo, conti delle Regioni autonome fuori controllo e debolezza delle banche Madrid resta l’«osservato speciale»
I BIG DEL CREDITO
Gli istituti sarebbero esposti nei confronti dell’immobiliare per un totale di 450 miliardi In arrivo ricapitalizzazioni e nuove fusioni
«Nessuno può aspettarsi che i problemi della Spagna, così profondi e complessi, possano essere risolti nel giro di qualche settimana». Mariano Rajoy chiede tempo ai mercati e all’Unione europea. In carica da dicembre il premier conservatore può contare su una larga maggioranza in Parlamento ma sembra non avere ancora trovato un modo efficace per affrontare le due questioni chiave in questa fase dell’economia iberica: il deficit eccessivo e la debolezza delle banche.
Le titubanze sul risanamento dei conti pubblici – nel passaggio dalla stagione socialista al Governo dei popolari – sono alla base delle tensioni che nell’ultimo mese sono tornate a concentrarsi su Madrid: dopo aver mancato l’obiettivo per il 2011 la Spagna ha promesso di arrivare a un deficit al 3% del Pil nei prossimi due anni e ha annunciato misure straordinarie per oltre 40 miliardi di euro solo per il 2012 tra tagli alla spesa pubblica, tasse aggiuntive (dall’Irpef alle imposte sulla casa), interventi una tantum (come la sanatoria sull’emersione dei capitali) e lotta all’evasione.
Ed è di ieri il nuovo allarme sulle banche spagnole che a due anni dal crollo del settore immobiliare e nonostante gli interventi pubblici e due riforme del sistema non sono ancora riuscite e risanare i loro bilanci. Secondo RR Acuna y Asociados, società specializzata nell’analisi del real estate, gli istituti di credito iberici «sono ancora esposti nei confronti dell’immobiliare per un totale di 450 miliardi di euro» e hanno bisogno di altre immissioni di capitale «per evitare il collasso».
E proprio ieri la Banca di Spagna ha dato il via libera ai piani di ricapitalizzazione, annunciando che gli istituti commerciali hanno individuato in 29,08 miliardi l’ammontare degli ulteriori accantonamenti necessari e in 15,57 miliardi il capitale «core» da raccogliere. Madrid ha inoltre precisato che undici banche sono coinvolte o impegnate in trattative per realizzare 5 operazioni di aggregazione.
Rajoy ha bisogno di tempo ma la Spagna è già oggi l’osservato speciale dell’Unione. «Il Governo spagnolo ha almeno sei mesi per intervenire e riconquistare la fiducia degli investitori – spiega Antonio Garcia Pascual di Barclays – grazie alle risorse del Tesoro che ha in cassa almeno 100 miliardi di dollari e alle emissioni già fatte nel 2012 con le quali ha raccolto oltre 40 miliardi di euro sul fabbisogno complessivo di 86 miliardi».
Ma mentre in Paese non cresce – quest’anno la contrazione del Pil potrebbe sfiorare il 2% – si acuisce lo scontro sulle misure di austerity tra Governo centrale e Regioni autonome che controllano oltre un terzo della spesa pubblica nazionale e gestiscono tutti i servizi della sanità e dell’istruzione: uno scontro che aumenta i dubbi sulla capacità della Spagna di raggiungere gli obiettivi di bilancio concordati con Bruxelles.
Catalogna e Andalusia – le due maggiori Regioni per popolazione e budget, le uniche non guidate da amministrazioni vicine ai popolari – hanno già mostrato segni di resistenza ai tagli imposti da Rajoy che vorrebbe ridurre il disavanzo delle autonomie all’1,5% del Pil entro la fine del 2012 «senza considerare la difficoltà di comprimere servizi essenziali come ospedali e scuole in così pochi mesi», dicono a Siviglia. Lo stesso Governo conservatore ha diffuso ieri dei dati impressionanti sull’incapacità delle Regioni e dei Comuni di rispettare le scadenze dei pagamenti: secondo il ministero del Bilancio avrebbero accumulato un debito complessivo di 27 miliardi nei confronti dei fornitori.
La Spagna rischia di finire come la Grecia, dovrà chiedere il salvataggio di Ue e Fmi? Per il tedesco Wolfgang Schäuble «non potrà succedere perché anche se i mercati resteranno turbolenti, i fondamentali della Spagna non sono comparabili con quelli degli altri Paesi che hanno avuto bisogno di un programma di aiuti». «L’azione del Governo spagnolo – secondo il ministro delle Finanze di Berlino – sulla riduzione del deficit merita rispetto e appoggio».
Ma non sono solo gli analisti e gli investitori ad avanzare perplessità sulle prospettive di risanamento della Spagna. Secondo il Fondo monetario internazionale Madrid nonostante gli sforzi di Rajoy «non riuscirà prima del 2018 a ridurre il deficit al 3% del Pil»: quest’anno non centrerà il 5,3% previsto ma si fermerà al 6% e nel 2013 scenderà solo fino al 5,7 per cento. Con il debito pubblico ancora in forte crescita: al 79% del Pil quest’anno e all’84% nel 2013.
Ricordate quanto scrissi all’inizio dell’anno nel post ” ANNO 2012: ESPLOSIONE DEL DEBITO ” a proposito della Spagna e della sua economia, vera e propria mina vagante per il 2012…
Bene ora riguardatevi attentamente questo grafico qui sotto e non perdetevi il prossimo post…
Caro Capitano,
sempre Spagna, Italia etc ect ??? Dal grafico preso da uno dei tanti blog, quello che tu avevi segnalato tempo fa si puo´ vedere che il debito di Giappone ed UK sono estremamente piu´alti e pericolosi, ma caso strano nessuno se ne accorge.
Una volta pensavo fosse solo ignoranza, oggi penso ci sia malafede…chissa se qualche lettore comincia a rendersi conto che il problema e´di chi spara sull´Euro piu´che l´Euro !