Mentre i mercati assaporano per un istante il profumo di un intervento combinato europeo al capezzale della Grecia, Grecia che come abbiamo visto ieri sembra essere stata "consigliata" nell’utilizzo della ormai famigerata "finanza creativa" dalla cosidetta "finanza ombra" diamo un’occhiata a quanto accade nel resto dell’economia, tralasciando per un istante la questione finanziaria.
Secondo il recentissimo "US small business survey" la leggenda del consumatore americano sta ormai volgendo al termine, scomparendo nel paradosso della parsimonia.
" Le prospettive dei proprietari delle piccole imprese, sono rimaste a tinte fosche all’inizio del nuovo anno, secondo un sondaggio pubblicato martedi dalla Federazione nazionale del commercio indipendente NFIB "…anche se 7 dei 10 componenti del sondaggio hanno evidenziato un miglioramento indicando che le condizioni potrebbero presto migliorare.
"The biggest problem continues to be a shortage of customers." "Il problema più grande continua ad essere la carenza di clienti". … … Only 5 percent of the owners reported "finance" as their number one business problem (up one point). Solo il 5 per cento dei proprietari segnalato che il finanziamento è il loro problema numero uno.
Quindi come più volte osservato nei mesi scorsi, non si tratta di mancanza di credito, anche se è evidente la sua contrazione, ma di una reale indisponibilità o necessità ai richiederlo, ad averne bisogno. Non è la fonte che manca, non si tratta di portare la fonte al cavallo, ma probabilmente il cavallo ha fatto indigestione, ha paura di bere acqua avvelenata.
E’ una situazione oggettiva, 38,2 milioni di americano, un nuovo record storico, stanno utilizzando, sono in fila, per ottenere i cosidetti "food stamp" buoni pasto, programma federale per aiutare le persone povere ad alimentarsi. Il dipartimento dell’agircoltura prevede un importo di 58 miliardi di dollari necessari per soddisfare 40,5 milioni di americani entro la fine dell’anno fiscale.
Ecco che finalmente dopo un’autentico tsunami di liquidità la Federal Reserve, in particolare nella figura del suo governatore, Bernanke, decide che la sorgente è da prosciugare lentamente, in quanto l’economia reale non è nelle condizioni da tornare a immergersi nel debito e quella virtuale, quella finanziaria, rischia di afforgarci dentro, trascinando nelle speculazioni, il mondo intero.
Per essere chiari, come ho più volte ribadito, la mia convinzione è che la Federal Reserve non toccherà i cosidetti "Fed Funds"in maniera sen per almeno tutto il 2011, se non oltre!
Non si tratta di considerazioni nate da un lancio di monetina, ma supportate da analisi empiriche e storiche. Tralasciando gli ovvi riferimenti al progressivo abbandono della politica di sostegno ai mercati immobiliari, tramite l’acquisto di titoli MBS e RMBS, Bernanke si concentra sul tasso di sconto, tasso remunerativo delle riserve bancarie.
" A seguito del grande volume di riserve presenti nel sistema bancario, il livello di attività e di liquidità nel mercato dei fondi federali è diminuito considerevolmente, aumentando la possibilità che il tasso sui fondi federali per un tempo potrebbe diventare un indicatore meno affidabile del solito delle condizioni a breve termine sui mercati monetari. Di conseguenza, la Federal Reserve sta valutando l’utilità, della transizione verso una configurazione più normale della politica monetaria , di comunicare un orientamento della politica in termini di un altro obiettivo operativo, come alternativa a breve dei tassi di interesse a lungo termine. In particolare, è possibile che la Federal Reserve possa usare il tasso di interesse pagato sulle riserve, in combinazione con gli obiettivi per i quantitativi di riserva, come guida per la sua politica monetaria, conseguendo allo stesso tempo il controllo di una serie di tassi di mercato."
Per chi ieri mi ha chiesto se ciò significa un possibile, futuro aumento dei tassi io rispondo di no. Nessuna novità nelle parole di Bernanke, come abbiamo visto in passato, visto che il cavallo non vuole bere, ovvero l’economia reale, si toglie liquidità, o meglio liquori, dall’abbeveratorio della finanza, prima che ubriachi l’intera economia. Nella sostanza si tratta solo di un chiaro segnale, che l’aumento della remunerazione delle riserve, automaticamente potrebbe drenare liquidità dal mercato, ammortizzando le paure di esplosioni inflative quando l’economia potrà uscire dalla tempesta perfetta.
Ecco quindi che i tassi sulle riserve in eccesso, sostituiscono i Fed Funds, nella politica monetaria, come dichiarato più volte in passato, quando si sottolineava la possibilità di drenare liquidità al mercato.
Dal mio punto di vista, deve essere costata non poco questa decisione a Bernanke, figlio di un monetarismo fondamentalista, accorgersi che se anche i suoi elicotteri continuano a lanciare banconote sull’economia, queste non arrivano nel circuito o proprio in questo momento di deleveraging generalizzato non interessano.
Aumentando il tasso sulle riserve dall’attuale 0,25 % anche solo di 25 o 50 punti base, significa drenare dal sistema liquidità che diversamente sarebbe a rischio. Per quale motivo rischiare se oggi la mia liquidità viene maggiormente remunerata a rischio zero.
Ecco perchè da mesi Icebergfinanza spiega che non necessariamente la massa monetaria presente nel sistema, significa futura inflazione, o addirittura iperinflazione, non conta solo la massa, ma la sua velocità di circolazione e il moltiplicatore monetario ha parlato chiaro negli ultimi anni. Ecco il grafico dalla Fed di St.Louis.
Tornando per un istante alla situazione europea, nel mare di rumors che accompagnano le decisioni dell’incontro di oggi, non si può tenere nascosta l’oggettiva situazione finanziaria dei bilanci dei governi occidentali, bilanci che dovranno fare i conti con un lungo periodo di generalizzato "deleveraging", rientro dal debito. Soluzioni temporanee, non faranno altro che posticipare l’inevitabile nemesi finale, non esiste soluzione al debito, non è possibile affogare il debito nel debito.
Se non bastasse, date un’occhiata all’ultima invenzione proveniente dai laboratori creativi della diroccata Citigroup, il lancio di un derivato, il primo derivato che servirà a pagare i danni delle future crisi finanziarie. Geniale no, magari quella dei derivati, la crisi sistemica futura, un po come se qualcuno ti assicurasse dall’arrivo di un meteorite che farebbe scomparire la terra. Non è bastata la lezione degli ultimi giorni, delgi ultimi anni?
CLX si chiama questa nuova meraviglia, pura analisi quantitativa, un condensato di volatilità in rapporto alla media, delle azioni, dei tassi, degli spread swap, corporate bond, swaption-implied volatilities e structured credit spreads. Citigroup, negozierà CLX utilizzando valori storici fissi e parametri di volatilità, eliminando necessità di ricalco su serie temporali di lunghissimi termine.
Nella pentola dei druidi finanziari, come per il debito, si inseriscono altri derivati, per ammortizzare i loro fratelli e le loro sorelle e ci si illude di controllare il rischio, derivati che controllano i derivati, debito per affogare il debito, costruendo un sistema sempre più complesso, sempre più sofisticato, dove pochi conoscono nulla e la moltitudine assite inerme alla devastazione di un sistema che esplora il limite della divinità, della perfezione, come un’immensa torre di babele che aspira a sostituire Dio.
Abbiamo assistito in questi ultimi anni a un passaggio di testimone, dal settore privato a quello pubblico, da quello finanziario sopratutto, abbiamo visto in alcuni post, quanto lungo e difficile sarà il percorso di sostenibilità futura dell’indebitamento. Nel fine settimana, condivideremo insieme un viaggio nella Storia con ARCHIMEDE: "La leggenda della leva finanziaria" per coloro che hanno contribuito o vorranno liberamente contribuire al nostro viaggio.
E’ ora che l’economia esca dalla terra di nessuno, la finanza esca dalla sua ombra, che diventi materia quotidiana, insegnata in maniera semplice, per quanto complessa sia, senza banalizzazioni, una maggiore cultura economica/finanziari a partire dalle scuole, dalle nuove generazioni. E’ ora che nelle nostre università, accanto alla matematica e all’indirizzo scientifico dell’economia, compaia la Storia, storia del pensiero economico e filosofia morale, l’economia comportamentale. Non è possibile conoscere solo " La ricchezza delle nazioni" di Adam Smith, il padre dell’ Economia, bisogna scoprire e conoscere anche " La teoria dei sentimenti morali" sempre dello stesso Smith. L’economia non è altro che una branca dell’ Etica. Senza Etica, professionalità, competenza, il sistema non ha futuro.
Colgo nuovamente l’occasione per ringraziare tutti i Compagni di Viaggio, per lo splendido regalo in ……SEMPLICEMENTE GRAZIE!
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Icebergfinanza come un cantastorie che si esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!
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…. rispetto agli astrusi algoritmi della finanza creativa, additati al mondo intero e che hanno causato buona parte del disastro che tocchiamo con mano, l’anno passato Ilenor Olstrom e’ stata insignita del Premio Nobel per l’Economia.
Gli studi da lei fatti hanno evidenziato l’importanza fondamentale, sia per il settore pubblico che per quello privato, dei cambiamenti che avvengono " dal basso ".
Capitano, il tuo esempio si specchia …
marinai e mozzi … sentitevi incoraggiati nel contribuire, nel fare parte di questa …. incredibile, inimmaginabile … ineffabile … navigazione
… nonostante i marosi.
arcsu’lon