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ITALIA: ASTA BTP…SANA PAUSA DI RIFLESSIONE!
Come abbiamo visto nella sostanza grazie alle parole di uno dei massimi esperti a livello mondiale di dinamiche del debito pubblico, di default sovrani e crisi finanziarie, il problema temporaneo per il nostro Paese è un problema di liquidità più che di solvibilità.
Comunque sia come spesso amo ripetere solo la Verità è figlia del tempo ed ora ci aspettano 90 giorni di fuoco che vanno oltre le illusioni e l’ottimismo di maniera, 90 giorni nei quali si costruisce il destino futuro del nostro Paese non solo a livello politico ma soprattutto in materia di rinnovo del debito pubblico.
Come abbiamo più volte visto in maniera dettagliata nelle passate analisi ” Perfect Storm Made in Italy “ e ” ANNO 2012: L’esplosione del debito ” la rotta è stata tracciata consapevolmente e direi che sino ad oggi la navigazione è stata magistrale, soprattutto in attesa dell’appuntamento delle “Idi di Marzo”.
Ora la calma lascerà il posto ad una nuova tempesta anche se probabilmente solo temporanea in attesa che la recessione americana diventi evidente a tutti nei prossimi dati macroeconomici, anticipati dai recenti segnali negativi del mercato immobiliare.
Grecia, Portogallo e soprattutto una percentuale inusuale di scadenze del nostro debito pubblico sono iceberg e scogli da non sottovalutare ma anche importanti occasioni da cogliere se il panico dovesse nuovamente impadronirsi dei mercati. Quello che è importante è il messaggio di fondo, senza dimenticare quello che è accaduto in materia fiscale e previdenziale nel nostro Paese.
L’Italia è un Paese solvibile e troppo grande per fallire, checche ne dicano i menestrelli dell’ultima ora!
Il ministero dell’Economia ha collocato 7,5 miliardi di euro di titoli del debito pubblico con scadenze nel medio periodo. Il rendimento dei dei titoli a 10 anni è calato al 6,08% dal 7% della precedente asta di dicembre e quello dei quinquennali è sceso al 5,39% dal 6,6% prevedente. Le richieste hanno raggiunto complessivamente i 10,5 miliardi di euro a fronte dei quasi 7,5 miliardi di euro piazzati sul mercato. Nel dettaglio, Il Tesoro ha collocato 3,57 a miliardi di euro di titoli a scadenza 2017 contro una richiesta di 4,63 miliardi di euro. Bene anche l’asta di Btp a 10 anni in cui sono stati collocati titoli per 2 miliardi di euro a fronte di una domanda di 2,85 miliardi. Sono stati infine collocati 1,85 miliardi di euro di Btp a scadenza 2016 e 2021: obiettivo massimo a 2 miliardi di euro. di Vito Lops – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/SBqpi
Con un pò di fantasia si potrebbe dire che non è andata male anche se in realtà non è andata affatto bene! Tecnicamente il recente movimento dei nostri titoli di Stato era insostenibile e le questioni Grecia e Portogallo troppo vicine per non sentirne l’influenza.
Un rendimento decennale sopra il 6 % e uno spread a cavallo dei 400 punti sono ancora numeri che non rendono giustizia alla realtà fondamentale del nostro Paese soprattutto se confrontati con quelli dello territorio spagnolo a rischio di oscuramento ad opera dell’eclisse portoghese. Le recenti manovre fiscali italiane hanno interessato circa il 5 % del nostro PIL numeri abissali che Spagna e Portogallo non si sognano nemmeno senza parlare di deficit e avanzo primario.
Asta non brillantissima ma che comunque consente al Tesoro di portare a casa due risultati importanti: un ulteriore calo dei costi di finanziamento sui mercati e quasi 7,5 miliardi di euro di raccolta sul medio e lungo termine. Gli operatori interpellati da Radiocor commentano così l’asta di oggi, che ha segnato il ritorno dell’Italia sul segmento medio e lungo del mercato primario. Non eccezionale, dicono gli operatori, è stato soprattutto il collocamento del nuovo benchmark quinquennale, penalizzato sia dall’ingente ammontare offerto sia dal difficile contesto di mercato legato al declassamento dell’Italia deciso venerdì scorso da Fitch. «Il BTp a 5 anni – dice un trader – ha concesso molto sul mercato prima dell’asta e questo ha spinto il Tesoro a non collocare il massimo importo offerto e a fermarsi a 3,5 miliardi, malgrado una domanda pari a oltre 4,6 miliardi». Meglio è andato il decennale, che ha sofferto di meno, soprattutto di un importo in offerta pari a soli 2 miliardi di euro. «I titoli italiani sono stati bersagliati da un discreto flusso di vendite già in avvio di seduta – dice un operatore. Il declassamento di Fitch – aggiunge – ha spinto molti a realizzare i guadagni che i BTp italiani avevano accumulato al scorsa settimana». di Vito Lops – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/SBqpi
Comunque sia la verità fondamentale è figlia del tempo soprattutto quando si tratta di un Paese solvibile come il nostro, parola di Kenneth Rogoff.
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L’Italia è troppo grande per fallire e non fallirà..Questo è plausibile e molto probabile.
Tuttavia,a mio avviso, lei non considera a fondo le possibilità di una ristrutturazione del ns debito,che in quanto necessaria, potrebbe prevedere un “haircut” pesante,anche del 15 o 20%.
Chi glila dice questa cosa ai nostri cari possessori di bot e btp?
Concordo con Enrico 2. Se taglia Atene e poi Lisbona chi è il terzo?
L’Italia,si continua a dimenticarlo, ha un rapporto debito /pil che è il DOPPIO di quello spagnolo.
Se tra gli investitori stranieri torna a diffondersi l’idea che questo è l’indice piu’ rilevante siamo fatti….
L’unica via è un taglio sostanzioso del debito. Ma perchè Monti non parla mai di vendite dei beni pubblici?
Certo e dopo l’Italia il Regno delle Due Sicilie Il Vaticano e la Padania…etc etc! Vai a dare un’occhiata all’indebitento delle imprese spagnole e delle famiglie. Ma e’ mai possibile che nessuno ragioni più con i dati fondamentali . Il mondo e ‘ bello perché vario! Andrea
Tutto e’ possibile ma una ristrutturazione del 15 % non e’ per nulla sensibile visto che le famiglie italiane detengono solo il 5 % del nostro debito pubblico! Detto questo per il sottoscritto le probabilità restano ZERO! Andrea
In Lombardia l’economia reale è al collasso: i commercianti al minuto sono alla canna del gas, gli agenti non cè la fanno più con i costi del carburante, il settore edile salta ed è strozzato dalle banche, gli artigiani chiudono, riducono, mollano a casa i dipendenti, le aziende storiche con 100/500 dipendenti barcollano ed hanno ordini per una settimana/dieci giorni. A parte qualche settore che esporta il resto è una piatta è molto peggio del 2008. Resterà a casa tanta di quella gente che il debito pubblico sarà il problema minore.
Junka
E’ molto facile fare un bel minestrone: debiti dello stato+ debito dei privati +debito delle aziende pubbliche++ ecc. Ognuno cerca l’indice che piu’ gli risulta opportuno per le sue tesi
La realtà è questa: Telefonica risponde del suo debito ; Telecom del suo debito. A rispondere del debito pubblico italiano è il Tesoro italiano . E’ vero potrebbe imporre imposte, tasse patrimoniali ecc. Ma non c’è riuscito Monti a fare una patrimoniale vera come potrebbero governi che devono fare i conti ogni 6 mesi con l’elettorato?
Il mercato continua a premiare la Spagna che (beata lei) paga un sacco meno di interessi perchè appunto ha un rapporto debito /Pil ben diverso dal nostro.
Ci aveva già provato il furetto di Arcore a tirare in ballo i privati, ma il mercato se ne è fregato bellamente.
MF nei giorni scorsi ha organizzato un convegno da cui è emerso che l’unica via per rimettersi in sicurezza è il taglio drastico e immediato del debito con qualche manovra straordinaria (vendita forzosa dei beni pubblici ai privati; cartolarizzazione dei beni privati ecc)
Altre vie dubito che ci porteranno ad avere tassi nella media europea in tempi ragionevoli.
Volevo porre l’attenzione su un fatto. Merkozy e tutta la creme economico/finanziaria e politica ha sempre sostenuto che la Grecia aveva truccato i conti quando fece il suo ingresso nell’euro,
il fatto che abbia truccato i conti è stata la giustificazione morale della sua insolvenza. Ora mi chiedo, ad esempio il Portogallo non ha truccato i conti e non aveva neppure una voragine spaventosa nel sistema bancario come l’Irlanda…e allora che si fà? Che scusa si inventeranno per giustificare un haircut? La verità, e cioè che il debito non è sostenibile per alcuni Paesi? Che questa è una crisi di solvibilità? Mi chiedo chi ci metterà la faccia dopo che ci hanno torturato per mesi dicendoci che la Grecia era un caso del tutto eccezionale, che avevano fatto carte false, etc…? Se il piccolo Portogallo dichiarerà un haircut o una rinegoziazione del debito, un mercato che abbia un minimo di decenza, decoro e coerenza dovrebbe spazzare via l’intera UE in un nanosecondo.
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sempre e solo buon senso come qualsiasi padre di famiglia.
ricordo quando in altri blog altre persone invitavano a disfarsi dei titoli di stato italiani.
i problemi ci sono e finalmente qualcuno si è diciso a fare qualcosa di concreto.
stiamo recuperando fiducia in Europa.
nella descrizione, ci attenderanno mesi difficili, ma alla fine l’Italia non fallirà.
grazie Andrea.