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HARRIS VS TRUMP. DRAGHI E LA FINE DEL MONDO!

Scritto il alle 07:42 da icebergfinanza

Dibattito Harris-Trump, lo scontro si fa duro - RSI

Oggi è il gran giorno del bar Harris, il BLS pronto ad offrire uno strepitoso happy hour a tutti gli americani.

In questi giorni, il banchiere va in giro a parlare di decadenza dell’Europa, di rischio fine del mondo, ma nella notte, veniva tristezza a osservare l’America ascoltare e dover decidere tra una marionetta e un vecchio che dice sempre quello che li passa per la testa.

I giornalisti italiani, oggi saranno impegnati ad inventare la vittoria di marionetta Kamala, ma poco importa cosa hanno detto o faranno, il destino dell’America è già segnato, che vinca la Harris o che vinca Trump.

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In realtà ha vinto il bar Harris al 100 %, più o meno come la Clinton otto anni fa.

Anche la Swift si è decisa a fare da balia alla Harris.

Mi meraviglia che l’entourage di Trump si sia fatto infinocchiare da un teatrino nel quale i moderatori apparivano come sfegatati democratici faziosi e le domande che facevano alla Harris sembravano telecomandate.

Ma il giornalismo oggi è solo, karaoke, cantano le canzoni che gli editori impongono.

In Italia poi sono campioni mondiali di karaoke!

Io preferisco sempre chi dice quello che li passa per la testa anche senza filtri, piuttosto che chi ogni giorno cambia idea e deve fare quello che lo stato profondo suggerisce.

Ma soprattutto so quello che il mitico bar Harris ha dovuto fare per mesi per far credere agli americani che c’è lavoro ovunque e che l’inflazione è un’invenzione.

Se anche il povero Bernie Sanders, un altro che la mafia democratica ha eliminato per sostenere la Clinton, dice che la Harris è una pragmatica, per aver cambiato idea su tutto, immigrazione, fracking e medicare for all, vaste programme!

E’ una progressista, ha detto ma intelligente, sta facendo di tutto per vincere e per vincere deve mentire.

“Le sue opinioni non sono le mie, ma la considero progressista”, ha affermato.

Ucraina, Draghi incontra von der Leyen: «Ue unita al fianco di Zelensky. Urgente ridurre la dipendenza dal gas russo» - Open

Purtroppo oggi ci torna iniziare con il ritorno di nonno Draghi, il banchiere per eccellenza, l’unto del Signore, il medico che tutti amano.

E si quello che se non ti vaccini, muori, contagi da morto pure e fai morire tutti, cani e gatti compresi.

Il vecchio Stephen Samuel Roach, a proposito di banchieri centrali, amava ricordare che …

Ognuno di noi sogna un medico in grado di fare una grande diagnosi, ognuno di noi sa che è meglio prevenire che curare. Coloro che attribuiscono meriti alle banche centrali e ai loro ” medici ” sono come coloro che attribuiscono a un medico responsabile di un colossale errore nella diagnosi, responsabile della mancata prevenzione, il merito di avere inventato chissà quale cura miracolosa.

Questi sono i principali responsabili di alcune politiche monetarie ed economiche, fanno danni enormi e poi si vantano di inventare cure miracolose.

Vorrei trattare con serietà il suo report sulla competitività ma credetemi non ci riesco.

Un banchiere che è stato tra i principali responsabili dell’imposizione dell’austerità, dei danni creati in un decennio e oltre, oggi non ha nessun titolo per andare in giro a dare lezioni.

Tutte le cosuccie di cui parla nel suo report, scarsa competitività, produttività, investimenti ridicoli, declino industriale e sociale, sono la conseguenza di una letterina…

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L’uomo che ha svenduto buona parte del tessuto industriale di questo Paese ai suoi amici, l’uomo che chiedeva massicce privatizzazioni, che chiedeva di sacrificare i salari per salvare l’euro è lo stesso che oggi, chiede 800 miliardi di euro per un’economia di guerra.

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Più Europa, Maggiori investimenti in armi e meno potere di veto alle Nazioni.

Sempre le solite ricette.

Non più tardi di qualche mese fa, il banchiere, Mario Draghi, dopo le sue riflessioni e ricerche, suggeriva che la “strategia di competitività” (austerità e pressione salariale al ribasso) è stata negativa in quanto ha ridotto la domanda interna, aggravato la crisi e indebolito il modello sociale.

Visto che qualcuno si diverte a mettere in dubbio ciò che scrivo, vi lascio la fonte ufficiale ovvero l’inizio del discorso recente del banchiere… Good morning to everybody …

Ve la riporto qui sotto la fonte visto che al Sole 24 Ore hanno fatto già sparire il discorso…

Good morning to everybody,

Good morning to everybody,
This, in essence, is the first time that I have the opportunity to start sharing with you the overall, not philosophy, we are not there yet, but how the overall design and philosophy of
the report is shaping out. For a long time, competitiveness has been a contentious issue for Europe. In 1994, the economist, Nobel-prized, Paul Krugman called focusing on competitiveness a “dangerous obsession”. His argument was that long-term growth comes from raising productivity, which benefits everyone, rather than through trying to improve your relative
position against others and capture their share of growth.
The approach we took to competitiveness in Europe after the sovereign debt crisis seemed to prove his point.

 We pursued a deliberate strategy of trying to lower wage costs relative to each other – and combined this together with a procyclical fiscal policy – the net effect was only to weaken our own domestic demand and undermine our social model.

” Abbiamo perseguito una strategia deliberata per cercare di abbassare i costi salariali l’uno rispetto all’altro – e abbiamo combinato questo insieme a una politica fiscale prociclica – l’effetto netto è stato solo quello di indebolire la nostra domanda interna e minare il nostro modello sociale.

Certo, passano gli anni e uno diventa saggio, si può sempre cambiare idea, ma il bello è che la plutocrazia europea, si serve di coloro che hanno fallito, che hanno imposto al popolo italiano lacrime e sangue.

Quello che parla oggi è lo stesso Mario Draghi che quando faceva il banchiere, amava fare il politico?

Mi fermo qui, perché mi sta salendo la pressione!

Io lo capisco super Mario, la Lagarde lo avrà ragguagliato sulla situazione catastrofica delle banche tedesche e deve mettere in giro qualche miliardo per dare ossigeno a queste povere creature.

 

Banche, allarme prestiti a leva in Germania e in Francia.
In Europa nei primi otto mesi dell’anno le esposizioni rischiose hanno superato 200 miliardi. Nell’agosto 2023 il dato era inferiore a 100 miliardi. Il fenomeno riguarda l’investment banking degli istituti del Nord, con Germania e Francia in prima fila. Bce in pressing sugli accantonamenti

Aggiungetevi pure Volkswagen e BMW in caduta libera e tutte le cosuccie che vi abbiamo raccontato qui…

MES: GERMANIA DEXIT!

… avrete il quadro completo del perchè in Europa, Francia e Germania chiedevano di rifilarci insistentemente il MES.

Dopo la spettacolare batosta subita dal governo arcobaleno tedesco, semaforo per gli amici, la Germania ha deciso di sospendere Schengen…

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Non perché non hanno i soldi per salvare le proprie banche e la propria economia, ma perché come con la Grecia, preferiscono rifilare i loro fallimenti agli altri.

Mica possono far sapere ai loro elettori che sono governati da dei falliti.

In Francia sale la rabbia a sinistra per il golpe di Macron, pare non supportato dalla LePen…

Anche se noi una certa idea ce la siamo fatta, ma lasciamo a Machiavelli il compito di raccontarvela.

Ci sarà da ridere con il bilancio e la commissione europea, dai che ci divertiamo!

Nel frattempo in America si attende il dato più importante, quello sull’inflazione al consumo.

Non sappiamo che ordini ha ricevuto il bar Harris, ma siamo pronti a scommettere che se i dati saranno rilasciati senza pressioni, il crollo dell’inflazione sarà ancora più evidente.

A noi però importa poco, a noi importa che l’ultimo treno è partito.

L’inflazione reale si avvicina all’1 %, il 2,9% che il BLS favoleggia è un clamoroso fake, l’economia e il lavoro stanno collassando, le piccole e medie imprese, ossatura principale sono in difficoltà…

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L’indice di ottimismo per le piccole imprese NFIB è sceso di 2,5 punti ad agosto a 91,2, cancellando tutto il guadagno di luglio. Questo è il 32° mese consecutivo al di sotto della media di 50 anni di 98. L’indice di incertezza è salito a 92, il suo livello più alto da ottobre 2020. L’inflazione rimane il problema principale tra i titolari di piccole imprese, con il 24% dei titolari che la segnala come il loro principale problema operativo per le piccole imprese, in calo di un punto rispetto a luglio .

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C’è un’altra cosuccia che molti di Voi hanno dimenticato, un regali che troveremo il prossimo anno…

Sappiamo che le banche centrali tengono alti i tassi per aiutare i loro principali azionisti, le banche, loro dei contribuenti se ne fregano.

L’ultimo treno è partito, per mesi e mesi avete avuto la possibilità su questo blog di acquistare il biglietto!

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Lo avete fatto? No? Peccato!

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