in caricamento ...
TRUMP E LO SPETTRO ZIMBABWE!
Forse ai più è sfuggito ma ad inizio mese in Sudafrica è successo che…
il presidente Cyril Ramaphosa ha infatti affermato, in un discorso pubblico alla nazione, che assieme al suo governo intende spingere verso una modifica della costituzione, affinché sia possibile l’esproprio delle terre agli agricoltori bianchi senza alcun diritto di compensazione economica, dichiarando che: “È ormai chiaro come il nostro popolo voglia che la costituzione sia maggiormente esplicita sull’esproprio delle terre senza compensazione.
Infatti mentre tutti gli occhi sono puntanti sulla Turchia, il buon Donald si è occupato personalmente della faccenda…
I have asked Secretary of State @SecPompeo to closely study the South Africa land and farm seizures and expropriations and the large scale killing of farmers. “South African Government is now seizing land from white farmers.” @TuckerCarlson @FoxNews
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 23, 2018
Ho chiesto al Segretario di stato Pompeo di studiare da vicino la terra sudafricana e le crisi agricole e le espropriazioni e l’abbattimento su larga scala degli agricoltori. “Il governo sudafricano ora sta prendendosi la terra dai coltivatori bianchi.”
Consiglio a tutti di prestare molta attenzione ai propri investimenti in SudAfrica, anche se non dovrebbe essercene bisogno visto che ad inizio anno, nel nostro outlook abbiamo consigliato di stare alla larga dai Paesi emergenti mentre i soliti noti vi consigliavano di acquistare a man bassa.
“I mercati sono sensibili a qualsiasi cosa percepita come ‘Zimbabwe” sul fronte della riforma agraria”
In effetti l’iperinflazione che è principalmente un fenomeno politico, prima che monetario è esplosa proprio a causa dell’esproprio delle terre ai bianchi.
Ma la guerra finanziaria prosegue ieri nuovo minimo annuale del rublo…
… e il real brasiliano non se la passa molto bene, in attesa delle elezioni presidenziali, quindi ripetiamo per l’ennesima volta alla larga dai Paesi emergenti.
Discorso a parte merita la situazione politica in Australia, ma di questo parleremo nelle prossime settimane.
Infine noi ve la buttiamo li, ma la Polonia ha una situazione estremamente interessante da tenere d’occhio…
È la Polonia la prossima Turchia? pic.twitter.com/76xR7u3cu2
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) August 19, 2018
Ma torniamo a noi, soprattutto alla vera guerra commerciale che in molti fanno finta di dimenticare…
Trump: We are going to put a 25% tariff on every car from the European Union https://t.co/YzW5KbWi6I pic.twitter.com/4Nn55dMqTH
— CNBC International (@CNBCi) August 22, 2018
Il presidente Usa Donald Trump torna a minacciare dazi contro l’industria automobilistica europea. “Metteremo una tassa del 25% su ogni auto che arriva negli Stati Uniti dall’Unione europea”, ha detto Trump durante una manifestazione elettorale in West Virginia. La dichiarazione del presidente arriva a poche ore di distanza dalla decisione del ministro del Commercio, Wilbur Ross di rinviare la scadenza di agosto per la pubblicazione di un rapporto sulle tariffe automobilistiche. AGI
Nel frattempo in Asia sono entrate in vigore le tariffe sui beni cinesi e da Jackson Hole nessun segnale distensivo da parte della Federal Reserve a proposito di aumento dei tassi con il dollaro che inverte di nuovo la rotta, dopo aver messo a segno un inutile rimbalzo del gatto morto e i rendimenti continuano inesorabilmente a scendere…
Per concludere una notizia che ai mercati non fa ne caldo ne freddo, ma che noi mettiamo da parte come le formichine per l’inverno che verrà!
US Existing Home Sales decline… OUCH! pic.twitter.com/4gThQxgIW3
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) August 22, 2018
Per il quarto mese consecutivo sono calate le vendite di case esistenti, ma ciò che conta è cosa accadrà oggi con le vendite di nuove abitazioni.
Nel frattempo si scoprono i verbali dell’ultimo incontro della FED in attesa dell’incontro di Jackson Hole che si terrà domani, il rischio al rialzo per l’inflazione a breve termine è secondo la FED, controbilanciato dal rischio al ribasso secondo il quale le aspettative di inflazione a più lungo termine potrebbero essere inferiori a quanto ipotizzato nelle previsioni del personale stesso.
In parole povere abbiamo avuto ragione noi, nonostante tutto, in questi ultimi due anni, nessuna speranza di una ripresa dei rendimenti…
La maggior parte dei governatori ha espresso perplessità sull’escalation delle controversie commerciali internazionali, un potenziale rischio al ribasso per l’attività reale.
Alcuni partecipanti hanno suggerito che, nel caso di una grave escalation delle controversie commerciali, la complessa natura delle questioni commerciali, compresa l’intera gamma dei loro effetti sulla produzione e sull’inflazione, rappresenta una sfida nel determinare la risposta appropriata alla politica monetaria.
E sulla curva dei tassi…
I partecipanti hanno anche discusso le possibili implicazioni di un appiattimento nella struttura a termine dei tassi di interesse di mercato. Diversi partecipanti hanno citato prove statistiche per gli Stati Uniti ,che le inversioni della curva dei rendimenti hanno spesso preceduto le recessioni. Hanno suggerito che i responsabili delle politiche dovrebbero prestare molta attenzione alla pendenza della curva dei rendimenti nel valutare le prospettive economiche e politiche. Altri partecipanti hanno sottolineato che dedurre la causalità economica dalle correlazioni statistiche non era appropriato. Un numero di fattori globali è stato visto come un contributo alla pressione al ribasso sui premi a termine, compresi i programmi di acquisto di attività della banca centrale e la forte domanda mondiale di attività sicure. In tale contesto, un’inversione della curva dei rendimenti potrebbe non avere il significato che la documentazione storica suggerisce.
Più il mercato sottovaluta la guerra commerciale e il suggerimento che viene dal mercato obbligazionario e più siamo contenti, la prossima non sarà una semplice tempesta perfetta!
Ovviamente, questa volta è diverso … suggeriscono loro, noi siamo di tutt’altra opinione!
Anche io ho dei dubbi sulla polonia.
Il primo è che i capitali in moneta estera convogliano in investimenti produttivi e non è facile che escano velocemente rispetto a un investimento finanziario.
Prova ne è che è difficile trovare bond polacchi in dollari mentre i turchi ce ne sono a bizzeffe.
Buona sera
Dal SudAfrica è meglio stare alla larga non solo per motivi finanziari, ma anche per il colore della pelle…….chi vuol capirla bene altrimenti faccia il buonista di sinistra.
SD
Devi essere connesso per inviare un commento.
Perchè la Polonia e non la GB ?
La Polonia ha dati migliori rispetto la GB soprattutto è positiva nella bilancia commerciale mentre la GB risulta essere al quinto posto in % al pil con -4,1 ( turchia al terzo posto con -5,5% ).