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MONTI, LA CINA, LO SPREAD E LE TRE SCIMMIETTE!
Non vi avevo forse ricordato in queste settimane che se gli italiani non avessero accettato di buon grado la riforma dell’articolo 18, il Grande Fratello mister Spread avrebbe ricordato loro di non fare i capricci!
E si cari Signori se non c’è lo Spread che ci guarda, ci pensano i Grilli parlanti a ricordarcelo All’ indomani del tonfo di Piazza Affari e del ritorno dei timori per i debiti sovrani, il viceministro dell’ Economia, Vittorio Grilli… «I mercati ci stanno guardando, e non solo i mercati».
Altro che privacy o telecamere chi ci sta guardando non è lo spread o i mercati ma la Cina…
(AGI) – Boao, 1 apr. – Italia e Cina dialogano, si studiano e si parlano con una franchezza che mette da parte le cautele tattiche che segnano i tempi del confronto in Asia. Non siamo ancora al momento del nero su bianco sulle quantita’ ma si conferma che quella sterzata annunciata da Hu Jintao sugli investimenti nel nostro Paese e’ gia’ oltre una pur autorevolissima indicazione di marcia. (…) il Professore sarebbe tornato a ribadire di considerare anche un altro parametro come valido indicatore per il ‘check’ dell’andamento della crescita in Italia e del successo delle riforme strutturali varate dal governo: non solo, come e’ perfino ovvio, l’andamento dello spread, che ormai tutti hanno imparato a tenere d’occhio, ma anche quello della percentuale degli investimenti cinesi in Italia, specie per cio’ che attiene al nostro debito sovrano. (…) Wen Jiabao ha piena fiducia sul fatto che la lotta dell’Italia contro la crisi si chiudera’ con una vittoria. (AGI) .
Fantastico Andrea ma allora perchè continuare a cercare il pelo nell’uovo se la gallina dalle uova d’oro la Cina investirà nel nostro Paese….
«Abbiamo analizzato il vostro Paese diverse volte e diverse volte, l’ ultima a settembre, l’ abbiamo scartato. Ora possiamo fare un’ altra valutazione». Parla Lou Jiwei, presidente del quarto, «poderoso» come dice Monti, Fondo sovrano del mondo. Ha in cassa oltre 400 miliardi di dollari, 40 già investiti, ma non in Italia. Mario Monti, al sedicesimo piano dell’ hotel Kempinsky, cerca di fargli cambiare idea. Ci riesce, ma solo a metà. Il capo della China Investment Corporation accetta di costituire un gruppo di lavoro (con esponenti dell’ Ice e di Bankitalia) focalizzato sul nostro Paese: il 12 aprile un loro rappresentante sarà in Italia; gli investimenti possibili spaziano dall’ immobiliare alle infrastrutture, al settore del private equity. Eppure, quando si scende nel dettaglio, Lou Jiwei non nasconde i fattori di debolezza che permangono: un alto tasso di evasione fiscale e una burocrazia inefficiente, e lo riferirà lo stesso Monti ai cronisti; ma anche «quelle che consideriamo le incertezze della vostra legislazione del lavoro». Il premier risponde con un sorriso: «Ah, se lo sapessero in Italia…». CorrieredellaSera
Fantastico ci mancavano solo le ramanzine e le lezioni di democrazia cinese!
Si una nazione dove in questi anni lo sfruttamento del lavoro ha portato a veri e propri lager come i LAGOAI e una serie infinita di abusi e soprusi in nome della Grande Cina, il paese del rispetto dei diritti umani, che gli occidentali vedono a seconda della convenienza un giorno un pericolo e l’altro un’opportunità soprattutto se si tratta di business e yuan!
Ma andiamo avanti perchè la scena politica italiana nei prossimi giorni e mesi tornerà sotto i riflettori e sugli schermi della SPREAD INTERNATIONAL TELEVISION mentre le tre scimmiette sembrano tornare di moda nel politicamente corretto professionale…
A questo punto, forse, qualche domanda bisogna cominciare a porsela. Al termine della settimana mediaticamente più turbolenta del govermo Monti, il presidente del Consiglio prende carta e penna e scrive una lettera al Corriere della sera che ieri aveva pubblicato un articolo di fondo a firma Pierluigi Battista in cui aveva, sia pure alla maniera del Corriere, invitato il professore (ma non solo lui) a non esagerare.
Ma che cosa ti combina Mario Monti? Ancora una volta imita il suo predecessore e candidamente mostra il suo stupore per quel che è successo in Italia (a sua insaputa, of course). Mai e poi mai avrebbe immaginato che sue dichiarazioni rilasciate a Tokyo potessero essere tradotte (già perché lui ha parlato in inglese) estrapolate fuori contesto e date in pasto agli italiani. Provocando, e questo è il punto, l’irritazione dei partiti per quel sondaggio da lui ingenuamente citato.
L’incipit è meraviglioso: “Vedo solo ora che alcune considerazioni da me fatte in una conferenza tenuta l’altro ieri a Tokyo presso il giornale Nikkei hanno suscitato vive reazioni in Italia. Ne sono molto rammaricato, tanto più che quelle considerazioni, espresse nel corso di un lungo intervento in inglese, avevano l’obiettivo opposto a quello che, fuori dal contesto, è stato loro attribuito. Volevano infatti sottolineare che, pur in una fase difficile, le forze politiche italiane si dimostrano vitali e capaci di guardare all’interesse del Paese”.
Il “solo ora” basta e avanza. Come a dire che lui l’editoriale su Repubblica di martedì mattina a firma Ezio Mauro, all’indomani della sua dichiarazione sul “non tirare a campare”, manco l’aveva letto. Nulla sapeva, impegnato com’era a cercare di offrire una buona immagine del nostro Paese all’estero, di quel che stava succedendo dalle nostre parti. Men che meno avrebbe mai potuto immaginare che i partiti tutti si sarebbero irritati sentendosi sminuiti dalla berlusconiana lettura di un ennesimo sondaggio.
Insomma, Monti vive come cinquant’anni fa. Nel suo mondo non esiste Internet. A ciascuno di noi, quando va all’estero, basta premere un tasto del telefonino o del computer per leggere la schermata di un qualsivoglia sito italiano e capire quel che sta accadendo. Lui no. Mario Monti non lo sapeva. E, partito alla fine della settimana scorsa, se ne accorge solo ora. O, magari, per fortuna, qualcuno glielo ha riferito.
Per carità, il professore potrebbe avere ragione. Ogni sua dichiarazione può essere davvero stata mal interpretata. E allora sarebbe un’altra la domanda da fare: possibile che tutti i giornalisti al seguito, oltre a non conoscere l’inglese, non hanno nemmeno chiesto lumi al suo ufficio stampa? Davvero singolare, visto che tutti hanno scritto dei complimenti di Obama (di cui peraltro non c’è traccia nel discorso del presidente americano) perduti a causa della telefonata di Cicchitto. Chi li ha informati di questo singolare episodio? E, ancora, come detto, sarebbe bastato fare clic su un computer per rendersi conto di quel che stava avvenendo in Italia. Ammesso che, per gravi problemi, la delegazione italiana non abbia potuto avvalersi in questi giorni della rassegna stampa nazionale. Ma ci risulta che siano andati nella produttiva Asia, non nel deserto dei Gobi.
La lettera, che qui vi linkiamo di nuovo, prosegue. Ed è un capolavoro che raggiunge il suo apice nel passaggio sugli italiani, più maturi di quanto tutti si aspettassero. Bontà sua, professore. Sembra davvero trattarci alla stregua di quegli alunni un po’ indisciplinati che alla fine la fanno esclamare: “apperò, non siete mica così bestie come mi avevano detto”.
Se ci consente, illustre presidente del Consiglio, accetti un nostro suggerimento: non c’è cosa che manda più in bestia le persone dell’essere trattati dall’alto in basso, dell’essere considerati ingenuotti, sempliciotti, che si bevono tutto. Era partito bene, col consenso di tantissimi. I sondaggi sono ancora con lei. Però non interrompa il dialogo, non si rimetta semplicemente in cattedra. Sarebbe una delusione anche per noi.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/lettera-monti-corriere#ixzz1qaOMHhxU
Una cosa abbiamo certamente imparato a proposito di tecnici, professori o politici, quando vogliono non sentono e non vedono … ma purtroppo sanno parlare benissimo e spesso e volentieri a sproposito.
Professor Monti se l’Italia è solida come Lei giustamente sostiene allora perchè la Grecia sarebbe stato il nostro destino …
In pratica il nostro amato premier ha flirtato con i cinesi per attrarre investimenti produttivi in Italia e convincerli a comprare il nostro debito pubblico.
Poteva anche mettersi al collo un cartello con scritto VENDESI Italia: faceva prima…
Le lezioni dai cinesi poi…!? http://lemieconsiderazioniinutili.blogspot.it/2012/04/lezioni-cinesi-ovvero-vendesi-italia.html
Saluti
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Distribuzione della ricchezza, nulla di nuovo:
Il diavolo veste Prada ed ha le dita sporche di Nutella.
Responsabilità e senso del limite, due cose smarrite da ritrovare.