LA GRANDE SCOMMESSA CONTINUA…

Scritto il alle 11:00 da icebergfinanza

Ryan Gosling, Christian Bale and More Talk 'The Big Short' – The Hollywood Reporter

Negli ultimi giorni qualcosa è successo!

Come nel 2008, quando ci raccontarono che, all’improvviso, a nostra insaputa alcune reti di consulenza ed investimento europee, ricevettero l’imput di seguire il nostro blog, unico nel panorama europeo che andava controcorrente raccontando una diversa realtà dall’America.

Sono stato contattato anche da 2 country manager che rappresentavano, due delle maggiori case di investimento.

Con la giusta dose di scetticismo, volevano capire, andare oltre le apparenze, i dati farlocchi che uscivano regolarmente ogni giorno, non importa se distorti da modellini stagionali obsoleti o aggiustati per altri motivi.

Il resto è storia, la stessa storia che ci ha permesso di essere tra i pochissimi al mondo ad aver compreso prima di altri, la crisi subprime, mentre il mercato ignorava qualunque segnale e notizia negativa.

Siamo grati a pochi personaggi o blogger esperti e competenti, seri professionisti, che hanno dimostrato di saper vedere lontano, oltre le sirene dei mercati.

Come nel film, la Grande Scommessa, “The Big Short” sono ancora qui, tra quei gruppi di ragazzi, gestori o operatori di mercato che si fanno delle domande, nonostante il mercato vada in altre direzioni.

Il semplice studio della Grande Bolla giapponese, “Baburu” keiki, ma non solo, anche la Grande Depressione e altre crisi storiche, bastava per capire l’insostenibilità di quel periodo, coperto da sistematiche frodi.

Non c’era molto materiale ufficiale in giapponese, ma quel poco che circolava non era di facile comprensione.

Allora, la mia caparbietà mi portò a scovare le tesi di studenti giapponesi scritte in inglese.

Un’intera finestra sulla storia si apri, all’improvviso.

Debito, debito e ancora debito, ma soprattutto la storia che si ripete.

Riferendosi alla grande crisi giapponese, alla ormai tripla lost decade giapponese,  Chancellor scrive:

” Il giorno dopo il crollo di ottobre i rappresentanti delle più importanti società di brokeraggio del Giappone – Nomura, Daiwa, Yamaichi e Nikko, chiamate le “quattro grandi” – furono convocati al ministero delle Finanze. Ricevettero l’ordine di mantenere il mercato delle azioni NTT e di impedire all’indice Nikkei di scendere sotto quota 21.000. Ubbidendo a questa richiesta i broker offrirono ai loro clienti più importanti garanzie contro le perdite per incoraggiarli a rientrare nel mercato. Nel giro di pochi mesi l’indice Nikkei aveva recuperato le perdite e stava puntando verso nuovi picchi. In forma ufficiosa i funzionari del ministero delle Finanze si vantarono che la manipolazione del mercato azionario erà più facile del controllo del mercato valutario.”

Credo che non vi sia bisogno di aggiungere nulla, ma proseguiamo:

” Nel complesso i “quattro grandi” pesavano per più di metà degli scambi del mercato azionario di Tokyo.(…) In un rapporto intitolato “Theme Chasing: The Engine of the Tokyo Stock Market” una banca d’investimento americana avvisava i suoi clienti: “L’istinto del gregge è un solido istinto di sopravvivenza in un ambiente di eccessiva liquidità”. Grazie alle loro ampie partecipazioni azionarie nella stampa i “quattro grandi” broker riuscirono a manipolare l’informazione che raggiungeva i loro clienti.

L’istinto del gregge, non esiste una sola pecora fuori dal gregge oggi, sono tutte li!

Ieri nuovo record assoluto di lettori unici per il nostro blog, quasi 51.000 in un sola giornata, 90.000 nelle ultime due, davvero un regalo incredibile per il nostro lavoro.

Ma qualcosa in questi giorni è successo, non sappiamo cosa, ma siamo tornati indietro nel tempo, uno spettacolare dejavù, come allora.

Semplicemente grazie!

Immagine

Ormai siamo rimasti quasi da soli o quasi, a raccontarvi la realtà, insieme al nostro Maestro, uno dei più spettacolari economisti ed interpreti della deflazione da debiti degli ultimi 50 anni,

In molti anche in America si sono messi al servizio dell’Istituto Luce Biden, che ieri ha pubblicato un’altra delle sue perle. A breve ne parleremo.

Oggi uscirà il dato sulle esportazioni tedesche, i vari indici S&P Global dei servizi e manifattura insieme di Francia e Germania i due fragili tendini di Achille d’Europa, le vendite al dettaglio italiane e l’indice composito per l’intera area euro.

Nel pomeriggio una batteria di dati impressionante in arrivo dall’America con in primo piano l’indice dei servizi, ISM e S&P Global.

Sarà un spettacolo che osserveremo con la giusta dose di scetticismo che in questi giorni ha trovato conferma in spettacolari REVISIONI negative che il mercato continua ad ignorare in ogni campo.

Fanno tenerezza alcune analisi che si arrampicano sullo specchio per giustificare una volatilità impressionante nei dati comunicati, segno che le cose stanno davvero cambiando.

La curva dei tassi non mente mai, mai e poi mai, ridocoli quelli che cercano di spiegarvi che questa volta è diverso!

Ma prima partiamo dal Brasile!

Turismo Brasile: dati e tendenze per l'incoming in Italia - FormazioneTurismo.com

A chi ci ha chiesto qualcosa di esotico, controcorrente ad inizio anno abbiamo suggerito il Brasile.

Ieri la notizia…

Hanno spostato le virgole, ma la notizia assume rilievo in quanto le aspettative erano per un taglio minore.

“Se lo scenario evolve come previsto, i membri del comitato prevedono all’unanimità ulteriori riduzioni della stessa entità nelle prossime riunioni, e ritengono che questo ritmo sia appropriato per mantenere la politica monetaria restrittiva necessaria per il processo disinflazionistico”, ha dichiarato la Banca centrale del Brasile in un comunicato.

La banca centra uruguaia è stata la prima a dare il via ai tagli di tasso, il Cile ha seguito con un taglio maggiore del previsto la scorsa settimana.

Ma ovviamente da noi e in America non accadrà mai, giusto?

Ma torniamo all’America, ieri l’Istituto Luce Biden ha annunciato il solito miracolo nell’occupazione.

Per carità, i lettori di Icebergfinanza sanno che i dati della ADP sono spesso e volentieri inattendibili, ma loro non si curano di nasconderlo.

Immagine

Con questi tassi le piccole e medie imprese assumono, hanno fatto anche a loro i tassi fissi ?

Ma fatemi un piacere. Roba da piegarsi dal ridere… in tre!

Ovviamente si continua a costruire case, in mezzo ad una depressione immobiliare giusto?

Ma soprattutto fallisce una delle maggiori compagni di trasporto americane la Yellow Corp e boom l’occupazione aumenta nel settore.

Lasciamo la verità a giocare con il tempo, domani ci sarà da ridere ad ascoltare cosa ci racconterà il BLS, il principale azionista di Biden.

A noi interessa che la crescita salariale è nuovamente rallentata a luglio, il ritmo più lento di aumenti dal novembre 2021.

La barzelletta del declassamento di Fitch sul debito americano ve la facciamo raccontare dal sempre puntuale Brad Sester…

Il downgrade di Fitch è un non evento per i rendimenti … sono scesi per motivi econofisici, solo un ignorante potrebbe aver bisogno di un’agenzia di rating che ci dice quando ha piovuto.

Il crollo degli utili di AMD, ci dice tanto sull’intelligenza artificiale, anche dopo i deludenti risultati di Taiwan Semiconductor Manufacturing e Texas Instruments.

Avete visto il dollaro, ancora un piccolo passo e ciao, ciao euro.

Ma questo ve lo racconteremo nel fine settimana insieme al nostro MACHIAVELLI e il suo “WATHEVER IS TAKES” per tutti coloro che hanno sostenuto questo viaggio o lo vorranno sostenere.

Che ne dite, ce lo meritiamo il Vostro supporto?

L’informazione indipendente ha bisogno anche del Tuo prezioso sostegno!

Grazie ancora di tutto!

Sarà un’estate interessante, aspettando la verità figlia del tempo e… Jackson Hole!

Machiavelli diceva che per governare …bisogna far credere!

Nel fine settimana è tornato MACHIAVELLI con “RITORNO A JACKSON HOLE” per tutti coloro che sostengono o vorranno liberamente sostenere il nostro lavoro.

Abbiamo ricevuto molti attestati di stima per il nostro ultimo manoscritto, vi ringraziamo di cuore, le Vostre parole sono importanti!

Abbiamo bisogno del Vostro importante sostegno, abbiamo bisogno di Voi, non si resiste sul WEB, in mezzo a un mondo manipolato per 16 anni, se non si racconta la realtà, si cerca di trovare la verità.

Grazie di cuore per il Vostro sostegno!

L’informazione indipendente ha bisogno anche del Tuo prezioso sostegno!

I manoscritti da inizio anno sono stati una bussola perfetta dopo un periodo di crisi, ma come sempre la verità è figlia del tempo.

Ribadisco per l’ennesima volta che se ci sono problemi di ricezione, firewall, spam, comunicazione tra i diversi provider dovuti a invii multipli,  basta inviare una mail e il nostro STAFF  provvederà a risolvere il problema.

Grazie a chi vorrà contribuire liberamente al nostro viaggio!

SOSTIENI IL NOSTRO VIAGGIO!

 

Ricordo a tutti coloro che avessero bisogno, che ICEBERGFINANZA è anche consulenza a 360 gradi, in mezzo a questa tempesta perfetta.

Cliccando sul link qui sotto e mandando una mail a icebergfinanza@gmail.com è possibile avere una consulenza strategica sui possibili sviluppi macroeconomici e finanziari dei prossimi mesi, oltre a ricevere i nostri manoscritti. Buona giornata Andrea

Chiunque volesse sostenere il nostro viaggio riceverà in OMAGGIO le analisi di Machiavelli. Per contribuire al nostro viaggio basta cliccare SUL BANNER  a fianco dei post sul lato destro della pagina o andare alla sezione DONAZIONI…

SEMPLICEMENTE GRAZIE!

Tags: , , ,   |
32 commenti Commenta
claudio70
Scritto il 3 Agosto 2023 at 13:31

I have been surprised how low US long-term rates have remained in light of structural changes that are likely to lead to higher levels of long-term inflation including de-globalization, higher defense costs, the energy transition, growing entitlements, and the greater bargaining power of workers. As a result, I would be very surprised if we don’t find ourselves in a world with persistent ~3% inflation.

From a supply/demand perspective, long-term Treasurys (T) also look overbought. With $32 trillion of debt and large deficits as far as the eye can see and higher refi rates, an increasing supply of T is assured. When you couple new issuance with QT, it is hard to imagine how the market absorbs such a large increase in supply without materially higher rates.

I have also been puzzled as to why the @USTreasury hasn’t been financing our government in the longer part of the curve in light of materially lower long-term rates. This does not look like prudent term management in my opinion.

Then consider China’s (and other countries’) desire to decouple financially from the US, YCC ending in Japan increasing the relative appeal of Yen bonds vs. T for the largest foreign owner of T, and growing concerns about US governance, fiscal responsibility, and political divisiveness recently referenced in Fitch’s downgrade.

So if long-term inflation is 3% instead of 2% and history holds, then we could see the 30-year T yield = 3% + 0.5% (the real rate) + 2% (term premium) or 5.5%, and it can happen soon. There are many times in history where the bond market reprices the long end of the curve in a matter of weeks, and this seems like one of those times.

That’s why we are short in size the 30-year T — first as a hedge on the impact of higher LT rates on stocks, and second because we believe it is a high probability standalone bet. There are few macro investments that still offer reasonably probable asymmetric payoffs and this is one of them.

The best hedges are the ones you would invest in anyway even if you didn’t need the hedge. This fits that bill, and also I think we need the hedge.

icebergfinanza
Scritto il 3 Agosto 2023 at 13:54

Vecchio volpone Bill, chissà perché lo dice solo ora 😉
claudio70,

aldo
Scritto il 3 Agosto 2023 at 14:27

Ciao Andrea, che dici, è il caso di prendere posizione sui Btp a tasso fisso? Io vedo un 4.75% a 103 che sembra buono.

yamamoto
Scritto il 3 Agosto 2023 at 21:24

Però mi viene da chiedermi: e se tagliano i tassi che fanno poi?
Voglio dire che non mi pare ci siano tante alternative per gli USA. Spendono e spandono senza ritegno, sempre in deficit, con i tassi alti gli esplode la spesa per interessi, ma in teoria potrebbero usare l’inflazione per ridurre il debito/pil.
Dall’altra parte se tagliano devono tornare a far comprare il debito alla FED ma vuol dire far gonfiare ancora di più i bilanci che sono ai massimi storici, nonché dare vagonate di denaro alla speculazione. A me entrambe le ipotesi sembrano portare al disastro.

icebergfinanza
Scritto il 3 Agosto 2023 at 21:36

yamamoto,

Ma è difficile comprendere che si posso lasciare i tassi bassi e togliere liquidità al sistema in maniera che scendano ancor di più?

yamamoto
Scritto il 4 Agosto 2023 at 09:26

icebergfinanza:
yamamoto,

Ma è difficile comprendere che si posso lasciare i tassi bassi e togliere liquidità al sistema in maniera che scendano ancor di più?

Non mi pare però abbiano intenzione di farlo, anzi, di fatto hanno continuato a fornire liquidità anche durante il rialzo dei tassi.
Se non tolgono la liquidità quando alzano i tassi, perché dovrei credere che lo farebbero in caso di tagli?
Non è questione di possibilità, ma di volontà. Io non credo alla buona volontà o alla competenza della FED.

gnutim
Scritto il 4 Agosto 2023 at 11:35

Penso che ora l’asset più forte può essere il dollaro USA perchè:
– varie banche centrali emergenti hanno cominciato a tagliare i tassi rendendo così meno conveniente il carry trade
– la fame di dollari del tesoro Usa renderà più rari i dollari in circolazione
– la progressiva riduzione del bilancio Fed
– l’atteggiamento ancora hawkish della Fed

Deto ciò il dollaro potrebbe toccare ancora il tetto del canale ribassista di lungo termine che è circa in area 1.15/1.145 per poi riprendere il ribasso verso i valori che suggerisce Andrea. Penso che non lo vedremo a 1.15 quindi potrei accumulare anche ora.
Tu che dici Andrea?

claudio70
Scritto il 4 Agosto 2023 at 12:29

yamamoto,

Bè,come sapete, talvolta sono critico nei confronti del capitano,ma in momenti così ” difficili” credo bisogna fare squadra e le chiacchiere stanno a zero,ora come ci ha illustrato e ben spiegato Andrea, l’economia sia usa che UE e’a dir poco in stato pietoso non vedo come non debbano,ad un certo punto,abbassare i tassi sempre che non puntino ad un crack totale,io la vedo così

darkerside
Scritto il 4 Agosto 2023 at 13:21

Cio’ che Bill Ackman afferma non e’ da prendere, come sempre, alla lettera nel senso che ovviamente non la roccontano tutta. Io credo che l’inflazione residua si stabilizzera’ intorno a 5.I tassi non scenderanno, la scusa sara’ l’inflazione ma la motivazione sta nel fatto che le monete sono sulla difensiva.Solo sul dollaro si potanno alleggerire i tassi ma non lo faranno.

claudio70
Scritto il 4 Agosto 2023 at 13:49

darkerside,
darkerside,

Ma come fanno a non abbassarli ,prendiamo gli usa,70% del PIL in consumi ora prestito studentesco,credito al consumo, finanziamento acquisto auto,mutui,carte di credito,ora sono a valori proibitivo anche 25%,allora puntano al crack totale

icebergfinanza
Scritto il 4 Agosto 2023 at 14:13

gnutim,

La corsa dell’euro è finita, se mette il naso sotto 1.19 e ci rimanne in un attimo siamo a …

yamamoto
Scritto il 4 Agosto 2023 at 15:07

claudio70:
yamamoto,

Bè,come sapete, talvolta sono critico nei confronti del capitano,ma in momenti così ” difficili” credo bisogna fare squadra e le chiacchiere stanno a zero,ora come ci ha illustrato e ben spiegato Andrea, l’economia sia usa che UE e’a dir poco in stato pietoso non vedo come non debbano,ad un certo punto,abbassare i tassi sempre che non puntino ad un crack totale,io la vedo così

Io non ho mai detto che non credo che taglieranno i tassi.
Quel che ho detto è che sia che li taglino, che non li taglino, credo che il risultato finale sarà un disastro.

darkerside
Scritto il 4 Agosto 2023 at 16:42

70% del PIL in consumi ora prestito studentesco,credito al consumo, finanziamento acquisto auto,mutui,carte di credito,ora sono a valori proibitivo.

Tutti paroloni che distraggono dalla realta. Penso che gli USA siano fuori dai limiti da anni, considerato tutti i dollari stampati, per cui altre aggiunte non cambiano la tendenza. Il disastro? Solo per i vecchi bond, per chi li ha resta solo l’attesa del rimborso. Sperando in un creditore affidabile. Chi ha acquistato sopra la pari? Ciao.

darkerside
Scritto il 4 Agosto 2023 at 16:46

debitore

mitopoietico
Scritto il 4 Agosto 2023 at 17:46

I mercati scontano crescita infinita e inflazione alta ma sotto controllo.
Quindi le Borse, se anche scendono un paio di giorni, poi riprendono la loro odiosa (permettetemelo) marcia trionfale che prosciuga denaro dai Bond per incrementare le bolle.

D’altra parte i governativi subiscono questo clima, stritolati anche dalle aspettative tassi.

Il dollaro tornerà a salire solo quando la recessione-godot, se un giorno si farà viva, determinerà finalmente l’avversione al rischio.

Io la vedo così, molto semplicemente

mitopoietico
Scritto il 4 Agosto 2023 at 17:55

….Per capire quando ci sarà un’inversione di tendenza, che in qualche modo premi finalmente chi ha osato investire in modo difensivo, consiglio di osservare il bitcoin: solo quando il nulla varrà niente i mercati implicitamente avranno accettato di cambiare indirizzo

icebergfinanza
Scritto il 4 Agosto 2023 at 18:19

Dotti, medici e sapienti … 😉 😉 😉

E nel nome del progresso
Il dibattito sia aperto
Parleranno tutti quanti
Dotti medici e sapienti
Tutti intorno al capezzale
Di un malato molto grave
Anzi già qualcuno ha detto
Che il malato è quasi morto
Così giovane è peccato
Che si sia così conciato
Si dia quindi la parola
Al rettore della scuola
Sono a tutti molto grato
Di esser stato consultato
Per me il caso è lampante
Costui è solo un commediante

alexscot
Scritto il 4 Agosto 2023 at 19:31

Se scende sotto 1.19 il cambio euro/dollaro?
Ma se siamo a 1.10.

icebergfinanza
Scritto il 4 Agosto 2023 at 19:39

alexscot@finanza,

1,09

aorlansky60
Scritto il 5 Agosto 2023 at 06:55

@Yamamoto
di fatto hanno continuato a fornire liquidità anche durante il rialzo dei tassi.

Non è che lo abbiano fatto con piacere, hanno dovuto farlo, perchè a causa del più rapido incremento dei tassi mai attuato dalla Fed, quest’ultima ha provocato qualche ‘problemino’ tecnico (in parole povere: improvvisa MANCANZA DI LIQUIDITA’ e PROSCIUGAMENTO dello stato patrimoniale) a molte loro banche locali che stavano per ‘saltare’ (e ad alcune è accaduto) che rischiava di fare esplodere tutto il loro sistema finanziario…

aorlansky60
Scritto il 5 Agosto 2023 at 07:09

Io sulla faccenda “taglieranno non taglieranno” credo che ‘loro’ (le BC) stiano operando con un target preciso: avere un inflazione tra il 4 e 5% costante nel tempo; gli serve avere un inflazione così, perchè l’inflazione a zero e di conseguenza il denaro a zero NON GLI CONVENIVA PER NIENTE (parlo di CHI i soldi li fabbrica e li maneggia); hanno messo in conto che per ottenere questo loro obiettivo ci possa essere una RECESSIONE ‘ragionevolmente accettabile’ (per ‘loro’, mentre andrà a colpire DURAMENTE le fasce di reddito progressivamente più povere), ci possiamo scordare definitivamente i tempi del denaro comodo a costo zero; e se recessione sarà (anzi è, già ora, a tutti gli effetti, soprattutto in EU), gli USA hanno dimostrato di avere tutte le armi necessarie per combatterla tramite sussidi di ogni tipo, magari a DEBITO nel tempo, perchè così deve funzionare il sistema, i consumi devono restare sostenuti e per ottenere questo esiste il CREDITO AL CONSUMO ovvero DEBITO per il consumatore… gli USA col $ possono farlo… chi invece su questo fronte è messo davvero MOLTO MALE siamo noi europei, che abbiamo l’€, ma non il $…

icebergfinanza
Scritto il 5 Agosto 2023 at 07:28

Con tutti quelli che suggeriscono che i tassi non torneranno più indietro, che l’inflazione resterà alta, che arriverà l’iperinflazione, che nulla sarà più come prima, vorrei seriamente fare una scommessa. Ma sono certo che alla fine, nessuno avrà il coraggio di farla! 😉

mitopoietico
Scritto il 5 Agosto 2023 at 12:02

Ipotizziamo, in sintesi: probabilmente assisteremo allo scenario nipponico anni ‘90, con tassi azzerati per anni, deflazione e crescita anemica, esplosione del debito pubblico e abbattimento cruento della Borsa.
Questo è quanto dovrebbe accadere e quanto io personalmente auspico.

Tuttavia, oltre a tutto ciò, anziché la deflazione, non possiamo escludere che gli stati potranno trovarsi nella condizione, vista la profonda e duratura recessione che dovrebbe arrivare, di dover stampare moneta senza ritegno per finanziare il debito sovrano e quindi il sostegno della produzione, la tenuta sociale e la macchina statale. Avremmo in questo caso un’inflazione allarmante che, in positivo, avrebbe almeno la funzione di divorare i debiti.

Speriamo che non sia questo l’esito, ma non togliamolo dal campo delle possibilità

icebergfinanza,

icebergfinanza
Scritto il 5 Agosto 2023 at 12:11

Ancora con la storiella che l’inflazione divora i debiti!

Dai prova a spiegare con un esempio come oggi ripeto oggi nel contesto attuale l’inflazione di divorerebbe i debiti
mitopoietico,

mitopoietico
Scritto il 5 Agosto 2023 at 12:29

Ipotizziamo io abbia un prestito personale di 10.000€ contratto nel 2018 da restituire in unica soluzione nel 2023. In virtù della svalutazione avvenuta oggi restituirei un capitale reale molto inferiore: con 10.000€ nel 2018 ci compravo molte più cose di quelle che ci compra oggi il mio creditore.
….E più fosse alto il tasso d’inflazione registrato nel periodo tanto più sarebbe stato sconveniente per il prestatore e conveniente per il debitore attivare il prestito

mitopoietico
Scritto il 5 Agosto 2023 at 12:32

… ho omesso di indicare il tasso d’interesse che nell’esempio citato poteva benissimo essere l’1% visti i tassi del tempo

icebergfinanza
Scritto il 5 Agosto 2023 at 13:11

mitopoietico,

No, non è così semplice .

C’è differenza tra tasso fisso o variabile di un mutuo!

Spesso una famiglia, o un’impresa, ha debiti ma anche crediti.

La riduzione del potere d’acquisto dei propri redditi nominali non è compensata se questi non aumentano e non beneficia nemmeno del vantaggio di una riduzione del valore reale dei propri debiti, che in proporzione ai propri redditi rimangono uguali.
Ma soprattutto i salari non salgono perchè l’essenza dell’Europa, della moneta unica è la deflazione salariale e la deflazione da debito.
Inutile continuare a ragionare con le dinamiche del passato, la deflazione da debito è il trend principale, secolare.

Inoltre ,un’impresa vede ridursi il valore reale dei propri debiti, ma solo se i prezzi dei prodotti che vende crescono in linea con l’inflazione, altrimenti il suo stato debitorio non migliora. Questi effetti contraddittori riguardano anche e soprattutto il debito sovrano

Le conseguenze dell’inflazione sul debito pubblico

Un aumento dell’inflazione potrebbe facilitare la riduzione del debito pubblico? Quanto sarebbe importante questo effetto? L’impatto non sarebbe molto forte se si assume che i titoli di nuova emissione incorporino la maggior inflazione. Un’inflazione di 4 punti percentuali superiore rispetto alle attese ridurrebbe il rapporto tra debito pubblico e Pil di circa 16 punti in 5 anni (con un calo aggiuntivo molto limitato negli anni seguenti). Tuttavia, se la maggior inflazione portasse la Banca Centrale Europea (BCE) a interrompere gli acquisti di titoli di Stato italiani, o persino a non rinnovare quelli in scadenza, l’effetto sui tassi d’interesse potrebbe essere tale da invertire questo effetto sul rapporto debito-Pil. Inoltre, anche in assenza di questo problema, il rapporto deficit-Pil aumenterebbe per l’effetto della maggiore spesa per interessi, rendendo più difficile rispettare le regole europee del Patto di Stabilità e Crescita quando saranno reintrodotte.

* * *

Negli ultimi mesi molti commentatori ed economisti hanno ventilato la possibilità di un ritorno dell’inflazione, cioè di un aumento del livello dei prezzi più sostenuto rispetto al passato recente.[1] Quale sarebbe l’effetto di una maggiore inflazione sulla finanza pubblica italiana e sul debito pubblico in particolare?
I due canali: crescita del Pil nominale e tassi d’interesse

Per farsi un’idea conviene innanzitutto capire attraverso quali canali l’inflazione può modificare il livello e la dinamica del debito pubblico. I principali sono due: la crescita del Pil nominale e i tassi d’interesse sui titoli di Stato. Per quanto riguarda il primo, si tratta di un “effetto denominatore”: una maggiore inflazione incrementa il Pil nominale, che è il denominatore del rapporto debito-Pil. Di conseguenza, questo effetto esercita una pressione a ribasso sul rapporto. Di contro, l’effetto dell’inflazione sui tassi d’interesse esercita indirettamente una pressione a rialzo sul rapporto debito-Pil. Infatti, a fronte di uno shock inflattivo, i creditori chiedono rendimenti superiori per compensare l’erosione del proprio capitale causata dalla maggiore inflazione. Di conseguenza, i tassi d’interesse nominali aumentano, incrementando la spesa per interessi che lo Stato deve pagare e portando quindi a un deficit maggiore (vedi sotto per eventuali conseguenze ulteriori dell’inflazione sui tassi d’interesse). Il deficit maggiore si manifesta al numeratore del rapporto debito-Pil perché accelera l’accumulazione di nuovo debito. Nel lungo periodo, se l’inflazione non influisce sulla differenza tra tasso d’interesse e tasso di crescita del Pil, questi due effetti si “cancellano” a vicenda e quindi l’inflazione non ha un effetto sulla dinamica del rapporto debito-Pil.[2]

Tuttavia, nel breve periodo, mentre l’effetto denominatore della crescita del Pil nominale si manifesta completamente, l’effetto sui tassi d’interesse è soltanto parziale. Questo perché la stragrande maggioranza dei titoli di Stato non è indicizzata all’inflazione e ha una scadenza superiore all’anno. Di conseguenza, a fronte di uno shock inflattivo inatteso, il tasso d’interesse medio, anche assumendo che i titoli di nuova emissione riflettano il nuovo livello d’inflazione, non si adatta all’inflazione finché tutto il debito esistente non è stato rinnovato con l’emissione di nuovi titoli. In sostanza, l’inflazione erode la parte di debito pubblico che non è stata ancora rinnovata.
Una simulazione dell’Italia

Per questo motivo, se uno shock inflazionistico inatteso dovesse colpire l’Italia, finché tutto il debito esistente non sarà rinnovato ai nuovi tassi che incorporano l’inflazione, il rapporto debito-Pil calerà. Per capire quanto grande potrebbe essere la diminuzione del rapporto debito-Pil in presenza di uno shock inflattivo inatteso, si può simulare il suo andamento aumentando l’inflazione a piacere all’interno delle previsioni del Documento di Economia e Finanza 2021 (DEF 2021) del governo (Fig. 1).[3]

Rispetto allo scenario del DEF 2021 senza shock inflattivi (in cui l’inflazione tende al 2 per cento annuo nel medio periodo), un’inflazione di 4 punti percentuali superiore porterebbe il rapporto debito-Pil a essere inferiore di circa 16 punti (su 145) nei prossimi 5 anni. In seguito, la dinamica del debito sarebbe parallela a quella dello scenario senza shock, mantenendo la differenza di 16 punti quasi costante, perché l’intero stock di debito pubblico sarebbe già stato rinnovato a un tasso d’interesse che incorpora la maggior inflazione.

Cosa accade al rapporto tra deficit pubblico e Pil? L’aumento del tasso di interesse sulle nuove emissioni comporta un aumento della spesa per interessi e quindi del deficit. Il rapporto deficit-Pil aumenterebbe dal 3,3 per cento al 7,4 per cento nel 2033. Tuttavia il deficit operativo – cioè depurato dall’inflazione – sarebbe grossomodo lo stesso nei due scenari. [4] Ovviamente, con shock inflattivi più contenuti si verificherebbero scenari intermedi tra questo scenario e la baseline, sia per il debito che per il deficit (Fig. 1).
Altri canali e rischi

Detto questo, l’effetto di una maggiore inflazione su debito e deficit potrebbe manifestarsi attraverso un terzo canale negativo. Se il rialzo dell’inflazione spingesse la BCE a stringere la propria politica monetaria, l’impatto dell’inflazione sui conti pubblici potrebbe essere anche meno favorevole di quello sopra indicato. Questo per tre motivi. Primo, una stretta monetaria potrebbe comportare un aumento dei tassi di interesse reali a breve termine e forse, nel breve periodo, anche a lungo termine. Secondo, se la stretta comportasse una riduzione della detenzione di titoli di Stato da parte della BCE, lo spread sui titoli a lungo termine italiani potrebbe aumentare. Terzo, il minor livello della base monetaria in circolazione potrebbe comportare un calo dei profitti della banca centrale, con conseguente diminuzione dei trasferimenti da questa al governo (ossia un peggioramento dell’avanzo primario).

Anche nella misura in cui l’aumento dell’inflazione si manifestasse come descritto sopra – ovvero senza cambiamenti nella politica della BCE – esisterebbe comunque un problema di deficit, seppur secondario. Infatti, in base alle regole europee del Patto di Stabilità e Crescita (momentaneamente sospese per il Covid), il rapporto deficit-Pil non dovrebbe superare il 3 per cento.[5] In presenza di un’inflazione anche di poco maggiore del 2 per cento annuo, per l’Italia questo obiettivo sarebbe difficilmente raggiungibile (Fig. 1).[6]

darkerside
Scritto il 5 Agosto 2023 at 13:42

Dipende da cosa si scommette, non ho intenzione di farmi venire un male di testa le cose mi vanno bene. Quindi faccio previsioni per quello che valgono e nel caso come i giunchi al vento mi adeguo veloce veloce. Comunque, inflazione media noiosa tassi altrettanto noiosi e niente iper. Tracollo generale? Non adesso c’e’ tempo per vivere.

mitopoietico
Scritto il 5 Agosto 2023 at 16:43

Analisi completa e accurata (grazie!). Non si può che condividere pienamente.

Quando parlo di effetto benefico dell’inflazione mi riferisco a un processo isolato da tutto il contesto e dalle sue molteplici conseguenze: l’inflazione alta è sicuramente un fenomeno maligno.

icebergfinanza,

claudio70
Scritto il 5 Agosto 2023 at 18:21

icebergfinanza,

Grazie mille

veleno50
Scritto il 5 Agosto 2023 at 22:53

Bot scadenza agosto 2024 probabile 3,70% scadenza luglio 3,50%. Btp2025/202 7/2030 /stesso tasso 3,75%. Btp 2033 4,15%. Non c’è più nessuna differenza. Investi corto, medio, lungo termine non c’è differenza. Qual’è il motivo?

darkerside
Scritto il 6 Agosto 2023 at 09:27

veleno50,

Se cerchi di scoprire il perche’ e’ probabile che non troverai risposta: Motivi tecnici, di sistemazione portafogli, nuove emissioni ecc. Poiche’ io voglio guadagnare investo nel breve
mai investire nei bond a lungo conviene solo a loro. Io investo pochissimo in bond,bot.
Gekko: Ho venti persone che si occupano di grafici …….

SOSTIENI ICEBERGFINANZA
Segui IcebergFinanza su
http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/
SOSTIENI IL NOSTRO VIAGGIO
IL NOSTRO LIBRO clicca qui
ICEBERGFINANZA NEL MONDO
Articolo dal Network
Guest post: Trading Room #513. Il grafico FTSEMIB weekly continua nella sua corsa rialzista, con u
"Governare è far credere" o forse più, "il fine giustifica i mezzi", ma il significato è chia
Malgrado tutto le tendenze sono mantenute e siamo arrivati ad un passo dal target. E ovviamente ades
Iniziamo con le buone notizie. In Germania, crollano la produzione industriale e i consumi e
FTSEMIB 40 AGGIORNAMENTO DEL 29 FEBBRAIO 2024   Il grafico dei prezzi conferma visivamente
29 febbraio 2024 UNICREDIT Lettura grafica e analisi dei posizionamenti monetaria relativi alla sc
Come vedremo nel fine settimana insieme al nostro Machiavelli, le ultime minute hanno rivelato c
Guest post: Trading Room #512. Il grafico FTSEMIB weekly ha raggiunto vette importanti ma anche un
La trimestrale di NVIDIA stupisce i mercati e il rally continua. Ma allo stesso tempo, il mercato ob
La Cina è un'immensa mina deflattiva esplosa nell'oceano globale, una spettacolare bolla immobi
CONTATORE