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DOLLARO: IL RITORNO DEL RE!
In queste settimane i clienti e i lettori del nostro Machiavelli erano sereni sul destino del dollaro.
In OUTLOOK 2.025, e nel successivo manoscritto, il nostro Puntosella aveva messo, la in cima, un paletto ben visibile!
Questi sono studi scientifici, al miliardo per cento, condotti da un bracciante agricolo non laureato all'università del SAPONE. Lo SPAZIOTEMPO predefinito pic.twitter.com/jn6rhAKAy9
— Puntosella (@puntosella) March 19, 2025
E puntuale è arrivata l’inversione!
CI aspettano un paio di mesetti interessanti per il dollaro, poi vedremo cosa ci suggerirà la cinematica.
Ieri dati contrastanti in arrivo dall’America.
Un rimbalzino per le vendite di case esistenti, del 4,2% ma il mese precedente era sceso del 4,7%.
C’è un piccolo problemino però!
La divergenza tra contratti di compravendita stipulati e andamento delle vendite, puoi stipulare tutti i preliminari di acquisto che vuoi, ma se non concludi, poi la vendita vola via.
La realtà è questa qui sotto, il 2025 è iniziato davvero male, ormai le vendite sono a livelli visti solo durante la feroce crisi subprime degli anni 2008/20211.
Ma ovviamente i mercatucci, fanno finta di non vedere, soprattutto se come abbiamo segnalato, il 41 % dei rifinanziamenti dei mutui iene respinto dalle banche.
Ma ne parleremo nel fine settimana, insieme al nostro Machiavelli.
C’è chi si esalta perché le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione diminuiscono e chi dimentica che quelle continuative, quelle più importanti, continuano a salire.
Dopo il crollo dell’indice manifatturiero di New York, benino quello di Philadelphia ma pessimi gli ordini crollati da 21.9 a solo 8.7.
Il Leading Index è uscito molto più debole del previsto a meno 0,3% tanto per non cambiare.
Mai nella storia un simile calo che ormai dura da oltre 3 anni non è stato associato ad una recessione.
Ma oggi la parola recessione non si deve pronunciare, si deve nascondere, deve arrivare Trump a raccontare la verità, ovvero che l’economi america è fragile e che la recessione è già in corso da tempo.
Poi giornalisti e analisti possono manipolare come vogliono l’informazione, ma la sostanza non cambia.
Ieri Trump non le ha mandate a dire alla Fed, ilportavoce della Casa Bianca ha affermato che il presidente degli Stati Uniti Trump ha il diritto di criticare la decisione della Fed e che Trump ha chiarito di voler tassi più bassi.
Ieri ci ha pensato la signora Lagaffe a terrorizzare l’euro, con le sue previsioni da pessimista cosmica sulla guerra commerciale.
Sul fatto che ferma i tagli dei tassi ci sarà da ridere.
Sull’inflazione stiamo già ridendo, al punto tale che in Germania, serve costruire carri armati per rilanciare l’occupazione.
I prezzi alla produzione continuano a precipitare.
La sostanza però non cambia, qualunque cosa costruisci in Germania costa dieci volte di più che da qualunque altra parte alternativa.
Lasciamo perdere la qualità, ormai il livello è elevato ovunque.
Poi si sa, basta una bomba nucleare tattica per distruggere un’intera fabbrica di giocattoli.
Hanno così tanta paura della guerra commerciale che il commissario europeo per il Commercio, Sefcovic, ha affermato che la Commissione sta valutando di posticipare la prima serie di dazi doganali contro gli Stati Uniti a metà aprile.
Dopo che saranno entrati in vigore quelli americani sull’Europa.
🇺🇸🇮🇹 Donald #Trump apre a una possibile esenzione sui dazi all'Italia: "Meloni mi piace molto, vediamo cosa succede!". (Tgcom24) @ultimora_pol pic.twitter.com/SaugvMwjSd
— Ultimora.net – POLITICS (@ultimora_pol) January 24, 2025
Trattare, trattare e ancora trattare e soprattutto non seguire le due economie morte che camminano Germania e Francia, nelle rappresaglie inutili.
Nel frattempo mentre Powell tiene ostinatamente alti i tassi, il governatore della BoC Macklem ha affermato che è necessario stabilire una politica che riduca al minimo il rischio di errori, pronti ad agire per tagliare i tassi.
La BNS ha tagliato il tasso di riferimento di 25 punti base allo 0,25% e ha affermato di essere “pronta a intervenire sul mercato dei cambi se necessario”.
La Boe dopo i recenti tagli ha mantenuto invariati i tassi, ma osservano attentamente il calo dell’occupazione.
La Lagarde ha affermato che tariffe del 25% sulle importazioni dall’Europa ridurrebbe la crescita dell’area euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno e una risposta europea sotto forma di aumento delle tariffe sulle importazioni statunitensi aumenterebbe ulteriormente questa percentuale a circa mezzo punto percentuale.
Secondo me non sanno fare calcoli, l’entità del disastro sarebbe ben più grande.
Centeno, giustamente, non prevede un aumento significativo dei prezzi a seguito della guerra commerciale e ha affermato che la guerra tariffaria potrebbe finire per avere un impatto negativo sui prezzi.
In parole povere, scenderanno!
Il francese Villeroy ha detto anche lui di non essere preoccupato per l’inflazione e che la BCE ha un margine per effettuare tagli, mentre l’impatto delle politiche di Trump sull’inflazione è limitato per l’Europa.
Si è parlato anche di euro digitale, ma mi viene da ridere se penso alla fine che sta facendo l’euro di carta.
Questo e molto di più nel fine settimana, nel nostro nuovo appuntamento con il manoscritto intitolato… “Machiavelli e il grande crollo del 1300” un’occhiata ad uno degli argomenti principe del nostro Outlook 2.025, il mercato immobiliare americano.
Avremo tempo e modo, di osservare grazie alla cinematica di Puntosella, dove sono diretti dollaro e rendimenti, ma soprattutto come sono messe le banche regionali americane e quelle europee.
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