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ECONOMIST THE SLEEPWALKERS…SONNAMBULI E SMEMORATI.

Scritto il alle 10:30 da icebergfinanza


Nel fine settimana tanto per cambiare la carta straccia inglese sempre molto interessata alle vicende politiche europee, si occupa dei nostri zombies, dimenticando tanto per cambiare che il suolo sul quale pubblicano è una voragine a cielo aperto.

Sia ben chiaro non è che abbiano tutti i torti … La fase acuta della crisi è passata, non si parla più di dissoluzione dell’euro, ma i leader europei marciano come sonnambuli verso l’orlo del precipizio. E’ la tesi sostenuta fin dalla copertina dall’edizione di questa settimana dell’ Economist che mostra Angela Merkel in testa ad un drappello con Hollande, Rajoy, Barroso, Passos Coelho e Van Rompuy alla sua sinistra e Draghi, Letta e Samaras alla sua destra: tutti in marcia verso un precipizio. Titolo: ‘The sleepwalkers’ (‘i sonnambuli’, appunto). Sottotitolo: in attesa di un disastro europeo.

Nell’editoriale del settimanale economico britannico si osserva che  “la somma dell’indebitamento di governi, privati e imprese è ancora eccessivo”, che “le
banche sono sottocapitalizzate …

Fermiamoci un attimo, la somma dell’indebitamento di governi, privati e imprese è ancora eccessivo ? Ma di chi parlano i burloni dell’Economist, forse del loro Paese …

… affascinante ma senti da che pulpito viene la predica!

E a proposito di sottocapitalizzazione di chi parla la carta straccia inglese mentre il New York Times il 29 novembre riportava …

New York Times “British Banks may be undercapitalized Bank of England Gorvernor warns…” 

The central bank said in a report that current capital ratios at major British banks — a measure of their ability to withstand financial shocks — were probably insufficient because possible future losses and costs of bad loans or other past business decisions might be bigger than expected.

 

… e gli investitori internazionali si preoccupano per le perdite ancora da determinare” e che se anche “gli interessi sono bassi, le aziende dell’Europa del sud soffrono per una crudele stretta creditizia”.

L’Economist scrive anche che “i mercati finanziari sono stati anestetizzati da quando Mario Draghi ha promesso ‘di fare qualsiasi cosa serva’ per proteggere l’euro del collasso” e che la mossa del presidente della Bce ha dato sia tempo che mezzi per combattere la speculazione. Ma al contrario i leader politici non riescono a trovare una via di uscita per “riforme ordinate”.

“E se i leader dell’eurozona inciampassero? Come il Giappone – conclude l’Economist – l’Europa sarà in ombra per gli anni a venire. Il costo sarà misurato in termini di disillusione, comunità sociali arrugginite e vite sprecate. Ma a differenza del Giappone, l’Eurozona non ha coesione. Per tutto il tempo che stagnazione e recessione stresseranno la democrazia, l’eurozona rischia un fatale rigetto popolare. Se i sonnambuli tengono alla loro valuta e alla loro gente, devono svegliarsi”… Rainews24.rai.it

Uscendo dall’euro o stampando bigliettini come fa la Bank of England quotidianamente per monetizzare il debito della nazione più indebitata al mondo ovvero l’Inghilterra, le cui fondamenta ormai sono solo carta finanziaria e nulla più!

Consiglio ai killer mediatici del giornale inglese di rilassarsi che c’è ancora tempo prima dell’ultimo atto della tragicommedia europea.

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8 commenti Commenta
atomictonto
Scritto il 27 Maggio 2013 at 11:12

Non dimentichiamoci mai che “c’è nebbia sulla manica, il continante è isolato”.
Gli inglesi nella loro boria arrivano a livelli surreali pur di negare le proprie pezze al… 😉

kry
Scritto il 27 Maggio 2013 at 11:18

Tra tonti e zombi c’è l’imbarazzo della scelta. Guardando la foto penso ” Avanti il primo con la speranza che l’urlo svegli gli altri e finalmente si possa parlare e ridiscutere e approvare in fretta le riforme necessarie. Altrimenti avanti anche gli altri.”

ilcuculo
Scritto il 27 Maggio 2013 at 11:20

Questa storia dei debiti è una palude che non sembra si possa attraversare.

Tutte le economie sono interconnesse e tutti sono debitori e creditori di tutti.

E non è neppure vero che si possa fare una valutazione del debito e del credito netto, perchè sarebbe puramente teorica visto che ci sono molti debiti/crditi virtuali ovvero che non saranno mai ripagati/incassati in quanto la situazione economica del debitore è chiaramente di insolvenza, ma molti di questi debiti/crediti continuano ad essere conteggiati a “mark to vattelapesca”.
Se poi ci si aggiungono gli elasticissimi calcoli sul debito implicito è chiaro che il livello di indeterminatezza di tutto il quadro raggiunge livelli tali che nessun modello è in grado di risolvere.
Non ci sono cure e soprattutto non ci sono soluzioni di breve termine, è come la virata di una superpetroliera da 500.000 Ton di dislocamento il cui raggio è di molte miglia.
La politica deve fare due cose, riorientare la struttura econimica a lungo termine verso condizioni di sostenibilità, orizzonte temporale trentennale, gestire le risorse in modo flessibile per mitigare le conseguenze specifiche, locali ed immediate dei cambiamenti su larga scala.

kry
Scritto il 27 Maggio 2013 at 11:21

Notavo che nella fila delle bandierine manca quella olandese è un caso o han fatto un miracolo.

john_ludd
Scritto il 27 Maggio 2013 at 11:53

Gran bel paese dal brillante futuro… UK !

Essere energeticamente autosufficienti è la più importante garanzia per un futuro non di stenti e gli inglesi lo erano, non x merito ma x caso, avevano trovato un tesoro nel mare del nord. Ma, da bravi seguaci delle teorie liberiste la metà lo hanno venduto all’estero a un prezzo medio di circa 1/3 di quello attuale. Ora è finito e sono importatori netti, sia di petrolio che di gas naturale e sono pure sfortunati: vivendo in un’isola sono tagliati fuori dai gasdotti e devono importare gas liquefatto dal Qatar che costa il doppio (come i giapponesi di Banzai Abe che stampa tutto tranne petrolio e gas naturale). Avevano una bilancia commerciale in attivo e ora è pesantemente in rosso.

E’ la storia del nostro mondo, dilapidata l’argenteria di famiglia cosa si vende ? Si sta provando questo esperimento di economia virtuale, ci si scambia numeri elettronici su un circuito internazionale di computers. Effettivamente ha un merito: consuma poca energia, come il mondo di The Matrix. Una massa di esseri umani, chiusi nelle proprie case, chi a giocare in borsa, chi con un videogame, chi a guardare una partita di calcio. Questo è il presente e pure il futuro.

ilcuculo
Scritto il 27 Maggio 2013 at 12:47

john_ludd@finanza: chi a giocare in borsa, chi con un videogame

qual’è la differenza ?

john_ludd
Scritto il 27 Maggio 2013 at 13:53

ilcuculo@finanza,

chi gestisce la borsa guadagna x davvero… mmmhhm anche chi gestisce i videogame però, giusta osservazione. Tu che comprendi che o si salta sul carro verde o si perisce tra le fiamme leggi questa e valuta il grado di ottimismo che è lecito avere:

http://www.iea.org/newsroomandevents/pressreleases/2013/april/name,36789,en.html

ilcuculo
Scritto il 27 Maggio 2013 at 17:22

john_ludd@finanza: The report gives policy recommendations, technology by technology. At the highest level, it stresses that the true cost of energy must be reflected in consumer prices, through carbon pricing and the phase-out of fossil-fuel subsidies. Technologies like electric vehicles, wind and solar will need support for several years more, but policies should be flexible and transparent. More stringent and broader energy performance standards, building codes and fuel economy standards can drive energy efficiency.

questa è certamente la parte più importante, e bisogna anche considerare le ricadute a lungo termine che lo sviluppo di tali tecnologie potranno portare all’economia globale.

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