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IMMERSIONE!

Scritto il alle 07:06 da icebergfinanza

http://www.allposters.it/-sp/Rana-sott-acqua-Posters_i424383_.htm

Lo tsunami ARMs è ormai in arrivo, si sta abbattendo sulle coste del sistema finanziario americano ed in particolare ha già spazzato via inesorabilmente quella che un tempo era la quarta banca commercial americana: Wachovia!

Realtà finanziaria che ha raggiunto le sommità del sistema americano a colpi di grandi acquisizioni, predatore aggressivo piegato probabilmente dall’acquisizione di Golden West Financial pagato la bellezza di oltre 25 miliardi di dollari, una istituzione californiana che ha supportato la follia immobiliare. FT.COM

" First Union and NationsBank, now Bank of America, were among the most aggressive in expanding beyond the state’s borders through a flurry of acquisitions of lenders from Florida to New York to California."

Chi sarà la prossima candidata alla Banks Failed List della FDIC!?

Un’eredità di circa 122 miliardi di portafoglio denominato options ARMs che consentivano al proprietario di pagare interessi o capitale, un possibile grado di default del 12 % come la stessa esposizione al CRE Commercial Real Estate.

"Option-Arms allow borrowers to choose a low minimum monthly payment that often falls short of the interest due on the loan, typically for five years. The difference between the minimum and the full payment is added to the mortgage balance, allowing borrowers to increase their leverage before they start paying back debts.

While many of these mortgages were underwritten with sizeable down-payments of between 20 and 30 per cent, house prices fell so dramatically that many borrowers were left underwater. "

Underwater,  una drammatica immersione dei patrimoni delle famiglie americane!

Anche se ormai l’analisi fondamentale lascia il tempo che trova nella disperazione di un sistema collassato e l’analisi tecnica è un appiglio per trovare un punto di riferimento negli abissi, proseguiamo con alcune valutazioni fondamentali.

Oggi si trovano drammaticamente sotto acqua, con il patrimonio inferiore al mutuo residuo…..

Grazie a CalculatedRisk attravreso il American Community Survey 2007 sappiamo che alla fine del 2007 in america vi sono state oltre 51.600.000 famiglie con un mutuo per l’abitazione.

Testimonianze senza equità o negativo Click on chart for larger image in new window. 

 

 

 

 

 

Molti si sono ritrovati con il patrimonio negativo solamente anche alla fine del 2006 pur con discese dei prezzi ancora contenute in quanto hanno ottenuto spesso mutui al 100/120 % del valore dell’abitazione! Entro la fine del 2007 però con i prezzi scesi in media del 10 % oltre 8,2 milioni di famiglie erano in patrimonio negativo!

Entro la fine del 2008 per Calculated Risk ci troveremo con un diminuzione del 22, 5 % dal picco secondo dati della CASE/SHILLER Index ciò significa che avremo 15,4 milioni di familie con patrimonio negativo!

Se vi ricordate nel precedente post abbiamo parlato di ‘No recourse’ and ‘put options’: Estimating the ‘fair value’ of US mortgage assets QUI

In sostanza Gross ci dice che il punto di partenza per una valutazione del mercato immobiliare americano è che la maggior parte dei prestiti sono " de facto or de jure ‘no recourse’. "

Che significa! Significa semplicemente che il debitore non può essere ritenuto personalmente responsabile per l’ipoteca anche se dopo una foreclosure la banca riceve solo una frazione del totale del residuo del mutuo a seguito della vendita dell’abitazione!

Con l’assenza della possibilità di un’azione di recupero del credito in sostanza il mutuatario ha ricevuto un’opzione put di vendere l’abitazione come una garanzia che lo copre alla pari del residuo mutuo. Il tutto porta le famiglie americane a tenere la propria abitazione sino a quando l’importo della vendita non sia in equilibrio con il residuo del mutuo.

With a ‘no recourse’ mortgage (or any other such loan, eg the latest MMMF facility of the Fed) the debtor effectively receives a ‘put option’ to sell the asset that serves as a security to the creditor at par (or rather for the amount of the loan still outstanding).

 

Quindi le soluzioni sono due, o crollano i consumi come sta già avvenendo e quindi mi aspetto un terzo trimestre dell’anno con il segno negativo sul PIL o siccome tutto ciò però non è mai stato implicito nei bilanci delle grandi banche americane che nella maggior parte dei casi iscrivono le ipoteche al valore residuo almeno sino a quando il mutuatario paga regolarmente le rate, il sistema americano ipotecario deve essere completamente messo sotto la protezione dello stato visto che potenzialmente ogni transazione ARMs che andrà alla reimpostazione è una foreclosure in arrivo!

Se poi proseguiamo attraverso il 2009 e 2010 abbiamo proiezioni di caduta dei prezzi che va da un prudente 30 % sino al 40 % con punte di 60 % per la California!

CalculatedRisk stima che  …….

Not every homeowner with negative equity will default, in fact many of these homeowners will only be underwater by a few percent. But if we estimate one half of homeowners with negative equity will eventually default, use a 50% loss severity, and a 35% price decline (23.6 million households with negative equity), and use the median house price from the Census Bureau of $216 thousand, we get $1.3 trillion in mortgage losses for lenders.

Quasi il 50 % delle famiglie con mutui in patrimonio negativo e 1,3 trilioni di miliardi di perdite potenziali per il sistema finanziario non sono uno scherzo! Se invece facciamo un’ipotesi su un terzo di patrimonio negativo abbiamo circa 840 miliardi di potenziali perdite!

Per quanto riguarda lo CASESHILLER HomePrice la tendenza è verso il basso con alcune distinzioni da città e città, stati e stati, un calo anno su anno del 16, 3 % contro previsioni inferiori. Si tratta di una tendenza destinata ad acellerare nel prossimi mesi in quanto abbiamo attraversato il miglior periodo per le compravendite di un mercato immobiliare e l’autunno è ormai alle porte.

Thanks to TIM IACONO

Confesso un po di disagio nel continuare a fare osservazioni di natura fondamentale in questi momenti, mentre il mondo intero guarda dentro le sale del Congresso dove è in atto una guerra ideologica e politica in vista delle elezioni presidenziali, come dice Paul Krugman nel suo blog sul NYT …… OK!WE_ARE_A_BANANA_REPUBLIC…..WITH NUKES

Si una repubblica delle banane, ma con l’atomica! YES WE CAN speriamo nel cambiamento!

 

16 commenti Commenta
Scritto il 1 Ottobre 2008 at 08:06

Grande Fabio !!!
Ti ricordi Settembre Nero, invece saliva tutto, e poi Ottobre rosso? E invece continuava tutto a salire….
Abbiamo anticipato di un anno e quella discesa di novembre 2007 era solo un piccolo inizio. Un po’ come adesso, questi rimbalzi folli, preludio di altri fallimenti. E’ triste, ma è così. Non andartene, Fabio, continua a stare a bordo, abbiamo bisogno di persone come te, che con poche parole fanno vibrare il cuore.
Anch’io per un certo periodo ho avuto difficoltà a seguire, perché per noi quello che succede sui mercati era già tutto scontato. Ma Andrea no. Più lo leggi e più lo apprezzi e le sue iniziative per gli altri non possono mancare dalle tue letture quotidiane. Anche questo vascello è un piccolo posto da dove il mondo può ricominciare, il mondo migliore che noi tutti immaginiamo. Continua a navigare con noi, aiutaci in questa utopia, che forse, per necessità o per disperazione non è poi tanto lontana.
E se vorrai andare da solo per altri porti, ricordati di noi che ti abbiamo sempre apprezzato, anche quando non eri “libero”.

Per te il saluto Tuareg:

Ti saluto,
ti porto nel mio cuore,
ti rispetto
e ti lascio andare

Bill

P.S. Ma come caspita fai ad inserire le immagini nei commenti???

utente anonimo
Scritto il 1 Ottobre 2008 at 08:54

Carissimo Fabio, non puoi lasciarci!!!
Tu sei parte integrante di questo veliero.
Ricordo con che impeto eri il primo a scagliarti contro i detrattori di Andrea, per poi subito dopo chiederti se non avessi esagerato.
Ricordo con affetto la tua presenza costante infatti anche sapendo che Andrea non poteva essere presente, spesso aprivo i commenti certo di trovare un tuo intervento.
Che fosse un riferimento all’inversione della curva dei tassi, all’inutilità dell’analisi tecnica (che mi vedeva in disaccordo), o più semplicemente all’uomo, era un piacere leggerti.

Per favore almeno promettici che ci verrai a trovare di tanto in tanto.
Se vorrai, abbiamo ancora tanta strada da percorrere insieme.

Arrivederci.

Mas

Scritto il 1 Ottobre 2008 at 10:01

Bellissimo l’editoriale di Banca Etica:
http://www.bancaetica.com/Content.ep3?CAT_ID=31844&ID=771023

Un saluto a tutti 🙂
Francesco

utente anonimo
Scritto il 1 Ottobre 2008 at 12:25

Con tutto questo po po di ribassi e con tutte queste considerazioni sull’andamento immobiliare io non riesco a capire perchè:
1) iShares Dow Jones U.S. Home Construction Index Fund, 2)iShares FTSE NAREIT Mortgage REITs Index Fund e 3)iShares FTSE NAREIT Residential Index Fund sono in controtendenza .
Andrea qual’è la tua opinione?
Grazie.
Andrea S.

utente anonimo
Scritto il 1 Ottobre 2008 at 18:20

Unicredit ha detto di no ad una proposta di prendersi in carico una importante banca americana, gliel’hanno fatta pagare in questi giorni, eh?.
Tanto per non dimenticarsi di chi comanda.
Ocio a mettarsi contro la finanza kosher.

utente anonimo
Scritto il 1 Ottobre 2008 at 18:25

Nonostante il dollaro si rafforzi ed il petrolio fermo l’oro dimostra forza.
Nessuno che proponga di tornare ad un nuovo gold-standard, dove non ci sia più la possibilità di “inventarsi” ricchezza che tutto ad un tratto si scopre non esista?
L’economia americana è tutta di carta, di carta neanache tanto igienica.
E scometto che a Forte Knox non c’è neppure quel tesoro di metallo giallo che c’era un tempo.

utente anonimo
Scritto il 1 Ottobre 2008 at 18:27

Grazie Bill e grazie Mas …. magari quando sentirò nostalgia ripassero ancora da queste parti … non preuccupatevi.

Un saluto a tutti voi .
By Fabio

utente anonimo
Scritto il 1 Ottobre 2008 at 21:38

ma perchè se ne va?

utente anonimo
Scritto il 1 Ottobre 2008 at 22:24

w l’ottimismo!
Sono ottimista di natura e tra le poche certezze che ho (anche per aver vissuto di persona gli alti e bassi dei flutti), so che dopo la tempesta torna il sereno.
Ho una buona esperienza di navigazione del mare (molto meno della finanza, se non da osservatore) e mai mi sono perso d’animo nel cuore delle tempeste e sempre ho portato la pelle a casa. Naturalmente conta pure la fiducia in se stessi e la propensione all’ottimismo, ma probabilmente aiuta a superare le difficoltà anche un innato senso di “incoscienza” e di cinismo (come per i filosofi greci che predicavano il disprezzo di onori, ricchezze e convenzioni sociali). Prima o poi si deve morire… ‘a livella!

Mantenere la calma ed affrontare la situazione con razionalità, alle volte, salva la pelle e la b(B?)orsa; in modo molto più frequente che non lasciandosi prendere dal panico e facendo scelte avventate.

Capitan Andrea, sono un “neo” ed apprezzo sinceramente le tue analisi e tuoi allarmi premonitori. Tuttavia, fantasticando e lasciando correre la mente, CINICAMENTE (non bramando ricchezze, onori e riconoscimenti sociali), tendo a separare le cose e i temi della vita. Soprattutto i miei (umorali) da quelli degli altri. E via dicendo, in una specie di frattale della vita e del mondo.

Per stare al tema del blog e alle previsioni “catastrofistiche”, tendo a separare il reale dal “sur-reale”.
L’economia reale da quella finanziaria. Il piccolo risparmiatore dallo squalo della finanza (che non lavora con i soldi suoi, i vari Colaninno insegnano)…
Ciclicamente e cinicamente.

L’economia reale è fatta di carne (uomini), di beni e servizi, quella finanziaria è fatta di carta (neanche tanto igienica come qualcuno ha brillantemente parafrasato), di psicologia (delle masse) e di numeri.
Due mondi paralleli che si rincorrono e si influenzano, con alti e bassi CICLICI come le onde del mare e CINICI come gli speculatori della finanza (rivelando disprezzo per ogni convenzione sociale o ideale morale).
Il mondo è fatto da uomini “buoni” e “cattivi” e, a seconda del prevalere degli uni o degli altri, ci troviamo “felici” o “infelici”(con il portafoglio più o meno pieno).
Ogni tanto c’è un “salto”, in giù o in su: lo chiamano, per semplicità, rivoluzione o progresso.
Dal mio punto di vista sono positivi entrambi i termini (sia le rivoluzioni sia i progressi) perchè il mondo cambia in ogni caso, sarà diverso. E di solito in meglio, anche se in mezzo al cambiamento potrà esserci turbolenza e i cuori di noi persone normali si agitano un tantino, terrorizzati dalla paura di essere travolti da un destino in un azzurro mare di agosto… che si trasforma in tempesta.

Barra al centro e mano ferma, ragazzi.
Cavalcate l’onda, tenete il ritmo del mare e respirate aria fresca: aiuta a non vomitare. E poi, finita la burrasca, si potrà ridere degli schiaffi del vento (anche quello della speculazione).

Se mi va bene avrò grande soddisfazione (e forse mi comprerò una Porsche o addirittura una Ferrari alimentando l’economia reale), se andrà male stringerò la cinghia… E dimagrirò hihihi.

Un’ultima cosa, tra le mie perle di cinica filosofia di sopravvivenza spicciola: “metà del mondo compra perchè l’altra metà del mondo vende”. Con due corollari:
1) non si deve essere avventati cioè bisogna aver fiuto/aver_usato_la_testa per essere dalla parte giusta,
2) non si deve aver fretta nè di vendere nè di comprare ovvero non giocarsi tutta la propria fortuna sullo stesso numero.

E se non c’è più il mercato?
Chissenefrega! Mai perdersi d’animo. L’istinto naturale ci porta a vivere.

Auguri a tutti.
Marco Colacci

PS: e speriamo che Parmalat non si faccia invischiare dai loschi traffici di Intesa che vorrebbe fonderla con la fallimentare Granarolo… Un altro scandalo finanziario nel settore lattiero dopo Federconsorzi/Polenghi e Parmalat/Tanzi sarebbe veramente il troppo inaccettabile. Un settore primario non si può mungere all’infinito, anche se si tratta di vacche da latte.

PPS: scusate le parole in libertà…

utente anonimo
Scritto il 1 Ottobre 2008 at 23:23

mi complimento con Marco Colacci per il bel commento, mi ricordo come stavo bene, magari incoscentemente, quando non seguivo i mercati finanziari come purtroppo ho recemente fatto subendo tanti sbalzi umorali.
ettore

Scritto il 2 Ottobre 2008 at 04:23

Certo…….lo stesso ottimismo che vivono i ” Sotterranei dell’Umanità” nella “Città della Gioia” di Dominique Lapierre, solo che loro combattono quotidianamente una vita per la sopravvivenza, respirano l’aria delle latrine a cielo aperto, assoporano gli uragani della fame e la cinghia la tirano talmente tanto da sentire il profumo della morte!

Ecco la battaglia di Icebergfinanza tra filosofie di altri tempi e crude realtà, tra Porsche e Ferrari o semplicio ” Risciò” che portano i mercati azionari sulle loro ruote!

Ottimismo, si ma non sulle spalle dell’ Umanità perduta, non sull’esaltazione o sulla depressione di un mondo che non ha mai conosciuto la fame se non nelle sue passate generazioni!

Buona Giornata Andrea!

utente anonimo
Scritto il 2 Ottobre 2008 at 12:51

per numero 10 (Ettore):

le tue parole mi stanno facendo profondamente riflettere se vale la pena perdere i sentimenti dietro a tutta sta roba. ciao

utente anonimo
Scritto il 2 Ottobre 2008 at 14:21

Grazie Ettore per il complimento e per il tuo commento.
La tua vicenda accompagnata dall’assonanza del tuo nome non può che richiamarmi alla mente Eroi antichi. L’ Iliade, un’ umana barbarie fatta di guerre ciniche e di cicliche resurrezioni, dove le storie degli uomini (e dei loro errori), gli eventi e gli umori sui quali è narrata la trama sono alla base dell’ esistenza: l’ amicizia e la solidarietà, l’ orgoglio di sé, l’ accettazione del destino, la giustizia.
Miti intramontabili dei quali costantemente e involontariamente ripercorriamo – mutatis mutandis – le orme nella nostra lotta quotidiana alla sopravvivenza.

Cito e parafraso… La ferocia e la violenza con cui Achille nega sepoltura al corpo di Ettore è uno schiaffo alla coscienza moderna, ormai ingentilita da secoli di umanesimo che ancora oggi ci fanno dimenticare che, dalla nascita della prima cellula, la vita è in ogni caso una via che ci porta alla morte (almeno fisica).
Non sentiamoci mortificati da quella violenza che sappiamo esistere, ma impariamo a non farcene offendere sia fisicamente sia moralmente. Impariamo (come qualunque judoca o karateca sa) ad utilizzare quella forza che ci aggredisce per respingerla. Non facciamoci cogliere sempre impreparati.
Ettore, non lasciare che i tuoi sbalzi umorali permettano agli speculatori che si credono immortali di ferirti a morte e trascinarti per sfregio e umiliazione finale nel fango.

E per approfondire invito alla lettura di un brevissimo articolo di critica qui http://www.questotrentino.it/2004/18/Iliade.html

Andrea, grazie anche a te delle tue parole e della costante memoria che porti come una bandiera a ricordarci da quale parte stiamo. Faccio mia la conclusione dell’articolo che ho segnalato sopra: “Oggi attuale come allora, ai tempi di Omero. Un’umanità più giusta e più gentile la stiamo pur sempre cercando ancora.” E forse non finiremo mai di cercarla, ma di migliorarla avremo ogni sforzo quotidiano.

E un piccolo chiarimento, forse dovuto, sul senso dell’ottimismo a cui inneggio, senza cercare di ammantarlo di spunti filosofici e/o demagogici.
Dopo alcune traversie che mi hanno radicalmente cambiato la vita (e il suo senso) ho colto l’occasione di un viaggio di amici in India per unirmi a loro e staccare la spina dalla corrente occidentale. Partiti tutti per un “viaggio esteriore ed interiore” sul presupposto che l’India “ti cambia”, in ogni caso.
Partito io per trovare o ritrovare un senso alla mia vita.
Partito con un budget di 5 euro al giorno, sono stato in India oltre due mesi vagabondando qua è là. Ho realizzato (ma non compiuto/terminato) il mio viaggio esteriore ed interiore al 100%.
Sono tornato aiutato dal Fato che mi “strappato” (letteralmente) dall’abbraccio della Morte.
Non per questo ho trovato una ragione per vivere, ma ho scoperto che nei sotterranei dell’umanità indiana c’è un semplice “gesto” che permette di vivere nonostante tutto (cioè senza Porsche, senza Ferrari, senza il risciò, senza le scarpe e a volte senza neppure i piedi). E persino senza la cintura da stringere…
Un semplice sorriso.
Un sorriso qualunque.
Un sorriso a 32 denti bianchissimi che risaltano magnificamente sulla pelle ambrata di lineamenti angelici ed incorniciati da capelli nerissimi.
Un sorriso senza denti, caduti o levati per la vecchiaia o a causa della piorrea, senza labbra per malformazioni congenite o per i devastanti effetti della lebbra, deformi per la difficoltà del parto o per le traversie della vita.
Sempre un sorriso c’era, nei miei giorni indiani, sul volto dell’umanità che incrociavo pronta a ricambiare il mio.
Un sorriso pieno di speranza e di ottimismo, un ringraziamento alla vita (qualunque essa fosse stata) e a me che sorridevo loro. Una speranza per un futuro (o un vita) migliore.
Questa è la “Città della Gioia” che il quotidiano dell’India offre a tutti coloro che “combattono quotidianamente una vita per la sopravvivenza, respirano l’aria delle latrine a cielo aperto, assaporano gli uragani della fame e la cinghia (quando c’è) la tirano talmente tanto da sentire il profumo della morte!”
Ma sorridono e hanno un profondo senso spirituale dell’ottimismo a cui incito.

Buona giornata a te, Andrea.

Un sorriso a tutti voi (che abbiate o no avuto la pazienza di leggermi fin qui).
Marco Colacci

Scritto il 2 Ottobre 2008 at 18:01

Grazie a te Marco per il sorriso della speranza, per aver condiviso la tua essenza, per la brezza di gioia che hai portato a gonfiare le vele del nostro veliero!

Grazie Compagno di Viaggio!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 2 Ottobre 2008 at 23:34

Grazie ancora Marco Colacci per la tua gradita e profonda risposta. Il nome che porto e che evoca le gesta eroiche di quel famoso guerriero greco era più semplicemente di mio nonno. Faceva il medico condotto in un paesino del comasco, morì a 58 anni prima della guerra, curò con i mezzi di allora tanta povera gente,non c’erano gli antibiotici, pure l’ospedalizzazionere era rara, lì ancor oggi viene ricordato con riconoscenza. Non si arricchì, sebbene fosse considerato molto valido nella sua professione rifiutò di lasciare quel paese per migliori proposte. Mi raccontava mio padre, che da giovane studiava da ragioniere, che un giorno lui gli chiese, mostrandogli un giornale, che cos’erano tutti quei numeri vicino ai titoli di borsa. Mio padre provò a spiegarglierlo, ma dopo averlo ascoltato per un po’ lui scosse la testa, come per dire che non capiva e neppure gli interessava più di tanto.
Non ebbe dunque sbalzi umorali per la borsa, credo che li riservasse più nobilmente alla riuscita o meno delle guarigioni di coloro che aveva in cura. Forse allora l’Italia era un po’ più vicina all’India che tu hai conosciuto, un sorriso di riconoscenza era una ricompensa più appagante di un …taking profit.
Ettore

utente anonimo
Scritto il 2 Ottobre 2008 at 23:43

Grazie ancora a Marco per la nuova belliisma risposta. Ho letto con interesse il link indicato sull’Iliade. Il nome che porto e che evoca le gesta eroiche di quel famoso guerriero greco era più semplicemente di mio nonno. Faceva il medico condotto in un paesino del comasco, morì a 58 anni prima della guerra, curò con i mezzi di allora tanta povera gente,non c’erano gli antibiotici, pure l’ospedalizzazionere era rara, lì ancor oggi viene ricordato con riconoscenza. Non si arricchì, sebbene fosse considerato molto valido nella sua professione rifiutò di lasciare quel paese per migliori proposte. Mi raccontava mio padre, che da giovane studiava da ragioniere, che un giorno lui gli chiese, mostrandogli un giornale, che cos’erano tutti quei numeri vicino ai titoli di borsa. Mio padre provò a spiegarglierlo, ma dopo averlo ascoltato per un po’ lui scosse la testa, come per dire che non capiva e neppure gli interessava più di tanto.
Non ebbe dunque sbalzi umorali per la borsa, credo che li riservasse più nobilmente alla riuscita o meno della guarigione di coloro che aveva in cura. Forse allora l’Italia era un po’ più vicina all’India che tu hai conosciuto, un sorriso di riconoscenza era una ricompensa certo molto più appagante di un …taking profit odierno.
Ettore

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