LA CAVERNA DELLE TRIMESTRALI.

Scritto il alle 23:48 da icebergfinanza

Come diceva Josè Saramago, premio Nobel per la letteratura, è un difetto comune di dire più facilmente quello che crediamo gli altri vogliano sentire da noi, piuttosto che attenersi alla verità, ma tuttavia purchè l’uomo possa attenersi alla verità, dovrà prima conoscere gli errori e poi commetterli.

Gli errori erano sotto gli occhi del mondo intero, sono stati commessi e nonostante tutto il gioco continua.  Una nemesi senza fine, per certi versi demoniaca, un senso di esaltazione collettivo che il mondo della finanza continua a vivere, slegato dalla realtà di tutti i giorni.

Mario Margioco, sul Sole 24 Ore di ieri ci parla dell’affondo al modello Goldman: 

(…)  la comunità finanziaria e politica si chiede sempre più se sia possibile per una entità che è stata salvata dal denaro pubblico un anno fa e ha ottenuto subito – parte del pacchetto – lo status di holding bancaria con tutte le relative protezioni, continuare a comportarsi come una banca di investimento. I rischi che la legge concede a una banca commerciale non sono quelli, illimitati fino a un anno fa e poco meno oggi, concessi all’investment banking e al private equity.

Il Congresso si è mosso, Wall Street mormora, ma finora non è successo nulla.(…) A fine luglio tuttavia, un mese e mezzo dopo i risultati del secondo trimestre, una lettera di dieci deputati al presidente della Federal reserve, Ben Bernanke, chiedeva come mai GS dopo aver ottenuto a ottobre tutte le protezioni come banca commerciale aveva ottenuto a febbraio di potersi comportare di nuovo da banca d’investimento, per quanto riguarda i Market risk rules.

E questo fino a tutto dicembre 2009. Il risultato era che, la già molto discutibile Var, o Value at risk, (…uno dei più demenziali ed inutili indicatori della recente finanza creativa aggiungo io….al pari delle demenzialità gaussiane della curva, applicate alla finanza…) a valutazione periodica delle possibilità di perdite in caso di operazioni fallite, raddoppiava nel secondo trimestre (…)

«Può qualcuno alla New York Fed per favore spiegarci la precisa natura dell’esenzione che è stata concessa a Goldman Sachs e che le concede di comportarsi in questo modo?», chiede Simon Johnson, economista al Mit ed ex capo economista del Fondo monetario.solo una vita esaminata è degna di essere vissuta, e quindi per tendere alla verità delle cose bisogna saper prendersi cura del proprio pensiero aggiungeva il buon Socrate.

E magari anche far comprendere ai comuni mortali, come è possibile sostenere i mercati nella stessa dimensione che è stata attuata in questi ultimi mesi, aggiungo io….
La verità, spesso non è l’ombra proiettata dal fuoco sul fondo della caverna, come ci raccontava Platone, 
Noi spesso siamo ostaggi di quell’ombra, prigionieri di un’opinione che neanche conosciamo. Ho sentito dire in giro che non importa quanto sia taroccata e manipolata questa ripresa, non importa se l’informazione spesso non è assimetrica, ciò che conta è il risultato finale.
Nel buio della caverna delle trimestrali, non importa ciò che ci dice il cosidetto "consensus" della media degli analisti, non importa se sarà meno peggio di quanto prevedevano coloro che non hanno saputo prevedere nulla in passato e sistematicamente nel prossimo futuro. Le quotazioni attuali, scontano una ripresa stellare che le nostre analisi fondamentali non sono in grado di scorgere nel buio progressivo della deflazione, della debt deflation.
Paul Krugman, premio nobel all’economia, lo scorso anno, è preoccupato, molto preoccupato. La recessione tecnica è finita ci dice, quella dove due trimestri consecutivi di crescita del PIL cancellano la realtà (….peccato che come, noi ben sappiamo, la NBER, ente preposto alla rilevazione ufficiale delle recessioni, abbia bisogno di ben altro per decretarne la fine…), ma il peggio non è finito, neanche lontanamente finito.
(…) Financial crises tend to produce prolonged hits to growth…and this is the mother of all synchronized financial crises so we almost certainly have a long, long slog before we’re fully recovered(…)”
Sono commosso, profondamente commosso, Krugman l’ha chiamata come la chiamo io, da tempo immemorabile, la " Madre di tutte le crisi " ricordate questa frase, resterà un marchio indelebile nella storia di Icebergfinanza.
Le crisi finanziarie come ci hanno insegnato Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff hanno una degenza molto più lunga di quanto il "consensus" sia in grado di percepire.
“When it comes to international trade, actually it’s not the Great Depression, it’s worse,” he said, presenting charts showing the decline in global trade activity falling much more steeply in the current downturn than during the Depression.
Ma ecco che parlando di commercio internazionale, Krugman ci dice, che in realtà non si tratta di una Grande Depressione, ma di qualcosa di peggio, presentando prove grafiche che testimoniano come il crollo delle transazioni commerciali sia stato molto più ripido della Grande Depressione.
IL commercio internazionale ha agito come un meccanismo di trasmissione, diffondendo la crisi economica anche a paesi il cui sistema finanziario era relativamente sano, una virus che non poteva che essere la nemesi di una globalizzazione che aveva visto esplodere la crescita mondiale. Per Kugman il rischio di un nuovo protezionismo è limitato, ma io non ne sarei cosi sicuro, la storia dei popoli parla in altra direzione.
Emblematico a proposito è questo pezzo di Alessandro Merli sul Protezionismo apparso sul Sole24Ore, anche se come ricorda Krugman il protezionismo è stato un effetto e non la causa della Grande Depressione del ’29.
Parlando con uno dei miei preferiti giornalisti economici, un certo Gillian Tett, del Financial Times, Krugman ha fatto una battuta sul commercio con la Cina, una sorta di regalo incrociato avvelenato…. " (…) Perhaps trade with China in recent years hasn’t been so unfair to the US, he joked: “They send us poisoned toys and tainted seafood and we send them toxic securities.
….ci hanno mandato giocattoli avvelenati e pesce contaminato e noi abbiamo inviato a loro titoli tossici….in tutta sincerità, non vedo cosa vi sia da scherzare, evidentemente, la situazione presunta, fa rilassare oltre il dovuto.
Si potrebbe argomentare che il fantasma del protezionismo, non è solo, quello del commercial real estate, ovvero gli immobili commerciali è in un angolo della caverna, quello dei mutui ARMs, fenomeno appena ripreso, quello delle carte di credito, dei fallimenti bancari, societari e via cosi dicendo. Certo in fondo alla caverna c’è uno spiraglio di luce, ma le ombre continuano ad allungarsi sul fondo e il rinnovato vigore della finanza creativa, demenziale non è un buon segnale, nulla è cambiato in questi ultimi tempi. La speranza viene da un’altra dimensione, non certo da coloro che hanno perpetrato o contribuito a creare questa crisi epocale, correlata.
Ma torniamo a noi, e alla caverna delle trimestrali, prendiamo ad esempio Alcoa, il classico canarino introdotto nella miniera, e il suo crollo degli utili rispetto allo stesso trimestre del 2008.
Premetto che ogni considerazione non esula da una certa soggettività nell’analisi, ma la libertà sta appunto nella possibilità di valutare, comprendere e poi scegliere l’orizzonte che meglio si addice al proprio pensiero come sosteneva Socrate.
Le luci in fondo al tunnel, gli elementi positivi ve li hanno proposti le ombre in fondo alla caverna, ma tra le stesse ombre, ve ne sono altre che magari non è politicamente corretto segnalare e che riguardano le sfumature.
Raccontare che senza le importazioni cinesi, la domanda globale è scesa del 10 % e che ben 320 milioni di risparmi provengono dal taglio del personale a fronte di 77 milioni di utili  e che per circa il 75 % questa riduzione della forza lavoro sarà permanente è in fondo una sfumatura, mentre sullo sfondo le ombre ci dicono che sono meno sbiadite del "consensus".
Chissà forse aiuta a comprendere perchè di fronte al crollo del commercio internazionale, l’indice dei noli marittimi, il Baltic Dry Index, quello che testimonia, l’attività marittima dei conteiner che trasportano le merci, continuava a salire stimolato dalla frenetica attività di trasformazione di dollari in materie prime messa in atto dalla Cina.
Forse raccontando che gli investimenti di Alcoa previsti per il 2010, saranno un quarto di quelli del 2009, magari si aiuta a comprendere quanto sia diffusa la fiducia nel futuro del ciclo economico avviato dagli stimoli governativi, quanto i tagli permanenti, siano sinonimo di un eccesso di produzione dal potenziale deflativo esplosivo.
Si legge investimenti, ma si pronuncia "Capex" spese in conto capitale, quelle destinate all’acquisto di macchinari o impianti che permettano di migliorare ed espandere la capacità produttiva.
Affascinante no, se i consumi non sosterranno la crescita, gli investimenti manco a parlarne, chi mai sosterrà la crescita futura dell’economia mondiale….
Quelli della Volkswagen dicono che non vi sarà alcuna ripresa ai livelli pre crisi almeno sino al 2013 e che il 2010 sarà un anno di fuoco Bloomberg, altro che 2009. Toyota ha già dichiarato che nei prossimi tre anni ridurrà la produzione di circa il 10/15 %, il migliore dei mondi possibili, attualmente scontato dai mercati, non c’è che dire.

Nel fine settimana avremo occasione di parlare di un’importante notizia che non fara’ altro che amplificare gli effetti deflativi della  SORPRESA IMMOBILIARE

Chiunque volesse contribuire liberamente alla navigazione di Icebergfinanza condividera’ questa sorpresa.

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31 commenti Commenta
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 09:41

"prigionieri dell’ombra"

VERSI D’EPOCA
Vedo che una farfalla dove passa
lascia un’ombra per terra,
eppure le ali bianche attraversano il vento
e nulla di quel volo sembra pesi
nell’aria, ripetendo sotto di se la forma
trasparente del viaggio.
Chissà se apparteniamo all’ombra
o al chiaro, e se nel doppio andare
siamo gli stessi, oppure chi è l’intruso,
se più l’animo o il corpo,
magari sconosciuti l’uno all’altro,
chissà chi era il pinnacolo
e chi il vento.
Da: La parte in ombra, di Sergio Zavoli
 
(della serie…” infinite poesie struggenti” :-))

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 09:54

Caro Capitano,

Tempo fa ebbi la sfacciataggine di bastonarLa riguardo le Sue idee sull’etica negli affari; Le dissi che era bravo ma che purtroppo aveva perso tutti i punti su questo argomento.

Riguardo l’etica negli affari non mi muovo di un millimetro (per cui non mi posso scusare) però devo dire che Lei ha la potenza di guadagnare punti articolo dopo articolo.

BRAVO davvero.

UnTrader

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 10:30

Too Big To Jail

http://www.americanprogress.org/cartoons/2009/09/092809.html

Stiggen

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 11:20

obama nobel per la pace. una barzelletta. sfacciati senza ritegno

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 11:50

Over the Counter: la stretta sui derivati spaventa le compagnie europee – 07/10/2009

Una probabile legislazione più restrittiva sui derivati scambiati Over the Counter (OTC) potrebbe costare decine di miliardi di euro alle grandi imprese industriali europee. Lo riferisce il Financial Times.

La Commissione Europea sta valutando l’ipotesi di bloccare i mercati OTC trasferendo i derivati scambiati negli stessi all’interno di piattaforme regolamentate e trasparenti che siano soggette alla protezione delle casse di compensazione (clearing houses) che nelle piazze esterne alle borse sono assenti. Per chi teme gli effetti speculativi dei derivati è una buona notizia ma per gli operatori dell’industria la proposta della Commissione preannuncia già nuovi oneri. E così qualcuno si è già messo a fare i conti. Secondo gli analisti di Eon, uno dei principali gruppi europei, per compensare le nuove limitazioni la loro compagnia dovrà ricapitalizzare circa 7,5 miliardi.

L’allarme di Eon trova non pochi consensi nel Vecchio Continente: Siemens, che ha stimato in 1 miliardo il valore delle nuove linee di credito necessarie, ma anche la britannica Rolls-Royce e le tedesche BASF e Deutsche Post hanno protestato. Negli Stati Uniti, intanto, si studia un compromesso. Il comitato finanziario del Congresso ipotizza un emendamento al progetto di riforma del mercato OTC che escluda dall’imposizione dei nuovi requisiti i gruppi industriali che, si suppone, utilizzerebbero i derivati prevalentemente con obiettivi assicurativi e solo marginalmente a scopi speculativi.

SI SUPPONE??????????

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 11:53

Il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz getta acqua sul fuoco dell’ottimismo finanziario. La crescita della disoccupazione, infatti, non potrà che provocare ulteriori problemi al sistema finanziario, e dovrebbe essere questa la prima preoccupazione per il governo e il parlamento americani. Perciò, la crescita dei mercati azionari che si sta registrando negli ultimi tempi indica come gli investitori abbiano puntato su un recupero dell’economia in modo «irrazionalmente esuberante».

«Di fronte a noi c’è il grosso rischio di ulteriori, nuovi scossoni – ha spiegato ieri Stiglitz in un’intervista rilasciata a Bloomberg Television -. A far ritenere ancora instabile il sistema ci sono numerosi fattori: le condizioni del mercato immobiliare, del real estate commerciale, ma anche l’incapacità dei consumatori di far fronte ai propri debiti, a cominciare dai mancati rimborsi delle rate delle carte di credito». Le difficoltà dei cittadini, d’altra parte, sono strettamente legate all’andamento dei redditi e del tasso di disoccupazione. Dall’inizio della recessione, nel dicembre del 2007, negli Usa si sono persi 7,2 milioni di posti di lavoro, il che ha portato la percentuale di persone in cerca di un impiego ai livelli massimi degli ultimi 26 anni. E tutto lascia ipotizzare che l’emorragia occupazionale non si arresti nel 2010, quando anzi è possibile che il tasso di disoccupazione possa superare il 10%.

«È evidente che la situazione complessiva continuerà a rimanere pesante – ha concluso l’economista – e la crescita del prodotto interno lordo, sia entro la fine dell’anno che nei successivi dodici mesi non sarà in grado di evitare conseguenze sociali». Non solo: la speranza che l’economia americana possa uscire dal tunnel prima del termine fissato per gli stimoli fiscali adottati dall’amministrazione Obama «è ridotta al minimo».

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 16:51

Letto di Penn Treaty. Assi curazione USA sta fallendo. 120mila lavoratori perdono il posto. molti clienti perderanno la loro assicurazione vita e l’assicurazione sanitaria. Serve un miliardo di dollari per salvarla. Paolo 1

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 21:56

 Var, o Value at risk, (…uno dei più demenziali ed inutili indicatori della recente finanza creativa aggiungo io….al pari delle demenzialità gaussiane della curva, applicate alla finanza…)

Andrea per curiosità scientifica al Var e alle gaussiane…cosa si dovrebbe preferire!?

Great!!

LucaV

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 22:05

L’articolo del Capitano Andrea è grande…ma le borse continuano a "volare", sono proprio curioso di vedere come andrà a finire la lotta frà l’economia virtuale e l’economia reale…chi vincerà??

A proposito dei quant (articolo precedente), chissà se hanno studiano PNL!!! Se a qualcuno interessa incollo un link con video dove se nè parla. Da guardare:
http://www.stampalibera.com/?p=6171#more-6171
Ho la strana sensazione che ci stanno manipolando hehehe.

Per CCP12100 #77 dell’articolo precedente è un peccato che ti leghi le dita, sarebbe un piacere leggere i tuoi avvincenti post .

Un saluto

SD

P.S. ho provato a divertirmi con le emoticon.

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 22:05

L’articolo del Capitano Andrea è grande…ma le borse continuano a "volare", sono proprio curioso di vedere come andrà a finire la lotta frà l’economia virtuale e l’economia reale…chi vincerà??

A proposito dei quant (articolo precedente), chissà se hanno studiano PNL!!! Se a qualcuno interessa incollo un link con video dove se nè parla. Da guardare:
http://www.stampalibera.com/?p=6171#more-6171
Ho la strana sensazione che ci stanno manipolando hehehe.

Per CCP12100 #77 dell’articolo precedente è un peccato che ti leghi le dita, sarebbe un piacere leggere i tuoi avvincenti post .

Un saluto

SD

P.S. ho provato a divertirmi con le emoticon.

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 22:05

L’articolo del Capitano Andrea è grande…ma le borse continuano a "volare", sono proprio curioso di vedere come andrà a finire la lotta frà l’economia virtuale e l’economia reale…chi vincerà??

A proposito dei quant (articolo precedente), chissà se hanno studiano PNL!!! Se a qualcuno interessa incollo un link con video dove se nè parla. Da guardare:
http://www.stampalibera.com/?p=6171#more-6171
Ho la strana sensazione che ci stanno manipolando hehehe.

Per CCP12100 #77 dell’articolo precedente è un peccato che ti leghi le dita, sarebbe un piacere leggere i tuoi avvincenti post .

Un saluto

SD

P.S. ho provato a divertirmi con le emoticon.

utente anonimo
Scritto il 9 Ottobre 2009 at 22:06

1 2 3

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 00:13

 EUPHORIA, RISK AND CORPORATE SCANDAL: 
ENRON AND THE COMMERCIAL CORRUPTION OF 
EXPERTISE WITHIN FINANCIALISED CAPITALISM

http://www2.warwick.ac.uk/fac/soc/csgr/research/workingpapers/2008/25508.pdf

Vi invito a leggervi questo documento di un ricercatore…ovvero non al soldo delle invest. banking che descrive a mio avviso benissimo come nel caso Enron si sia potuto creare un sistema esperto corrotto in cui addirittura gli organi di controllo avevano interesse a far salire i titoli…molto bello peccato che e’ solo in inglese.

Saluti a tutti
Massimo

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 00:43

Il Nobel per la pace dovrebbero darlo a chi riuscirà a "ripulire" la Finanza dalla sua ipocrita "creatività", e dai prodotti tossici che produce, perché alla base delle guerre c’é quasi sempre il tentativo estremo di risollevarsi, o distrarre, dalle cause finanziarie che le generano.
Stoccolma dimostra di essere in preda alla propria sindrome.

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 01:51

che informazione confusa non riesco  piu’ a capire il vero o il falso,oggi al tg economia hanno informato i cittadini che agosto e’ stato un mese di buona ripresa  con fiat  al primo posto seguita da produzioni di macchinari meccanici ecc.,alla fine il capo trichet(se scritto sbagliato corregete ) dell” europa ha detto che siamo nella ripresa  e  con buone possibilita’ dell’ talia e francia.i conti parlano chiaro.A chi credere?Registro tutto nella mia memoria ma alla fine per il momento domandero’ al mio intuito e forse La risposta sapra’ farmela azzecare.Ciao Natalino 

Scritto il 10 Ottobre 2009 at 09:57

Prima di tutto un cordiale ringraziamento a chi mi ha aiutato con consigli per il problema del backup. Come immaginavo il "dispensatore di verità" non si è fatto vivo. Peccato, avevo bisogno di certezze, invece mi dovrò accontentare dei consigli di chi, come me, continua a cercare…..
Finisco, col terzo intervento, il commento al post di Andrea di domenica scorsa. Purtroppo siete troppo veloci per me e vi sto dietro a fatica, ma perdonatemi
 
Una delle prime volte che Andrea ha parlato dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), mi sono attivato ed ho cercato nella mia zona dove potevo agire. Ho trovato, ho chiesto ad un amico che vive lì notizie di quel venditore di prodotti biologici e lui lo conosceva e mi ha vivamente SCONSIGLIATO l’acquisto di merce che di biologico aveva ben poco, anzi. In realtà mi ero interessato per risparmiare, in quanto dove vivo c’è un magnifico negozio di ogni bene biologico a prezzi molto alti. Un’isola felice, dove i due gestori vanno personalmente a controllare nei siti di produzione, per cui i prezzi sono giustificati. L’unica tutela che ha il consumatore su un prodotto biologico è che chi lo dichiara senza esserlo è fuori legge. Ma, ovviamente, anche lì c’è chi fa il furbo a scapito di chi invece lavora bene e coscienziosamente.
Quello che voglio dirvi e dire ad Andrea che se prendiamo 100 persone che non hanno mai governato, a parità di istruzione, avranno grosso modo lo stesso valore etico di 100 persone che ci stanno governando. E’ questa la democrazia rappresentativa. Forse che ‘ndrangheta, mafia, camorra ecc, così efficienti ed organizzati, non hanno i loro rappresentanti in parlamento in entrambi gli schieramenti? Forse che non li avranno, dopo tanti, tanti anni anni, nei centri di controllo del paese (CSM, Consulta ecc?). Mi stupirei se fosse il contrario. Se il basso lo fai diventare alto e viceversa, non cambierà molto. Se poi ascoltate ogni tanto alla radio “Con parole mie” di Umberto Broccoli, vi rendete conto che le stesse cose esistevano anche 2000 anni fa, quando il nonno romano si lamentava di questa gioventù, di questi costumi.. Chi non ricorda O tempora, o mores? (Chi non ricorda se lo va a vedere…).
E allora, caro Dorf, se ci leggi ancora, è inutile che scagli i tuoi strali, anche con parolacce poco edificanti, contro chi non la pensa come te, dicendo che non serve andare a votare. Serve, invece: basta che tu vada a pescare, nell’arco costituzionale, chi ti rappresenta di più, che sta portando avanti le tue idee in parlamento, andando al sodo, senza lasciarti condizionare da quello che dicono gli avversari di quelli che mandano avanti le tue idee: lo sai come sono subdoli i cambiavalute. Quando si parla di Berlusconi, Andrea mi consenta una breve divagazione politica, ne senti di tutti i colori, ma, in sintesi, esiste una parte di cittadini che non approva il suo modo di operare ed un’altra parte, più ampia, che lo approva. Quello che conta è quello che lui fa per il popolo. Tutto il resto è fumo negli occhi, spesso montato ad arte da chi non vuole che questo tipo di potere vada avanti. E’ successo nei governi precedenti e succederà nei prossimi. Una cosa sembra certa: questo governo non è in vendita. Dobbiamo fare in politica quello che Andrea fa in economia: togliere il fumo ed analizzare l’essenza, i fatti. Ecco i fatti su cui sono d’accordo.
Quando sentivo Tremonti parlare di Nuova Bretton Woods, non capivo a cosa si riferiva e, pur sapendo che ha sempre inviso il sistema bancario, mai più mi sarei immaginato cosa stava supportando. Ora lo so, ve ne ho fatto partecipi e, visti i precedenti storici, so che lui sta rischiando la vita. Ieri è stato presentato anche il disegno di legge della Nuova Banca del Sud. E’ un altro tassello che si aggiunge a questo, importantissimo, del 2008:
 
Senato della REPUBBLICA Disegno Di Legge N.925 DEL 18 LUGLIO 2008
PROPRIETA’ POPOLARE DELLA MONETA E ISTITUZIONE DEL FONDO DI CITTADINANZA.
Il dado è tratto, la battaglia si farà sempre più dura, il tempo non è molto. I banchieri sono stretti fra la necessità di creare una depressione controllabile ed un mondo politico (non solo Italiano), che forse non li supporta completamente. Nel frattempo non si sa se tutta la manipolazione in atto sulla finanza sfuggirà al controllo e porterà al meltdown. In questo caso, comunque, visti i disegni di legge, l’Italia è pronta a superarlo agevolmente.
 
Bill

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 10:26

Sig. Mazzalai
Io non perdo mai i suoi post, e più li leggo e più mi viene da chiederle per chi li scrive. Nel senso che, immagino, il fine ultimo sia quello di aiutare chi i propri risparmi li abbia investiti in "questa finanza" anche se "a lungo termine". Ora, come ha detto qualcuno, non ricordo chi, sul lungo termine siamo tutti morti!
Io non metto in dubbio che le sue analisi prevedano "oggi" lo scenario che lei predice, ma gli "autori" di "questa finanza" sono un gran bravi ad armeggiare con i loro strumenti e Dio solo sà cosa sapranno inventarsi la prossima volta!
Sono "loro" ad avere in mano il destino dei miei risparmi, ed io per difenderli non posso far altro che seguire il loro gioco!
Adesso mi accuserà di essere uno "sporco speculatore", io la chiamo "legittima difesa"!
Cordiali saluti
Paolo
 

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 11:01

E’ un articolo a grande effetto carissimo Andrea, sicuramenti mi perdonerai se come sempre ti faccio notare qualche contraddizione!
Tu vorresti dipingere un quadro dove c’è   un sistema finanziaro che definisci "già morto",  con una presumiibile, disoccupazione a oltre il  25% insieme a  un placido quadro da deflazione!
Carissimo Andrea tu sei un grande  analista, ma ignori che c’è la politica, che potrebbe semplicemente decidere di nazionalizzare tutto quello che è nazionalizzabbile e mettersi a stampare denaro a go-go!
Quindi a costo di tirare a sopravvivere giorno per giorno, ordinerà le decisioni apparentemente inefficaci ma che invece faranno andare avanti il sistema.

IL GIAPPONE!

Il Giappone  è una realtà sociale ed economica troppo distante da noi, in sostanza chi parla di Giapponizzazione della crisi ignora totalmente la realtà sociale e culturale del Sol Levante (è un errore tipico degli americani non tener conto della "diversità" degli altri popoli).
Il Giappone è un paese culturalmente chiuso, privo di qualunque impeto di ribellione e rinnovamento, l’economia Giapponese è quanto di più ingessato e si possa immaginare.
In questo paese si è passato dal feudalesimo agrario a quello industriale, banche industrie sono dominate da un equilibrio di partecipazioni incrociate inscardinabili.
Gli stranieri sono tollerati solo come "ospiti", esiste un razzismo tutt’altro che nascosto, per loro è normale considerarsi superiori agli altri e non voler aver a che fare con ciò che è "diverso" quindi "inferiore".
La gente vive in case piccolissime, dove per comprarsi un’auto bisogna dimostrare prima di avere un parcheggio, tanto è impossibile parcheggiare, ed è intenso il traffico!!.
Tutto quello che abbiamo visto del Giappone è stato quello che ci hanno voluto far vedere, il marcio della società Giapponese, come una corruzione diffusa, una criminalità istituzzionalizzata, un popolo fortemente maschilista, che sostanzialmente adora le adolescenti (li per un uomo  avere una relazione con una tredicenne non costituisce scaldalo), dove chi ha potere può commettere atti inconcepibbili per noi, anche uccidere, tanto fra i suoi fedelissimi ci sarà sempre qualcuno che se ne assumerà la responsabilità e andrà in galera al suo posto!!!
Noi conosciamo del Giappone solo le luci sfavillanti del Ginza o del Shinjuku, molti di voi ignorano che quello è il paese più costoso del mondo, la capacità di innovare del Giappone non è mai esistita, i Giapponesi hanno sempre copiato e fatto meglio degli altri, ma non sono capaci di innovare!
Il conformismo culturale è così esagerato che un padre di famiglia può tranquillamente essere cacciato (e se ne va con la coda fra le game)  se viene considerato colpevole di qualcosa di fortemente disdicevole, specialmente se ha a che fare con il suo lavoro.
Il Giappone è stato grande perchè il lavoratore Giapponse tipico ha un grande senso  di squadra e per lui  fare bene il proprio lavoro è un obbiettivo da perseguire ad ogni costo.
La crisi Giapponese degli anni novanta ha una dinamica che nel bene e nel male appartiene al  "Sol Levante".
In Giappone puoi anche far triplicare il debito pubblico e non succede nulla, perchè il cittadino Giapponese per quanto sia arrabbiato rimane sempre una persona disciplinata ordinata e ossequoiosa verso le istituzioni.
Una cosa che fuorvia molti sui Giapponesi è il loro grande formalismo e la loro incredibile ossessione per le "buone maniere", questo fa apparire noi sempliciotti e loro persone di eccezzionale nobiltà morale.
Lasciate che vi spieghi che per quanto possa sembrare molto simpatico l’essere salutati con un inchino e ricevere le più prostrate scuse anche per delle banalità, in realtà tutto ricade in una precisa strategia manipolativa, che è frutto di secoli di rigida stratificazione sociale, sostanzialmente è tutto finalizzato al mantenimento della più rigida gerarchia.
IL Giappone non è il Mondo e il Mondo non è il Giappone.

-IL Compasso-

Scritto il 10 Ottobre 2009 at 11:27

Seguo da tempo il blog e trovo che sia di assoluta qualità, anche se nutro delle perplessità sulle conclusioni "deflazionistiche".
Ad esempio ritengo sia interessante il grafico apparso in:
http://ftalphaville.ft.com/blog/2009/10/09/76906/et-tu-bernanke/
sul reale indebitamento dei vari governi maggiormente industrializzati.
La conclusione dell’articolo è molto semplice: l’inflazione è troppo bassa.
Vediamo anche da quest’altro articolo:
http://ftalphaville.ft.com/2009/10/06/75661/us-excess-reserves-pictorial-edition/
che il volume di riserve in eccesso accantonate dalle banche americane presso la Federal Reserve è tale da implicare, sulla base di un moltiplicatore di 7, una massa monetaria sul mercato pari a 6.000 miliardi di dollari aggiuntivi.
D’altro canto, in caso di eccessiva inflazione, nutro forti dubbi sull’esistenza di una vera e appropriata "exit strategy" capace cioè di drenare rapidamente liquidità dal sistema senza aumentare troppo i tassi di interesse. 
In realtà mi sembra che gli USA abbiano tutto l’interesse ad inflazionare il dollaro, anche al costo di un periodo inflattivo molto forte.
Secondo me l’analisi di Mazzalai deve essere posta sotto due angoli prospettivi: in primo luogo non va dimendicato che gli USA stanno perseguendo politiche monetarie che mirano a scaricare sugli altri paesi i costi di questa crisi (in primis con la svalutazione del dollaro). Quindi tentano di creare inflazione all’interno, anche al costo di creare deflazione negli altri paesi. In secondo luogo bisogna tenere presente l’arco temporale di riferimento. Più concretamente: il sistema industriale e produttivo stà licenziando perchè stà distruggendo capacità produttiva. Prima o poi l’eccesso di capacità produttiva sarà eliminato e pertanto si ricreeranno le condizioni per una crescita dei prezzi.
Anche qui appare evidente un crescente disallineamento delle economie statunitensi da quella europea e giapponese. Gli USA sono privi di tutte le tutele che hanno gli altri paesi e pertanto hanno un adeguamento della capacità produttiva più brutale e rapido; ergo, ripartiranno prima, inflazioneranno prima, ecc..
L’esempio giapponese è calzante fino ad un certo punto perchè si trattava di una economia aperta in un contesto più ampio e pertanto le manovre del governo giapponese venivano annacquate da vari fenomeni tipo il "carry trade", investimenti esteri, ecc.. In un certo senso il governo giapponese è stato vittima dello stesso fenomeno che, all’opposto, ha permesso gli USA di stampare impunemente dollari e vivere sopra le loro possibilità per decenni. Adesso è gran parte del mondo che stampa soldi di carta e comunque si è arrivati alla saturazione; per questo motivo l’oro aumenta il suo valore. 
Mario62. 

Scritto il 10 Ottobre 2009 at 11:27

Seguo da tempo il blog e trovo che sia di assoluta qualità, anche se nutro delle perplessità sulle conclusioni "deflazionistiche".
Ad esempio ritengo sia interessante il grafico apparso in:
http://ftalphaville.ft.com/blog/2009/10/09/76906/et-tu-bernanke/
sul reale indebitamento dei vari governi maggiormente industrializzati.
La conclusione dell’articolo è molto semplice: l’inflazione è troppo bassa.
Vediamo anche da quest’altro articolo:
http://ftalphaville.ft.com/2009/10/06/75661/us-excess-reserves-pictorial-edition/
che il volume di riserve in eccesso accantonate dalle banche americane presso la Federal Reserve è tale da implicare, sulla base di un moltiplicatore di 7, una massa monetaria sul mercato pari a 6.000 miliardi di dollari aggiuntivi.
D’altro canto, in caso di eccessiva inflazione, nutro forti dubbi sull’esistenza di una vera e appropriata "exit strategy" capace cioè di drenare rapidamente liquidità dal sistema senza aumentare troppo i tassi di interesse. 
In realtà mi sembra che gli USA abbiano tutto l’interesse ad inflazionare il dollaro, anche al costo di un periodo inflattivo molto forte.
Secondo me l’analisi di Mazzalai deve essere posta sotto due angoli prospettivi: in primo luogo non va dimendicato che gli USA stanno perseguendo politiche monetarie che mirano a scaricare sugli altri paesi i costi di questa crisi (in primis con la svalutazione del dollaro). Quindi tentano di creare inflazione all’interno, anche al costo di creare deflazione negli altri paesi. In secondo luogo bisogna tenere presente l’arco temporale di riferimento. Più concretamente: il sistema industriale e produttivo stà licenziando perchè stà distruggendo capacità produttiva. Prima o poi l’eccesso di capacità produttiva sarà eliminato e pertanto si ricreeranno le condizioni per una crescita dei prezzi.
Anche qui appare evidente un crescente disallineamento delle economie statunitensi da quella europea e giapponese. Gli USA sono privi di tutte le tutele che hanno gli altri paesi e pertanto hanno un adeguamento della capacità produttiva più brutale e rapido; ergo, ripartiranno prima, inflazioneranno prima, ecc..
L’esempio giapponese è calzante fino ad un certo punto perchè si trattava di una economia aperta in un contesto più ampio e pertanto le manovre del governo giapponese venivano annacquate da vari fenomeni tipo il "carry trade", investimenti esteri, ecc.. In un certo senso il governo giapponese è stato vittima dello stesso fenomeno che, all’opposto, ha permesso gli USA di stampare impunemente dollari e vivere sopra le loro possibilità per decenni. Adesso è gran parte del mondo che stampa soldi di carta e comunque si è arrivati alla saturazione; per questo motivo l’oro aumenta il suo valore. 
Mario62. 

Scritto il 10 Ottobre 2009 at 11:27

Seguo da tempo il blog e trovo che sia di assoluta qualità, anche se nutro delle perplessità sulle conclusioni "deflazionistiche".
Ad esempio ritengo sia interessante il grafico apparso in:
http://ftalphaville.ft.com/blog/2009/10/09/76906/et-tu-bernanke/
sul reale indebitamento dei vari governi maggiormente industrializzati.
La conclusione dell’articolo è molto semplice: l’inflazione è troppo bassa.
Vediamo anche da quest’altro articolo:
http://ftalphaville.ft.com/2009/10/06/75661/us-excess-reserves-pictorial-edition/
che il volume di riserve in eccesso accantonate dalle banche americane presso la Federal Reserve è tale da implicare, sulla base di un moltiplicatore di 7, una massa monetaria sul mercato pari a 6.000 miliardi di dollari aggiuntivi.
D’altro canto, in caso di eccessiva inflazione, nutro forti dubbi sull’esistenza di una vera e appropriata "exit strategy" capace cioè di drenare rapidamente liquidità dal sistema senza aumentare troppo i tassi di interesse. 
In realtà mi sembra che gli USA abbiano tutto l’interesse ad inflazionare il dollaro, anche al costo di un periodo inflattivo molto forte.
Secondo me l’analisi di Mazzalai deve essere posta sotto due angoli prospettivi: in primo luogo non va dimendicato che gli USA stanno perseguendo politiche monetarie che mirano a scaricare sugli altri paesi i costi di questa crisi (in primis con la svalutazione del dollaro). Quindi tentano di creare inflazione all’interno, anche al costo di creare deflazione negli altri paesi. In secondo luogo bisogna tenere presente l’arco temporale di riferimento. Più concretamente: il sistema industriale e produttivo stà licenziando perchè stà distruggendo capacità produttiva. Prima o poi l’eccesso di capacità produttiva sarà eliminato e pertanto si ricreeranno le condizioni per una crescita dei prezzi.
Anche qui appare evidente un crescente disallineamento delle economie statunitensi da quella europea e giapponese. Gli USA sono privi di tutte le tutele che hanno gli altri paesi e pertanto hanno un adeguamento della capacità produttiva più brutale e rapido; ergo, ripartiranno prima, inflazioneranno prima, ecc..
L’esempio giapponese è calzante fino ad un certo punto perchè si trattava di una economia aperta in un contesto più ampio e pertanto le manovre del governo giapponese venivano annacquate da vari fenomeni tipo il "carry trade", investimenti esteri, ecc.. In un certo senso il governo giapponese è stato vittima dello stesso fenomeno che, all’opposto, ha permesso gli USA di stampare impunemente dollari e vivere sopra le loro possibilità per decenni. Adesso è gran parte del mondo che stampa soldi di carta e comunque si è arrivati alla saturazione; per questo motivo l’oro aumenta il suo valore. 
Mario62. 

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 13:10

Buongiorno a tutti.

Leggo che a nessuno interessa la PNL (programmazione Neuro Linguistica)… non importa   !!!

Mi rivolgo agli utenti che seguono il blog da molto, ci avrei scomesso che "L’ Apparato Statale" prima o poi si sarebbe mosso pubblicamente (forse in realtà è da tempo che lo fà!!!!)      posto un link:

http://www.stampalibera.com/?p=6231

Speriamo che la cosa si limiti a questo!!!!

Degli altri link intressanti:

http://www.stampalibera.com/?p=6216

http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=380:il-punto-a-fine-iii-trimestre-2009&catid=15:mercati-azionari&Itemid=52

Un saluto e buona fortuna.

SD

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 13:10

Buongiorno a tutti.

Leggo che a nessuno interessa la PNL (programmazione Neuro Linguistica)… non importa   !!!

Mi rivolgo agli utenti che seguono il blog da molto, ci avrei scomesso che "L’ Apparato Statale" prima o poi si sarebbe mosso pubblicamente (forse in realtà è da tempo che lo fà!!!!)      posto un link:

http://www.stampalibera.com/?p=6231

Speriamo che la cosa si limiti a questo!!!!

Degli altri link intressanti:

http://www.stampalibera.com/?p=6216

http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=380:il-punto-a-fine-iii-trimestre-2009&catid=15:mercati-azionari&Itemid=52

Un saluto e buona fortuna.

SD

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 13:10

Buongiorno a tutti.

Leggo che a nessuno interessa la PNL (programmazione Neuro Linguistica)… non importa   !!!

Mi rivolgo agli utenti che seguono il blog da molto, ci avrei scomesso che "L’ Apparato Statale" prima o poi si sarebbe mosso pubblicamente (forse in realtà è da tempo che lo fà!!!!)      posto un link:

http://www.stampalibera.com/?p=6231

Speriamo che la cosa si limiti a questo!!!!

Degli altri link intressanti:

http://www.stampalibera.com/?p=6216

http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=380:il-punto-a-fine-iii-trimestre-2009&catid=15:mercati-azionari&Itemid=52

Un saluto e buona fortuna.

SD

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 16:43

A me interessa eccome la PNL

Stavo cercando qualche corso interessante.

Crisalide.

utente anonimo
Scritto il 10 Ottobre 2009 at 23:17

ciao  SD.  vuoi un pò di pnl??  eccoti accontentato.  leggi qualcosina su zio obama, il santo subito.  

http://wwwnew.splinder.com/myblog/comment/reply/21463962?blog=icebergfinanza.splinder.com

utente anonimo
Scritto il 11 Ottobre 2009 at 02:26

Bill,e’ giusto un politico si deve rispettare per quello che fa’ per il popolo  ma non dimentichiamo gli errori passati  grazie a donazioni di miliardi e finanziamanti ad aziende a fondo perduto  per rilanciare una economia parziale  che dava lavoro a tante persone e dopo un periodo  finito il gruzzolo da spartire  politico industriale  tutto ritornava come prima con la differenza  che la manodopera e le persone si sono trovate  sempre per strada in balia della sopravvivenza. e sono progredite grazie  alla loro volonta’ di reazione.Non voglio esagerare ma tutto questo e’ costato qualcosa ,diciamo un buon 4o% del debito italiano e chi ne ha beneficiato e’ stato  il politico, la mafia , grandi nomi della finanza  e dell’industria italiana.,adesso c’e’ poco da spartire ma si trova sempre il mezzo per farlo  tanto una cambiale  con tutto il debito che c’e’ le future generazioni  si pensa  che la pagheranno  e intanto quasi tutti di giorno litigano e la sera  a braccetto brindano  soddisfatti  di essere riusciti a barare il popolo, loro comandano e sono forti non hanno paura  delle condanne tanto le leggi non sono chiare  e il piu’ bravo vince sempre sulla pelle degli altri.  Ciao Silvio.

Scritto il 11 Ottobre 2009 at 03:30

Caro #20, non hai tutti i torti …ma…l’indirizzo dei nostri cuori nessuno c e l’ha!
Non so se darvi il Buon giorno o la Buona notte!
che centri la PNL??
A domani
Valentina

p.s lusingata che qualcuno desideri commentare "volendo essere me"!!

Scritto il 11 Ottobre 2009 at 12:56

E’ d’obbligo una pubblica scusa per il p.s del mio
commento #22 estremamente fuori luogo…

Ero in login e per poco non mi prendeva un colpo
evidentemente stavo ancora profondamente dormendo!!

Sorry…Sorry per l’equivoco
Buona Domenica
Valentina

utente anonimo
Scritto il 11 Ottobre 2009 at 16:28

compasso…
dici ke basta nazionalizzare tutto x risolvere i problemi..
e allora xkè ribadisci ogni volta ke russia islanda  ecc..sono sull’orlo del fallimento..
nn basta anke a loro nazionalizzare e stampare moneta ?

forse  nn capisco…

maat

utente anonimo
Scritto il 13 Ottobre 2009 at 01:10

al compasso e pensare che altapatagonia  con altri consigliavano il Giappone come  meta da viverci,sono con te  pero’ come turista una capatina la farei.Ciao Concetta

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