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SPAGNA: IL MOMENTO DELLA VERITA’ SI AVVICINA!
Come ho scritto in Grecia o Spagna tanto non cambia in questa immensa crisi antropologica non cambia nulla frode, manipolazione o inganno sono all’ordine del giorno che si tratti di finanza o di politica, Grecia o Spagna la situazione non cambia. La Grecia truccò i bilanci per entrare in Europa, la Spagna sembra gli abbia truccati per far apparire migliore una eventuale ripresa o minore del previsto un eventuale peggioramento.
(ANSA) – MADRID, – Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha detto che la situazione del paese e’ ”difficile” dopo la pubblicazione dei dati del deficit registrato nel 2011, all’8,51% invece del 6% previsto dal precedente governo del socialista Jose’ Luis Zapatero. Secondo la stampa Madrid intende rinegoziare con Bruxelles la riduzione al 4,4% nel 2012.
Ho la sensazione ma non è solo una sensazione che nei prossimi mesi sentiremo parlare spesso della Spagna, soprattutto perchè la sua economia era fondata su un’immensa bolla e poco conta se il debito pubblico è tra i più bassi d’ Europa, mettendo insieme famiglie, imprese ma soprattutto banche e amministrazioni pubbliche o regionali la Spagna è una vera e propria mina vagante senza contare l’esposizione nei confronti del rischio Portogallo!
Come sottolinea Tyler Durden Portogallo e Spagna non importa l’importante che se magna anche se sembra che dopo il LTRO 2 …
Ieri su Linkiesta grazie al sempre puntuale Fabrizio Goria, scopriamo che oltre alla Grecia c’è di più.
” Il declassamento del rating sovrano ellenico a Selective default da parte di Standard & Poor’s non ha stupito i mercati finanziari, che avevano già prezzato questo evento. Ma
nuovi timori stanno crescendo nell’eurozona. Si tratta di quelli relativi a Portogallo e Spagna. Oggi infatti la Commissione europea ha comunicato a Madrid che sta ancora attendendo ulteriori dettagli sui conti pubblici. A preoccupare sono il piano di contenimento della spesa pubblica per il 2012 e i dati sul deficit 2011, «irragionevolmente oltre le previsioni», come hanno spiegato fonti Ue. E Lisbona, proprio mentre riceve l’ultima tranche di aiuti internazionali, rivede il rischio default.
Il governo di Mariano Rajoy si trova al suo primo ostacolo. Deve dimostrare che la Spagna è in grado di evitare un avvitamento in stile greco. Le accuse della Commissione europea non sono leggere. Nel 2011 il rapporto deficit/Prodotto interno lordo (Pil) è stato
dell’8,51%, in netto aumento rispetto alle ultime stime del governo iberico (8,2%) e rispetto alle previsioni dell’Ue, 6,5 percento. «Dobbiamo capire le cause di questa performance e non nego che siamo abbastanza preoccupati», ha detto oggi uno dei portavoce della Commissione, Olivier Bailly. Nemmeno l’Ue sa come è stato possibile un
evento del genere. Bailly non nasconde il disappunto: «C’è un problema di entrate? O è una questione di uscite? È su base nazionale o su base regionale?». La Commissione, ha spiegato il funzionario, nelle prossime settimane cercherà di trovare una soluzione a un caso che, dopo i conti truccati dalla Grecia, sta già facendo discutere.
Il 2012 sarà comunque difficile per la Spagna. (…) Banche, settore immobiliare e debito delle amministrazioni locali: sono questi i tre punti che fanno tremare Madrid. Una ricerca della banca elvetica Ubs ha evidenziato che «lo stress nel sistema bancario
iberico è ancora elevato, complice il Fondo de reestructuración ordenada bancaria (Frob)». Questo strumento, inizialmente previsto dall’ex premier José Luis Rodríguez Zapatero come un meccanismo temporaneo di sostegno alle banche, è diventato di fatto permanente. Complice la bolla immobiliare che ha investito il Paese, le cajas (casse di risparmio) hanno spinto sull’acceleratore del credito facile, rimanendo poi invischiate nelle malversazioni. Luis de Guindos Jurado, il ministro spagnolo dell’Economia, nelle settimane scorse ha dichiarato che gli istituti di credito iberici devono raccogliere 50 miliardi di euro di capitali freschi per far fronte alle criticità che si potranno profilare
nel 2012. E lo potranno fare anche tramite strumenti ibridi come i Contingent convertible bond, o Cocos, più volte osteggiati dai regolatori. Infine, le regioni. Il governo centrale è dovuto intervenire più volte per evitare il default, proprio come nel caso della Valencia,
come spiegò un mese fa la portavoce della Moncloa, Soraya Saenz de Santamaría. «La dissestata situazione debitoria delle amministrazioni locali sarà una delle sfide più grandi per Rajoy», notava la banca britannica Barclays in novembre. Della stessa opinione è la Commissione Ue.(…) Leggi il resto: LINKIESTA
Quando sentire parlare della Spagna, tenetevi forte, il mare incomincerà ad ingrossarsi e questa volta le onde supereranno la Vostra fantasia. Speriamo che sia solo un incubo, un sogno qualunque di questa tempesta perfetta europea ma non solo. Prima o poi anche Inghilterra e America, dovranno fare i conti con le loro illusioni!
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Ancora una volta, dov’è il livello della sostenibilità ? Dov’è il livello della REALTA’
Qual’è il tenore di vita che un paese come il nostro può tranquillamente permettersi senza intaccare il futuro?
Siamo disposti a lottare per mantenere alto il nostro standard ?