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GERMANIA: CONTINUA LA FARSA SUL FRENO DEL DEBITO!
Oggi è il giorno del voto nel Bundestag, l’ennesima farsa e frode politica, per cancellare la stupida regola del freno al debito.
Merz's borrowing plans face last-ditch challenge in German court https://t.co/ZOcITopgqx
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) March 17, 2025
Dopo la farsa dei verdi di Germania, serbino del nuovo governo tedesco, la vecchia maggioranza ha al momento 30/31 voti oltre il limite dei 2/3 per cambiare la costituzione.
Quindi non dovrebbero esserci problemi.
Ma si sa nel segreto dell’urna, molte cose cambiano, una cosa non può cambiare, l’ancestrale fobia dei tedeschi per il debito.
Molti deputati della CDU, soprattutto SPD e Verdi, non sono stati rieletti, quindi non hanno alcun obbligo nei confronti del partito.
Nelle file della SPD non tutti sono contenti.
Tra i Verdi i franchi tiratori non mancheranno.
Inoltre come abbiamo visto, numerosi sono gli appelli e i ricorsi dell’ultima ora, non solo di Afd o Linke, ma anche di altri soggetti della vita civile tedesca e indipendenti.
Anche i grandi sconfitti delle ultime elezioni, i Liberali l’Alleanza di Sahra Wagenknecht, rimasta fuori dal Bundestag per una manciata di voti, hanno presentato reclami all’ultimo minuto alla corte costituzionale.
Vedremo come andrà a finire, in Germania qualche sorpresa è sempre dietro l’angolo, con la fobia del debito.
Qualora il Bundestag dovesse dire di sì, venerdì 21 marzo, sarà la volta del Bundesrat dove serve anche li una maggioranza di 2/3.
La maggioranza anche qui è possibile, ma alcuni lander dove governa la CSU sono in coabitazione con i Freie Wähler, molto scettici rispetto alla riforma.
Poi toccherà alla Corte Costituzionale, ma si sa quella non è altro che uno strumento per confermare le scelte dei governi, facendo finta qualche volta di sollevare dubbi.
Ovviamente, i ricorsi possono continuare e la Corte Costituzionale potrebbe bloccare il voto, se a livello civile, ci fosse una sollevazione.
Ieri sono uscite le vendite al dettaglio in America, una sorpresa come sempre, inaspettatamente negative.
La crescita di ieri ha deluso le aspettative mirabolanti costruite dagli analisti, ma soprattutto le revisioni del mese precedente sono state sensibilmente amplificate in negativo.
Ieri vi abbiamo parlato dell’ultimo sondaggio di marzo sulla fiducia dei consumatori condotto dall’Università del Michigan. Il suo crollo, non prometteva nulla di buono.
La paura dei consumatori di restare senza lavoro è agli stessi livelli che si osservano durante le recessioni, il che conferma le nostre tesi. Molti intervistati, confidano che le loro aziende stanno passando un brutto momento.
Stipendi e aspettative di reddito sono in calo, grande paura per l’inflazione, ma su questo si ricrederanno presto.
Enorme calo della spesa per alimenti, ma erano prevedibile, più aumentano i prezzi e più calano i consumi, questa non è inflazione ma disinflazione o deflazione.
Se guardiamo ai dati non destagionalizzati, le vendite sono in calo complessivamente per il 2024, stabili rispetto al 2023 se si depurano dell’inflazione.
E meno male, che c’è piena occupazione e che l’economia è in forte crescita, secondo la narrazione generale.
Le vendite al dettaglio totali reali sono rimaste invariate per il mese. Considerando le revisioni negative, le vendite reali sono diminuite dello 0,3 percento.
On March 17, the #GDPNow model nowcast of real GDP growth in Q1 2025 is -2.1%: https://t.co/T7FoDdgYos. #ATLFedResearch
Download our EconomyNow app or go to our website for the latest GDPNow nowcast: https://t.co/NOSwMl7Jms. pic.twitter.com/OWYZj4sBZo
— Atlanta Fed (@AtlantaFed) March 17, 2025
Come preannunciato ieri è uscito il fantasioso modelli della Fed di Atlanta.
Il rimbalzo ipotizzato è già finito, con il pessimo dato dei consumi.
Anche scorporando, l’anomalia delle importazioni di oro, ora il modello segnala un’economia in crescita negativa dello 0,1%.
Se si pensa che ad inizio mese, prima dell’anomalia, si era partiti con previsioni sopra il 2 %, questo spiega perché anche Trump, non esclude una recessione.
Prosegue il pessimo momento del mercato immobiliare con la fiducia dei consumatori che rimane ai minimi livelli, nonostante i recenti recuperi in termini di costo dei mutui e le promesse dell’amministrazione Trump di un sostegno.
https://t.co/XFomUtIlux pic.twitter.com/1vGWcokGu3
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) March 17, 2025
L’incertezza economica, la minaccia di tariffe e gli elevati costi di costruzione hanno fatto calare il sentiment dei costruttori a marzo, anche se questi ultimi esprimono la speranza che un migliore contesto normativo porterà a un miglioramento del clima imprenditoriale.
Secondo l’indice del mercato immobiliare (HMI) della National Association of Home Builders (NAHB)/Wells Fargo Housing Market Index (HMI) pubblicato oggi, a marzo la fiducia dei costruttori nel mercato delle case unifamiliari di nuova costruzione era pari a 39, in calo di tre punti rispetto a febbraio e al livello più basso degli ultimi sette mesi.
“I costruttori continuano ad affrontare costi elevati per i materiali da costruzione, esacerbati da problemi tariffari, nonché altre sfide dal lato dell’offerta che includono carenze di manodopera e lotti”, ha affermato il presidente della NAHB Buddy Hughes, costruttore e sviluppatore di case di Lexington, NC “Allo stesso tempo, i costruttori stanno iniziando a vedere un sollievo sul fronte normativo per piegare la crescente curva dei costi, come dimostrato dalla sospensione da parte dell’amministrazione Trump del requisito del codice edilizio IECC del 2021 e dalla mossa per implementare la definizione normativa di “acque degli Stati Uniti” ai sensi del Clean Water Act, in linea con la decisione Sackett della Corte Suprema degli Stati Uniti”.
“Le aziende edili stanno affrontando ulteriori pressioni sui costi derivanti dalle tariffe”, ha affermato Robert Dietz, capo economista della NAHB. “I dati del sondaggio HMI di marzo rivelano che i costruttori stimano un tipico effetto sui costi delle recenti azioni tariffarie a $ 9.200 per casa. L’incertezza sulla politica sta inoltre avendo un impatto negativo sugli acquirenti di case e sulle decisioni di sviluppo”.(National Association of Home Builders | NAHB)
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