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FONDI MUTUALISTICI: E’ ESPLOSA UNA BOMBA NUCLEARE!

Scritto il alle 07:29 da icebergfinanza

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Nel 2006 e all’inizio del 2007, abbiamo cercato di costruire una rete di consapevolezza, il più efficace possibile, mettendo in guardia dall’arrivo della grande recessione come la chiamano loro, anche se in realtà per una moltitudine è stata più una depressione.

Siamo stati i primi in Italia a mettere in guardia dal rischio dei fondi monetari, ribadisco, fondi monetari, di liquidità nel 2007 e puntualmente…

Anche nel mio ambiente, come ora peraltro, ero visto come una marziano, uno che scendeva da Marte e non capiva che in realtà era solo una crisi come tante altre, che esagerava, deriso e insultato quotidianamente. Molti di Voi non hanno la più pallida idea di cosa significa andare controcorrente nel nostro ambiente dove molti si muovono come un gregge, come un branco, senza ragionare.

All’inizio dell’anno Machiavelli, nel suo tradizionale outlook 2018, vi ha messo in guardia dagli rischi esplosivi nascosti dietro la finanza passiva, fondi, etf, algoritmi ed amenità varie. Nell’ultimo manoscritto di sabato vi abbiamo raccontato di cosa è successo in America, ora ve lo racconta anche il Sole24Ore…

Fondo Usa imploso in due giorni (-80%), migliaia di risparmiatori sul lastrico

Si chiama tuttora “Preservation and Growth”, “Preservazione (del capitale) e Crescita”, e fino a poco più di un mese fa negli Stati Uniti era uno dei fondi mutualistici con la reputazione più solida. Il prospetto informativo lo descrive come una specie di pietra angolare della prudenza, poiché ha l’obiettivo di cercare di “preservare e far crescere il capitale grazie a una bassa correlazione con le Borse statunitensi”. In che modo? “Facendo della volatilità il tuo asset”, spiegava ancora con malcelato ottimismo il prospetto: “gli investitori di solito vedono la volatilità come un fattore di instabilità e incertezza, ma la volatilità si può imbrigliare per ottenere ritorni economici stabili e slegati dall’andamento di azioni e obbligazioni”, ammiccava ai risparmiatori la brochure online. Peccato che nel mondo reale la volatilità non si possa imbrigliare: quando esplode diventa una bestia impazzita e distrugge tutto quello che incontra sulla sua strada. Compresi i fondi mutualistici.

Una bomba nucleare. Il fondo “Preservation and Growth”, con i suoi quasi 800 milioni di dollari di asset gestiti, era insomma una specie di bomba nucleare costruita speculando sulla volatilità, ma veniva venduto agli investitori come un innocuo strumento di risparmio per il buon padre di famiglia, che vuol veder crescere il capitale senza correre alcun rischio. Questo accadeva non sulle famigerate piattaforme Forex delle Cayman ma su uno strumento regolarmente approvato e quotato sui mercati dei civilissimi Stati Uniti, peraltro oggi ansiosi di deregolamentare un sistema finanziario che – in questo caso specifico – già somiglia pericolosamente a un film western.

Chi si è preso la briga di controllare su internet ha avuto un tuffo al cuore: -55,9%. Crollo seguito il giorno successivo un altro -54,6%. In appena quarantott’ore gli investitori del fondo “Preservation and Growth” hanno insomma perso oltre l’80% dei loro risparmi. Senza alcuna speranza di riaverli indietro.

Spiace dirlo ma questo è solo un antipasto in un mondo nel quale tutti suggeriscono che è sotto controllo, che le banche hanno tutto sotto controllo.

Sarà da dire a pensare alla faccia dei gestori del fondo sovrano norvegese o della banca centrale svizzera quando esploderà la bolla dei titoli tecnologici o dei social media, tra l’altro vere e proprie associazioni a delinquere che giocano con i dati privati.

Noi come sempre non abbiamo alcuna fretta, la verità è figlia del tempo!

Nel frattempo il pollo che si credeva un’aquila, ha deciso che l’America non è in gran forma e il falchetto si è trasformato in una colomba.

La Federal Reserve ha ritoccato al rialzo le stime sulla crescita dell’anno in corso e quelle dei prossimi due anni, mentre l’andamento del mercato del lavoro sarà migliore del previsto.(…)

Per il 2018, il Pil è atteso al 2,6%, contro il 2,5% delle stime del dicembre 2017. Quest’anno il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 3,8%, contro il 3,9% di dicembre.

L’inflazione si dovrebbe attestare all’1,9%, come a dicembre. La componente “core”, quella epurata dalle componenti più volatili come i prezzi di energia e generi alimentari, è stimato un 1,9%, invariato rispetto a quanto previsto in precedenza.

Per il 2019, la crescita è attesa al 2,4% (più del 2,1% di dicembre), è previsto un tasso di inflazione “core” all’2,1% (sopra la stima precedente) e un tasso di disoccupazione al 3,6%, contro il 3,9% di dicembre. America 24

A parte tutte queste fesserie, Powell sa bene che deve disperatamente portare i tassi ad un livello ben più alto di quello attuale perché alla prossima recessione sarà costretto a portarli in area negativa.

Per non smentirsi, ha esordito con la battuta dell’anno…

“…le vulnerabilità nel sistema finanziario sono moderate”.

L’unica cosa giusta che ha detto è che dell’inflazione non c’è traccia è ha invitato tutti a rilassarsi, mercato obbligazionario compreso…

Jerome Powell è tornato a tranquillizzare sull’andamento dell’inflazione(…) Il neo governatore della banca centrale Usa ha detto che “dai dati non sta emergendo che siamo sull’orlo di vedere un’accelerazione dell’inflazione”.

Il successore di Janet Yellen ha aggiunto che lui e i suoi colleghi “siamo in allerta ma non è qualcosa che stiamo attualmente osservando”. Secondo il neo governatore della Federal Reserve, “ha senso” che i salari orari americani stiano salendo lentamente viste la produttività e l’inflazione basse.

Più o meno come dire che per quanto riguarda i salari, scordatevi qualunque beneficio, la festa è finita da tempo, la tempesta dietro l’angolo.

4 commenti Commenta
alexandersupertramp
Scritto il 22 Marzo 2018 at 10:20

Ci aspettano tempi interessanti. Si fa per dire…

gnutim
Scritto il 22 Marzo 2018 at 14:41

siamo un pò tutti con il fiato sospeso….

noldor
Scritto il 22 Marzo 2018 at 15:53

Segnalo che il DAX si sta portando sotto i 12000 punti, ai minimi da un anno.

icebergfinanza
Scritto il 22 Marzo 2018 at 21:14

È solo un antipasto … ci sono ancora sei punti per scendere

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