IL CONSUMATORE AMERICANO E’ MORTO!

Scritto il alle 08:10 da icebergfinanza

Political Cartoon U.S. China tariffs raise | The Week

Confesso che non ci trovo più gusto a battere i calci di rigore dalla linea di porta, troppo semplice, troppo facile, mi divertivo di più quando da solo, contro tutti, mettevo in dubbio il continuo e sistematico taroccamento dei dati economici americani.

Bastava chiedere agli americani, per quale motivo, nonostante le meraviglie raccontate dall’istituto luce Biden, si sentivano in recessione, per quale motivo continuavano a sentirsi insoddisfatti.

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Le revisioni negative sono davvero clamorose, i consumi solo un’illusione statistica favorita dall’inflazione.

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Il consenso di Bloomberg Econoday prevedeva che le vendite al dettaglio sarebbero aumentate dello 0,3% a maggio.

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Solo l’inflazione ha tenuto in piedi la baracca americana, solo le vendite reali tengono in piedi il pil, e al prossimo giro le revisioni al ribasso saranno terribili.

I consumi reali sono ridicoli per un popolo che consuma solo a debito, pagando oltre il 22% su carte di credito e credito al consumo.

La leggendaria ed eroica resistenza del consumatore americano è un colossale fake dell’amminisrazione Biden.

Le vendite al dettaglio reali sono negative in 13 degli ultimi 18 mesi.

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Previsioni come quelle qui sopra sono solo ridicole barzellette, un modo per tenere alto il morale degli americani, almeno sino alle elezioni di novembre.

In realtà il pil è recessivo, l’indicatore della Fed di S.Louis, molto più affidabile delle invenzioni di quella di Atlanta, 0,9% la crescita reale del secondo trimestre e mancano le revisioni…

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Noi sappiamo che in realtà, la recessione è già iniziata come nel lontano 2008, quando Bush, cercò di nascondere la verità prima delle elezioni perse contro Obama.

Era il primo semestre del 2008, addirittura l’amministrazione Bush si inventò, una crescita vicina al 5 % per il Q4 del 2007.

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Qualche mese dopo le illusioni sparirono in un istante, a luglio la revisione cancellò completamente la crescita del 4,9%, riportando addirittura un pil negativo.

Queste cose, le potete conoscere solo grazie al nostro lavoro, alla nostra memoria, storia, testimoniano come anche nell’America democratica, taroccare dati economici sia di moda.

Come quando l’amministrazione Obama, richiese qualche aggiustamento ai dati sull’occupazione…

New York, 19 nov. (TMNews) – Nuove accuse sulla manipolazione dei dati di disoccupazione negli Stati Uniti prima delle presidenziali. Il tasso di disoccupazione negli Usa, nel settembre 2012, fece registrare una diminuzione dello 0,3%, attestandosi sul 7,8 per cento. Fu un dato positivo per l’economia americana, diffuso poco prima delle presidenziali, che aiutò Barack Obama a confermarsi alla Casa Bianca. Allora, l’ex amministratore delegato della General Electric, Jack Welch, accusò l’amministrazione di aver manipolato i dati e ora nuove accuse arrivano dal New York Post, in un articolo di John Crudele.

Secondo il Post, le persone incaricate di condurre i sondaggi – su cui si basano i dati sulla disoccupazione – subirono pressioni per falsificare i dati, completando le schede sullo status lavorativo dei cittadini, in caso di risposte incomplete o assenti. In realtà, il problema dei dati inventati risale al 2010, quando un impiegato del Census Bureau – incaricato dal dipartimento del Lavoro a condurre i sondaggi – fu scoperto mentre ‘fabbricava’ le risposte. “Ma non è l’unico” ad averlo fatto, ha assicurato la fonte del quotidiano, secondo cui diventò un’abitudine per molti impiegati, soprattutto nella campagna elettorale dello scorso anno, e che prosegue anche oggi.

Solo ieri in California sono stati annunciati oltre 1000 licenziamenti.

Nel quarto trimestre dello scorso anno, le revisioni hanno completamente cancellato i posti di lavoro inventati, segnalando invece perdite.

Credetemi, non troverete nessuno che vi racconta la verità come noi, nessuno che va controcorrente come noi.

Fermiamoci qui, a noi importa che i rendimenti continueranno a scendere, accelerando nella seconda parte dell’anno, dopo che nella prima si sono inventati commissioni di gestione portafogli, assicurazioni auto e affitti per tenere alta l’inflazione.

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E’ talmente evidente anche a livello di analisi tecnica la rottura della trendline delle illusioni che ci prepariamo per lo spettacolo di fine anno.

Non lo deciderà la Fed quando tagliare i tassi, la storia insegna che è sempre il mercato ad imporlo alla banca centrale americana.

Notizie del petrolio a 100 dollari ne avete?

Ci riproverà Israele, cercando di attaccare il Libano ad incendiare il petrolio e fallirà miseramente per l’ennesima volta.

Nel frattempo i sondaggi in Francia, parlano di una destra unita oltre il 45%, con potenziali effetti devastanti per l’intera costruzione europea. Macron a fatica raggiunge il 12 %, un presidente morto e sepolto.

Un sentito ringraziamento al narcisismo di Macron per questa grande opportunità.

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