Lo scorso 15 luglio con una magia la SEC Securities and Exchange Commission ha estratto dal cilindro del " fu libero mercato", il coniglio bianco della temporanea sospensione delle cosidette NAKED SHORT SELLING, vendite allo scoperto senza la necessità di detenere i titoli in questione, pratica non presente in Europa ma che in America pur essendo illegale si dice, veniva tollerata.
Quindi chi se non la trasparenza in persona, i mitici hedge fund, potevano accannirsi talvolta contro le investment bank in una sorta di scontro tra titani, hedge fund che secondo alcune dichiarazioni dei banchieri centrali con la loro attività sostengono l’equilibrio dei mercati grazie alla loro liquidità.
Equilibrio è una parola grossa di questi tempi, quando si parla di short interest dobbiamo aggiungere che dopo l’aumento del 2,7 % nella prima metà di luglio abbiamo stabilito l’ennesimo record dai tempi della Grande Depressione e precisamente dal 1931.
Diciannove grandi istituzioni finanziarie hanno ottenuto l’esenzione dagli short selvaggi, dalle vendite allo scoperto, operazione finanziaria che consiste nella vendita di titoli non posseduti con l’obbligo ad una certa scadenza di acquistare e consegnare i titoli ceduti al compratore. Nel caso in questione nessun obbligo nel confronti dei venditori.
Per quale motivo solo diciannove e non Ambac o MBIA, AIG o Wamu? Semplicemente perchè questi diciannove si affacciano spesso alla finestra della Federal Reserve, la Discount Window dove circolano assets di prim’ordine a spese del contribuente americano e il rischio di un fallimento ricadrebbe di nuovo sul contribuente.
Secondo il WSJ nel fine settimana, dirigenti, lobbisti e rappresentanti dei fondi gestiti hanno avuto alcuni colloqui con la SEC per concordare la possibilità di estendere per altri due mesi le regole in questione estentendola ad altre azioni, assicurazioni, aziende del settore immobiliare ed altri titoli finanziari.
Ieri il crollo di AIG è la testimonianza del fuoco incrociato e le norme della SEC equivalgono ad una sorta di guerra preventiva, tanto amata dall’amministrazione americana!
Oggi scade il termine provvisorio ed inevitabilmente vi sarà una proroga nel divieto, l’ennesimo cambio di regole in corso di questa crisi, gioco di prestigio mai messo in funzione contro la speculazione selvaggia in atto sul prezzo del petrolio, nascondendo il tutto dietro la presenza di fondamentali di lungo periodo, dietro la pressione della domanda.
Nel frattempo la proposta di riforma sulla speculazione e sulla trasparenza presentata dai democratici è stata respinta dal voto contrario dei repubblicani, un limite alla speculazione sul petrolio, Goldman Sachs & Company ringraziano!
La proroga riguarderà probabilmente qualche nuovo nome e se ciò non dovesse funzionare ( il mercato di solito si diverte ad andare a vedere i bluff ) ripeto se non dovesse funzionare, il prossimo passo sarebbe indirizzato verso l’estensione a qualunque settore.
Una riflessione è d’obbligo in questo senso, ma questo è il tempo in cui il gioco non consente la presenza di alcuna regola specifica che non possa essere rimossa in nome della privatizzazione dei profitti e della socializzazione delle perdite, il rischio sistemico è ormai un palliativo.
L’ American Bankers Association, un gruppo che rappresenta gli interessi di circa 8500 istituzioni finanziarie, sostiene che gli short si scateneranno sulle banche non coperte dalle nuove norme, molte delle quali sono già obiettivi primari.
Tra parentesi si comunica che come sempre il venerdi, la FDIC ha segnalato che la settimana scorsa sono fallite altre due banche americane, la First National Bank of Nevada e la First Heritage Bank di Newport Beach il cui costo per il fondo riserva della FDIC si aggira sugli 862 milioni di dollari rapportabili per un confronto agli 8 miliardi neccessari al fallimento di IndyMac!
Della questione se ne è occupato anche l’ Economist definendolo un colpo basso sotto la cintura, un intervento dell’arbitro a sanzionare la fine della epica lotta in corso tra gli hedge fund e le investment banks, un colpo basso definito una " dizzying influence " nei confronti degli organi regolatori, la definirei quasi una sorta di ipnosi in particolare quando esse agiscono come broker primari per quasi tutti gli short-sellers, venditori allo scoperto.
Iniziative assimmetrice quelle della SEC, applicazioni incoerenti visto che nessuno ha mosso un dito per General Motors o Ford tanto per fare due nomi, ma in fondo sappiamo come funziona il gioco di prestigio, Bear Stearns e Freddie & Fannie ne sono la testimonianza. L’indipendenza delle banche centrali nel salvaguardare il rischio sistemico, in fondo che vuoi mai che sia un pò d’inflazione!
Il senatore Bunnings mica un democratico, ma un repubblicano del Kentucky, in merito alla richiesta di maggiori poteri per la Federal Reserve esclama….
"Now the Fed wants to be the systemic risk regulator. But the Fed is the systemic risk." La Federal Reserve stessa in persona è il riscio sistemico.
Nel frattempo S&Poor’s comunica, secondo il Financial Times, che molte banche potrebbero perdere nei prossimi due anni la verginità del loro rating andando in contro ad una revisione al ribasso, si tratta di un terzo delle maggiori banche europee!
Il Fondo Monetario Internazionale sussurra che i mercati restano fragili e ricorda i quasi mille miliardi del possibile costo di questa crisi.
Nel Global Financial Stability Report aggiornato compare la spirale tra economia reale e mercati finanziari, quella che Icebergfinanza sostiene da mesi e mesi, attraverso analisi fondamentali della crisi. Non si tratta di parole, ma di fatti, analisi che sono testimoniate dalle date dei post!
Il centro di gravità permanente resta il mercato immobiliare americano, lo sostengo da mesi, ma anche se con qualche flebile luce, come abbiamo visto ieri, siamo lontani dal fondo!
Il settore finanziario europeo è ancora nella nebbia di questa crisi per l’anno 2008 secondo l’FMI.
Vi ricordate da quanto tempo in questo blog si parla di " socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti " ebbene Joseph Stiglitz, premio Nobel all’economia ce lo ricorda nel Fannie’s_&_Freddie’s_free_lunch!. Come dice Stiglitz se Freddie & Fannie sono troppo grandi per fallire non lo sono per essere ristrutturate e ridimensionate. Invece aggiungo io si aumentano i limiti per l’intervento a garanzia delle pratiche di acquisto, in sintesi si cura il malato con il metadone in attesa della classica overdose!
Una legge fondamentale dell’economia prosegue Stiglitz è che nessun pasto è gratuito, mentre il mercato finanziario in questi hanno ha messo in piedi una festa sontuosa ed oggi al contribuente viene richiesto di far pulizia dei rifiuti lasciati in giro per il salone!
Se proprio vogliamo aggiungerci la famosa ciliegina sulla torta, S&Poor’s ha intenzione di mettere sotto osservazione i debiti subbordinati dei due rischi sistemici federali, le emissioni subbordinate ai creditori principali, in sistesi una parte secondaria della festa ma pur sempre un segnale di attenzione!
Dopo le monolines MBIA & AMBAC anche le agenzie di rating escono da un lungo letargo e mettono sotto osservazione il rating della coppia Freddie & Fannie, benedetta primavera!
Detto questo all’improvviso S&P minaccia il downgrade di Wachovia una banca esplosa sull’onda del fenomeno subprime e il costo per la protezione sul default di Washington Mutual cresce in maniera esponenziale, uomo avvisato, mezzo salvato!
Wachovia e Wamu non sono nella lista fortunata e forse avrebbero fatto meglio ad inserirvi pure AIG American International Group, collosso assicurativo americano, che tra qualche giorno comunicherà i suoi risultati.
La settimana scorsa vi avevo avvertito della possibilità di un nuovo tsunami dal fronte assicurativo, troppo in fretta ci si dimentica delle possibili radizioni nucleari dei credit default swaps, 63.000 miliardi di nozionale senza alcuna regolamentazione.
Munich Re, secondo maggior riassicuratore mondiale ha lanciato un macigno nello stagno finanziario, utili in contrazione e profit warning di rilievo e pensare che secondo il mercato Munich Re sarebbe una delle compagnie meno esposte al fenomeno subprime!
Infine per coloro che credono che i finanziari abbiamo raggiunto il loro abisso e che ora non possono fare altro che risalire consiglio di non dimenticare che senza l’esecuzione del bottom del mercato immobiliare la sorte del settore finanziario dipende dalla dinamica dei prezzi.
La scorsa settimana le cosidette " Borrowings " presso la Federal Reserve hanno raggiunto un record a 16,4 miliardi nella settimana con un salto di 2,5 miliardi sulla media ma nessuno sa il perchè!
Thanks_to_FED_of_St.Louis
La lista della Sec riguarda probabilmente quelle istituzioni che si servono di questa finestra, un rischio in più per il contribuente.
A guardare i risultati sul settore finanziario di ieri si direbbe che il mercato si diverti ad andare a vedere i bluff della SEC, quindi credo ben poco all’efficacia di queste norme, sino a che non diventino generalizzate sino al punto da bloccare l’intero mercato!
Per quale motivo ieri Merrill Lynch comunica possibili svalutazioni e nuove emissioni, per quale motivo alcuni giorni dopo i risultati del trimestre e non lo stesso giorno? Quante svalutazioni ancora dietro l’angolo, diluite sotto la supervisione della SEC per permettere di distribuire meglio le perdite!
Il bottom del settore finanziario è dietro l’angolo……, meditate gente meditate!
La realtà è di fronte agli occhi di chi la vuole vedere, il resto sono favole o meglio bolle di sapone nel processo di nazionalizzazione delle agenzie federali, di socializzazione e condivisione con il contribuente e il mercato delle perdite di questa crisi, mentre per quanto riguarda i mercati azionari siamo solo a metà del cammino, la stessa metà del cammino del mercato immobiliare.
Se desideri sostenere questo viaggio, se credi nelle analisi e nelle visioni di Icebergfinanza, uno dei pochi ad aver compreso dall’inizio gli squilibri di questo tempo, lascia il tuo contributo qui sotto, libero come sempre, di esprimerti come meglio credi, basta veramente poco. In fondo un ulteriore stimolo a proseguire con la stessa intensità questo viaggio.
L’indice Shiller che misura il prezzo delle case nelle prime 20 città USA è crollato del 15,8% annuo.
E’ il calo maggiore da quando esiste l’indice
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