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LA LEGGENDA DEL DEFICIT SPENDING!
Non ho alcuna intenzione di immergermi negli abissi delle polemiche accademiche tra i sostenitori del deficit spending keynesiano e coloro che sostengono ad oltranza la politica del rigore fiscale, ma una cosa deve essere chiara, ovvero che la storia più volte ha dato un suggerimento inequivocabile e che oggi più che mai abbiamo un problema immenso ovvero un'iniqua distribuzione dei redditi lasciando stare i patrimoni per non urtare la sensibilità di qualche illuminato.
(…) "stabilità e solidità della finanza pubblica sono essenziali, tanto nel presente quanto nel tempo a venire", e che "non sono possibili sviluppo economico ed equilibrio democratico senza stabilità e solidità della finanza pubblica". "Non ci sono più spazi per ambiguità e per incertezze – ricorda Tremonti – la politica di rigore fiscale non è temporanea, non è conseguenza imposta da una congiuntura economica negativa, e non è nemmeno "imposta dall'Europa", ma è invece "la" politica necessaria e senza alternative per gli anni a venire". Dunque, è il messaggio finale, governo, Parlamento e parti sociali "devono evitare illusioni, supponendo una presunta alternativa tra rigore e crescita: la crescita non si fa più con i deficit pubblici" Repubblica .
Certo non si fa più con il deficit spending, ma un'occhiata alla leva fiscale non mancherei di darcela prima che la favola della crescita infinita finisca al rogo con tutte le leggende metropolitane che da anni il sistema racconta, mettendo mano ad una più equa redistribuzione dei redditi.
Il presidente Barack Obama lo ha detto più volte, lo stesso ha fatto il segretario al Tesoro Timothy Geithner: se il Congresso non alzerà il tetto del debito pubblico americano, il Paese sprofonderà nuovamente nella recessione, con una crisi che farebbe sembrare moderata quella appena conclusa. Gli economisti avvertono sull'impatto potenzialmente disastroso sul Paese e sui mercati mondiali, il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ha detto che sarebbero tagliate le gambe della ripresa, dal mondo bancario arrivano inviti a "non scherzare con il fuoco e a non fare prove di forza", come ha detto il numero uno di JpMorgan Chase Jamie Dimon. I repubblicani invece giocano al ribasso: le conseguenze sarebbero molto meno gravi di quanto il Governo vuole fare credere, come ha detto tra gli altri il senatore dell'Oklahoma Tom Coburn AMERICA24
Non è affascinante ragazzi, questi continuano a parlare del sesso degli angeli, facendo finta di dimenticarsi che negli ultimi dieci anni sono stati spesi 3,5 miliardi di dollari in lobbyng e che milioni di americani continuano a beneficiare di tasse infime rispetto ai loro redditi e che in economia e nella finanza, nulla si crea, nulla di distrugge, tutto si trasforma, tutto si trasferisce.
NONNnono.
certCert