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LA RECESSIONE E' VICINA!

Scritto il alle 17:00 da icebergfinanza

 

Probabilmente molti dei lettori di Icebergfinanza si ricorderanno di Robert Reich, con noi dall'inizio di questo viaggio, con il suo blog, professore presso la Berkeley University e segretario al lavoro nell'amministrazione Clinton.

Robert è stato uno dei pochi che ha avuto il coraggio di chiamare mini depressione la madre di tutte le crisi, mentre gli altri si ingegnavano a dipingerla come una recessione più o meno grande.

  Oggi sull' HUFFINGTONPOST in The Economic Truth That Nobody Will Admit: We're Heading Back Toward a Double-Dip  torna   torna a ribadire che nessuno ha il coraggio di dire la verità gli americani, anche solo sussurrando che ci stiamo incamminando verso una nuova recessione, quello che Icebergfinanza dice da tempo.

Il conflitto di interesse impedisce al governo americano di raccontare la verità. Reich evidenzia la fiducia del popolo americano provata da una profonda depressione immobiliare e del mercato del lavoro con l'aggiunta di prospettive non certo rosee dal fronte energetico.

Puntuale inoltre sottolinea che i recenti progressi dell'occupazione sono solo briciole rispetto al pane quotidiano che servirebbe e che la crescita economica è anche meno delle briciole.

Importante e fondamentale è il riferimento alle retribuzioni orarie in continuo declino, come il reddito disponibile e il potere di acquisto per non parlare del patrimonio immobiliare.

Reich attacca entrambe i partiti politici americani intenti ad osservare compiaciuti lo specchietto retrovisore in attesa della luce in fondo al tunnel, si quella del treno che sta per arrivare.

Conclude Reich… " Mi dispiace dovervi dare la brutta notizia, ma in fondo è meglio sapere "

… ma si sa forse è meglio non sapere, noi preferiamo raccontarvi quotidianamente perchè questo sistema sta diventando insostenibile!

6 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 1 Aprile 2011 at 17:36

e dell'italia che mi dici?

Scritto il 1 Aprile 2011 at 17:41

Siamo in bilico… attendiamo la " frustata" all'economia!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 1 Aprile 2011 at 17:48

Io penso che siamo piu' di la che di qua…

almeno, ci sono settori che tra un po' crolleranno.

sento un gran pessimismo in giro. L'unica cosa che ci puo salvare  sono le esportazioni, i consumi interni sono stagnanti ed erosi dall'inflazione (perdita di potere d'acquisto la chiamerei io) derivante dall'aumento delle MP.

Se va avanti cosi'  diventiamo un paese di serie B, se non lo siamo già

Ciao, Ivan (la domanda era mia)

utente anonimo
Scritto il 1 Aprile 2011 at 19:41

noi in italia abbiamo tremonti la marcegaglia la mitica cgil…abbiamo campi coltivabili che si riempiono di pannelli milioni di alloggi invenduti…ma va tutto bene.

utente anonimo
Scritto il 1 Aprile 2011 at 19:44

Reich il successo lo ha conosciuto da vicino, come docente a Harvard, collaborando con tre amministrazioni presidenziali, scrivendo per la stampa più nota al mondo (NewYorker, NY Times, Washington Post, Wall Strett Journal), fondando la rivista American prospect. Ma ha conosciuto da vicino anche l’infelicità (del successo, appunto), così che nel bel mezzo del suo lavoro, ha piantato in asso Bill Clinton sollevando un vespaio di polemiche. Come segretario del dipartimento del Lavoro durante l’ultima amministrazione Clinton aveva lavorato alla sicurezza sui luoghi di lavoro, condotto una sorta di crociata nazionale per l’abolizione delle fabbriche con sfruttamento e lavoro nero, combattuto il lavoro minorile e innalzato – per la prima volta dal 1981 – il minimo salariale. Poi, all’improvviso, le dimissioni, per “motivazioni personali”. Qualcuno giudicò la sua scelta folle: un uomo all’apice della sua carriera che manda tutto all’aria per stare un po’ di più con i figli. Per altri è invece diventato il guru del “calmiamoci un attimo e godiamoci la vita”. Del downshift, scalare la marcia.

utente anonimo
Scritto il 2 Aprile 2011 at 00:34

@3

E da quando l'Italia NON sarebbe un paese di serie B?
Forse fino agli anni 70 ancora c'era una quota di gente seria e capace non indifferente. 
Negli anni'80 gia' si stava in piedi grazie a un debito pubblico galoppante e comprato da una Banca d'Italia non indipendente (e all'inflazione conseguente).

Dagli anni 90 in poi siamo il paese dei balo…rdi a tutti gli effetti.

Una generazione intera a contratti a tempo determinato a 1000 euro al mese e un livello di corruzione, nepotismo, incompetenza e completa mancanza di etica che farebbe vomitare anche uno con in tasca una confezione intera di antiemetici.

Ormai valiamo la Polonia, ma con meno prospettive per il futuro prossimo e remoto.

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