in caricamento ...
NUOVO RISCHIO SISTEMICO: MONITO DEL FMI SULLA MERGER-MANIA! (M&A)
Tempo fa in un precedente post, segnalai che, secondo un sondaggio effettuato tra gestori ed investitori di hedge funds, stava crescendo il timore per il futuro delle compagnie controllate dagli stessi fondi. Gli stessi fondi hanno ammesso che sino al 20 % degli affari andati in porto potrebbero essere a rischio se nei prossimi anni cambieranno le condizioni di liquidità sul mercato in quanto difficilmente il costo del debito resterà così basso.
Mai in passato la percentuale di default delle società era stata così bassa e quindi non risulta difficile comprendere come lo scorso anno vi sia stato il record assoluto nelle operazioni di fusione ed acquisizione con effetto leva. Secondo l’agenzia Moody’s in una ricerca consultabile nel sito (http://www.moodys.com/cust/default.asp) le previsioni di aumento di tasso avrebbero avuto un maggiore effetto sui bilancio delle società.
Sempre secondo Moodys si prevedeva un aumento dal minimo storico di 1.56% del 2006 raddoppiando al 3,07 % per il 2007 ma restando sempre sotto la media storica del 4,9%. Secondo l’analisi di Moody’s il rischio default di emittenti sotto il rating “B” che hanno presentato le loro obbligazioni sul mercato negli ultimi anni potrebbe avere la sua fase critica durante il periodo 2007/2008!
Non si può fare a meno di notare che queste operazioni talvolta provocano una reazione negativa a cascata sui possessori di corporate bond ( ovvero obbligazioni emesse da parte delle società) con buoni rating ( ovvero buone valutazioni della consistenza reddituale e patrimoniale della società) i quali si ritrovano in mano titoli di società che al momento dell’acquisto presentavano profili di rischio adeguati alla propria scelta e che ad opera di operazioni che appesantiscono i bilanci delle società acquisite potrebbero addirittura crollare.
Ovviamente questo tipo di operazioni sono ben accette dagli azionisti delle società oggetto di acquisizione per la possibilità di incassare una lauta plusvalenza, ma è certamente diverso e incerto il discorso per gli obbligazionisti!
Recentemente ho pubblicato anche un post dal titolo “ I sintomi della Grande Depressione: M&A e Hudge & Private, che spiega come anche nel ’29 il basso livello di percezione del rischio portò ad una serie di operazioni di fusione ed acquisizione che ripercorre in tutto e per tutto l’attuale febbre da merger-mania.
Credo che un giorno, forse, diventerò famoso in quanto i miei cavalli di battaglia, i rischi sistemici del mercato immobiliare “subprime” e la nuova generazione fondata sul debito, dalle famiglie ai private equità, dai deficit statali all’indebitamento delle imprese, l’averne parlato con un’insistenza quasi maniacale ha fatto scoprire prima alla Federal Riserve che il mercato immobiliare non si stà affatto stabilizzando ed ora improvvisamente anche il Fondo Monetario Internazionale per bocca del suo direttore generale, Rodrigo Rato si preoccupa, lanciando un monito, un allarme sulle operazioni M&A. http://www.ft.com/cms/s/7ca0dec6-15b3-11dc-a7ce-000b5df10621.html
Si credo proprio che io e la mia “Banda del Gufo” saremo ricordati a lungo nel tempo!
Ovviamente stò scherzando, non è certo grazie ad un blog qualsiasi che può cambiare il destino dei mercati finanziari o dei prossimi cicli economici, ma forse se aumenta la consapevolezza, se in tanti incominciano a nutrire dei dubbi sulla sostenibilità di questo sistema fondato sul debito, forse esiste ancora una tenue speranza di non assistere ad uno dei soliti crack che la storia puntualmente ci riserba.
Si sente spesso dire che per fortuna, i mercati oggi sono correttamente valutati, che non esiste nessun rischio di implosione, di bolla azionaria, ma tutti dimenticano che non esiste nella storia un livello di indebitamento come quello di questo tempo, non vi è memoria di una simile sottovalutazione dei rischi connessi ad operazioni totalmente leverage.
Operazioni di fusione ed incorporazione finanziate talvolta totalmente a debito, con alto uso della leva finanziaria, potrebbero metter a rischio l’intero sistema finanziario internazionale, ad opera della possibile ripresa dell’inflazione che renderebbe necessari ulteriori aumenti dei tassi monetari.
Benvenuto mister Rato con il suo FMI nella “ Banda del Gufo”!
“Siamo preoccupati per alcune grandi ed esuberanti operazioni di fusione ed acquisizione che potrebbero creare grossi problemi in futuro! Questa esuberanza potrebbe significare un basso livello di avversione al rischio da parte dei mercati, poca prudenza insomma”
Alcuni analisti si stanno interrogando sulla effettiva sostenibilità di queste operazioni, nel caso che i tassi dovessero continuare a salire.
Da tempo sostengo, e in questo mi aggrego a numerosi esperti ed analisti che effettuano studi ed analisi, in silenzio, sottovoce, per non disturbare la merger-mania, che non solo le operazioni vengono messe in atto con lo scopo di ritorni stratosferici a breve termine, senza riguardi per l’occupazione e l’indebitamento, ma sorprende la facilità dell’accesso al credito e la disponibilità nell’uso di derivati consentita dal mondo finanziario.
Non per niente la stessa Golman Sachs è ormai considerata come il più potente hedge fund in circolazione.
Rato ha sottolineato più volte, il venir meno della valutazioni relative al rischio di talune operazioni e ha ricordato che il rilazo dei tassi ha già prodotto una vittima illustre: il mercato immobiliare americano.
L’inflazione, il nuovo tormentone dei prossimi mesi!
Siamo realmente sicuri che si tratti solo di possibile inflazione, o tra qualche mese, per fine anno, una probabile recessione trasformerà il tutto in una indigesta, stagflazione?
Il rialzo dei tassi, al momento, viene ancora considerato come tuttora “accomodante” o in linea con i fondamentali economici, ma se dovesse continuare sulla base delle aspettative d’inflazione, credo che allora, altri mercati immobiliari soffriranno le conseguenze di un repentino incremento delle insolvenze nei mutui e numerose operazioni di M&A dovranno essere riviste alla luce delle nuove condizioni di mercato.