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Dal modello di crescita Biden a quello Harris, poco cambia, le prime letture del livello di crescita dell’economia americana, funzionano come i tarocchi o il gioco delle tre carte, ricordiamoci che mancano solo 3 mesi alle elezioni.
Ieri è uscita l’ennesima sorpresa al rialzo, contro attese di una crescita del 2 %, il pil è salito addiirittura del 2,8%, pochi avevano previsto un simile miracolo…
La macchina della propaganda, istituto luce Harris è entrato in azione, ritoccando al rialzo la spesa governativa e consumi. Il lupo non perde il vizio e neppure il pelo. Appuntamento a settembre con una revisione massiccia! https://t.co/QzuGknZGQQ
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) July 25, 2024
Ma tu pensa, il primo trimestre aveva registrato una crescita quasi recessiva di solo 1,4 punti, anche questi taroccati, perchè in realtà siamo in recessione dalla fine dello scorso anno e lo scopriremo solo dopo le elezioni di novembre.
Prendiamo ad esempio i consumi del primo trimestre, i consumi valgono circa il 75 % dell’intera crescita americana, la lettura finale vale solo 1,5 punti.
Eppure, il dato iniziale prevedeva faville, la spesa dei consumatori era del 3 %, poi rivista al ribasso in seconda lettura al 2,5 % e ora 1,5%.
Ma davvero la Bea poteva prendersi il lusso di fornire altri dati ora che la Harris ha appena sostituito in corsa, il povero Joe Biden?
Anche l’inflazione, il PCE, l’ indice dei prezzi delle spese per consumi personali che era partito al 3,4 % per tenere alte le attese sull’inflazione ora è sceso in ultima lettura al 2,9%.
Ma dai, volete commentare dei dati che la stessa BEA suggerisce sul suo sito di essere in origine incompleti o soggetti a ulteriore revisione.
Una nuova revisione arriva ad agosto, il 29 e intanto passa un altro mese.
Osservate attentamente la spesa governativa, pompano come disperati i democratici nell’anno delle elezioni.
Detto questo parlando di cose serie resta incredibile il divario tra la crescita reale e quella nominale.
Inoltre spesso in questi mesi vi abbiamo raccontato della enorme differenza tra il GDI e il GDP.
Tanto per non smentirci e sottolineare come è lenta e inaffidabile la raccolta di dati in America, del GDI del secondo trimestre non sappiamo ancora nulla.
Basterebbe dare un’occhiata qui sopra al 2023, come il GDI sia profondamente negativo e il GDP vada per conto suo. L’ultimo dato era 1,5 % di crescita, aspettatevi profonde revisioni nei prossimi mesi e anni.
Scrive la BEA sul suo sito
Nella contabilità economica nazionale, PIL e GDI sono concettualmente uguali. Il PIL misura l’attività economica complessiva in base alle spese finali, mentre il GDI la misura in base ai redditi generati dalla produzione del PIL. In pratica, PIL e GDI differiscono perché sono costruiti utilizzando diverse fonti di informazione. I diversi dati di origine producono risultati diversi per una serie di ragioni, tra cui errori di campionamento, differenze di copertura e differenze di tempistica rispetto al momento in cui vengono registrate le spese e i redditi. La differenza complessiva tra PIL e GDI è nota come discrepanza statistica; per una discussione approfondita della discrepanza statistica, vedere: http://www.bea.gov/papers/pdf/statdiscrepancy5_Grimm.pdf’
Sono concettualmente uguali ma diversi, è solo una discrepanza statistica Bellezza.
Poco importa se ci sono errori di campionamento, differenze di copertura, tempistica, importa che noi diamo in pasto ai mercati dati a caso, poi provvediamo a rivederli, quando capita.
Occupazione e pil, continueranno ad essere sostenuti, le revisioni verranno ignorate, quelle più importanti arriveranno dopo le elezioni di novembre.
Intanto voleranno asini a raccontarvi che non c’è alcuna recessione, che non ci sarà alcun pericolo che l’atteraggio sarà morbido o continueremo a volare all’infinito.
Nel frattempo crollano gli ordini di beni durevoli, restano stabili al massimo da mesi le richieste di disoccupazione e nel settore immobiliare continuano ad aumentare gli inventari di case avviate ma mai vendute.
La cosa affascinante è che non ci crede più nessuno, ieri con il pil così forte il dollaro è rimasto immobile e i rendimenti sono scesi.
Il prossimo passo saranno i saldi e i prezzi crolleranno!
Oggi usciranno i dati sul PCE dell’ultimo mese, quelli preferiti dalla Fed, ma nessuna sorpresa, sappiamo già il risultato, indicatori anticipati confermano un sensibile calo, al netto dei soliti taroccamenti.
0,18 % sono le attese medie. Ieri l’indice composito US KC Fed di luglio a -13,0 rispetto al precedente -8,0.
La curva dei tassi e nuovamente vicina all’inversione.
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