A NATALE REGALA VIAGGIO ATTRAVERSO LA TEMPESTA PERFETTA

Scritto il alle 12:00 da icebergfinanza

In attesa che il probabile nuovo libro ” Italia la principessa sullo spread ” veda la luce alla fine del 2013, plasmato dagli avvenimenti che il prossimo anno vedranno in primo piano il nostro Paese, a Natale un ottima occasione per regalare ad un amico “Viaggio attraverso la tempesta perfetta” il mio e Vostro libro, si perché senza di Voi questo viaggio non sarebbe mai stato possibile.

Cliccate sul banner a fianco dell’articolo sulla destra  e in giornata il libro partirà autografato destinazione la rotta da Voi indicata, un modo come un altro per sostenere il nostro lavoro.

Oggi un libro più attuale che mai per comprendere quanto sta accadendo nell’inferno della finanza mondiale, nella vita quotidiana! Molte delle cose di cui abbiamo parlato si stanno verificando. Vorrei ringraziarVi ancora tutti quanti per il lavoro di diffusione e condivisione fatto nello spazio di un istante, un’onda umana di stima e amicizia che ci ha accompagnati in questi mesi registrando un risultato incredibile.

E’ grande la mia soddisfazione soprattutto per i rimandi giunti in particolar modo dalle giovani e future generazioni e dai “non addetti ai lavori“, segno che il messaggio e la nostra tensione alla semplificazione sono giunti a destinazione. Per me e per il mio editore era importante riuscire a semplificare un argomento, una materia, troppo spesso lontana dalla gente, che gli esperti amano circondare di un alone misterioso ed esoterico, trattandola talvolta in modo solenne, al punto tale che non sono ammessi ne ironia, ne umorismo.

E’ stato scritto che “Viaggio attraverso la tempesta perfetta” è una combinazione di saggio economico, un genere letterario tra lo scritto polemico e quello satirico, un racconto, una sorta di romanzo divulgativo.

Quello che è importante è che il vento della Consapevolezza e un messaggio alternativo possano accompagnare il lettore attraverso la genesi della madre di tutte le crisi, la più grande crisi economico/finanziaria della storia.

Di seguito, per coloro che fossero interessati, sono disponibili alcuni pezzi inediti e l’indice del libro. Per ordinarlo è sufficiente cliccare sul banner in cima al sito o QUI , seguendo le istruzioni.

 

 INDICE

Premessa «La verità è figlia del tempo» 7 parte prima HISTORIA MAGISTRAE VITAE Capitolo I Il battito d’ali di una farfalla 17 Capitolo II Il fiore della follia 25 Capitolo III L’azzardo del Mississippi 31 Capitolo IV La crisi dei Mari del Sud 39 Capitolo V 1929… il grande crollo 49 Capitolo VI Il decennio perduto 61 parte seconda LA TEMPESTA PERFETTA Capitolo VII La mano di Dio 71 Capitolo VIII Dinamica di una crisi 79 Capitolo IX Subprime: il paese dei balocchi 85 Capitolo X I geni della lampada: Greenspan & Bernanke 93 Capitolo XI La favola subprime e la lampada magica della cartolarizzazione 101 6 Capitolo XII Agenzia di rating delle mie brame, sono o non sono la più bella del reame? 105 Capitolo XIII Subprime, solo la punta dell’iceberg: le centrali nucleari del rischio 111 Capitolo XIV Il pendolo della finanza 119 Capitolo XV Conti che tornano sempre (e comunque…): il modello mark to market 123 Capitolo XVI Private equity e hedge fund, meteore del rischio 129 Capitolo XVII Un mondo derivato, ovvero un mondo alla deriva 137 Capitolo XVIII La leggenda della leva finanziaria 147 Capitolo XIX Tra Scilla e Cariddi: inflazione e deflazione 153 Capitolo XX Esplorando gli abissi dell’animo umano 165 Conclusioni Un mare attraversato,

una nuova terra da coltivare 173 …Nell’atmosfera surreale di un oceano silente, dove la brezza leggera invitava a solcare le onde senza alcuna paura, senza alcun dubbio, era difficile ascoltare la voce del capitano. Una voce spesso controcorrente, di un uomo che sapeva girare la prua della sua nave controvento, invece di lasciarsi cullare dal dolce canto delle sirene di un sistema che assicuravabenessere in abbondanza a tutti, senza alcuna fatica. Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti, e per fortuna io lo sono! «La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità» direbbe il Cappellaio Matto. I racconti del capitano erano incomprensibili per molti, le sue visioni al limite della realtà. Sembrava quasi che il suo realismo fosse la visione catastrofica di un mondo che, in fondo, in questi anni aveva prodotto le isole felici di un presunto benessere materiale collettivo. Non importava a nessuno se la crescita era stata raggiunta sulle fragili zattere dell’indebitamento insostenibile, sull’onda dello sfruttamento del lavoro dei Paesi emergenti, poveri e impoveriti, dentro la schiuma di una serie di onde e bolle pronte a deflagrare. Al di là dell’amara soddisfazione di essere stato uno dei pochissimi in Italia a prevedere e comprendere la madre di tutte le crisi, devo ammettere che la dinamica reale della tempesta perfetta si è spinta al di là di qualsiasi immaginazione.

 

È importante cercare di comprendere come questa crisi non sia semplicemente la nemesi del battito d’ali della farfalla dei mutui subprime, proveniente dall’America: squilibri ed eccessi arrivano da molto lontano, prima di concretizzarsi nell’ultimo respiro della follia immobiliare. La tempesta perfetta è piuttosto la nemesi dell’illusione della globalizzazione, delle merci e dei capitali innanzitutto, una globalizzazione che ha sì contribuito a diminuire la povertà materiale di milioni di persone, ma che ha aumentato le disuguaglianze, il deserto relazionale e la solitudine esistenziale nelle società occidentali. È la vendetta di un sistema fondato sul debito, un mondo di carta che annulla la realtà, esaltato solo dalla sua presunta onnipotenza. Un detto di sant’Agostino può essere applicato oggi alle dinamiche impazzite del debito e dei consumi: «Un’abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità».

Purtroppo quella che era un’abitudine è diventata una necessità, una droga, che quotidianamente le banche centrali continuano ad iniettare nell’economia… nel cervello di un gruppo di esaltati che ha sequestrato la vita sociale di intere comunità, attraverso la speculazione più becera e selvaggia, alimentando il più imponente trasferimento di ricchezza della storia, la più incredibile socializzazione delle perdite dalla notte dei tempi.

5 commenti Commenta
alessandroecristina
Scritto il 12 Dicembre 2012 at 09:18

Andrea siamo interdetti , proprio da uno dei siti che consideravamo “attendibili ” , arriva la raccolta firme pro Monti …..http://www.linkiesta.it/mario-monti-appello 😯 .
Ci facciamo propositori di una raccolta firme affinchè tu continui a scrivere ! Non ci abbandonare in questo mondo di serpenti …. 😕

gnutim
Scritto il 12 Dicembre 2012 at 10:08

prenoto prenoto!!!!!

silvio66
Scritto il 12 Dicembre 2012 at 11:02

Lo leggerò volentieri, come il primo. Non mancano certo gli argomenti per espletare divulgazione finanziaria. Potresti scriverne molti a tema prestabilito. La tua capacità di scrivere con semplicità le tematiche finanziarie meriterebbe sicuramente di più.

kry
Scritto il 12 Dicembre 2012 at 21:22

“La logica del consumismo ci ha preso l’anima e si basa su tre pilastri: velocità, creazione di bisogni indotti e spreco. E’ lo spreco la follia del consumismo, dobbiamo combattere questa logica perversa.( pag 183).”—– Ha ancora senso continuare a parlare di PIL? E che dire di Apple. La mia impressione è che il sistema di lavoro così come l’abbiamo conosciuto sia stato creato per tenerci occupati per spostare l’attenzione dai veri problemi e dalla realtà.

dorf001
Scritto il 15 Dicembre 2012 at 19:10

alessandroecristina@finanza,

ciao alessandro. capisco la tua angoscia. ma non tutti i giornali o giorlaisti sono cacca pura quelli che citi tu. ancora si trova qualcuno che dice la verità. leggi sotto.

PERCHE’ UN MONTI CHE FALLISCE E’ UN “TECNICO” E IL CORREA CHE HA SUCCESSO E’ UN “ECONOMISTA SINISTRORSO” ?

in questo lungo articolo, si critica le cazzate che dice il new york times. fumo negli occhi x i gonzi. simili alle cazzate che scrive repubblica.

DI BILL BLACK
Naked Capitalism

Il New York Times ha pubblicato profili di leader nazionali quali Mario Monti per l’Italia e Rafael Correa per l’Ecuador. Vorrei invitare i lettori a porre a confronto il trattamento reverenziale riservato a Monti con quello riservato a Correa. La prossima volta che qualcuno vi dice che il NYT è un giornale “di sinistra” potrete fargli vedere quanto si spinga a destra nelle questioni finanziarie.

http://topics.nytimes.mariomonti

http://topics.nytimes.rafaelcorrea

in pratica il NYT scrive in neolingua orweliana. cioè dice tutto l’opposto si quello xhe è.
se tu hai letto: il grande fratello di ORWELL capisci al volo.

in pratica mario monti è nato con la camicia, non ha mai fatto nessuno sforzo nella sua vita. mentre correa si è fatto da solo, e con tanto sudore. monti è semplicemente una nullità umana, un utile idiota messo li x obbedire come un cagnolino ai suoi padroni banchieri.

È importante comprendere che Correa ha avuto successo dove Monti ha fallito perché Correa è un tecnico esperto, mentre Monti resta fedele a dogmi neoliberisti che si sono ripetutamente dimostrati errati. Monti non è più tecnico di quanto i ciarlatani che alla fine del XIX Secolo continuavano a fare salassi fossero veri dottori. La ricetta dell’austerity per “guarire” dalla Grande Recessione non è un concetto economico – è pura illusione. Paul Krugman l’ha sottolineato ripetutamente nei suoi articoli sul NYT, ma molti di quelli che ci scrivono non l’hanno capito. Il profilo di Monti, ad esempio, contiene capolavori come queste frasi sulla designazione di Monti nel novembre del 2011: “Ma anche il cambio al governo – e un pacchetto di misure di austerity di 40 miliardi di dollari, incluso un aumento delle tasse e una radicale riforma pensionistica – non ha tranquillizzato i mercati [finanziari].” L’autore trova sconvolgente che l’impegno di Monti a gettare l’Italia nella recessione tramite un’austerity autolesionista non abbia “tranquillizzato i mercati”. Per quale motivo un giornalista possa pensare che i mercati finanziari (chi presta) si dovrebbero “tranquillizzare” sapendo che i loro creditori si avviano alla recessione, va al di là della mia immaginazione.

Ma la retorica sul mito montiano non si centra solo sull’analisi che si può fare degli sforzi di Monti per rendere più facile il salvataggio delle banche. La questione centrale è che quando si smonta quella retorica viene fuori che i giornalisti del NYT sapevano benissimo che l’audacia fittizia di Monti voleva rendere più facile quel salvataggio. Significa che i medesimi reporter sempliciotti che avevano accettato il mito montiano che un governo non eletto di banchieri avrebbe operato nell’interesse nazionale dell’Italia perché non aveva “una base elettorale da proteggere”, quei reporter sapevano che tutto ciò era falso. Sapevano che la principale strategia di Monti era la protezione della sua “base elettorale” – le banche – rendendo più semplice il loro salvataggio.

l’articolo è questo. http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11213

è importante leggerlo tutto. questo si che biosnerebbe scriverlo ogni giorno prima della campagna elettorale. che il popolo capisca con chi abbiamo a che fare. il robot assassino voluto dai banchieri. era più umano il robot di terminator, 1000 volte. perchè quello del film, alla fine capi’ perchè quel bambino piangeva. capi’ alla fine quel robot cosa vuol dire essere umano.

mentre monti squallido come è non ha nessuna pietà di chi muore o si suicida. lui se ne frega.

rileggere questo articolo almeno 3 volte. eppoi passatlo ai vostri familiari, amici, conoscenti, e passarlo ai giornali italiani. ahh già che ci site passatelo a quel buffone di benigni.

by DORF

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