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FORECLOSURES: ONDA ANOMALA ALL’ORIZZONTE!
Abbiamo appena visto quello che sta accadendo al mercato immobiliare americano dove in molti si stanno ricredendo sulla fine di questa depressione immobiliare dopo aver chiamato innumerevoli bottom della crisi.
La variabile degli inventari ombra ovvero di quelle abitazioni pignorate dalle banche e mai immesse sul mercato per paura di far collassare i prezzi getta un’ombra sinistra sulle prospettive future della ripresa del mercato immobiliare e quindi dell’economia americana.
La Fed ha recentemente suggerito alle banche americane di evitare di immettere gli immobili sul mercato ma di provvedere ad affittarli in attesa che le cose migliorino.
Le banche americane devono affittare gli immobili entrati in loro possesso in seguito ad un pignoramento. A chiederlo è stata ieri la banca centrale degli Stati Uniti, attraverso una circolare nella quale si ricorda che «le regole della Federal Reserve consentono una locazione di beni immobiliari residenziali» acquisiti in tal modo. La preoccupazione, evidentemente, è che il mercato real-estate possa rimanere “impantanato” a causa della grande mole di case “bloccate” a seguito dei pignoramenti. Non a caso la circolare – ha sottolineato la stessa Fed in un comunicato diffuso ai media – spiega che gli istituti di credito possono, nei limiti temporali previsti per i beni acquisiti, essere reintrodotti nel sistema.
Ma non si tratta dell’unica ragione che ha spinto la banca centrale a lanciare questa sorta di appello alle banche. La questione delle case è infatti particolarmente importante per l’opinione pubblica americana: negli anni della crisi centinaia di migliaia di cittadini statunitensi hanno perso la loro abitazione dopo essere risultati insolventi rispetto alle rate dei loro mutui. E secondo numerosi economisti i problemi nel settore potrebbero non essere ancora finiti: di qui la necessità di non conservare quello che viene definito uno «stock fantasma» di case sfitte e invendute. Un problema enorme: basti pensare che secondo una statistica dello studio CoreLogic si tratta di 1,6 milioni di immobili “problematici”, sui quali si registrano o gravi ritardi nei pagamenti dei prestiti ipotecari, o sono un in corso di pignoramento o sono già nelle mani delle banche. VALORI
Secondo Reuters pur in presenza di un rallentamento del crollo dei prezzi e un calo dei pignoramenti di oltre un terzo nel 2011 al minimo degli ultimi quattro anni…
” (…) But a painful part two of the slump looks set to unfold: Many more US homeowners face the prospect of losing their homes this year as banks pick up the pace of foreclosures. (…)
In 2011, the “robo-signing” scandal, in which foreclosure documents were signed without properly reviewing individual cases, prompted banks to hold back on new foreclosures pending a settlement.
Vi ricordate lo scandalo dei pignoramenti , pignoramenti disposti senza alcun controllo adeguato della situazione sino al punto di arrivare a pignorare abitazioni acquistate senza alcun mutuo che portarano le banche a sospendere i pignoramenti in attesa di una nuova soluzione…
Five major banks eventually struck that settlement with 49 US states in February. Signs are growing the pace of foreclosures is picking up again, something housing experts predict will again weigh on home prices before any sustained recovery can occur.
Ebbene i pignoramenti stanno riprendendo a ritmo sostenutocon un aumento del 28 % nel solo mese di gennaio secondo un report della Mortgage servicing provider Lender Processing Services ma i dati nazionali non sono ancora disponibili negli ultimi mesi ma sembra che da marzo la percentuale sia aumentata. .
Although foreclosure starts were 50 percent or more lower than for the same period in 2010, those begun by Deutsche Bank were up 47 percent from 2011. Those of Wells Fargo’s rose 68 percent and Bank of America’s, including BAC Home Loans Servicing, jumped nearly seven-fold — 251 starts versus 37 in the same period in 2011. Bank of America said it does not comment on data provided by other sources Wells Fargo and Deutsche Bank did not comment.
Per Bank of America quella che ha inglobato la polveriera Countrywide si tratta addirittura di un aumento di sette volte e nessuno rilascia dichiarazioni!
Sono solo il segno di una nuova ondata anomala di pignoramenti che verrà replicata su scala nazionale.
RealtyTrac CEO Brandon Moore said the “numbers point to a gradually rising foreclosure tide as some of the barriers that have been holding back foreclosures are removed.”
All’inizio della crisi si trattava di mutui subprime ora riguarda anche i mutui di livello superiore, alt-A, prime, jumbo etc situazioni che hanno a che fare con le difficoltà dell’economia americana e la mancanza di posti di lavoro.
“If things don’t pick up, I will be out on the street,” he said, staring from his living room window at two abandoned houses over the road in the middle-class Cleveland suburb of Garfield Heights, the noise of traffic from a nearby Interstate highway filling the street. Underscoring the uncertainty of his situation, Burns’ cell phone rings and a pre-recorded message announces that his unemployment benefits are due to be cut off in April.
Leggendo l’articolo troverete la storia dell’americano medio…
Burns and Fell are the new face of the US housing crisis: Middle class, suburban or rural with a conventional 30-year fixed mortgage at a reasonable interest rate, but unemployed or underemployed. Although the national unemployment rate has fallen to 8.3 percent from its peak of 10 percent in October 2009, nearly 13 million Americans remain jobless, meaning many are struggling to keep up with their mortgage payments.
Sebbene il tasso di disoccupazione nazionale è sceso al 8,3 per cento rispetto al picco del 10 per cento nel mese di ottobre 2009, quasi 13 milioni di americani restano senza lavoro, il che significa che molti stanno lottando per tenere il passo con le rate del mutuo.
Un americano su quattro è “underwater” ovvero con un mutuo residuo superiore al valore stesso della casa, la crisi ha cancellato 7.000.000.000.000 di ricchezza in America. 9,5 milioni di americani sono a rischio serio di pignoramento ciò che non è accaduto nel 2011 accadrà nel 2012!
Le previsioni sono per un ulteriore calo dei prezzi del 4 % quest’anno per un fondo nel 2013 e nessuna ripresa prima del 2016…i canoni dieci anni del mercato immobiliare!
Un portavoce di JPMorgan ha detto che la banca ha fatto “notevoli sforzi” per lavorare con i proprietari di abitazione, aiutando 775.000 mutuatari a rimanere nelle loro case dall’inizio del 2009, per evitare i pignoramenti
Per quanto tempo ancora…
In Italia abbiamo tre tipi di problemi. Il primo è il provincialismo. Per cui sempre ci riferiamo a quello che fanno all’estero per i più svariati tipi di problemi, riforma fiscale, legge elettorale, statuto dei lavoratori, etc…Il secondo è che purtroppo nella stampa ufficiale c’è parecchia disinformazione. Il terzo è che molti la pensano come gli anglosassoni, alcuni in buona fede e altri per loro convenienza, un pò come i blogger che ogni santo giorno vessano il lavoro di Andrea. Non c’è dubbio che gli anglosassoni pur nella diversità di opinioni hanno un collante che ormai è un valore condiviso, l’antieuropeismo. Purtroppo siamo in guerra ma alcuni non lo sanno, altri non hanno identificato il nemico, altri ancora si sono venduti ai nemici.
A me piacerebbe leggere in prima pagina su Repubblica “Gli Usa sono in default” con l’editoriale che spiega che nessuno ha una idea di quelle che sono le perdite di Freddie Mac e Fannie Mae su cui c’è la garanzia statale, per non parlare della nazionalizzata Aig, nonchè dei tracchiggi della Fed. Vorrei vedere se ogni santo giorno gli americani fossero sottoposti al linciaggio dei principali quotidiani francesi, tedeschi, spagnoli e italiani come reagirebbero. Idem per l’Inghilterra e gli inglesi. Purtroppo non avverrà mai perchè l’Europa è un mostro a 27 teste mentre quei deprecabili anglosassoni sono compatti e remano tutti nella stessa direzione.
Edmontdates quando finalmente avro’ pubblicato il post sul destino manifesto con l’autorizzazione della casa editrice e del suo autore tutto quello di cui abbiamo parlato sino ad oggi sara’ fondamentalmente il nulla o quasi…
Andrea, cosa ci sarà di così devastante tanto da definire il nulla o quasi tutto quello di cui abbiamo parlato fino a ora?
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Che falsi questi anglosassoni !
Capitano mio Capitano…te lo devo dire, nonostante sia tollerante ormai sono arrivato al limite della sopportazione alla presupponenza (o paraculaggine) anglosassone. L’Economist, ormai pure liu Pravda Economist, farebbe bene a spiegare ai lettori che gli UK hanno un debito consolidato che arriva al 535% mettendo assieme il Governo, le Istituzioni Finanziarie e le Famiglie….mentre noi brutti sporchi puzzolenti Italiani siamo solo al 335%…OVVERO MIGLIORI !!!! Ma aime’ troppi pennivendoli sono ormai ciechi o compreti per scriverlo, o forse solo ignoranti.
Non credo che vi sia una soluzione se non quella di una guerra…monetaria…ormai in corso…e guerra di informazione…che noi stiamo perdendo.
Che dire poi della farsa Northen Rock svenduta a Virgin ovvero tra amici pur di toglierla da bilancio di sua maesta….perche’ da oggi, cari lettore, non vi unite a me a scrivere proprio all’Economist Pravda o FT Pravda per fargli capire la loro ipocrisia ????