NEVE, FREDDO E GELO: GLI AVVOLTOI D’ITALIA!
Un’occasione d’oro per gli avvoltoi d’Italia, per speculatori e sciacalli pronti ad approfittare della situazione di emergenza che sta attenagliando il nostro Paese.
In fondo non è una novità, basta pensare a quello che accade ogni qualvolta una calamità naturale investe il nostro Paese, basta pensare a quello che è accaduto nel recente terremoto che ha devastato il centro Italia.
CI COSTA parecchio questa nevicata. Il gelo che è piombato su gran parte dell’Italia sta dispiegando tutti i suoi effetti più nefasti, per le aziende, per l’agricoltura, per le famiglie. La contabilità dell’emergenza maltempo parte dai 350 milioni di euro di danni che finora ha causato all’agricoltura e agli allevamenti (campi congelati, morie di pesci e bovini, tonnellate di frutta e verdura rovinata), passa per le perdite di 150 milioni di euro sofferte dagli autotrasportatori bloccati dal ghiaccio sulle strade, e finisce per picchiare duro nei bilanci delle famiglie. Il consumo del metano per i riscaldamenti è aumentato in pochi giorni del 30 per cento rispetto a gennaio, e questo a fine anno si potrebbe tradurre in un aumento della bolletta di 135 euro. Non solo. La speculazione e l’effetto “accaparramento” hanno fatto schizzare in alto i prezzi di frutta e verdura fresca, che hanno subito rincari fino al 200 per cento. Un esempio su tutti: il carciofo. Il 15 gennaio costava 0,5 euro a pezzo, oggi è lievitato a 1,5 euro. E le previsioni del tempo dicono che nevicherà ancora.(…) Produzione ridotta ma soprattutto tanta speculazione dietro i rincari dei prezzi di frutta e verdura fresca. In soli tre giorni, ad esempio, il costo delle zucchine è raddoppiato, un chilo ieri costava 8 euro al mercato. L’insalata costava 2 euro il 15 gennaio, prima dell’emergenza maltempo e prima anche del fermo dei tir, oggi costa 5,5 euro con un aumento del 175 per cento. Prezzi gonfiati anche per arance, mele, pere, melanzane. I carciofi si vendono a 1,5 euro al pezzo, + 200 per cento rispetto a gennaio (…) La neve e il conseguente mancato approvvigionamento di materie prime hanno “spento” centinaia di aziende, soprattutto in Romagna, nelle Marche e in Abruzzo. Ma a soffrire un crollo drammatico degli affari sono stati gli autotrasportatori, che non hanno potuto viaggiare sulle arterie principali della viabilità italiana per il ghiaccio e per il blocco della circolazione ai mezzi di stazza superiore alle 7,5 tonnellate attuato dai concessionari delle autostrade (è la prima misura dei piani antineve, fortemente contestata dai camionisti). Il fatturato dell’autotrasporto si è ridotto del 70 per cento nelle Regioni del versante adriatico, per un mancato guadagno – stima la Fita-Cna – di 150 milioni di euro. Le consegne all’estero sono diminuite del 20 per cento. La Confederazione degli artigiani lancia l’allarme anche per le aziende: nelle Marche il calo di produzione è stato del 30 per cento totale, a Urbino del 40 per cento (10 milioni di euro i danni stimati). In Romagna, tra Forlì e Cesena, il 25 per cento delle aziende ha chiuso per almeno un giorno, con mancati guadagni per 25 milioni di euro.
Non bastava la speculazione internazionale a devastare in questi mesi il nostro Paese, ci si è messa pure la forza devastante della Natura che saltuariamente ci riporta con i piedi per terra accompagnata dai soliti avvoltoi e sciacalli d’Italia, non importa se si tratta di esaltati della finanza che si inventano fondi della morte o qualche piccolo speculatore di provincia che cerca di sbarcare il lunario sulle disgrazie altrui, questa è e resta una imponente crisi antropologica.
Attendiamo con ansia e curiosità le solite anatre starnazzanti che urleranno l’accelerazione della recessione italiana, dopo le devastazioni della Natura, l’Italia è finita, l’Italia è fallita…
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