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GOLDMAN SACHS E I GIOCATTOLI PER BAMBINI ADULTI!
Ve la ricordate la mano di dio… Goldman Sachs, quella che svolge il lavoro di un dio minore sulla terra, quella che ha accompagnato dolcemente la depressione immobiliare americana scommettendoci sopra, quella che ha aiutato mezza Europa ha falsificare i bilanci, che controlla il governo americano, che coccola i propri clienti come dei pupazzi da gettare alla prima opportunità secondo le dichiarazioni di un ex dirigente e che ha sempre un posto di riguardo nelle cronache nere di Wall Street.
Ebbene ci mancava solo la prostituzione e chissà quant’altro…
E’ un piccolo caso quello che Nicholas D. Kristof, editorialista del New York Times, ha sollevato nelle ultime settimane: quello di Backpage, sito di annunci di vario genere che opera a livello mondiale. Secondo AIM, il sito genera il 70% del ricavo complessivo del traffico della prostituzione, anche minorile, negli Stati Uniti, 2,6 milioni di dollari.
CHI C’E’ DIETRO? – Il sito mette a disposizione la possibilità di mettere online annunci personali, fra cui anche quelli di “adulti consenzienti” ma anche, purtroppo, quelli di minorenni spinti nel gorgo della prostituzione – come la ragazza 15enne, di cui parla Kristof, “rapita, legata, violentata e venduta ad altri tramite Backpage”. Kristof, nella sua inchiesta, si è particolarmente interessato al lato finanziario della vicenda: chi ci guadagna? Chi possiede il sito e, dunque, trae profitto da questa pratica illegale? “Il mistero sembra risolto”, scrive Kristof: “Fra i proprietari troviamo un fondo di private equity, che include Goldman Sachs con il 16% delle azioni”. Una percentuale non gigantesca, ma indubbiamente rilevante, di cui la potente banca d’affari sembra essersi letteralmente vergognata, una volta scoperta: “Goldman Sachs sembrava mortificata quando ho iniziato ad occuparmi della sua percentuale nel sito web leader Usa della prostituzione”, dice Kristof.
DATI DI FATTO – “Ha iniziato a lavorare freneticamente per liberarsi delle azioni, e venerdì scorso mi ha chiamato per dire di aver firmato un accordo per vendere la sua percentuale. “Non avevamo in ogni caso nessuna influenza sulle operazioni”, ha detto un portavoce” dell’azienda. Sta di fatto che un alto papavero di Goldman Sachs è stato nel consiglio di amministrazione di Village Voice Media, la società editrice di Backpage, fino al 2010. “Siamo chiari”, dice il columnist del New York Times, “è un piccolo investimento per una così grande compagnia, e non c’è ragione di credere che le autorità di Goldman sapessero del collegamento con il traffico sessuale”. Però, di certo, “per più di sei anni Goldman ha avuto una percentuale significativa in una compagnia nota per i suoi collegamenti al traffico sessuale, e ha seduto nel board della compagnia per quattro di questi anni”. Giornalettismo
In un mondo nel quale qualcuno si ritrova a vivere in un appartamento senza sapere che e’ un regalo o che si ritrova una vasca ripiena di cozze pelose senza sapere da dove vengono capita di ritrovarsi sempre per caso in un consiglio di amministrazione nel quale si parli di come fare felici donne e bambine! In fondo che si tratti di fottere gli altri o di aiutarli a farlo la sostanza non cambia, la morale è sempre quella fai merenda con…
Gesù stesso gli addita di avere per padre il diavolo,!
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Per fortuna che lavorano per conto di Dio! altrimenti se lavorassero per conto di Satana cosa farebbero!