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CROLLANO I RENDIMENTI IN AMERICA!
Scritto il 26 Febbraio 2025 alle 09:44 da
In pochi se ne erano accorti, ma erano ormai quattro giorni consecutivi che in America i rendimenti continuavano a scendere.
Il bello è che sono scesi in questi giorni anche con dati e fantasie che alimentavano l’inflazione, con media e analisti da baraccone, che urlavano alla fine dei tagli dei tassi e alla ripresa della loro risalita.
Ieri abbiamo avuto la conferma ufficiale, istituzionale che quello che vi racconta da mesi e anni, Machiavelli, Icebergfinanza, quello che ha fatto perdere le elezioni al bar Harris, era la verità, la verità figlia del tempo!
Investing.com — Martedì, il Segretario del Tesoro USA Scott Bessent ha espresso preoccupazione sulla fragilità nascosta dell’economia statunitense. Nonostante gli indicatori economici apparentemente stabili, Bessent ha evidenziato fattori come la volatilità dei tassi d’interesse, l’inflazione persistente e un mercato del lavoro fortemente concentrato nel settore pubblico come segnali di instabilità sottostante.(…) “L’eccessiva dipendenza della precedente amministrazione dalla spesa pubblica e da una regolamentazione opprimente ci ha lasciato con un’economia che, sebbene mostrasse alcune metriche ragionevoli, era fondamentalmente fragile”.
Lasciate perdere quello che ha detto, ovviamente è propaganda, il segretario al Tesoro non può raccontare tutta la verità, ma una cosa l’ha detta, i dati sono favole, l’economia americana, debito, consumi, redditi, mercato immobiliare, occupazione è un disastro.
Ma tu pensa, spariscono gli alcolici distribuiti dal bar Harris e subito, crolla la fiducia dei consumatori ai minimi da 3,5 anni, così all’improvviso anche se è arrivato Trump.
Ma quale inflazione, ma quali dazi, ma non diciamo fesserie.
Lo scorso anno si sono inventati quasi 2 milioni di posti di lavoro che non esistono, i dati sul pil sono taroccati, il GDI, ovvero i redditi molto depresso, il mercato immobiliare in una bolla spettacolare, inflazione altissima, quella quotidiana, reale e soprattutto, media mainstream che alimentano la favola di un’economia forte.
Balle!.
Ora vogliono farvi credere che le aspettative di inflazione stanno esplodendo.
I bond vigilantes ieri non erano d’accordo, hanno affossato i rendimenti, perforando i minimi annuali.
Nel frattempo si torna a parlare di dazi, di Messico e Canada, il mese di dilazione sta per finire.
Il segretario al Commercio degli Stati Uniti Lutnick ha affermato che esamineranno la possibile imposizione di tariffe per ricostruire l’industria del rame degli Stati Uniti e che non ci saranno esenzioni o eccezioni, e ha anche affermato che è tempo che il rame torni a casa.
Altra guerra commerciale in arrivo.
Il famigerato consigliere commerciale Navarro, uno che odia la Cina come il demonio, sta soffiando sul fuoco, anzi sta gettandovi sopra benzina, accusando di dumping in cinesi sul rame.
Trump ha intenzione di classificare l’industria del rame come un settore che riguarda la sicurezza nazionale.
Credetemi, Trump sta facendo un ottimo lavoro, sta distruggendo occupazione molto più di Biden, o almeno ci prova con la guerra commerciale.
Secondo quanto riportato martedì da numerosi media, il CEO di Alcoa, William Oplinger ha avvertito che il piano dell’amministrazione Trump di imporre dazi sulle importazioni di alluminio potrebbe comportare la perdita di 100.000 posti di lavoro negli Stati Uniti.
La notizia del dietrofront di Merz ieri sull’allentamento delle regole del debito, fa sorridere, i tedeschi non cambieranno mai.
*MERZ: SWIFT REFORM OF DEBT-BRAKE BORROWING LIMIT UNLIKELY pic.twitter.com/tWqzYJMseZ
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) February 25, 2025
Non passa giorno che i rappresentati della Germania, nel board della Bce chiedano di mettere fine ai tagli dei tassi, ridicoli sino al midollo.
Stournaras della banca centrale greca, ha affermato che è troppo presto per discutere di una sospensione dei tagli e che la BCE dovrebbe continuare a tagliare i tassi al 2%, aggiungendo tuttavia che si tratta sicuramente di una misura ancora restrittiva.
Fortunatamente, anno dopo anno, i tedeschi in seno alla BCE hanno sempre meno potere, economia fragile, situazione politica esplosiva, non possono più dettare legge.
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