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L’ECONOMIA CHE UCCIDE!
Si lo so, c’è la Grecia che secondo il Financial Times si sta preparando al default a meno che non trovino un accordo con i creditori internazionali entro fine aprile, uno shock senza precedenti dicono loro e meno male che le conseguenze sarebbero limitate secondo le maggiori banche d’affari, ma francamente dopo tre mesi di farsa non ce ne frega nulla.
Quello che ci importa, dopo che in molti hanno completamente ignorato l’articolo di ieri sul complotto che non esiste è che questa economia criminale uccide quotidianamente milioni e milioni di esseri umani.
Si lo so, lo ha detto anche Papa Francesco… A Milano, all’hangar Bicocca, nel pieno dei lavori dei 500 esperti sul tema di Expo 2015, “Nutrire il pianeta, Energia per la Vita”, è arrivato il videomessaggio di Papa Francesco. Un invito e un monito a non cedere “all’economia dell’esclusione e della iniquità”. Perché questa “uccide”. Parole dirompenti, che si trovano nella Esortazione “Evangelii gaudium”..
Ma in pochi si fanno troppe domande sino a quando il piatto è pieno, in fondo si fa fatica anche a leggere o a condividere, un articolo o un post difficile come quello di ieri…
Un consiglio se trovate un pò di tempo leggetevelo ne vale la pena…
L’economia che uccide: Quando L’austerità ci costa la vita… – Amazon.it
… io non ce la faccio a scrivere un’altro libro!
Perché gli islandesi sono usciti dalla crisi più felici e in salute che mai, mentre in Grecia è aumentato esponenzialmente il numero di suicidi e sieropositivi? E com’è possibile che in California i pignoramenti abbiano provocato un’improvvisa propagazione del virus del Nilo occidentale? Gli effetti delle recessioni sulla nostra salute sono sempre devastanti, soprattutto se i governi non sono in grado di contenerli. Tra economia, medicina, politiche pubbliche e salute globale, questa indagine autorevole e appassionante ripercorre le crisi più profonde dell’ultimo secolo per confrontarle con quella attuale, e ne analizza cause e conseguenze svelandoci anche retroscena, paradossi e ambiguità istituzionali. I risultati non lasciano dubbi: è essenziale proteggere la salute fisica e mentale delle persone, se vogliamo uscire vivi da una crisi senza precedenti.
Perché in Italia, come in Grecia, Spagna e Portogallo, è aumentato esponenzialmente il numero di suicidi, disturbi psicosomatici e malattie mentali mentre Nord Europa, Canada e Giappone sono usciti dalla crisi più felici e in salute che mai? E com’è possibile che tra il 2009 e il 2011, nonostante la contrazione storica del mercato immobiliare, negli Stati Uniti sia addirittura diminuito il numero dei senzatetto? In Inghilterra, in quegli stessi anni, il numero è aumentato del trenta per cento…
La sintesi è tutta qui…
e qui…
FMI: CI SIAMO SBAGLIATI MA ANDIAMO AVANTI LO STESSO!
Si lo so, non è un articolo coinvolgente come quelli che leggerete sulle trattative per le riforme essenziali in Grecia o sulle meraviglie del QE di Draghi che risolverà tutti i problemi… si lo so è troppo impegnativo, vi prego non leggetelo, lasciate perdere, non condividetelo, da domani arrivano altri 50 euro per tutti…
Siamo stati in Islanda agosto 2014 e abbiamo girato parecchio(TUTTA L’ISLANDA)…ti assicuro che il tenore di vita che ho visto CE LO SCORDIAMO qui in Italia…ma sai è una osservazione parziale con un punto di vista limitato…chettedevodì?
gli islandesi sono 230.000 (250 volte meno degli italiani), energeticamente auto sufficenti ad esclusione dei trasporti, un saldo verso l’estero molto positivo da sempre, un tasso di istruzione tra i più elevati del mondo etc… per quanto sia un caso interessante penso che prenderlo come riferimento sia un’assurdità, ma va di moda farlo. Se proprio si vogliono fare analisi comparate (hard work) sarebbe il caso di farlo con paesi più simili. Non riesco a immaginare un paese più differente dal nostro dell’Islanda.
E’ da qualche tempo che mi stò documentando sulle cause che -a detta degli storici- scatenarono la crisi finanziaria del 1929 in USA, e più vado avanti nelle letture, più noto incredibili, precise e sinistre coincidenze con quanto stà avvenendo 80 anni dopo(praticamente oggi) nel mondo. Avrei una richiesta per il Capitano e/o qualcuno dei più ferrati in materia qui : quale pubblicazione ritenuta più autorevole -possibilmente tradotta, mastico l’inglese, ma non quello “tecnico”- posso prendere in considerazione per approfondire ulteriormente? grazie per l’aiuto 🙂
La crescita economica non fa la felicita’ basta vedere i sorrisi nelle favelas ed i musi lunghi in tanti paesi del ricco nord Europa.
Il problema e’ che per decenni ci hanno fatto credere che con l’Ipippone eri piu’ felice, che con la nuova macchina (pagata a rate) le tue emozioni erano piu’ vere, che vestendoti in un certo modo saresti stato piu’ accettato da tutti. L’importante e’ che tu apra sempre il portafoglio e consumi, compri, butti ricompri riconsumi ributti…per fare questo pero’ devi lavorare sodo…poco tempo libero….le nuove cose sono care ma sai che felicita’ STOP ma se non le possiedi cadi in depressione, sei un fallito, tua figlia fa marchette perche’ non puo’ farne senza…dove siamo arrivati?
Cone qualcuno sa vivo in un paese ex-Komunista e qulche vecchio mi dice, vedi la domanica quando non avevamo nulla la si passava al parco a fare falo’ a pescare e giocare oggi le famigli si rinchiudono nei centri commerciali, chi puo’ spende chi non puo’ guarda e torna a casa piu’ stressato!
Non dico che si dovrebbe tornare al medioevo ma ad un corretto uso e rapporto con il denaro e le cose e non lasciare che la parte “rettile” del nostro cervello prenda il sopravvento!!!!
Ma Il Pravda-Times che nega i problemi in Uk e l’esplosione del deficit commerciale con tali notizie non fa aggiotaggio dei mercati?
Dimenticavo, leggetevi questo:
http://www.econ-pol.unisi.it/bartolini/papers/econfelicita.pdf
Da non perdere… http://www.amazon.it/Il-grande-crollo-John-Galbraith/dp/8817100986
ho girato a lungo in paesi davvero poveri, Nepal, India rurale, Cambogia, Birmania etc… e non è vero che ci sono questi gran sorrisi. La povertà e la miseria sono brutte bestie. Se capiti in un villaggio rurale povero e sovraffollato dove la maggior parte dei bambini è ammalata per buona parte dell’anno alle vie alte respiratorie o soffre di malattie legate alle cattive condizioni igieniche o insufficenza alimentare… beh non ci sono tanti sorrisi, capacità di sopportazione invece tanta. Poi certo ci sono anche le oasi di pace, ma sono piccoli numeri. Per questo quel che avviene in paesi più ricchi e fortunati è doppiamente criminale, perchè parte dell’infelicità sarebbe facilmente evitabile, ma è un discorso lungo. Mi limito a implorare di evitare di cadere nelle trappole del confronto tra miserie di diversa natura. Quella delle nostre società iper materialiste e consumiste è per lo più auto inflitta.
Secondo me la risposta è a ritroso. Evoluzione dell’ economia Usa 1860-1925. (Un pò come il mini miracolo economico italiano 1945-1960. ) Praticamente in 65 anni popolazione quasi quadruplicata da 32 a 115 e pil aumentato di 20 volte da 4.500 a 90.000. http://www.folliero.it/18_dati_&_documenti/USA/popolazione_e_pil.htm ( poi il 23/12/1913 viene sancita la nascita della fed ). Questo secondo me andrebbe analizzato e mi sembra che mai nessuno ne abbia tratto conclusioni. Buon lavoro. Ciao.
“La povertà e la miseria sono brutte bestie”
eh! niente da dire, John;
è completamente vero quello che dici.
magari in quelle realtà che descrivi -sud est asiatico- non sono nemmeno in grado di fare opportuni paragoni con il resto del mondo “più fortunato”(o forse si, con i moderni mezzi attuali non è da escludere) ma anche senza considerare questo, la vita rimane una faccenda molto dura quando si hanno a disposizione solo risorse minime come quelle che posso immaginare esserci da quelle parti.
“Per questo quel che avviene in paesi più ricchi e fortunati è doppiamente criminale, perchè parte dell’infelicità sarebbe facilmente evitabile.”
Vero e condivido anche questo;
ma qui è lecito chiedersi (e chiedere) a ognuno dei più “fortunati”(il miliardo di esseri dei paesi occidentali) quanto è eventualmente disposto a rinunciare del suo attuale stato di benessere (proporzionalmente ai propri averi) per contribuire a livellare lo stato dei meno fortunati sul pianeta. Io scommetto che la maggioparte di noi (europei o nord americani) se gli vai a toccare la “sua” casa, la “sua” automobile, il “suo” giardino, le “sue” riserve liquide(investite più o meno ovunque), i “suoi” preziosi e spesso inutili devices(qualsiasi genere di elettrodomestico o bene durevole che sia) storce il naso e volta la faccia dall’altro verso, più o meno come quel giovane ricco consapevole di osservare tutte le Leggi scritte nei rotoli e per questo convinto di meritarsi il Regno dei Cieli, al quale Gesù Cristo rispose invece : “vendi tutto e seguimi”.
Sarebbe in completa contro tendenza ed inaccettabile da un sistema che esige, per essere sostenuto, di un insieme numeroso di esseri (ai quali far credere che le chiavi del benessere e del progresso stanno proprio nel possesso di quei beni che il sistema stesso mette loro a disposizione) che devono “produrre e consumare”; ancora meglio se numerosissimi, proprio per questo il sistema gode all’idea che al miliardo di esseri occidentali si stiano aggiungendo 2,5/3 miliardi di nuovi voraci consumatori, opportunamente adescati all’idea del modello di sviluppo occidentale consolidato ormai da decenni.
“… ma qui è lecito chiedersi (e chiedere) a ognuno dei più “fortunati”(il miliardo di esseri dei paesi occidentali) quanto è eventualmente disposto a rinunciare del suo attuale stato di benessere …”
questo è un atteggiamento auto flagellatorio del tutto inutile e pure contabilmente errato. Un solo cacciabombardiere dell’ultima generazione costa 100 milioni di dollari, per la guerra in Iraq sono stati spesi tra due e tre trilioni di dollari, un paese come il nostro con la povertà in aumento, trova 60 miliardi per i fondi europei che vanno a ripagare le banche insolventi in modo che azionisti e bondisti incauti non abbiano a pagare un centesimo … Che la persona comune, anzi anche la persona benestante debba rinunciare a qualcosa quando esiste questo livello megagalattico di sperpero e spese militari beh … vedi tu. Se poi uno lo vuole fare, perchè chi molto potrebbe non lo fa, e non si accontenta di un’auto assoluzione allora bene, anzi benissimo, ma lo faccia nel modo corretto, la carità è una cosa che cade dall’alto, a suo modo è un gesto di arroganza, la solidarietà è orizzontale, un gesto di fratellanza, molto meglio.
Scusa John,
Ma ti accorgi da solo che la Guerra del Golfonera una grande abbugfata di poche compagnie private che avevano in sub-appalto tutto e caricavano 100 USD per pasto ai militari. Possi andare oltre siamo andati in Afghanistan per liberate le donne dal velo? Nel 1970 libere ed emancipate lo erano gia’ magari non capitaliste. La critica sta nel fatto che prima abbiano spesi soldi per armate i talebani, poi li abbiamo spesi per combatterli ed ora che non sappiamo come uscirne ne diamo degli altri, sempre ai talebani per tenerli buoni. Se dall’inizio avessimo investito in Pace e Prosperita’ non avremmo problemi.
Il trucco e’ sempre lo stesso crei panico e terrore per far spendere in armi e difesa che poi vanno in tangenti e visto che hai paura ti aggrappi a quel poco che hai.
Concludo con una tua risposta, non parliamo di miliardi di persone, se e’ vero che circa 400-600 persone/famiglie possiedono la meta’ della ricchezza della terra, allota credo che il problema lo si possa risolvere velocemente.
Non esiste giustizia senza equita’
“Un solo cacciabombardiere dell’ultima generazione costa 100 milioni di dollari”
“Che la persona comune, anzi anche la persona benestante debba rinunciare a qualcosa quando esiste questo livello megagalattico di sperpero e spese militari beh … vedi tu.”
…
Vero (o approssimativo, non so bene la cifra esatta ma non deve essere troppo lontana da quella qui ipotizzata)
Ma il “livello megagalattico di sperpero” non è fantasia astratta, in quanto arriva direttamente dallo Stato sovrano che se lo può permettere materialmente.
Le “persone benestanti” non appartengono mica all’etere, ma ognuna di esse fa parte di uno Stato sovrano in cui vive e prospera, dove ognuna di esse da il proprio contributo per la solidità e la ricchezza totale dello Stato in cui si ritrova.
I soldi necessari per acquistare (o costruire) dieci o cento di questi apparati, uno Stato sovrano non se li inventa mica, li deve andare a richiedere anche ai suoi 300 milioni di contribuenti (nel caso degli USA) tanti sono gli abitanti di quel paese. Contribuenti che poi chiedono garanzie di ritorno ai propri governanti (una delle quali, mantenere lo stato di benessere che zio SAM ha garantito loro per decenni, fregandosene altamente -CI SCOMMETTO- se nel frattempo ci sono paesi e popolazioni del pianeta rimasti all’età della pietra o quasi, pur trovandoci nell’era contemporanea dei missili.)
Uno Stato come Haiti si può (forse) permettere le cerbottane in paragone del reddito totale che la sua popolazione di 10 milioni di esseri è in grado di garantire per uno degli Stati sovrani più disastrati al mondo. Però da quelle parti come da molte altre, denutrizione e malattie imperversano ancora oggi, dopo 50anni che l’uomo è riuscito a far camminare due suoi esemplari sulla superficie lunare. Esemplari non qualunque, ma appartenenti ad uno Stato Sovrano BEN PRECISO.
Finchè il pianeta è e sarà organizzato tramite Stati sovrani delimitati da confini uff.li, ognuno di essi secondo il proprio reddito totale disponibile andrà a destinare la cifra che ritiene più giusta e opportuna per la difesa dei propri confini (e cittadini); non dico che sia giusto o errato, semplicemente è quello che avviene nel mondo da decenni e da secoli;
il gov Renzi ha appena confermato alla Lockheed la cifra di 15 miliardi di € distribuita nell’arco di più anni futuri per l’acquisto di 90 F35; allo stato di depressione attuale in cui si ritrova, l’Italia poteva permettersi una simile spesa?
Evidentemente, qualcuno dall’alto NON CERTO SU IN CIELO ha ritenuto di si; in tempi più floridi il ns paese avrebbe destinato il doppio o forse anche il triplo della cifra appena stanziata, 50 miliardi che potrebbero essere destinati a lenire le sofferenze di paesi più disastrati, specie se integrato in un consorzio di paesi occidentali per raggiungere questo obiettivo; ma interessa a qualcuno questo, nel mondo occidentale? o invece non interessa di più che questo business venga giù a cascata e si ridistribuisca su tutta l’economia di ogni singolo paese interessato, per favorirne crescita di pil e conseguente prosperità e ricchezza??? andiamo…).
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“questo è un atteggiamento auto flagellatorio del tutto inutile e pure contabilmente errato”
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Sarà anche contabilmente errato, ma io vedo che noi occidentali possiamo contare su strutture di base consolidate (case, scuole, ospedali, sistema di distribuzione idrica, rete elettrica, rete gas, telecomunicazioni, logistica, ferrovie, strade etc etc) che non si creano con le sole preghiere o con il pensiero, che paesi rimasti a livelli inferiori ancora non posseggono o se si solo in parte e alquanto precarie.
La qualità della vita si misura anche con il possesso di queste strutture che non sono per nulla scontate.
Da qui è facile poter dire che chi ha la possibiltà di lavarsi ogni giorno con acqua calda e pulita che scorre dal rubinetto di casa propria è più fortunato di uno che deve farlo attingendo alla prima pozzanghera o nel fiumiciattolo che scorre sotto la sua capanna. E questo non avviene per caso o per grazia ricevuta, ma con i fatti : Fortunato si, ma non per caso, perchè vive in un paese che glielo può permettere, a condizione naturalmente che egli, come tutti, dia il proprio contributo per la sostenibilità e il mantenimento dello Stato e dello stato di cose che ha a disposizione.
La risoluzione del problema verte su come fare per offrire garanzie minime opportune per tutti, in tutte le aree :
nutrizione e sanità in primo luogo. Ammesso che gliene importi qualcosa a tutti o a qualcuno, cosa di cui dubito fortemente (altrimenti, il mondo già da tempo avrebbe abbandonato le armi e lo sviluppo delle stesse con le quali ogni paese può garantirsi la protezione necessaria, e NON solo, le ARMI come settore di business rivolgono una fetta non piccola di una torta sulla quale cibarsi, questo vale sopratutto per quelli, USA in testa come al solito, che se la possono giocare ad alto livello… che lo dico a fare, qui lo sapete già tutti; magari occorrerebbe dirlo al resto molle del mondo occidentale cui non frega nulla di tutto questo…)
Ma la domanda ritorna : cosa possiamo fare affinchè questo avvenga? Non si crea mica col pensiero e basta, tutto questo.
Occore infatti che paesi eccessivamente ricchi dove lo squilibrio è evidente rispetto a quelli più poveri (i nord americani consumano il 50% di tutta l’energia mondiale prodotta in un anno, e non sono nemmeno 350 milioni sommando anche i canadesi) rinuncino in parte ad una fetta procapite della loro torta gigantesca, per loro più generosa, che l’evoluzione della storia ha garantito loro arrivando allo stato attuale.
Ma ritorniamo al punto di partenza : dato che -ci scommetto- solo una piccola percentuale di esseri occidentali sarebbe sensibile alla sofferenza “degli altri” più sfortunati, questi ultimi continueranno a soffrire e basta, con i primi che continueranno a godere di privilegi di cui non vogliono assolutamente privarsi. Fine della storia.
L’uomo non sarà mai in grado di risolvere le diseguaglianze che palesemente interessano i popoli della Terra suddivisi per Stati sovrani per come la Storia ci ha condotti fino al punto attuale, e il motivo è ovvio, da vedersi con la natura stessa dell’uomo.
“… e il motivo è ovvio, da vedersi con la natura stessa dell’uomo”
eppure alcuni uomini non si comportano per nulla come scrivi, alcuni sono sensibili eccome ai guai degli altri e si danno da fare in tanti modi, alcuni davvero esemplari. Sono una minoranza ? Forse persino una piccola minoranza ma se anche fosse, allora qual’è la natura dell’uomo ? Questa o quella dei bombardieri ? Se elimini la possibilità che si possa scelgliere, anche andando contro la propria natura originale di cannibale, allora che resta ? Di che discutere allora ? Personalmente non accetto l’idea che l’uomo sia quel scrivi, pur essendo al corrente degli esperimenti comportamentali di Zambardo, Milgram etc… come neppure accetto l’idea che l’uomo sia di indole mite (come afferma il Dalai Lama) anche se mi piacerebbe fosse così. Forse che non siamo in realtà uguali ? Forse che tra noi ci sono dei lupi ? Forse siamo solo a uno stato evolutivo insufficente, forse tante altre cose ma di sicuro non è così semplice.
John,
…nella tua risposta sembri propendere per la mia teoria (non solo teoria : CERTEZZA VERA E PROPRIA!)
citi “alcuni uomini” che non si comportano per nulla come scrivi… appunto, il problema è proprio lì :
per “alcuni” che hanno raggiunto una certa consapevolezza circa i problemi ancestrali che ingabbiano il genere umano, deviandolo dalla soluzione, e che hanno portato all’ordine di cose ben noto agli occhi di tutti, ce ne sono milioni che non aspirano altro che consumare consumare consumare consumare CONSUMARE CONSUMARE CONSUMARE CONSUMARE ed arrichirsi arrichirsi arrichirsi arrichirsi ARRICCHIRSI ARRICCHIRSI ARRICCHIRSI secondo il modello che la ns società ha fornito loro, in una continua gara di performance competitiva. Questa è peraltro una frase che ricordo aver letto recentemente da uno dei tuoi pensieri.
Finchè la proporzione stà in questi termini, brancoleremo nel buio alla ricerca della soluzione.
Per quello che ho maturato nella mia convinzione, l’uomo non ne verrà mai fuori.
Ormai dovrebbe apparire chiaro il suo completo fallimento, nell’ordinamento organizzativo che ha cercato di darsi in almeno due millenni di storia recente. E non è che i precedenti fossero stati meglio.
MAI è davvero molto tempo … due milioni di anni fa manco riuscivamo a stare bene in piedi … lascia che il tempo svolga la sua funzione, la vita di un singolo è talmente breve che è importante solo per lui. Ciao, parliamo d’altro.
Ciao, pensa che te lo volevo linkare stamani. Quand’è che si trova il coraggio di obbligarla a redistribuire i 250MLD€ dello sforamento permanente del 6% del surplus sull’ esportazione ? Anche questo fa parte di un economia che uccide.
tutto vero ma la questione che nessuno pare voglia affrontare è perchè l’ILVA sia ancora lì ! Mi spiego: c’è una sovraproduzione di acciaio mondiale nel contesto di un’Europa in fase di deindustrializzazione (almeno per l’industria pesante), è una tipologia di produzione altamente inquinante, la costruzione e il mantenimento di questi impianti costa moltissimo, con tutti i denari che sono stati spesi nel corso di decenni per l’acciaio in Italia si poteva finanziarie una nuova Silicon Valley + un adeguato sviluppo turistico nelle regioni meridionali, con tutto quel che sarebbe conseguito. L’ILVA è un capolavoro al contrario della cattiva industrializzazione italiana che ha disseminato in modo folle il meridione d’Italia di industrie che nulla c’entrano con la tradizione di quelle regioni, totalmente irrispettosa dell’ambiente e delle persone, mascherando l’incapacità di pianificare l’economia, di trovare dove sta il valore e dove no, con la presunzione che si portava progresso e occupazione coltivando ben bene clientele e corruttele. Restano disoccupazione, inquinamento, morte e decine di miliardi buttati nel cesso.
kry@finanza:
stanziale@finanza,Ciao, pensa che te lo volevo linkare stamani. Quand’è che si trova il coraggio di obbligarla a redistribuire i 250MLD€ dello sforamento permanente del 6% del surplus sull’ esportazione ? Anche questo fa parte di un economia che uccide.
Vi invito a leggere questo:
http://vocidallestero.it/2015/04/13/leuro-che-divide-lotte-nazionali-e-solidarieta-internazionale/
Avremo mai la possibilità di scalfire l’onda “luogocomunista”?
Il problema e’ che le voci contrarie in Italia sono solo quelle di accademici, economisti, qualche giurista. I politici stanno ben zitti, con esclusione di Salvini , bisogna dire. Qualcuno di loro ha fiatato per la questione Ilva-ingerenza dei tedeschi?
@John Ludd–confesso che non ho il conto di quanto sia costata l’ilva, sicuramente tanto, mai pero’ quanto i 400 mld dati dal governo tedesco alle loro banche, ho inoltre letto che recentemente il governo francese ha aumentato la partecipazione che gia’ aveva nella renault, che non credo brilli. Insomma, ci sono anche gli interessi strategici di una nazione, se vuole avere ancora un futuro. Per quanto riguarda l’ambiente si faccino i lavori consoni per risolvere/attenuare i problemi, senza dismettere primarie attivita’ pero’, a ben guardare allora dovremmo dismettere moltissime altre attivita’ inquinanti sparse in ogni dove…il problema inquinamento lo avranno in Germania pure, penso…
@ John & Stanziale … parliamo dell’ILVA?
Non facciamo i semplici dalla memoria corta, la logica dell’ILVA nasce dagli anni 70 quando l’imperativo era dare lavoro. Fu fatto l’ILVA poi a Bagnoli posto splendido fu fatta un’acciaieria, in Sicilia in posti a potenziale turistico quali a Priolo Gargallo e Gela furono fatti petrolchimici, la Sardegna fu divisa in due nord turistico, grazie all’ Aga Khan e nel sud, o Sulcis vai con in piano industriale pure li’ petrolchimico…gli errori vengono da lontano molto lontano.
Non fatevi poi abbagliare dal marketing della Silicon Valley, l’industria resta e restera’ la spina dorsale dell’economia, altrimenti spiegatemi perche gli US stanno pregando Marchionne che non chiuda lo stabilimento Jeep di Toledo (US) o perche’ in un documento dei Tories inglesi si chieda il ritorno dell’industria come panacea della ripresa perche’ i servizi senza industria non esistono!
Senza arrosto…non esiste il fumo 🙂
Non sono mai stato a Taranto, in compenso ho soggiornato mesi a Mestre, circa 25 anni fa, c’erano le raffinerie e quando il vento spirava verso la citta’ era presente una cappa nera ….presi una tosse che mi duro’ mesi e smisi di fumare. Per dire, purtroppo l’inquinamento e’ una brutta bestia ed e’ presente in tanti luoghi, va fatto il possibile per limitarlo, ma dobbiamo in parte subirlo. Il tentativo di industrializzare in massa il sud e’ fallito, ma qualche polo industriale al sud possiamo pure tenerlo, no? Ecco, dietro questo can can sull’inquinamento a Taranto (ma perche’ non c’e’ anche a Terni, Piombino? E Milano?Firenze? Roma? ) non ci ho visto chiaro…
A dire la verita’ pure Mestre va inclusa! Come si riesce a pensare di fare a Marghera un petrolchimico? A due passi da Venezia? A quattro da Caorle tanto decantata da Hemingway?
Comunque alla tua domanda non ho risposta, ma se vuoi aggiungo l’inquinamento del polo ceramico di Modena non lontano da dove vengo ma ripeto la tua domanda e’ piu’ che corretta 🙂
Un saluto e spero non te la prenda per i miei commenti.
Perche’ dovrei? Normalmente il piu’ delle volte li apprezzo, e quando no li rispetto.
Il colmo dei colmi
“la germania denuncia l’italia per aiuti ad ilva mentre invece taceva quando lei stessa versava denaro pubblico per salvare le proprie banche nel 2009”
“Quand’è che si trova il coraggio di obbligarla (la germania ndr) a redistribuire i 250MLD€ dello sforamento permanente del 6% del surplus sull’ esportazione ?”
…
…
…nell’ambito di un organizzazione comune, mi dite come si fa ad obbligare IL PIU’ FORTE a fare una cosa che NON vuole fare e che non si sogna nemmeno ???
suvvia, amici, siamo pratici.
E’ un gioco sporco e lo conosciamo bene tutti. E lo conoscono bene anche loro.
I tedeschi fanno i loro comodi come qualunque altro Stato sovrano farebbe, cercando di portare acqua al proprio mulino.
Anche a discapito degli altri, se occorre.
Sono i più forti nell’unione europea e sanno di poter fare qualunque cosa sotto il naso degli altri paesi partners, senza temere nulla.
Ed infatti la Comm. UE si guarda bene dal far notare a Merkel&C che da più anni la germania sfora il 6% come limite massimo imposto a livello EU tra i paesi membri per quanto riguarda lo sbilancio commerciale. (di questo se n’è parlato più volte, vero Kry? 😉 )
Mentre al contempo ci fa “una testa così” ricordando continuamente a noi italiani “spachetti e mandolino” che “tu non deve superare limite del 3%, ja!”
ridicolo.
ridicola è anche questa supponente “unione” europea guidata o per meglio dire comandata dallo Stato più forte e potente, che detta legge agli altri fondamentalmente solo per perseguire i propri interessi e il benessere dei propri cittadini.
dai, ragazzi, non è mica il mondo delle favole quello dove siamo stati messi a vivere, e nemmeno il Regno dei Cieli…
Questa FINANZA , che uccide , è uno dei frutti della vita concepita senza amore.
Ciao. Si ne abbiamo già parlato. Questa finanza uccide tutti , non fa distinzioni è come una malattia infettiva. Una pandemia non può essere contenuta non ha confini. Lo stato forte in questione non persegue il benessere dei suoi cittadini , anche se ai nostri occhi non sembra essere così.
@John
“con tutti i denari che sono stati spesi nel corso di decenni per l’acciaio in Italia si poteva finanziarie una nuova Silicon Valley + un adeguato sviluppo turistico nelle regioni meridionali, con tutto quel che sarebbe conseguito.”
…
In teoria si.
Ma in pratica, considerando il paese ma soprattutto la mentalità della gente che lo popola, un minimo di dubbio circa la sua realizzazione è d’obbligo.
Vale la pena ricordare che in Italia è concentrato il 40% di tutto il patrimonio artistico mondiale?
Ricordiamo anche la sua posizione geografica felice (“una porta-aerei protesa nel mediterraneo” come ebbe a dire il duce, solo perchè non voleva finanziare la costruzione di una VERA porta-aerei che avrebbe consentito all’Italia in guerra ben altri esiti nello scontro navale contro gli inglesi, va beh mi stò incartando, tanto più che il paragone della porta-aerei non piace di certo ai pacifisti…) ritorniamo alla posizione geografica felice che la vede in grado di vantare se non ricordo male 5000 km di coste e spiagge sul mare, fattore che unito al suo clima invidiabile crea un potenziale turistico senza rivali al mondo.
E di tutto questo, che ne abbiamo fatto, invece ?
politiche assurde, con ogni regione italiana protesa singolarmente a promuovere il proprio territorio a discapito delle altre , viste per lo più solo come potenziali concorrenti… aih aih aih, ma quanto abbiamo ancora da imparare dai francesi, sotto tutti gli aspetti, che hanno molto meno di noi ma quel poco che hanno sanno “tirarlo a lucido” come nessun altro, e alla fine prevalgono su tutti, in un ottica di interessi comuni NAZIONALI (e non di campanile!…)
Aggiungiamoci anche -purtroppo di dovere- la noncuranza del territorio per cui gli italiani sono famosi, non ultima l’ottima campagna promozionale che camorra e n’drangheta hanno pensato di fare ai rispettivi territori, acconsentendo di sepellire dalle loro parti (in questo più bravi i calabresi che hanno pure colato a picco alcuni bastimenti carichi al largo delle coste tirreniche…) tonnellate su tonnellate di rifiuti industriali tra i più inenarrabili e pericolosi per la salute umana.
Alla luce di tutto questo, valutando l’enorme stupidità messa in mostra dagli italiani nel non sapere sfuttare adeguatamente potenziali che la natura stessa ha loro concesso, privilegiandoli sugli altri, alla fine l’ilva rimane un semplice dettaglio.
Da ultime notizie, pare che il gov attuale intenda introdurre una nuova tassa (una nuova causale ad hoc) al settore turismo, come se questo, oltre ai problemi che ho citato prima, non avesse già a carico sufficiente pressione fiscale; piove sul bagnato, si potrebbe dire…
@ John & Stanziale … parliamo dell’ILVA?
Non facciamo i semplici dalla memoria corta, la logica dell’ILVA nasce dagli anni 70 quando l’imperativo era dare lavoro. Fu fatto l’ILVA poi a Bagnoli posto splendido fu fatta un’acciaieria, in Sicilia in posti a potenziale turistico quali a Priolo Gargallo e Gela furono fatti petrolchimici, la Sardegna fu divisa in due nord turistico, grazie all’ Aga Khan e nel sud, o Sulcis vai con in piano industriale pure li’ petrolchimico…gli errori vengono da lontano molto lontano.
Non fatevi poi abbagliare dal marketing della Silicon Valley, l’industria resta e restera’ la spina dorsale dell’economia, altrimenti spiegatemi perche gli US stanno pregando Marchionne che non chiuda lo stabilimento Jeep di Toledo (US) o perche’ in un documento dei Tories inglesi si chieda il ritorno dell’industria come panacea della ripresa perche’ i servizi senza industria non esistono!
Senza arrosto…non esiste il fumo
Condivido in toto. Ricordo anche quanto sostengono da sempre i meridionalisti – con la riunificazione del regno d’Italia le “fiorenti” industrie del sud (cantieristica navale, ecc.) furono abbandonate per concentrarsi sull’industrializzazione del nord Italia.
In definitiva l'”illusione” di un Sud Italia paradiso naturale non è mai stata una realtà, e neanche ci siamo mai andati vicino. Anche se l’abusivismo e la devastazione del territorio hanno toccato vette inaudite dal secondo dopoguerra in poi, ed oggi sicuramente Napoli e Palermo, pur bellissime in certi quartieri, in generale sono tra le città più invivibili d’Italia e d’Europa, anche ai mitici tempi borbonici lo squallore regnava in queste città, come testimonia il “Viaggio in Italia” di Goethe, fine 1700. Il resto del territorio o campagna era sì “incontaminato” ma era anche totalmente abbandonato a sé stesso, tanto che nei numerosi boschi che crescevano senza alcun controllo fin dentro i centri abitati, non abitavano solo lupi e cervi, ma anche numerose bande di banditi irregolari, che facevano della rapina agli incauti viaggiatori il modo di procacciarsi da vivere. Certo, il turismo allora non era certo di massa….
Una via di mezzo è giusto e ragionevole trovarla…ma nel contesto culturale degli anni ’40, quando l’Ilva fu fondata, la sua collocazione al centro della città non era certo uno scandalo. Milano aveva industrie fino ad 1 km dal duomo, Torino non era così diversa…Oggi siamo “evoluti” (?) e dobbiamo certamente potenziare il turismo non solo al Sud ma in ogni regione della ns. bellissima Italia, dobbiamo impedire e se possibile “correggere” gli scempi ambientali del passato, ma ricordarci di essere la seconda “manifattura d’Europa” e salvaguardare ed incentivare l’unico, vero settore trainante della ns. economia, non rendendo impossibile per chi intraprende trovare una giusta collocazione e soprattutto senza farlo svenare preventivamente con gli altissimi costi di urbanizzazione e le lungaggini burocratiche, il tutto a beneficio di casse di enti locali sempre più esangui, ed in definitiva del famigerato “patto di stabilità” imposto da Prodi, questo è un vero e gravissimo spread che obiettivamente abbiamo con le altre nazioni europee, ad ovest quanto ad est dei ns. confini.
No all’Ilva in centro a Taranto, ma sì ad industrie nuove al nord ed al sud. Facendo applicare le leggi, sulla carte severissime, ma senza scoraggiare chi ha il coraggio di provare a fare un investimento, o vuole solamente conservare la propria azienda, piccola o grande. Senza industria, diventeremo sempre più schiavi della finanza, ed in definitiva, come diceva Riccardo Ruggeri ieri in un grandissimo pezzo interno su Italia oggi, la classe media di oggi ha solo la prospettiva di diventare i Rom di domani…
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gli islandesi NON sono usciti dalla crisi più felici e in salute che mai… ma certo ora hanno maturato la consapevolezza che è possibile un differente assetto, non sono rassegnati e cercano con l’azione di scacciare la depressione. L’inibizione all’azione conduce sempre alla depressione e quest’ultima ha effetti devastanti sulla salute personale e di gruppo. Questo è il sunto del crimine dell’austerità a senso unico (perchè imposto solo a una fascia della popolazione per salvare chi ha sbagliato): inibisce l’azione, preclude la speranza di avere una speranza. Si può essere morti anche se si respira, se non si ha la possibilità di agire questo è quello che accade. Non è il timore di sbagliare che porta alla disperazione ma l’impossibilità di tentare, l’inibizione all’azione.